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Diffusori Mark & Daniel Maximus-Topaz

Nella botte piccola il vino buono?

[English version]

Prodotto: diffusori Mark & Daniel Maximus-Topaz
Produttore: Mark and Daniel Audio Labs
Prezzo: circa 1800 USD

Recensione di: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicata: Maggio, 2008
Traduzione: Roberto Di Paola

[Mark & Daniel Audio Labs Maximus_Topaz]

Ero in cerca di qualcosa da recensire quando il nostro direttore ci ha informati sull'esistenza di certi diffusori con cabinet in marmo. Poiché sono una specie di ambientalista, la spedizione di oggetti simili per il mondo mi preoccupava un po', ma ho accettato di provarli ugualmente. Come molti dei prodotti hi-fi d'oggi, anche i Maximus-Topaz arrivano dall'estremo oriente; pertanto non fa molta differenza se vengono mandati in Inghilterra piuttosto che in Italia o USA.

I Topaz (come li chiamerò) sono arrivati mentre ero in casa, per la felicità del vettore che è stato più che contento di tirarli fuori per me dal furgone. Per essere dei piccoli diffusori, gli imballi pesavano molto! All'apertura della scatola, ho trovato subito le griglie, il manuale d'istruzioni ed un paio di guanti con gomma antiscivolo. Che bell'idea, mi son detto... Quando ho rimosso uno strato successivo dell'imballo, ho capito perché Mark & Daniel Audio Labs forniscono dei guanti. Infilati i guanti, ho estratto delicatamente uno dei diffusori dalla scatola sentendomi come l'impiegato di un museo, che maneggia un oggetto d'arte di grande valore. Effettivamente le finiture dei Topaz sono davvero speciali e meritano di essere trattate con grande cura.

I cabinet di questi diffusori sono realizzati in MDF rivestito da uno strato spesso di resina, che sembra (all'occhio ed al tocco) simile ad una finitura in marmo. M&D la denominano CAM (compound artificial marble) ed oltre ad avere un bell'aspetto, è pensata per irrigidire il mobile e ridurre le vibrazioni. Questa finitura è così bella che ho capito perché servono dei guanti: fanno sì che i diffusori non scivolino dalle mani, e li proteggono dal grasso delle dita. Le dimensioni sono 29.0cm (11.4"), 17.0cm (6.7"), 21.3cm (8.4") a x l x P. Nonostante siano piuttosto piccoli il loro peso è di 8.6 kg (19 lb).

Per quanto concerne il "disegno", posso solo elogiare la scelta dei progettisti d'innovare in un settore, quello dei diffusori da supporto, che solitamente non si distacca dalla tradizione. Il lavoro svolto sul mobile dà risultati notevoli sia dal punto di vista estetico che sonico. Un'altra ottima idea consiste nell'adozione di un woofer a corsa lunga per compensare la sua piccola superficie. Al posto del tweeter hanno usato un air-motion transformer e ciò pha portato alcuni vantaggi nella realizzazione del crossover.

I diffusori erano nuovi di zecca e li ho lasciati rodare per circa una settimana. Alla fine li ho connessi ad un Charlize, che li ha pilotati abbastanza bene nonostante la sensibilità dei diffusori sia di appena 85.5 dB/2.83V/1m. Non intendo consigliare l'utilizzo di un Charlize o un altro piccolo ampli in classe T per alimentare i Topaz; questa prova mi è servita solo per capire quanto fossero facili da pilotare. Un breve ascolto giornaliero durante il periodo di rodaggio ha rivelato che i cambiamenti più significativi riguardavano un certo miglioramento della gamma bassa.

Finito il rodaggio li ho collegati ad un Burson Audio PI-100, ed ho cominciato l'audizione. Aggiungo che questo sistema era installato nella mia sala d'ascolto al piano di sopra, che misura circa tre metri per tre. Essendo abituato a dei grossi dipoli con woofer aggiuntivi da 15 pollici, mi aspettavo che questi piccoli diffusori da supporto mi facessero avvertire una certa mancanza di bassi. Tuttavia ho ascoltato diversi album prima di preoccuparmi dei bassi. Solo quando ho messo su 'Wish You Were Here' dei Pink Floyd ho sentito che non mancava niente alle frequenze più basse, cosa che mi ha impressionato positivamente. La sorpresa è stata ancora maggiore considerato il fatto che avevo sistemato i diffusori ad una certa distanza dalla parete posteriore, ben più distanti di quanto sia normale per delle piccole casse. Ai potenziali possessori dei Topaz consiglierei di accertarsi che l'impianto sia ben ottimizzato e capace di riprodurre un basso 'pulito'. Quando ho iniziato con i miei ascolti ho notato un po' di rimbombo, e quindi mi son ricordato di aver sistemato il lettore CD troppo frettolosamente senza il suo solito supporto. Dopo aver posto rimedio a ciò, il boom è scomparso.

[Un woofer a corsa lunga come quello usato nei Mark & Daniel Audio Labs Maximus_Topaz]

I Topaz sono i primi diffusori da me ascoltati che impiegano una versione del trasduttore air-motion transformer. Il nome che il produttore dà a questa sua versione del trasduttore è unità DREAMS (acronimo di Directly Responding Emitter by Air Motion Structure). Questa unità può essere tagliata a frequenze molto più basse di quelle raggiungibili da un tweeter convenzionale e scende fino ai 900 hz circa nei Topaz. Un altro dei vantaggi di questa unità riguarda il fatto - da me riscontrato - che l'altezza del diffusore non è eccessivamente vincolante. Ho preferito collocarli su supporti alti per avere un sound stage molto ampio e gli esecutori in piedi di fronte a me piuttosto che accovacciati per terra. Sembra che l'incrocio dei trasduttori ad una frequenza ben più bassa rispetto al solito (2500-3000hz) costituisca una scelta migliore, ed effettivamente le prestazioni dei Topaz sono una conferma di questa teoria.

Non sono i diffusori più rivelatori che io abbia ascoltato, e ciò è da considerarsi un vantaggio poiché non risultano affaticanti all'ascolto. Qualcuno ha descritto la loro performance come un perfetto equilibrio tra risoluzione e musicalità, ed io sono d'accordo. Mi sono ritrovato ad effettuare lunghissime sessioni d'ascolto senza avvertire stanchezza. Tuttavia, sono abbastanza dettagliati da ricreare l'acustica di una sala da concerto, ad esempio. Sono anche stati in grado di svolgere un lavoro eccellente nel posizionamento degli effetti Q sound presenti nell'album di Roger Water's 'Amused to Death'.

Avendo capito che i Topaz erano capaci di tirar fuori una buona quantità di basse frequenze, ho deciso di provarli nel mio impianto principale. Ancora una volta, sono rimasto piacevolmente sorpreso di poter ascoltare molto software senza sentire il bisogno di più bassi. La mia sala d'ascolto al piano inferiore è un quadrato di circa quattro metri di lato con un'ampia apertura che immette in un ambiente adiacente. Lì, i Topaz ricreavano un palco virtuale largo e profondo, anche se non così profondo come quello riprodotto dai miei dipoli. L'immagine era ritratta proprio come ci si aspetterebbe da diffusori con baffle frontali molto piccoli. Il DREAMS fa un lavoro strepitoso con le voci e la gamma alta, e non di meno con il posizionamento degli strumenti, che sono sempre estremamente stabili e tangibili. Comunque, per riassumere al meglio la loro prestazione, direi che i Topaz sono molto piacevoli da ascoltare: suonano coinvolgenti e gestiscono bene più o meno qualunque genere musicale. Gli appunti presi nelle mie sedute d'ascolto recitano: suono limpido, veloce, fanno battere il piede. Inoltre sono acusticamente invisibili: non sarete in grado di identificare da dove provenga il suono.

Ho collegato successivamente i miei woofer ed ho acceso il loro ampli dedicato per sentire come si comportavano in aggiunta ai Topaz. L'effetto era stupefacente - la sinergia era ottima ed il palco virtuale si è ampliato. E' bastato alzare appena il volume dei woofer e sembrava che il sistema fosse stato progettato con lo scopo di funzionare proprio in quella configurazione; e con album come 'Wish You Were Here' ho avuto la conferma. Di fatto, i Topaz non hanno bisogno di alcun aiuto per la gamma bassa, ma l'aggiunta dei woofer li faceva letteralmente risplendere. Mi son ritrovato ad ascoltare con questo sistema senza avvertire l'urgenza di tornare ai miei soliti diffusori. Non dico che i Topaz facciano meglio, intendo dire soltanto che sono stato molto contento di tenerli nel mio impianto ben più a lungo di quanto fosse necessario per scrivere questa recensione.

Chiaramente, il potenziale acquirente dei Topaz è da ricercare in chi non dispone di grandi spazi per l'alta fedeltà audio, oppure in chi non vuole grossi diffusori in sala. Se vi riconoscete in questa categoria e vi siete rassegnati ad un suono "piccolo", allora queste sono casse che possono senz'altro fare al caso vostro. Come faceva il Dottor Who con il suo Tardis, anche i Topaz sembrano sfidare le leggi della fisica e fanno molto di più di quanto sia possibile per delle scatolette. A ciò si aggiunga il loro aspetto, ed ecco che abbiamo di fronte uno dei pochi diffusori capaci di soddisfare sia l'audiofilo che la moglie dell'audiofilo. C'è solo bisogno di un amplificatore che possa farli esprimere al meglio, anche se non si può dire che siano un carico difficile. Un ampli da 50 Watt circa (simile al PI-100) dovrebbe andar bene. Comunque, come dico sempre, fate delle prove se potete.

Per adesso sono single e la convivenza con grossi diffusori, per me, non è un problema. Ma chi può sapere cosa ci riserverà il futuro? Può darsi che la signora Right, venuta a vivere con me, rifiuti di convivere con i miei dipoli. Almeno adesso ho un'alternativa... Ripensamenti a parte, resterò single!

© Copyright 2008 Nick Whetstone - www.tnt-audio.com

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