Inter.Vista with James Boyk, Proprietario e Sound Engineer della Performance Recordings (R) e pianista/Docente alla Caltech

di Lucio Cadeddu

[English version]

LC >
Recentemente hai pubblicato un articolo circa i segnali musicali oltre i 20 kHz: potresti spiegare ai nostri lettori quali sono state le tue scoperte e come i tuoi studi si collegano alla riproduzione musicale casalinga?

JB >
Ho scoperto che ogni famiglia di strumenti musicali (archi, legni, ottoni e percussioni) ha almeno un elemento che può produrre energia sonora ben oltre i 40 kHz cioè almeno un'ottava al di sopra di quello che è ritenuto il limite naturale dell'orecchio umano (20 kHz).
Anche se si potesse dimostrare che queste frequenze non influiscono sulla percezione sonora dell'orecchio umano, il fatto che questa energia ultrasonica è presente in questi strumenti significa che gli apparecchi preposti alla registrazione devono comunque aver a che fare con questa.
In altre parole, prima o poi, intenzionalmente o inintenzionalmente, queste frequenze ultrasoniche saranno filtrate e tagliate via, ed in questo modo vengono però create delle frequenze spurie o peggio della distorsione (in alcuni strumenti percussivi la quantità di energia ultrasonica è enorme!).
L'articolo in questione può essere letto per intero presso il mio sito Web

Il reale contenuto dell'articolo è tutto nei grafici, comprensibili anche da chi non può leggere l'inglese. Lo scopo del testo è quello di spiegare il contenuto dei grafici.

L'articolo fa inoltre riferimento ad altri lavori di altri Autori che indicano che gli esseri umani possono percepire frequenze ultrasoniche sia grazie alla conducibilità ossea (un lavoro sul tema) sia per conduzione aerea (altro lavoro).

LC >
Molti audiofili sono alla continua ricerca di un suono assoluto e molti credono persino di aver raggiunto tale assoluto.
Io credo che questo assoluto sia miseramente relativo ed intendo dire relativo alle nostre orecchie, alla nostra esperienza, al modo in cui il nostro cervello elabora i dati provenienti dal nostro sistema uditivo e da così tante altre variabili che rendono il termine assoluto quantomeno ridicolo.
Qual'è la tua opinione in proposito?

JB >
Sono completamente d'accordo. Una ragione fondamentale per cui l'assoluto non esiste è che nessun sistema di registrazione/riproduzione può avvicinarsi alla dinamica della Musica dal vivo (vedasi i lavori di Fielder nel giornale dell'AES), ne' alcun impianto stereo può accostarsi alla bellezza della Musica dei veri strumenti.

LC >
Credo che ognuno debba trovare il suo modo migliore per riprodurre le emozioni della Musica in casa. Che ne pensi?

JB >
Sono d'accordo sul principio però, da quello che ho appreso in 20 anni di esperienza, è molto difficile scoprire di cosa uno realmente ha bisogno per conoscere il suono di vari componenti e le loro interazioni.
In pratica nessuna informazione rilevante può essere ricavata dal Costruttore o dalle recensioni hifi, quindi uno dovrebbe scoprire tutto da se' (che è quello che diciamo da sempre su TNT, NdT).
Se lo scopo è tuttavia la soddisfazione dell'ascolto della Musica e se si può disporre di un vero esperto, è consigliabile chiedere il suo aiuto.
Se lo scopo è invece quello di capire realmente qualcosa sulla riproduzione dl suono, allora sarebbe meglio cominciare ad interessarsi di *registrazioni*. Un'ora trascorsa in registrazione insegna molto più che dieci ore di ascolto di apparecchi HiFi.
Tuttavia, la cosa più importante da fare per imparare qualcosa sull'audio è di cominciare a far Musica da noi stessi: prendere lezioni di musica, imparare a suonare uno strumento, unirsi ad un coro o qualunque altro tipo di attività simile.
L'attenzione che un musicista dedica al suono è molto diversa, secondo me, da quella delle altre persone.

LC >
Registrare Musica è un compito molto difficile. Soprattutto perchè i contenuti dinamici della Musica dal vivo sono difficili da trasferire in un sistema di registrazione/riproduzione.
L'approccio minimalista sembra quello preferito dalla gran parte delle etichette audiophile. Potresti spiegarci i pro ed i contro (se ce ne sono) di una incisione Live-to-track (tipo Sheffield, per intenderci) con pochi microfoni?

JB >
Registare Musica dal vivo è davvero molto difficile e hai ragione quando dici il problema principale è proprio la gamma dinamica.
Tentare di catturare l'intera gamma dinamica mette a rischio ogni altro aspetto della registrazione musicale. Se hai letto gli articoli di Fielder (Dolby Labs), saprai che non esiste alcun sistema attuale in grado di catturare la gamma dinamica della Musica dal vivo.
C'è tanto nonsenso quando si parla di dinamica dei vari sistemi di registrazione: digitale contro analogico, ad esempio.

Mentre molte etichette audiophile dichiarano di seguire un approccio minimalista, poche di queste capiscono realmente quello che c'è dietro, ad esempio nelle incisioni a grande effetto d'ambienza.
Inoltre pochissime persone nel settore si preoccupano di spendere del tempo ascoltando e confrontando apparecchi contro la Musica dal vivo (il famoso Live vs recorded, NdT).
In sostanza puoi trascorrere tutto il giorno in sala di registrazione ad ascoltare il suono che esce dai microfoni senza imparare assolutamente niente. Quello che si dovrebbe fare è entrare in sala coi musicisti ed ascoltare davvero quello che devi poi registrare, assorbendo tutta la bellezza della Musica vera ed il modo in cui il suono è una parte integrante del significato stesso della Musica.
Solo dopo puoi tornare in sala di registrazione ed ascoltare cosa e quanto in realtà riesci a catturare di quel che hai sentito.
Se riesci a prenderne anche solo il 30% sei sulla buona strada (non so cosa significhi 30%, è giusto per dare un'idea...)

Una registrazione con tecnica microfonica *coincidente* realizzata con due soli microfoni produce: riproduzione stereofonica accurata (all'interno di un'area frontale limitata), buona riproduzione dei transienti e risposta in frequenza molto regolare. Non appena distanzi i due microfoni tutto questo scompare.

LC >
Ieri ascoltavo un gruppo di percussionisti dal vivo, senza amplificazione e ad un paio di metri di distanza e mi chiedevo quanta di quella incredibile energia e dinamica venga poi persa con la registrazione e la riproduzione.
Credi che nel futuro prossimo questo enorme gap che divide la Musica dal vivo e quella registrata sarà colmato in qualche modo?
A questo proposito, come vedi le possibilità delle nuove tecnologie (24/96 kHz, audio multicanale etc.)?

JB >
La maggior parte di quell'energia è persa, giusto?
Se credo che verra' colmato questo divario? NO!

Per quanto riguarda le nuove tecnologie l'unica che ho avuto modo di sentire in modo intelligente, cioè confrontata con la Musica dal vivo nel mio studio, è la nuova standardizzazione digitale 24/96 kHz.
Il risultato era piuttosto impressionante ma ancora piuttosto diverso da quello che si può sentire dall'uscita diretta dei microfoni verso i monitors di studio e, a detta di molti musicisti presenti in sala, la resa sonora era ancora lontana da quella dell'analogico.

LC >
Secondo te, quale dovrebbe essere il ruolo delle riviste HiFi?

JB >
Quello che dovrebbero fare (e nessuno fa) è dare una guida credibile per coloro che amano la propria Musica e desiderano sentirla nel modo migliore in casa senza spendere una fortuna.
Ciò è pressochè impossibile perchè la scelta di ogni individuo dipende da così tanti fattori che il redattore della rivista non può conoscere (che è ciò che ripetiamo noi ogni volta nella rubrica della posta e nelle prove d'ascolto - NdT).
Tuttavia, almeno, una rivista potrebbe fornire informazioni basate su validi tests d'ascolto, che spieghino come suona un apparecchio.
Nessuna rivista fa questo sebbene HiFi Choice una volta seguiva questa filosofia (forse lo fa ancora, ma non riesco più a reperirla da nessuna parte).
Le riviste dovrebbero anche offrire agli appassionati notizie sulle nuove tecnologie ed i nuovi apparecchi, evitando però di trascrivere la fotocopia dei depliants dei Costruttori ma piuttosto presentando le cose dal proprio punto di vista di esperti del settore.
Alcune di queste cose sono letteralmente impossibili da realizzare mentre altre non potranno mai venire attuate per ragioni economiche.
Ritenevo che la rivista inglese HiFi News & Record Review, quando era ancora Editore John Crabbe, fosse eccellente così come lo era HiFi Choice nel periodo in cui era diretta da Paul Messenger.
Non posso fare commenti su riviste edite non in lingua inglese, naturalmente.

Per quanto riguarda la Rete ogni tanto ho dato un'occhiata ai gruppi di discussione di HiFi e di audio professionale per quanto riguarda alcuni argomenti di mio specifico interesse e competenza e ho trovato tanto di quel non-senso da non riuscire a crederci.
Un mio amico dice che Usenet ha un rapporto segnale/rumore molto basso, e credo che abbia davvero ragione.

LC >
Il pianoforte è uno degli strumenti più difficili da riprodurre in casa. Quali sono, secondo te, le ragioni principali?
A parte la dinamica, l'immagine dello strumento è davvero difficile da riprodurre fedelmente a casa.
Alcune incisioni presentano la parte destra della tastiera a destra dell'ascoltatore, altre viceversa. Potresti rivelarci alcuni segreti per realizzare una buona incisione di pianoforte?

JB >
Una delle ragioni per le quali il pianoforte è uno strumento difficile da riprodurre in casa è che ci sono poche incisioni di pianoforte fatte veramente bene.
Se ascolti una buona incisione di pianoforte puoi renderti conto di quanto bene (o male) suoni il tuo impianto!
Scusami per la contestazione ma l'immagine dello strumento è una delle cose più facili da registrare: basta usare una coppia Blumlein di microfoni a nastro! (per esempio, ascolta il disco dimostrativo sulle tecniche di registrazione stereofoniche, N.Cat. PR6CD, maggiori informazioni su http://www.cco.caltech.edu/~boyk/records.html ).

Quanto ai segreti: registra col pubblico, usa microfonaggio coincidente a microfoni a nastro con elettroniche a valvole.
Naturalmente un simile sommario è soggetto ad incomprensioni e fraintendimenti e sono sicuro che anche utilizzando queste tecniche si possano fare delle pessime incisioni.
Ogni tipo di approccio può produrre risultati pessimi se seguito nel modo sbagliato. Ho scritto un articolo in proposito dal titolo "On Both Sides of the Microphone"; il testo integrale è disponibile presso il mio sito, insieme ad altri sullo stesso argomento.

LC >
Potresti spiegarci in cosa consiste il Magnesaurus che tu dici di utilizzare nelle tue incisioni?

JB >
E' un registratore Ampex 351 profondamente modificato.
Le modifiche consistono nella completa ricostruzione del sistema di trasporto, tramite un bilanciamento e riequilibratura di tutte le parti rotanti e la sostituzione di tutti i cuscinetti con altri scelti uno per uno analizzando il wow & flutter della macchina attraverso una analisi FFT (Fast Fourier Transform, NdT).
Abbiamo rimpiazzato le testine con altre fatte su specifiche per nastri da mezzo pollice, abbiamo inoltre modificato la parte elettronica.
Ancora, la sezione di alimentazione è stata sostituita da una enorme unità esterna (capacità d'immagazzinamento d'energia oltre 100 Joules) etc etc.
Sul Magnesaurus (TM) è stata pubblicata un'intervista su R.E.P alcuni anni fa. Sto cercando di recuperarne una copia per inserirla nel mio sito.
Le specifiche tecniche sono le seguenti: wow & flutter non pesato < 0.06%; DIN di picco pesato < 0.03%. Risposta in frequenza -6 dB @ 13 Hz e 30 kHz, +/- 0.5 dB dai 50 Hz ai 15 kHz; etc.
Non fornisco dati sulla gamma dinamica perchè la comprensione di tali dati necessita di lunghi studi ed approfondimenti e sono contrario per principo alla semplice e banale comparazione dei dati di gamma dinamica di cui si parla sin da quando il digitale ha fatto la sua comparsa nel mondo dell'audio.

LC >
Quali sono i tuoi piani futuri, sia come ingegnere del suono che come pianista?

JB >
Spero di registrare un nuovo album questa primavera proprio utilizzando il Magnesaurus (TM) ed anche una macchina digitale che potrebbe essere il Nagra DCS 24/96 kHz. Suonerò la Settima Sonata per pianoforte di Prokofiev e l'Opera 126 di Beethoven (Bagatelles).

A maggio farò alcuni concerti di musica da camera con la mia amica clarinettista Dr. Margaret Thornhill.

Terrò lezioni per un master nell'ambito della presentazione del mio libro To Hear Ourselves As Others Hear Us (Per sentirci come ci sentono gli altri - NdT).

Infine mi piacerebbe registrare un'orchestra sinfonica che suona la n.2 di Sibelius, magari utilizzando il mio sistema di microfoni, il Magnesaurus ed un sistema digitale state-of-the-art (il mio sistema di microfoni è stato utilizzato nel disco della Sheffield Labs "Passions", musica per due chitarre classiche).

Cortesemente James Boyk per TNT.

Copyright © 1998 Lucio Cadeddu