Prodotto: Polk Audio LSi7 - diffusori acustici da supporto
Costruttore: Polk Audio - USA
Prezzo approx.: 808 Euro la coppia
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italy
Recensito: Dicembre, 2002
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Il marchio Polk Audio non è certo una novità per queste pagine, in passato abbiamo infatti pubblicato diverse prove d'ascolto di prodotti di questo grande Costruttore statunitense (precisamente: RT2000i, RT600i, RT15i), con risultati sempre piuttosto lusinghieri.
La serie RTi puntava però ad un pubblico il più vasto possibile, dall'appassionato di Home Theater all'onnivoro ascoltatore di Musica senza troppe paranoie audiophile. Questa nuova serie LSi segna invece un passo avanti verso la (ri)conquista delle frange audiofile più estreme: nuovi cabinets realizzati secondo standards di elevata qualità, nuovi altoparlanti, tra i quali il famoso tweeter Vifa XT 25, comune a tutti i modelli della serie, nuovi crossovers dotati di componentistica passiva audiophile-grade.
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Il modello LSi7 è il più piccolo della serie, un compatto minimonitor da supporto (36 x 22 x 26 cm - A x L x P).
è equipaggiato con un piccolo woofer da 13 cm ed un tweeter Vifa XT 25 denominato "Dual Ring radiator" (radiatore a doppio anello). Questi drivers sono montati in un cabinet estremamente solido e robusto - virtualmente esente da vibrazioni - con uno sbocco reflex posteriore di tipo Power Port ed una porta ARC anteriore per minimizzare le risonanze interne del mobile (per maggiori dettagli tecnici, consultare il completo ed esaustivo
sito ufficiale.
Il cabinet ha una finitura laccata nera in stile Gran Piano con i pannelli laterali in massello disponibili in color ciliegio o ebano.
Due coppie di morsetti d'ingresso - per il biwiring - completano la dotazione. Il pannello posteriore presenta un'insolita "placca" che chiude lo sbocco del Power Port e rende possibile - allo stesso tempo - il fissaggio del diffusore alla parete (a mò di quadro, con tanto di occhiello). Questa caratteristica è stata pensata per coloro i quali dovessero disporre di spazio limitatissimo o volessero utilizzare gli LSi7 come posteriori in un sistema Home Theater. Grazie allo sbocco Power Port (che "vede" la placca come carico acustico) il diffusore può essere VERAMENTE attaccato alla parete senza che lo sbocco reflex ne possa risentire in termini di prestazioni.
Questi diffusori sono coperti da una garanzia di 5 anni sulle parti utilizzate ed il loro assemblaggio, mentre il prezzo di listino suggerito (negli USA) si attesta sugli 800 Euro la coppia.
Queste sono alcune rilevanti caratteristiche tecniche:
Non sono un fan dei minidiffusori. Credo di averlo ripetuto moltissime volte. Persino per stanze di piccole dimensioni tendo a preferire diffusori di piccolo ingombro in pianta ma fortemente sviluppati in altezza (torri). Tuttavia, preferenze personali a parte, in quest'ultimo anno ho avuto occasione di recensire molti diffusori compatti da stand. Più precisamente: Aliante CNM Compact, Indiana Line Arbour 5.30 e 5.40 e Triangle Titus 202.
Inoltre, nel frattempo, ho ricevuto in prova la nuovissima release di un classico italiano dei minimonitor compatti di lusso, ovvero la terza versione delle italiane Diapason Prelude.
Tutti i diffusori citati condividono dimensioni ed impostazione (due vie, reflex) ma appartengono a classi di prezzo un po' differenti. Queste LSi7 si pongono a metà strada tra le Triangle Titus e le Diapason Prelude, ad esempio. La presenza simultanea di diffusori "simili" mi ha consentito di saggiare quel che offre il mercato in questo particolare settore merceologico e mi ha permesso inoltre di poter valutare meglio il rapporto prezzo/prestazioni di ogni singolo modello testato.
Come già detto, non mi piace avere a che fare con stands e risposte in frequenza troppo limitate in basso. Queste LSi7 non fanno eccezione. Uno stand di buona qualità è obbligatorio per poter sentire ciò che di buono hanno da offrire questi picoli diffusori ma, non importa quanto buono sia tale stand, la risposta in frequenza avrà comunque severe limitazioni in basso.
Le specifiche tecniche dichiarano un ottimistico valore di 53 Hz a -3dB. Per capirci, le Indiana Line Arbour 5.30 dichiarano 46 Hz (7 Hz in più) ma la sensazione all'ascolto è soggettivamente più ricca di basse frequenze, che sono pure nettamente più profonde. Difficile giustificare tale sensibile differenza con appena 7 Hz in più di estensione in basso.
Detto questo, non posso negare che la prestazione in gamma bassa di questi diffusori sia tutto sommato onesta ed è chiaro che i progettisti abbiano preferito la qualità alla quantità.
Infatti, le note basse sono ben articolate e veloci (mi riferisco, ad esempio, al basso elettrico) prive di qualsiasi tendenza alla sovraelongazione (overshoot) cioè quella fastidiosa tendenza all'allungamento innaturale del tempo decadimento del suono emesso. Nessuna traccia, inoltre, di quell'effetto "boom-boom" tanto caro a piccoli diffusori economici che vogliono fare la "voce grossa".
La profondità del basso ed il suo impatto fisico, tuttavia, sono piuttosto ridotti, anche in ambienti di piccole dimensioni.
Lo sbocco reflex Power Port brevettato da Polk Audio, consente di mantenere ai minimi livelli possibili il rumore dell'aria che sfiata attraverso il condotto. Questo problema, comune a tutti i reflex e recentemente messo in particolare luce nella prova delle Arbour 5.30, più rumorose della media, viene quasi completamente risolto dalla tecnologia Power Port che consente dunque una prestazione in gamma bassa esente da disturbi, spurie e rumori di vario genere. Tutto ciò aiuta a mantenere le note basse pulite, tese ed assolutamente non slabbrate.
Volendo sintetizzare quanto detto sulla prestazione di queste LSi7 in gamma bassa...si potrebbe dire che suonano estremamente asciutte, direi quasi avare. Non dovrebbe dunque essere sorprendente che Polk Audio, specie per impieghi HT, suggerisca fortemente l'uso di un subwoofer, per quanto questi diffusori non siano stati pensati come "satelliti" nella maniera più assoluta.
Il vero regalo all'ascoltatore queste LSi7 lo fanno in gamma medio-alta dove spiccano le prestazioni superbe del noto tweeter Vifa. Abbiamo dunque una presentazione precisa, pulita, con livelli di distorsione estremamente bassi. D'altra parte, gli 800 Euro richiesti per questa coppia di diffusori dovevano pur "saltar fuori" prima o poi. Infatti è proprio in questa regione che il piccolo monitor statunitense stacca i rivali di prezzo inferiore, che pure potevano dargli punti per quanto riguarda la gamma bassa.
Le voci appaiono estremamente naturali - seppur talvolta leggere nei registri più gravi - e piuttosto realistiche, come è logico aspettarsi da un diffusore di dimensioni contenute e prezzo tutto sommato elevato. Un confronto testa a testa con i più costosi ed esotici Diapason Prelude III ha visto questi ultimi (dotati di drivers Seas) leggermente avvantaggiati in termini di trasparenza e precisione, ma le LSi7 non sono poi così lontane.
Le chitarre elettriche e la fisarmonica in "Don't get weird on me, babe" di Lloyd Cole [Polydor - 511093-2 - 1991] suonano con un realismo davvero notevole. La ricchezza del contenuto armonico è preservata e così pure il timbro.
Il vero responsabile per questa performance così convincente sembra essere il tweeter dalla forma così inusuale. Non a caso è stato utilizzato sia nel top di gamma LSi25 che in altri diffusori di livello molto elevato. Ovviamente, anche il crossover - facente uso di componentistica passiva di ottima qualità - ed il mobile - così esente da risonanze - consentono ai drivers di esprimersi in maniera ideale.
Piccoli altoparlanti in cabinets angusti non possono certo permettersi le prestazioni dinamiche di diffusori di grandi dimensioni. è ovvio, ma talvolta si ha la tendenza a dimenticarsi di questo fatto elementare.
Inoltre, le LSi7 hanno una sensibilità di 88 dB, cioè 3 dB meno delle già citate Arbour 5.30 e delle Triangle Titus. Questo semplicemente significa che per ottenere lo stesso livello sonoro è necessario un ampli DUE VOLTE più potente. è vero che l'impedenza nominale di 4 Ohm aiuta un po', tuttavia la differenza di livello sonoro a parità di manopola di volume è ancora sensibile.
Questo significa anche che, dal punto di vista della dinamica, nei picchi più impegnativi serviranno ancora più watt di quelli necessari alle concorrenti citate. Tuttavia, non è questo l'unico "problema", se così vogliamo dire. In sostanza, sembra che le LSi7 gradiscano amplificatori potenti, ad alti livelli sonori, per potersi esprimere al meglio.
Nella mia saletta piccola il risultato migliore l'ho ottenuto con l'integratone Holfi Integra 88 SE, un mostro da oltre 100 watt per canale su 8 ohm e ben 200 watt per canale sui 4 Ohm delle Polk LSi7. Questa bestiolina può erogare picchi di 30 amperes di corrente su un carico di 0.6 ohm.
In queste condizioni le Polk LSi7, pur non potendo sfruttare tutta la riserva di potenza di questo vero generatore di corrente, si sono trovate a loro agio, sfoderando grinta e dinamica insospettabili. Questo non significa che non possano suonare bene con piccoli ampli audiophile...semplicemente vanno meglio quando alle loro spalle c'è un "compagno di squadra" muscoloso e potente.
Non parlo, ovviamente, di mera pressione sonora, ma proprio di salti dinamici, che vengono risolti con più facilità e scioltezza. Tuttavia, nonostante questo "aiuto", le LSi7 sembrano preferire programmi musicali non troppo impegnativi (jazz e rock leggero) pertanto i fan di heavy metal ed hip-hop "sismico" sono pregati di rivolgersi altrove.
Il raffinato tweeter VIFA aiuta non poco nel risolvere passaggi a basso livello e dipanare informazioni dinamiche di piccola entità. Capace di investigare a fondo nel programma musicale questo tweeter può recuperare piccoli particolari nascosti e porgerli all'ascoltatore con apparente facilità.
Un piccolo diffusore, dotato di buoni altoparlanti montati in un cabinet a prova di bomba dovrebbe produrre una scena tridimensionale di ottima qualità. Queste LSi7 non fanno eccezione. I diffusori spariscono piuttosto facilmente dalla scena, che si popola invece alle loro spalle. L'immagine è precisa, ben a fuoco e strutturata in diversi piani orizzontali.
La profondità non eccelle, a dire il vero, ma ciò può anche essere un effetto della gamma bassa troppo asciutta. Contrariamente a quanti pensano che la maggior parte delle informazioni ambientali risiedano nelle parte alta dello spettro, non è infrequente trovare diffusori dotati di gamma bassa profonda e potente eccellere nella profondità della scena acustica.
Talvolta, la sapiente aggiunta di un subwoofer porta a benefici anche da questo punto di vista (anche se magari - simultaneamente - mina la coerenza di fondo della risposta timbrica).
Tutto ciò non significa che le LSi7 creino un suono bidimensionale. No, diciamo che la profondità c'è ma non è il parametro che più colpisce. Certamente la precisione e la messa a fuoco sono i due aspetti che colpiscono di più anche ad un ascolto distratto.
Costruzione e finitura.
Per 800 Euro la coppia non si può certo dire che questi piccoli monitor siano economici. Certo, sono molto meno costosi di alcuni piccoli diffusori di altissimo livello ma decisamente non si può dire che siano diffusori budget.
Questo significa che c'è molto da aspettarsi in termini qualitativi da questo prodotto. Il livello di costruzione e di finitura sono superlativi, si può dire che questi piccoli LSi7 siano dei veri gioielli.
Costruiti a prova di bomba, lucenti ed elegantissimi nella splendida finitura piano lacquer, non prestano il fianco a critiche particolari.
Tuttavia, un primo appunto che mi sento di muovere, in un quadro di assoluta eccellenza (per la classe di prezzo ed oltre) riguarda, indovinate un po', la mia solita fissa per i morsetti d'ingresso. La qualità è indiscutibile ma la posizione continua ad essere scomoda (lo so, sembro un disco incantato) ed i jumpers metallici tra le due coppie di morsetti potrebbero essere migliorati con degli spezzoni di buon cavo per diffusori. In un prodotto così pretenzioso, le sbarrettine di lamierina dorata fanno davvero una pessima impressione (oltre a suonar male).
Secondo appunto, sul fondo del diffusore non sono presenti fori per il montaggio di punte o per il fissaggio via bulloni e viti a stands predisposti. Solo 4 miserrimi pezzetti di gomma autoadesiva a fare da interfaccia tra stand e cabinet.
Terzo appunto, la finitura laccata. Bellissima per carità (anche se qualcuno potrebbe trovarla un po' funerea) ma estremamente sensibile ad impronte e sporco. Davvero difficile tenerla in condizioni perfette. Basta poco e la naturale lucentezza viene offuscata da una patina di polvere e di sporco.
Suono
Più o meno si tratta di riassumere cose che ho già detto. Considerando prezzo, dimensioni e performance dei concorrenti anche più economici, la prestazione in gamma bassa, in termini di profondità ed impatto avrebbe dovuto essere migliore. Più peso, impatto, respiro e profondità, queste sono le cose che uno desidererebbe in più da queste LSi7.
La loro performance sembrerebbe più adatta a minidiffusori ancor più mini, dotati di woofers da 10 cm montati in cabinet persino più piccoli. Le Diapason Micra - che provai qualche anno fa - rientrano in questa categoria eppure avevano un basso nettamente più convincente.
Inoltre, questi diffusori sono affamati di potenza. Più ne hanno a disposizione e più son contenti. Non è solo un problema di sensibilità (88 dB) ma a molti non sarà sfuggito che ormai la stragrande maggioranza dei piccoli diffusori moderni si attesta molto vicina ai 90 dB/w/metro, consentiti dall'utilizzo di nuovi materiali più leggeri e complessi magnetici più efficenti. Il vantaggio, specie per diffusori di prezzo umano, è evidente: ci si può concentrare sulla qualità dell'amplificazione e meno sulla potenza, con un sensibile contenimento dei costi.
Non sono, come dicevo, gli 88 dB di sensibilità a costituire il vero problema. Dalle prove fatte ho avuto la sensazione che il carico offerto da questo diffusore all'amplificatore non sia dei più facili. Già i 4 Ohm di impedenza "media" non sono un gentile biglietto da visita (specie se si scende sotto i 4 Ohm in qualche porzione dello spettro) ...poi aggiungete il crossover, un po' complicato coi due rami a pendenza diversa, uno a 12 dB/ottava e l'altro a 18 dB/ottava. Insomma, il quadro non è dei più tranquilli. Detto questo, se interessati, non esitate a chiedere di poter provare questi diffusori col VOSTRO amplificatore, giusto per evitare sorprese.
Posizionamento.
Usate OBBLIGATORIAMENTE degli stands di buona qualità, meglio se solidi e pesanti. Ho provato diverse soluzioni ed alla fine ho preferito l'appoggio "consistente" offerto dalle colonne metalliche che la Diapason suggerisce per le proprie Prelude. Non ho potuto provare i supporti suggeriti da Polk Audio (anche perchè temo non siano importati in Italia) quindi non posso commentare oltre.
Lasciate infine i diffusori lontani dalle pareti. La distanza dalla parete di fondo è il solito parametro col quale giocare per ottenere un buon compromesso tra presenza della gamma bassa, pulizia della gamma medio-alta e profondità dello stage tridimensionale (se aumenta la prima diminuiscono le altre due, per capirci).
Amplificatore.
Come già detto, non tentate di risparmiare soldi con l'amplificazione o sarete puniti severamente. Non suggerirei meno di 40/50 watt di ottima qualità per un ascolto coinvolgente in ambienti non lillipuziani. Ovviamente, il vostro gusto personale e le vostre abitudini d'ascolto - magari ascoltate a basso volume per paura di sobillare i vicini contro di voi - possono poi suggerirvi soluzioni anche meno radicali.
Le Polk Audio LSi7 sono un tentativo di offrire un suono audiophile a tutti coloro che hanno seri problemi di spazio a disposizione. Il risultato è un diffusore più adatto al jazz ed alla Musica classica non sinfonica che al rock o alle grandi masse orchestrali.
In definitiva, un diffusore per ascoltatori maturi, capaci di scendere a forti compromessi in termini "quantitativi" pur di favorire la precisione e la pulizia, specie in gamma medio-alta.
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