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Prodotto: Diffusori Magneplanar MG 1.7
Produttore: Magnepan - USA
Prezzo: 2.500 sterline - Convertitore di valuta
Recensore: Maarten van Casteren - TNT UK
Data: Giugno, 2014
Traduttore: Roberto Felletti
Nel corso degli ultimi due mesi il soggiorno di casa mia è diventato un po' più piccolo e molto più buio di prima, ma è diventato anche un posto migliore, almeno per me. In verità il resto della mia famiglia non condivide il mio entusiasmo e la causa di questo disaccordo è stata la presenza di una coppia di diffusori. Badate bene, non sto parlando di normali diffusori, bensì di qualcosa che avrei voluto provare già da tempo: i diffusori a pannello Magneplanar. La loro reputazione è eccezionale e in alcuni ambienti l'amore per le "Maggies" assume quasi connotazioni religiose. Alcune persone, dopo aver sperimentato i diffusori Magneplanar, ritengono che non ci sia di meglio. È un rischio provare qualcosa in grado di cambiare le proprie convinzioni; comunque, sono stato contento di averlo fatto. Ora mi sento un altro uomo, anche se vorrei rivedere la luce del sole illuminare ancora il soggiorno.
Quindi, cosa c'è di così tanto speciale nei diffusori Magneplanar? Ebbene, da dove iniziare? Pressoché tutti i diffusori "normali" utilizzano altoparlanti basati su coni e una cassa chiusa per contenerli; i Maggies no. Essi usano una membrana dotata di piste conduttive fissate su di essa; tale membrana è poi sospesa di fronte a una griglia costituita da sbarre magnetiche, che permettono quindi al campo magnetico di passare attraverso le piste conduttive. Successivamente l'immissione di corrente sulle piste farà muovere la membrana. L'unico vero svantaggio è il bisogno di ambienti di grandi dimensioni, poiché l'estensione del movimento è limitata. Il grosso vantaggio è la conversione, in modo molto più diretto, del segnale sonoro in spostamento d'aria. Ci sono analogie con i diffusori elettrostatici: anch'essi fanno uso di una membrana, anziché di coni, ma sono equipaggiati anche con un'alimentazione esterna che fornisce tensione alla membrana oltre a disporre di trasformatori per il segnale sonoro. I Maggies fanno tutto senza queste complessità.
I Maggies sono diffusori a dipolo, altra analogia con la maggior parte degli elettrostatici. Questo significa che la membrana è sospesa nell'aria senza essere racchiusa da un contenitore, per cui il suono proviene non solo dalla parte anteriore, ma anche dal retro del diffusore; virtualmente con la stessa intensità. Anche in questo caso ci sono vantaggi e svantaggi. Un grande vantaggio è l'assenza di colorazioni del suono dovute alla cassa, per il semplice motivo che non c'è. Questa caratteristica ha un effetto sul suono maggiore di quanto ci si possa aspettare; non è insolito per i diffusori di livello budget irradiare, a certe frequenze, quasi la stessa energia dalla cassa come dai coni. Se la cassa non c'è, il problema non si pone. Inoltre, il suono che proviene dal retro può essere usato per ricreare un palcoscenico più ampio, poiché esso viene riflesso dalla parete posteriore per poi rimbalzare sulle pareti laterali; questo è il motivo per cui i dipoli necessitano di molto spazio intorno.
Un assoluto svantaggio è dato dalle dimensioni. Questi diffusori sono enormi, davvero enormi; io sono alto 193 cm e riesco appena ad appoggiare il mento sulla loro parte superiore! Sono anche larghi almeno il doppio della maggior parte dei diffusori da pavimento e, proprio per questo, devono essere sistemati lontano da tutto dentro la stanza, in quanto tendono a dominare ogni cosa, tranne i grandi ambienti. Bisogna anche assicurarsi che non ci sia troppo arredamento dietro i diffusori: pareti spoglie con, forse, un pizzico di materiale smorzante sarebbero l'ideale. Per poter ottenere il massimo da questi diffusori è veramente opportuno risistemare l'intera stanza, per poterla adattare ad essi. Per i fortunati che possono permettersi di avere una sala d'ascolto dedicata non c'è problema (ovviamente), ma se i diffusori M1.7 devono condividere il soggiorno con gli altri membri della famiglia occorre prepararsi a scendere a seri compromessi.
I diffusori M1.7 sono un sistema a tre vie, con la maggior parte del pannello dedicata al basso e una sezione laterale, di circa 5 cm, preposta alle alte frequenze. Una parte, ancora più piccola, di questa sezione gestisce le frequenze più alte. La sezione di alta frequenza si trova su un lato del pannello e, durante l'ascolto, si consiglia di tenerla all'esterno dei diffusori. Io ho fatto così ed essi hanno funzionato alla grande.
I Maggies hanno la fama di essere difficili da pilotare e di richiedere molta potenza. L'impedenza è 4 Ohm e l'efficienza stimata è 86 dB/Watt, per cui non si può parlare di carico eccessivamente difficile. Il mio amplificatore Usher R1.5 non ha avuto problemi nel pilotarli e il finale Hypex NC-400 è riuscito a fare anche di meglio. Mi rendo perfettamente conto che entrambi questi amplificatori sono relativamente potenti e in grado di gestire carichi problematici, per cui non saprei dire come si comporterebbero i diffusori con amplificatori meno potenti. Dato il prezzo dei Maggies (nel Regno Unito è quello da me indicato, mentre negli Stati Uniti è molto più accessibile) e dell'impegno richiesto per sistemarli adeguatamente in casa, dubito fortemente che ci sia molta gente che li userebbe con amplificatori di livello inferiore a quelli che ho usato io.
L'installazione dei diffusori nel mio soggiorno ha richiesto un po' di lavoro, non solo a causa delle dimensioni, ma anche perché bisogna avvitare i sostegni ai pannelli prima di metterli in posizione verticale. Inizialmente essi hanno fatto un po' rimbombare il mio pavimento vittoriano in legno, così li ho sistemati su piedini smorzanti antivibrazione che hanno risolto il problema o almeno l'hanno attutito fino a renderlo non troppo percepibile.
Una peculiarità dei dipoli è che non diffondono il suono lateralmente. Dal punto d'ascolto non si nota, ma se si inizia a camminare attraverso la stanza il suono cambia, in misura maggiore rispetto ad altri diffusori. Mettendo la testa a lato di uno dei diffusori si sente solo la riflessione sonora proveniente dal muro, sensazione di per sé strana. Questo comporta che il corretto posizionamento dei Maggies si riveli un po' più critico, sebbene nella mia stanza sia stato necessario allontanarli dal muro posteriore poco più dei diffusori che uso abitualmente. Comunque sia, si consiglia di sperimentare.
Questo è ciò per cui i Maggies sono famosi, quindi mi aspettavo una buona prestazione. Non sono rimasto deluso: il suono è impressionante, da subito. Il palcoscenico ha un'ampiezza maggiore quasi del 50% rispetto a qualsiasi altra soluzione io abbia sperimentato e non sto davvero esagerando. La messa a fuoco non ha la precisione millimetrica dei miei diffusori attivi Unity Audio "The Rock hifi"; tuttavia è abbastanza buona, merito della dimensione dello stesso palcoscenico. L'equilibrio armonico è piacevole, manca solo il basso davvero profondo. L'estremità della gamma bassa è ben delineata, mentre l'estremità della gamma alta è vellutata e gradevole e tutto quello che sta nel mezzo è semplicemente magnifico. Nel complesso, la prima impressione è stata molto, molto buona.
Ascoltandoli a lungo, i Maggies iniziano a mostrare persino qualcosa in più delle loro doti naturali. Il suono è molto realistico, piacevole e aperto; immerge l'ascoltatore nella musica e nell'evento. Le incisioni di musica classica di buona qualità sono quasi impressionanti, al punto che sembra di assistere allo spettacolo dal vivo, in un modo da me mai sperimentato con il mio impianto. Tuttavia, con musica per grandi orchestre i diffusori M1.7 si rivelano poco adatti, semplicemente incapaci di ricreare la piena forza e l'impatto di un grande insieme di strumenti; invece, con musica da camera e piccoli gruppi jazz la sensazione di avere i musicisti nella propria stanza rasenta quasi l'incredibile. È quasi come fare un bagno caldo: questi diffusori suonano in maniera talmente avvolgente e naturale al punto che le buone incisioni diventano magiche.
Detto tra parentesi, non significa che i Maggies suonino male con le incisioni di scarsa qualità. La caratteristica di avere un'eccellente definizione che non genera mai asprezza (a volumi d'ascolto ragionevoli) vale per tutti i generi musicali e per tutte le registrazioni. Recentemente ho acquistato la nuova versione audio remixata di "Close to the Edge" degli Yes su Blu-ray che suona in modo superbo. Le voci sono meravigliose, ovviamente, e sorprendentemente naturali.
Quello di cui questi diffusori sono carenti, rispetto ad alcuni sistemi attuali, è l'impatto; mi riferisco ad impianti destinati anche all'audio cinematografico che comprendono un subwoofer. Da questi pannelli non ci si potrà mai aspettare la botta e l'impatto di un basso profondo che un buon subwoofer è in grado di riprodurre. Il profondo colpo della grancassa, che alcuni diffusori dinamici riescono a ricreare, è qualcosa di sconosciuto per questi pannelli. È sempre possibile aggiungere un subwoofer, naturalmente, ragion per cui non mi sembra un grosso problema. Considerando il genere di musica che di solito ascolto, ritengo che il basso sia più che adeguato e comunque preferisco la qualità alla quantità. Non bisogna tuttavia confondere l'impatto con la risposta ai transienti, perché questi pannelli se la cavano davvero molto bene al riguardo. Finché non si chiede loro di riprodurre le esplosioni, svolgono davvero bene il loro compito, particolarmente in presenza di strumenti complessi come il pianoforte.
L'unico aspetto che rivela la presenza di questi pannelli, a parte la notevole presenza scenica, è una specie di segno di riconoscimento molto sottile, quasi impalpabile, che proviene da essi. A parte ciò, i diffusori semplicemente svaniscono e a basso volume passano davvero inosservati. Questa caratteristica di scomparire alla vista è dovuta in parte alla loro naturalezza che dà la sensazione di essere più vicino ai musicisti di quanto faccia la maggior parte degli altri diffusori. Altri motivi sono, probabilmente, la loro non comune natura dinamica, il loro carattere neutro e una coerenza timbrica in alto come in basso.
C'è un aspetto strano che riguarda questi diffusori Magnepan: all'interno di una piuttosto ampia escursione del volume sembra che il suono cambi a malapena; e con questo intendo dire che aumentando il volume di alcune tacche sembra che la pressione sonora si mantenga allo stesso livello. Solamente quando si inizia ad ascoltare a volume molto alto il suono diventa leggermente aspro e lo si percepisce più forte. Fino a questo punto esso si mantiene gradevole, quasi noncurante del volume, restando molto limpido e piacevole, finché non si raggiunge il punto in cui si inizia ad aumentare la pressione sonora per aggiungere quel pizzico di "grinta" nella musica che è presente in molti altri diffusori. Ci si abitua a questo solo dopo alcune ore di ascolto, imparando a mantenere il volume entro i limiti per cominciare ad apprezzare ciò di cui questi pannelli sono capaci. Essi rivelano dettagli in precedenza nascosti, pressoché in ogni incisione, anche per quanto riguarda il basso che all'inizio può sembrare asciutto e privo d'impatto; ben presto, però, si scopre che le articolazioni del basso sono estremamente facili da seguire e particolari mai ascoltati prima iniziano a fuoriuscire dalle frequenze inferiori.
In genere, chi è venuto a trovarmi è rimasto molto impressionato e la maggior parte dei miei visitatori afferma che «li si potrebbero ascoltare per ore». Sebbene io concordi sul fatto che non siano per nulla affaticanti, oltre ad essere dolci e piacevoli da ascoltare, ritengo tuttavia che non si sia centrato del tutto il punto. Probabilmente occorre più tempo del solito per poter apprezzare realmente questi diffusori, presumibilmente perché siamo tutti abituati al suono di altoparlanti dinamici racchiusi in scatole fatte di mdf. L'inspiegabile natura dinamica, la libertà da involucri vari e la capacità di presentare le incisioni in un certo modo sono fattori che richiedono un po' più di tempo per essere notati; ma per me proprio questi sono i motivi per cui simili diffusori si distinguono, rendendoli convincenti esecutori musicali. Quindi prendete tutto il tempo necessario prima di pronunciare la sentenza finale su una coppia di Maggies.
I diffusori M1.7 hanno dimostrato in maniera sorprendente di saper mettere in risalto le differenze tra i due amplificatori a cui li ho abbinati. Il mio Usher R1.5 è grosso e potente e il suono lo è altrettanto, ma i Maggies ne hanno mostrato i limiti all'estremità in gamma alta. Ho sempre saputo che l'Usher fosse un amplificatore da bassi e che l'estremità in gamma alta fosse una delle sue doti minori, tuttavia questi diffusori a pannello l'hanno evidenziato più del solito. Ho usato anche un set di moduli Hypex NC400 dal suono migliore, robusto sul basso, proprio come l'Usher, ma molto pulito e aperto sulle alte frequenze. Si aveva quasi la sensazione che l'amplificatore si tenesse in disparte.
Concludendo, la musica diffusa da questi pannelli è più naturale e riascoltando diffusori normali se ne ha la prova, col risultato che, adesso, molti diffusori tradizionali suonano in modo piuttosto chiuso, per le mie orecchie. I Maggies sfoggiano anche una meravigliosa coerenza lungo tutto l'arco dello spettro acustico, presentando qualsiasi cosa in maniera molto organica e non forzata. L'evento musicale è più convincente e un maggior numero di incisioni ora acquista maggior senso rispetto a prima. Tutto ciò si somma alla sensazione di essere realmente in presenza dei musicisti. Molti diffusori con tendenze rivelatrici forniscono molti dettagli di una registrazione; questi M1.7 fanno un passo oltre e mettono in contatto diretto con la rappresentazione musicale.
«Non vi potete definire appassionati di motori se non avete mai posseduto un'Alfa Romeo». L'ho sentito dire una volta da Jeremy Clarkson ed è uno dei motivi per cui uno dei miei fratelli ne ha avuto una, per un certo tempo. I diffusori Magneplanar sono così, speciali ed esclusivamente per ragioni audiofile. In realtà sono molto poco pratici, difficili da sistemare e non senza limiti; ma, a parte questo, se non avete sperimentato quello che i Maggies sono in grado di fare, non avete realmente compreso questo nostro piccolo hobby.
Come è stato giustamente sottolineato, di solito qui, nel Regno Unito, ci troviamo di fronte ad alcune problematiche a cui talvolta i clienti, intenzionati a fare il grande passo, devono far fronte. Esse sono:
N.B.: l'interessante rovescio della medaglia riguardo al punto a) è che ogni tipo di musica amplificata (in studio o dal vivo) ci giunge alle orecchie da diffusori dotati di cassa chiusa, per cui implicitamente e in qualche modo siamo tutti "condizionati". Mi piacerebbe assistere a un concerto in cui si facesse uso di MG20.7S; questo sì che sarebbe interessante!
2) Il prezzo delle Maggies è spesso oggetto di dibattito, ma non in maniera così alquanto sleale. Vorrei far notare, ad esempio, che il prezzo statunitense, spesso riportato, di 1.999 dollari non è proprio corretto... prima di tutto non è comprensivo della loro imposta sul valore aggiunto e poi si riferisce alla finitura base che è (come potrei definirla con il dovuto tatto)... basilare?! Per questo motivo non l'inseriamo. Aggiungiamo inoltre il costo di una spedizione sicura, imposte varie e alla fine la differenza di prezzo non è poi così marcata come si sarebbe portati a credere. Ogni rivenditore inglese Magneplanar ha un margine di guadagno, su di essi, inferiore rispetto a qualunque altro marchio tratti, per cui apprezzo davvero il loro sostegno e perciò ammetto di trovare frustrante l'eccessivo clamore sollevato nei confronti del prezzo. Qui tutti i prodotti d'importazione costano di più rispetto al paese di provenienza, per cui non riesco a capacitarmi del perché lo si tiri in ballo così spesso. A 2.500 sterline i diffusori M1.7 rappresentano un grande valore se abbinati ad elettroniche di costo adeguato; questo è l'aspetto importante, non quanto costino negli Stati Uniti.
© Copyright 2014 Maarten van Casteren - maarten@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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