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Prodotto: cavo KingRex U-Craft(Y)
Produttore: KingRex - Taiwan
Costo: 599 dollari. (Convertitore di valuta) (YMMV)
Prodotto: alimentazione a batteria KingRex uPower
Costo: 189 dollari. (Convertitore di valuta) (YMMV)
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicato: Settembre 2014
Traduttori: Roberto Belotti e Roberto Felletti
Possiamo senz'altro dire che KingRex si sia conquistata la reputazione di produttore di componenti hi-fi di buon livello, i quali non solo sono ben suonanti ma hanno anche un design curato. Come molti altri, hanno iniziato facendo amplificatori in classe T ed in seguito sono arrivati ad offrire un'ampia varietà di amplificazioni, sia a livello di pre che di finali. La logica conseguenza avrebbe dovuto essere quella di inserire nel proprio catalogo un DAC USB e così è stato, infatti ad oggi ne propongono diversi, alcuni dei quali sono stati recensiti su TNT. Il loro ultimo modello hi-res, il UD384, è sicuramente il loro DAC top di gamma ed è stato recensito da Andy Norman lo scorso anno. Come partner ideali di quel prodotto, KingRex propone due accessori: il cavo USB U-Craft(Y) e l'alimentazione a batteria uPower.
Il cavo U-Craft(Y) prende l'ultima parte del suo nome dalla sua configurazione ad Y. È un cavo relativamente lungo (2 metri) e, per quanto possa esserlo un cavo, piuttosto pesante. Posso immaginare che sia generosamente schermato. Sono impiegati dei connettori metallici e c'è un ulteriore blocco di alluminio dove i due input si uniscono con l'output. Nell'esemplare utilizzato per la recensione, i connettori e le giunture erano anodizzati di colore rosso mentre il rivestimento del cavo era di un gradevole blu (ma immagino che siano disponibili altri colori). Nel complesso il cavo si presenta solido e curato. L'aspetto è gradevole, ma anche la progettazione è molto curata, infatti oltre ad essere impiegati connettori di alta qualità, l'intero assemblaggio è criogenicamente trattato per 'levigare' il reticolo cristallino del metallo conduttore. Inoltre, come di consueto per i prodotti KingRex, il packaging è molto bello.
In realtà, anche se tutto aveva un aspetto molto elegante, durante l'utilizzo non ero particolarmente convinto! Il cavo che ho usato ha sezione rettangolare, quindi si piega solo in una direzione. Essendo il cavo di suo piuttosto rigido, ciò lo rende un po' difficile da posizionare. Considerando che i DAC USB solitamente sono piccoli e leggeri, non si tratta esattamente di un'accoppiata perfetta.
Nonostante le mie perplessità sulla praticità dell'U-Craft(Y), l'ho installato nel mio impianto. Ho soltanto il UC192 (tra i di DAC di KingRex, N.d.T.) che però non riesco a far funzionare nonostante i miei sforzi titanici. Quindi ho collegato (usando un adattatore) l'U-Craft(Y) al DAC USB M2Tech, e ho usato un po' di alimentazioni diverse. Nel caso non sia chiara ancora la filosofia dell'U-Craft(Y), specifico che i due cavi di 'input' permettono ai dati e alla corrente elettrica di essere trasportati separatamente, invece che in prossimità l'uno dell'altro come succederebbe con un unico cavo. Questo permette all'utilizzatore di collegare il cavo dati al computer e il cavo di alimentazione ad una fonte di corrente elettrica a scelta (che potrebbe essere una porta USB separata sul computer). Guardando l'U-Craft(Y) mi sono chiesto, essendo dati e corrente su due linee separate, perché vengono uniti di nuovo in un unico cavo per l'ultimo metro prima del DAC USB? Mi verrebbe da dire che il vantaggio ottenuto nell'usare due cavi di input distinti viene perso (almeno parzialmente) collegandoli di nuovo in un cavo solo.
Nonostante le mie perplessità ho continuato con gli esperimenti, per prima cosa provando questa configurazione con un comune alimentatore da 5 Volt collegato alla rete elettrica. Il suono era leggermente differente rispetto all'alimentazione prelevata dal computer ma non sapevo dire quale fosse migliore o quale mi piacesse di più. Ho quindi sostituito il generico alimentatore con un Paul Hynes SR-5 e ho riprovato. Ho avuto l'impressione di preferire sonicamente quest'ultima soluzione rispetto al semplice DAC M2Tech con un cavo USB standard. A questo punto era ora di dare un'occhiata all'alimentazione a batteria uPower che era stata in carica durante la notte.
È opinione diffusa che le prese di corrente siano così disturbate, che l'unico modo per avere un'alimentazione "pura" sia usare delle batterie e quindi isolare l'impianto audio dall'impianto elettrico. Per componenti che richiedono un livello di corrente relativamente basso, le batterie sono abbastanza pratiche. Qualche tempo fa ho recensito un DAC e un convertitore USB di Human Audio e ho apprezzato molto il suono di questi componenti alimentati a batteria. I DAC USB e i convertitori USB richiedono poca corrente quindi le batterie sono l'ideale e ho fatto esperimenti con diverse batterie in passato. Le migliori batterie per questo genere di utilizzi sono probabilmente le Li-Ion, che è quella impiegata nel uPower. Nella confezione c'è un caricatore che fornisce 7,5 Volt in ingresso all'uPower, mentre quest'ultimo ha due uscite, una da 7,5 Volt e un'altra da 5 Volt, adatta quindi ad ogni comune dispositivo USB. Le batterie e la circuiteria trovano alloggiamento in un elegante case di metallo largo 80mm, lungo 95mm e spesso 22mm. La finitura in alluminio spazzolato dà un tocco di classe e complessivamente il dispositivo ha un aspetto affidabile e solido.
Ad un'estremità dell'uPower c'è un attacco per l'alimentazione (7,5 Volt in ingresso) e a fianco c'è un selettore per passare dalla modalità "carica" alla modalità "corrente continua in uscita". Dall'altra estremità c'è una presa USB da utilizzare come uscita a 5 Volt e una presa rotonda che funge da uscita a 7,5 Volt. L'ingresso e l'uscita da 7,5 Volt sono di grandezze diverse per evitare che l'utilizzatore le colleghi inavvertitamente in modo sbagliato: una buona idea. In mezzo alle due uscite ci sono due LED che mostrano quale modalità è selezionata (carica o alimentazione).
Ho collegato il modulo uPower con il cavo U-Craft(Y) ancora installato e mi sono dedicato agli ascolti. Il risultato è stato coerente con le indagini precedentemente condotte circa l'alimentazione a batteria. C'è qualcosa di "magico" nel suono con le batterie: rilassato, chiaro, dettagliato, con uno sfondo scuro e profondo. La musica era più emozionante e molto piacevole da ascoltare. Tuttavia non si può dire perfetto per ogni tipo di musica: ad esempio nel rock potrebbe suonare un po' troppo rilassato ed infatti ad un certo punto avrei voluto rimettere il Paul Hynes SR-5. È il classico caso in cui un certo componente è meglio per certi tipi di musica e l'altro è superiore con altri generi.
In che modo possiamo dunque tirare le somme su questi due prodotti? Partiamo dal cavo U-Craft(Y). Personalmente l'ho trovato un po' scomodo da usare. È chiaro che se non si è recensori di hi-fi e non si traffica particolarmente con il proprio impianto, molto probabilmente dopo averlo installato lo si lascia lì dove è. Detto questo, chiediamoci: migliora effettivamente la qualità del suono impiegandolo "nudo e crudo", ossia per trasportare il segnale digitale e la corrente da un computer? Posto che a mio avviso le differenze tra cavi USB sono impercettibili, volendo parlare bene dell'U-Craft(Y) posso dire che si tratta di uno dei cavi USB migliori in circolazione. Tuttavia, con un alimentatore separato, quando l'ho confrontato con il cavo Elijah Audio che svolge la stessa funzione, ho ritenuto che non ci fosse alcun miglioramento sensibile, sebbene l'U-Craft(Y) costi molto di più.
È invece più semplice formulare un parere nel caso del modulo uPower. Si tratta di un prodotto molto ben fatto, semplice da usare in quanto si può passare agilmente dalla modalità ricarica a quella di alimentazione del DAC USB. Il suono che produce (con il tipo di musica "giusto") è ottimo e, rimanendo nell'ambito degli alimentatori ricaricabili Li-Ion, è valido tanto quanto gli altri che ho avuto occasione di ascoltare (con in più un'uscita da 7,5 Volt, nel caso servisse). Pertanto, sicuramente consiglierei l'uPower, ma non posso dire altrettanto nel caso dell'U-Craft(Y), salvo a chi ha un impianto monomarca KingRex e desidera un cavo USB da abbinare (o a chi semplicemente cerca un cavo USB molto costoso).
Partiamo dalla tua domanda, "mi sono chiesto, essendo dati e corrente su due linee separate, perché vengono uniti di nuovo in un unico cavo per l'ultimo metro prima del DAC USB? Giurerei che il vantaggio ottenuto nell'usare due cavi di input distinti viene perso (almeno parzialmente) collegandoli di nuovo in un cavo solo."
Come puoi vedere, il nostro cavo a Y è fatto in questo modo:
Puoi vedere che i due cavi si uniscono in un cavo singolo all'interno del case in alluminio, il quale agisce da filtro per eliminare il rumore e ricomporre il segnale, eliminando così il rumore del pc allo scopo di ottenere dati puliti, proprio grazie a questo case. Poi, tramite U-Power lo colleghiamo, con un piccolo cavo, all'UD384 per ottenere i 7,5 Volt di alimentazione. Facciamo del nostro meglio per eliminare ogni possibile distorsione dall'intero processo; ecco perché chiamiamo questo cavo "Power for Silence".
Fondamentalmente, questi cavi USB non sono molto adatti per DAC USB
piccoli e portatili, sono per DAC USB hi-end; perché?
A causa delle prestazioni limitanti dei DAC.
Poiché il cavo USB porta un "segnale pulito", il segnale stesso
dev'essere interpretato dal DAC e può essere soggetto a limitazioni
dovute alle prestazioni dei DAC. Ad esempio, questo cavo è più costoso
di alcuni DAC USB, e può sembrare non adatto all'utilizzo con DAC
piccoli, i quali mostrano facilmente i propri limiti. Questo cavo a Y
può incrementare le prestazioni di questi DAC, ma puoi ritenere che
l'aumento di prestazioni non giustifichi la spesa.
Questo cavo può enfatizzare le caratteristiche di un DAC più grande e più costoso, migliorandone le prestazioni. Per il modello UD384, dotato di U-power, può fornire la pura alimentazione a batteria. Il risultato sarebbe anche migliore.
© Copyright 2014 Nick Whetstone - nick@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
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