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Autore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Pubblicato: ottobre, 2024
Da quando i prezzi di alcuni beni di consumo sono diventati proibitivi per molti, basti pensare alle auto, si sono diffuse delle forme di noleggio a breve/lungo termine e di leasing. Il leasing è un contratto in cui una parte (concedente) concede ad un'altra (utilizzatore) - per un periodo di tempo prefissato, pagando una quota periodica - il godimento di un bene acquistato dalla concedente su indicazione e scelta dell'utilizzatore con facoltà, per quest'ultimo, di acquistare la proprietà del bene alla scadenza del contratto contro il versamento di un prezzo prestabilito, il cosiddetto riscatto finale. Ci sono alcuni evidenti vantaggi, tra i quali:
In altre parole, se non potete acquistare un bene, pagate una rata mensile per il suo usufrutto, e dopo un certo periodo prestabilito potete decidere se restituirlo e passare ad altro, oppure acquistarlo pagando una maxi rata finale. In sostanza, si tratta di una sorta di finanziamento, più semplice però, che ovviamente ha dei costi.
Per chi acquista un'auto il vantaggio è di poter usufruire di un modello sempre nuovo, senza pensare a manutenzioni o doversi preoccupare dell'obsolescenza. È una sorta di affitto, con possibilità di acquisto finale. Tutto ciò consente anche la fruizione di un bene senza doverne pagare l'alto costo iniziale. In questo modo non si è mai realmente proprietari del bene e, spesso, se lo si volesse acquistare, il prezzo da pagare è più alto di quello che sarebbe stato inizialmente.
Sembrerebbe lo strumento giusto per i malati di upgradite e per i tantissimi audiofili “vorrei ma non posso”. Prendi un componente da sogno, lo tieni qualche mese e poi lo sostituisci con un altro, e così via in una girandola infinita. L'acquisto a rate non è certo una novità, tanti negozi lo consentono, anche a tasso zero. Il leasing è invece una formula abbastanza diffusa nel settore degli strumenti musicali o componenti pro, ma finora non mi era mai capitato di vederlo tra le proposte di un negozio HiFi, almeno non in Italia, mentre negli USA è abbastanza diffuso.
Ci ha pensato il negozio Audio Impact di Torino che, a partire da una spesa di almeno 3000€, offre la possibilità di leasing di un componente o di un intero impianto. Dopo un certo periodo si può rifinanziare e allungare la durata del “noleggio” (perché di questo si tratta) oppure si può riscattare il bene pagando una rata finale, che sarà grosso modo la differenza tra il prezzo reale del bene e l'ammontare delle rate pagate fino a quel momento. Oppure si può decidere di restituirlo e prendere in prestito qualcos'altro. I beni sono coperti da una garanzia/assicurazione all-inclusive in caso di guasti o malfunzionamenti. Potete vedere il video di presentazione del servizio Audio Impact Rent sulla pagina Facebook del negozio.
È possibile che la formula abbia successo, tenendo conto di quanto si sia diffusa nel mercato automobilistico. Tuttavia, posso sforzarmi di capirla per un bene necessario come l'auto, faccio un po' fatica ad abbracciare l'idea del leasing su un bene voluttuario. Sembrerebbe però che l'idea di proprietà stia pian piano sfumando, come qualcosa di vecchio e superato. Meglio avere qualcosa di sempre nuovo, a disposizione, ma mai qualcosa di proprietà. Trovo tutto questo abbastanza bizzarro, visto che il consumismo basava tutta la sua essenza sul concetto di proprietà privata, ma evidentemente siamo andati oltre, pur di garantire un continuo ricambio delle merci.
Parlavo qualche tempo fa con un collega che, dopo avermi visto arrivare con un'auto diversa dalle altre, mi ha detto “Ah no, questa che ho è l'ultima che acquisto, d'ora in poi solo leasing”. Confesso che l'idea non mi attrae, sono un romantico appassionato che si lega alle cose che possiede e l'idea di utilizzare un bene non mio mi turba non poco. Mi sembra però di essere rimasto uno dei pochi, visto che preferisco utilizzare auto anche vecchie (d'epoca e non), ma mie, piuttosto che mostrare un benessere fittizio con auto sempre nuove. Peraltro, ho seri dubbi sull'effettiva convenienza economica di tutto il processo. Un bene di proprietà, se ben tenuto, e se magari è stato pure acquistato usato per ammortizzare il crollo iniziale del valore del nuovo, è pur sempre vendibile. E, mentre un'auto ha bisogno di manutenzione, magari potenzialmente costosa e frequente con il progressivo invecchiamento, un apparecchio HiFi non fa tagliandi periodici, a parte che potrebbe rendersi necessario - forse - un recapping di un amplificatore o di crossover, o una ribordatura di altoparlanti dopo 20 anni.
A chi conviente, quindi? All'audiofilo ammalato di upgradite cronica di sicuro, ma anche a quello che vuole acquistare solo dopo un'attenta convivenza con un componente all'interno del proprio impianto. Il rischio è quello di acquistare un componente che, di fatto, è già passato di mano tante volte e, quindi, un usato al prezzo del nuovo. Poi conviene al rivenditore, che può persino fare a meno di perdere tempo ad allestire salette e prove in negozio. Ho qualche dubbio sulla convenienza dei produttori, visto che esiste il rischio che un certo numero di apparecchi passi di mano in mano di tanti curiosi, senza mai realizzare una vendita reale.
In conclusione: sono felice se queste nuove formule di noleggio/acquisto consentiranno a operatori e appassionati di guadagnare meglio i primi e divertirsi di più i secondi, ma ho paura che si vada a solleticare un po' troppo il tarlo dell'upgradite. Conosco appassionati che si sono indebitati fino al collo per acquistare componenti nuovi uno dopo l'altro...e le rate infinite non sono mai una buona forma d'investimento ;-)
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