Prodotto: Hornline, Enfatizzatore di bassi
Costruttore: The Horn Shoppe - USA
Prezzo: $700 USD
Recensore: Richard George - TNT USA
Data recensione: Luglio, 2004
Subwoofer. Questo termine fa venire in mente immagini di auto fracassone, riproduttori di una singola nota (bum-bum), e musica hip-hop con annesso scuotimento delle pareti e tintinnio degli infissi. O, forse vengono alla mente visioni di numerose esplosioni cinematografiche o schianti dovuti ai passi dei dinosauri. Anche se i sub hanno ricevuto una benevola accoglienza da molti consumatori, si sono guadagnati una pessima reputazione tra gli appassionati di musica per molti motivi, uno dei quali è la cattiva qualità del suono che molti sub propongono.
Un altro grave motivo che ha penalizzato i subwoofer è stato il disastroso abbinamento dei sub con diffusori di bassa lega da parte dei costruttori. Questi ultimi insistono nell'abbinare piccoli satelliti, incapaci di riprodurre frequenze al di sotto dei 200Hz circa, con un subwoofer economico realizzato talmente male da non poter arrivare a frequenze al di sotto dei 100Hz. Anche se coloro interessati alla riproduzione dei film su DVD potrebbero trovare accettabile la qualità del suono ottenibile, l'effetto di questo tipo di sistemi di diffusori sulla riproduzione musicale può rivelarsi terrificante.
A dispetto della cattiva reputazione che i sub si sono guadagnati, molti audiofili hanno accettato di scendere a patti con un sub di alta qualità musicale per poterne godere dei benefici. Utilizzando dei diffusori full-range come principali e affiancandoli ad un buon subwoofer, si riesce ad ottenere un intervallo di frequenze molto più esteso aggiungendo profondità e corpo al suono.
A questo punto sovviene spontanea la domanda: cosa si intende per un buon subwoofer? La risposta dipende dal particolare uso che se ne vuole fare. Per i film un basso profondo e una potenza da far tremare i pavimenti sembra essere un requisito necessario - caratteristiche simili sono auspicabili anche per la musica rap e l'hip-hop - una risposta in frequenza piatta non è necessaria. Per altri generi musicali, il sub necessita invece di una risposta in frequenza piatta su tutto lo spettro, deve essere in grado di riprodurre le basse frequenze e i transitori in maniera accurata senza per questo penalizzare il ritmo ed il senso del tempo, ed è necessario che si integri al meglio con i diffusori principali.
Molti sostengono che non esiste qualcosa che sia in grado di riprodurre questo "basso veloce", e questo per la natura intrinseca delle frequenze coinvolte che rendono impossibile che il basso sia "veloce". Se si parla di un tono puro, ad esempio 35Hz, quanto detto è vero. Ad ogni modo i transienti a bassa frequenza richiedono una pronta risposta degli altoparlanti, una caratteristica che entra in conflitto con i parametri progettuali che invece consentono potenze da terremoto. Un sub con un "basso veloce" è semplicemente quello che risponde velocemente e fedelmente durante i transienti.
Gli acquirenti sono disposti a pagare migliaia di dollari per un subwoofer con queste caratteristiche, ma come spesso accade per i componenti audio, è possibile ottenere buone prestazioni per somme più ragionevoli. Per i subwoofer il valore rappresenta un concetto importante come per tutti gli altri componenti audio. La maggior parte dei subwoofer attivi sono concepiti seguendo alcune linee guida convenzionali - tra le quali, la tendenza ad essere delle scatole cubiche o allungate con un condotto reflex con un altoparlante a larga escursione adatto per le basse frequenze che presenta un grande cono in grado di sopportare elevate quantità di potenza, e un annesso amplificatore di potenza che incorpora una rete di crossover configurabile.
Nel nostro caso ci troviamo di fronte a questo Hornline, e si tratta di un subwoofer piuttosto anticonvenzionale. L'Hornline è stato progettato da Ed Schilling della Horn Shoppe. L'Hornline, non è, per quanto sostiene Ed, un subwoofer ma piuttosto, un "enfatizzatore di bassi" (bass augmenter). C'è differenza?
L'Hornline è un diffusore ad una via amplificato, accordato in maniera tale da restituire un risposta in frequenza piatta sotto gli 80Hz circa. Detto questo abbiamo esaurito tutte le similitudini tra l'Hornline e i sub convenzionali. L'Hornline si presenta come una versione maggiorata delle Horn Shoppe Horn, ma con il suo amplificatore dedicato. In effetti, il nome lo descrive abbastanza bene - l'Hornline è un ibrido tra una tromba caricata posteriormente ed una linea di trasmissione. Diversamente dai sub convenzionali l'Hornline non è piccolo e tozzo, ma ha un cabinet alto e monolitico con un singolo altoparlante da 17cm (6.5 pollici) montato in alto e al centro sul baffle.
Il mobile dell'Hornline misura 27cm x 29 x 83cm (10.5 x 11.5 x 32.5 pollici) e pesa circa 16kg (36 libbre). Il mobile è in compensato pressato sulla parte esterna, e in MDF per quanto riguarda la tromba e la linea di trasmissione. La parte superiore e le pareti laterali del mobile sono lisce e senza caratteristiche particolari. Come per gli Horn Shoppe Horns, il retro del mobile forma l'imbocco di una tromba. Dando uno sguardo all'interno della tromba si scopre che sono stati utilizzati materiali in fibra. La forma esatta, la grandezza, l'angolo di svasatura e le dimensioni degli interni dell'Hornline fanno parte dei segreti noti solo ad Ed ed a suo padre. Comunque, Ed ha rivelato che il primo terzo del tubo situato al di lá della camera di compressione dietro l'altoparlante non presenta svasature - il primo terzo è a pura linea di trasmissione. Il resto della lunghezza è svasato. In una porzione del tubo si fa uso di materiale acustico assorbente.
L'Hornline presenta il suo ampli dedicato, ma diversamente dai sub convenzionali, l'ampli non si trova all'interno del mobile - ma in un suo mobile dedicato connesso allo Hornline con una coppia di cavi di potenza. I connettori sono alloggiati sul retro del mobile, in una vaschetta vicino la sommità dell'imbocco della tromba. Questa soluzione non è eccentrica come quella delle Horns in cui i connettori erano montati sulla parte superiore, ed inoltre è più pratica e più piacevole esteticamente.
La parte superiore del baffle dell'Hornline nella quale è visivile il componente Vifa.
L'altoparlante è un componente Vifa con un cono in polipropilene, impedenza di 8-ohm, e una potenza massima di 70 watt. Presenta un diametro di soli 17cm (6 1/2") ed un cono leggero, il che implica una risposta ai transienti veloce. A pilotare l'altoparlante ci pensa un economico ampli da 100-watt, con un crossover integrato, con un filtro passa basso configurabile e un interruttore di inversione di fase. L'ampli, visibile su Parts Express, ha due ingressi: low-level e high-level. Considerato che l'ampli si trova nel suo contenitore, che ricalca le finitire e l'estetica dell'Hornline, qualsiasi altro ampli disponibile può sostituirlo senza problemi. Tutte le valutazioni di ascolto sono state effettuate con l'amplificatore standard.
Ai fan dell'hip-hop e a quelli che cercano gli effetti speciali nei film d'azione che volessero ascoltare i bassi non consiglio questo sub. A loro interessa qualcosa che faccia tremare i muri e vibrare le finestre - l'integrazione con i diffusori principali solitamente non rappresenta una priorità. La maggior parte degli amanti della musica non vogliono ascoltare un subwoofer separato, chiedono semplicemente all'impianto che riesca a riprodurre una risposta in frequenza quanto più possibile estesa senza per questo poter distinguere le diverse sorgenti del suono in base alle differenti porzioni dello spettro.
Da questo punto di vista, l'Hornline eccelle, se gli affiancate due diffusori principali compatibili e un setup idoneo. Con un impianto appropriato, l'Hornline risulta indistinguibile dai diffusori principali, rendendosi "invisibile". Accordato per restituire una risposta piatta fino a circa 30Hz, l'Hornline non può certo considerarsi il migliore nei bassi più profondi, ma coprirà mezza ottava o un'intera ottava mancante tipicamente ai diffusori full-range (largabanda), e lo fa in maniera musicale e assolutamente non intrusiva.
I transienti sui bassi sono puliti e veloci con un lieve accenno di rigonfiamento - le note iniziano proprio come dovrebbero e terminano quando dovrebbero senza code e slabbrature tanto frequenti sui sub commerciali. Le note basse prolungate, quali quelle di un pianoforte o di un contrabbasso, sono proprio come ce le aspetteremmo con un timbro ed un tono riprodotti accuratamente. Oltre alle sue qualità sonore, uno dei suoi migliori pregi sta nella capacità di integrarsi con i diffusori principali.
Non dovrebbe sorprendervi, quindi, il fatto che i diffusori full-range che meglio si integrano con l'Hornline sono le Horns della Horn Shoppe. Ho provato diverse configurazioni con le Horns, ma il risultato più impressionante per la qualità complessiva del suono l'ho avuto a casa di un mio amico in una sala d'ascolto molto più grande della mia. Durante un informale incontro tra audiofili, abbiamo posizionato in bella mostra nella stanza le Horns con l'Hornline appoggiato alla parete di fondo.
Come risultato una perfetta integrazione e una larghezza di banda riprodotta molto migliorata (a confronto delle sole Horns), fino a circa 30Hz. L'enorme palcoscenico e l'immagine caratteristici delle Horns non erano per nulla peggiorati. La cosa importante è che la piacevole presentazione musicale offerta dalle Horns non viene danneggiata dall'Hornline, anzi è migliorata proponendo un suono più ricco, superando in questo modo l'unico grande neo imputabile alle Horns quando utilizzate da sole.
Utilizzando l'Hornline con diffusori diversi sono venuti fuori i punti di forza e quelli deboli, in primo luogo la sua capacità di integrarsi anche con differenti tipologie di diffusori. A parte un'eccezione, tutti i diffusori provati con l'Hornline si sono integrati molto bene. Come ci si poteva immaginare, i migliori risultati con diversi diffusori richiedono la regolazione dell'Hornline ed il posizionamento dei diffusori, la frequenza di taglio del crossover, la fase e il volume relativo.
L'aspetto più significativo dell'Hornline sta nella qualità dei suoi bassi. I transienti sono veloci e puliti. Con un adeguato set up, non risulta mai falso o rimbombante, e le note in eccesso sono rarissime. L'Hornline sembra preservare meglio il ritmo ed il senso del tempo della musica rispetto ai convenzionali subwoofer appartenenti alla stessa fascia di prezzo.
L'integrazione tra un sub e i diffusori principali ricopre la stessa importanza della qualità del suono. Il subwoofer non dovrebbe mai richiamare l'attenzione su di sé, dovrebbe essere indistinguibile, dal punto di vista del suono, dai diffusori. Sotto questo aspetto, l'Hornline funziona in modo eccezionale con alcuni diffusori, e molto bene con altri. Tra i diffusori disponibili, l'Hornline si integrava alla perfezione con le Horn Shoppe Horns. Non si tratta solo della condivisione dello stesso tipo di progetto e delle stesse caratteristiche costruttive con le Horns, ma l'Hornline si esprimeva al meglio utilizzando le Horns come diffusori principali.
Il retro dell'Hornline, visibili i connettori
L'Hornline si integrava altrettanto bene con una coppia di J. M. Reynaud Twins. Le Twins sono diffusori del tipo a due vie (3-vie elettricamente), e utilizzano mobili a linea di trasmissione. Il miglior set up con le Twins è stato ottenuto utilizzando una coppia di monofonici IRD MB-100 come ampli di potenza. Il risultato è stato un suono che non era allo stesso livello come dettaglio e microdinamica rispetto alle Horns pilotate da un ampli SET, ma che eccelleva in macrodinamica e impatto cosa difficile da ottenere con un ampli da due o tre watt - a meno di utilizzare diffusori molto efficienti.
L'Hornline ha dato risultati quasi simili con due coppie di diffusori bass-reflex, i B&W DM602 e i nOrh SM5.1, riproducendo un'estensione dei bassi al di sotto dei diffusori principali quasi sempre indistinguibile da quella fornita dai diffusori principali. A causa della bassa efficienza di questi diffusori, ho preferito utilizzare i monofonici della IRD con entrambe le coppie per le prove.
Inoltre, l'Hornline fa un lavoro encomiabile quando abbinato ad una coppia di diffusori autocostruiti a baffle aperto basati su una coppia di altoparlanti Electro-Voice vintage. Poiché la tipologia a baffle aperto ha difficoltà a riprodurre i bassi al di sotto dei 110Hz, l'ampli dell'Hornline è stato regolato per ricoprire uno spettro maggiore di frequenze. Il risultato si è rivelato sorprendentemente buono, e l'integrazione, anche se non perfetta, è stata più che accettabile. Nonostante la brillantezza e a volte la eccessiva chiarezza dei diffusori EV, l'Hornline reggeva il passo garantendo l'energia richiesta e proponendo un basso poderoso e pulito che ben complementava il suono degli EV. Anche se le prestazioni sono state confortanti, sembra non si trovi a suo agio nell'utilizzo di altoparlanti da 12-pollici per riprodurre la parte alta dei bassi e le medie frequenze (con un tweeter a tromba coassiale per le frequenze superiori ai 3500Hz), mentre l'altoparlante da 6 pollici e 1/2 è dedicato alla riproduzione delle basse frequenze.
L'Hornline è costruito con la stessa cura e abilità che Ed e suo padre hanno profuso per le Horns. Come per le Horns, un beneficio della tromba svasata sta in un cabinet estremamente rigido e non risonante. L'Hornline si presenta più solido e meno risonante rispetto alla maggior parte dei sub convenzionali, caratteristica che aiuta ad eliminare il "booming" caratteristico dei subwoofer. La costruzione è eccellente e la finitura è buona e ben fatta, anche se non arriva al livello di qualità caratteristico di alcuni diffusori.
Il posizionamento nella stanza non sembra essere un grande problema con l'Hornline. Si comporta bene in prossimità della parete di fondo, lontano dalle pareti, vicino alla posizione d'ascolto, dietro la posizione d'ascolto, e in quasi tutte le altre posizioni in cui possiate sistemarlo. Naturalmente, il posizionamento va ottimizzato in funzione dell'acustica dell'ambiente di ascolto e dei diffusori principali utilizzati. Ci sono state solo due situazioni in cui non ho apprezzato il suo contributo. Quando utilizzato in una piccola stanza, l'Hornline NON dovrebbe essere inserito tra i due diffusori principali. Il palcoscenico e la pulizia della musica ne riesentono negativamente. Inoltre, se lo posizionate in un angolo, dovrete prestare molta attenzione al volume, questo è l'unico caso in cui può innescarsi il "booming" quando utilizzate l'Hornline.
Una nota particolare ai potenziali acquirenti dei prodotti Horn Shoppe, in particolar modo a quelli che non hanno l'opportunità di ascoltare l'Hornline prima di acquistarlo, è da segnalare la garanzia soddisfatti o rimborsati di 30 giorni fornita da Ed. Se non vi piace il prodotto, lo potete semplicemente restituire entro 30 giorni e sarete rimborsati.
Anche se l'Hornline si integra molto bene con molti diffusori a tal punto da risultare "invisibile", questo non accade con tutti. Non si tratta di un problema esclusivo dell'Hornline, infatti molti sub si integrano meglio con alcuni diffusori che con altri. Nella mia limitata valutazione, il miglior abbinamento si è ottenuto con le Horns (trombe caricate posteriormente) e le Twins (linea di trasmissione), ma meno con i diffusori bass-reflex. Nonostante ciò, ha funzionato molto bene con due progetti molto diversi tra loro di bass-reflex a due vie - le B&W DM602 (con cabinet rinforzato), e le nOrh SM5.1 (in marmo sintetico a tromba invertita), mentre risultati meno positivi si sono ottenuti con le Omega TS-1. Le Omega sono diffusori monovia in bass reflex.
Quadretto di famiglia
Nel tentativo di integrare l'Hornline con le TS-1, questo ha sempre suonato in maniera leggermente differente rispetto ai diffusori principali. Indipendentemente dal settaggio della fase, dalla frequenza di taglio, dal posizionamento, se l'Hornline veniva configurato in modo da aumentare le basse frequenze, era distintamente percepibile rispetto alle Omega. Alcuni ascoltatori potrebbero ritenere questa caratteristica non fastidiosa, o addirittura indistinguibile, ma l'ho riportata perchè per qualcuno potrebbe essere un problema. Per pura curiosità, ho sostituito l'Hornline con un Titanic della Parts Express (di solito utilizzato per impieghi HT). Dopo aver regolato la fase e la frequenza di crossover, il miglioramento dell'integrazione con le Omega era evidente. Forse il motivo è da ricercare nel fatto che il Titanic presenta maggiori regolazioni, compreso un controllo variabile della fase piuttosto che l'interruttore di fase di 180 gradi presente nell'ampli dell'Hornline, o si tratta delle differenze di progetto? Questi interrogativi trovano risposta durante i successivi ascolti.
L'Hornline riesce a riprodurre un basso gestibile fino a 30Hz nel mio ambiente d'ascolto. Come è noto la mia stanza non gradisce molto le basse frequenze, per cui i risultati potrebbero esere migliori in altre sale. Molti sub commerciali vantano risposte in frequenza fino a 20Hz. Ad ogni modo, 30Hz è un valore che viene raggiunto raramente e rappresenta un valore più che adeguato in qualsiasi occasione per la maggior parte delle persone, e anche per quei pochi che non appartengono a questa categoria è da considerarsi un valore di tutto rispetto nella gran parte dei programmi musicali riprodotti.
Anche se l'Hornline fornisce un basso di alta qualità, non rappresenta l'ideale per la musica dal vivo - in che senso? Nello specifico, se nell'ascolto del recente concerto di Benise, l'impatto del grande tamburo Cinese è ha suscitato notevole impressioni d'ascolto. Tornando ad ascoltare il CD Mediterranea ho notato qualche punto debole. Anche se l'Hornline fa un buon lavoro per quanto concerne la naturalezza del suono, lo stesso non accade per la potenza.
Amplificatore Plate in un cabinet separato
Per contro, il Titanic si comporta meglio in termini di potenza, ma l'impatto delle percussioni viene riproposto confuso ed appannato. Ad essere onesti, ho ascoltato questo disco con diverse altre combinazioni di diffusori/sub, e nessuna di queste si è comportata meglio dell'accoppiata Hornline/Electro-Voice autocostruite.
Un altro punto che riguarda l'Hornline riguarda il suo "impatto viscerale" - semplicemente non arriva ai livelli di molti altri subwoofer. Nel caso in cui si utilizzi l'Hornline per l'home theater, le esplosioni mancano del corpo che uno si aspetterebbe. Nei film che hanno colonne sonore hip-hop, i bassi mancano di profondità, potenza da scuotimento delle pareti, caratteristiche adorate da quel segmento di acquirenti che ascolta questo tipo di musica. Comunque, si tratta di un giusto compromesso - un basso musicale e pulito, utile per la maggior parte dei generi musicali, opposto alla potenza spacca finestre.
L'amplificazione separata dell'Hornline rappresenta una vera chicca per un audiofilo, in quanto rende il cambio e il tweaking dell'ampli facile rispetto alla maggior parte dei subwoofer. D'altra parte, aumenta il disordine e la confusione abbassando di molto il WAF - a meno di poterlo abilmente nascondere.
Non tutti i subwoofer sono uguali. Sembra che i sub pensati per la visione dei film in genere non si addicano all'ascolto della musica. Per contro, i sub progettati e realizzati con la priorità di riprodurre musica mancano dell'impatto necessario per riprodurre in maniera convincente i passi di un tirannosauro.
Nonostante il suo particolare design, ci sono progetti di passa banda di alto ordine e le rare trombe per i bassi che hanno molto di più in comune con l'Hornline rispetto a quanto questi non abbia con i sub convenzionali. Quindi, l'Hornline non è per niente isolato. Inoltre, tutti i sub sono progettati per incrementare i bassi. L'Hornline non fa altro che estendere l'estremo inferiore dello spettro udibile, e in linea generale sembra facilmente integrabile con un elevato numero di sistemi di altoparlanti - ancor più quando considerate la facilità con cui è possibile abbinare l'Hornline con altri crossover ed altri amplificatori, o diffusori utilizzanti altri ampli e altri crossover.
Ed "basta-che-non-lo-chiamiate-Sub" Schilling insiste sul fatto che l'Hornline non è un subwoofer, si tratta invece di un "enfatizzatore di bassi". Solitamente sono contrario all'idea di introdurre nuovi termini per descrivere idee o prodotti per i quali esistono vocaboli sufficienti. Tuttavia, quando si raffrontano il progetto dell'Hornline con quello di un sub convenzionale, potremmo affermare che sono sufficientemente diversi per meritare forse l'utilizzo di un altro vocabolo. Caratterizzato da prestazioni molto musicali e da un disegno non convenzionale, l'Hornline può a buon diritto meritarsi l'appellativo di "enfatizzatore di bassi" piuttosto che di subwoofer. Okay, Ed, a questo punto l'ho scritto!
P.S - Considerato che ne ho acquistato uno per me, ho quindi deciso di scriverne una recensione, è arrivato veramente il momento di iniziare una sperimentazione vera e propria. Questa vedrà anche la costruzione di un filtro passa basso e l'utilizzo di una serie di amplificatori per cercare il modo migliore di alimentare l'Hornline. Penso, inoltre di averne bisogno di un paio...
Molte grazie ad Ed Schilling della Hornshoppe, per averci fornito le informazioni e l'esemplare oggetto di questa prova.
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Traduzione: Fabio Egizi