Prodotto: ZERO-Cables con cavi da 2,4 metri
Costruttore: Paul Speltz - USA
Prezzo: Euro 733 la coppia (Euro 683 con cavi da 1,82 metri)
Recensore: Richard George - TNT USA
Provati nel: Febbraio 2003
La taratura ottimale di un impianto audio spesso richiede molto tempo, molti sforzi e tanto denaro. E' un processo che ha più a che fare con l'arte che con la scienza. Ci sono molte variabili da tenere in considerazione, variabili che possono influenzare negativamente la sinergia tra i vari componenti e la qualità finale del suono. Apparecchiature che danno risultati eccellenti in un impianto possono rivelarsi molto deludenti in un altro.
Si sa da tempo che il disadattamento d'impedenza tra i vari dispositivi di un impianto può degradare il suono dell'insieme. Una ricca letteratura è stata dedicata all'importanza dell'adattamento d'impedenza tra i vari componenti, in particolare per le testine a bobina mobile (NDT. ed anche a magnete mobile). Molti preamplificatori "phono" di alta qualità hanno impedenze d'ingresso selezionabili che permettono un corretto interfacciamento delle testine. Talvolta si può quindi trovare il giusto adattamento d'impedenza tra i componenti, aumentando così la sinergia dell'insieme. Anche l'adattamento d'impedenza tra l'amplificatore ed i diffusori è di grande importanza, dal momento che la capacità d'un amplificatore di controllare i movimenti del driver, il fattore di damping, è direttamente correlata al rapporto esistente tra l'impedenza d'uscita dell'amplificatore e quella dei diffusori. Inoltre, quando si prendono in considerazione diffusori a bassa impedenza, alcuni costruttori specificano che i loro amplificatori non devono essere utilizzati con diffusori planari come le Magneplanar perché la loro impedenza può scendere sotto il livello ritenuto sicuro per l'apparecchiatura.
Gli amplificatori valvolari senza trasformatori d'uscita (OTL) e molti altri tipi di amplificatori lavorano meglio su carichi aventi impedenze nominali dagli otto ai sedici ohm. Paul Speltz, grande appassionato di amplificazioni OTL, decise un giorno di utilizzare il suo diffusore preferito (un progetto autocostruito) con il suo amplificatore OTL. Tuttavia l'impedenza del diffusore di soli quattro ohm non era certo l'abbinamento ideale per l'OTL. Dopo aver ragionato sul problema con altri appassionati di OTL, Paul capì che serviva un dispositivo che facesse "vedere" all'amplificatore il carico del diffusore come carico ideale. Con quest'idea in mente, Paul progettò lo Zero Autoformer, un semplice trasformatore con solo un avvolgimento ed uscite multiple. Il risultato? L'Autoformer moltiplica l'impedenza e permette all'utilizzatore di scegliere l'uscita che moltiplicherà l'impedenza del carico visto dall'amplificatore. In un lampo un diffusore da 4 ohm potrà essere visto con un'impedenza più elevata, addirittura fino a 16 ohm. Ora si può quindi realizzare l'adattamento d'impedenza per un gran numero di modelli d'amplificatori e di diffusori.
Lo ZERO Autoformer è un semplice trasformatore toroidale con singolo avvolgimento. Ha una risposta in frequenza che va da 2 Hz a 2 Mhz, pertanto non dovrebbe interferire con gli estremi gamma dello spettro audio. Gli ZERO Autoformers originali di Paul Speltz erano oggetti autocostruiti che consistevano solo di un trasformatore d'impedenza con uscite multiple. Era compito dell'utilizzatore decidere il loro miglior utilizzo. Paul ha poi progettato ed ora propone tre modelli: il DIY-ZERO, più economico; lo ZERO-Box, più costoso; e lo ZERO-Cables che ha un costo a metà strada fra gli altri due.
Lo ZERO-Cable consiste di un Autoformers con i suoi conduttori meticolosamente combinati ed isolati in un cavo audio, terminato con forcelle. Ci sono quattro cavi per l'amplificatore, due positivi e due negativi. Le quattro combinazioni possibili hanno un fattore moltiplicativo di 2x, 3x e 4x. Anche le terminazioni per i diffusori sono quattro, due positive e due negative. Non ci sono variazioni nel fattore di moltiplicazione su queste terminazioni, in quanto i quattro cavi sono utilizzati per il bi-wiring. Il trasformatore toroidale misura circa 12,7 cm di diametro e 5 cm di spessore. Il tutto è ricoperto da una pellicola di plastica mentre l'identificativo prodotto e le istruzioni d'uso sono riportate sull'etichetta.
Gli ZERO furono progettati per adattare l'impedenza tra gli amplificatori OTL ed un gran numero di diffusori in commercio. Tuttavia, gli estimatori degli OTL sono solo una piccola parte degli audiofili. Che benefici possono dare gli Autoformers al di fuori delle applicazioni in campo OTL? Ebbene, i benefici spesso ci sono, ma la cosa non è così semplice perché bisogna tener conto del rapporto costi - benefici.
Negli ultimi mesi ho utilizzato gli ZERO con cinque diversi amplificatori ed otto coppie di diffusori. Gli amplificatori comprendevano esemplari allo stato solido (recenti e d'annata) ed esemplari a valvole, inclusi modelli a triodo single-ended, push-pull ultralineari e a pentodo single-ended. I diffusori avevano impedenze comprese tra quattro ed otto Ohm nominali, in configurazione monovia, a due vie, a tre vie, in bass-reflex, transmission line ed a tromba caricata posteriormente.
Mentre provavo gli ZERO, mi rendevo conto che quello che Paul dice sul suo sito Web è vero. Paul sostiene che le basse impedenze provocano uno scarso controllo del woofer e bassi lenti, mentre le alte impedenze pochi bassi ed una presentazione debole e troppo brillante. Con la maggior parte di combinazioni ampli/casse che ho provato, l'aumento dell'impedenza ha portato miglioramenti nel suono non limitati solo ad un miglior controllo sui bassi. Nella maggioranza dei casi la musica è diventata più vivace, dettagliata e coinvolgente. Ci sono state, però, un po' di eccezioni.
Più marcato è il disadattamento d'impedenza, meglio l'Autoformers funziona. Per esempio utilizzando il Decware SE34-I (un amplificatore parallelo a triodo single ended da 7 watt) per pilotare una coppia di Reynaud Twins da 4 Ohm, con il solito cavo per diffusori il basso era sufficientemente profondo ma troppo morbido, poco controllato mentre il medio era piuttosto piatto e poco vivace. Per farla breve, questa combinazione suonava in modo terribile. Inserendo nella catena l'Autoformers al posto dei cavi e moltiplicando l'impedenza, la combinazione dava, invece, risultati molto buoni. Dopo un po' di esperimenti con le tre uscite degli Autoformers, il miglior accoppiamento di queste apparecchiature è stato ottenuto su 3x, che porta l'impedenza nominale a 12 Ohm. A questa impedenza, il basso era pulito ed i transienti molto ben definiti e controllati. Le medie frequenze avevano tutti i toni, la vivacità e la presenza per cui le Reynauds sono famose. Ancora più importante, in questa combinazione le Reynauds mi hanno restituito una performance bellissima e musicalmente ammaliante, che è poi la cosa che più apprezzo di questi diffusori.
Risultati ancor più convincenti li ho ottenuti con un nOrh SE9, un ampli single ended a pentodo da 9 watt. Nei fatti, l'SE9 ha dato sempre il meglio di se con un'impedenza di circa 16 ohm, indipendentemente dai diffusori che doveva pilotare. Durante le prove con l'SE9 ho notato un discreto, anche se non eccelso, controllo dei bassi che rendeva alquanto soffice la riproduzione delle frequenze più basse. Lo ZEROs ha risolto il problema, permettendo all'SE9 di erogare bassi puliti e potenti. Oltre a ciò la pulizia dei medi e degli acuti è risultata molto più evidente.
Anche i due amplificatori allo stato solido che avevo disponibili (una coppia di nOrth Le Amps monoblocks ed un Marantz 2245) hanno tratto beneficio dalla moltiplicazione dell'impedenza. Utilizzando lo ZEROs sull'uscita 4x (16 Ohm), il nOrth Le Amps ha estratto dalle Reynauds il miglior suono di qualunque altra combinazione. La potenza facilmente erogata dal nOrth Amps ed i 90 dB di efficienza delle Reynauds lasciavano ampi margini di riserva dinamica. Paragonato con la prestazione ottenuta con un normale cavo audio (e 4 ohm), i bassi risultavano più puliti e veloci, i medi decisamente più aperti e gli acuti più affilati e meglio definiti, senza sibilanti od altri artifici aggiunti. Lungo tutto lo spettro di frequenze udibili, il dettaglio è sembrato migliore, con un'immagine ed un soundstage meglio definiti. Mentre l'immagine non era delle migliori con il piccolo Decware Zen Select, qui l'immagine era davvero tridimensionale con un'ottima definizione degli strumenti e delle voci, molto ben identificabili nello spazio da loro occupato. Con il vecchio sintoamplificatore Marantz 2245 ho avuto risultati molto simili: con carichi di impedenza più elevata, la musica era più chiara e dettagliata. Devo dire che il Marantz non aveva mai suonato così bene. E teniamo conto del fatto che data l'età ed il progetto del Marantz ho seguito il consiglio presente sulle istruzioni dello ZEROs, inserendo nel circuito un fusibile rapido da tre ampere per proteggere l'amplificatore da eventuali correnti continue.
Con alcuni diffusori, i risultati sono stati più clamorosi che con altri. Anche se i diffusori nOrth SM6.9 dichiarano un'impedenza nominale di 8 ohm, moltiplicare l'impedenza a 16 ohm ha prodotto dei bassi più puliti e medi più lineari rispetto a quelli forniti con l'impedenza più bassa. Di fatto, indipendentemente dal tipo di amplificatore utilizzato, Dynaco ST70, nOrth Le Amps o sintoampli Marantz, le SM6.9 hanno prodotto migliori risultati quando utilizzate con l'impedenza più alta (sono diffusori che richiedono una potenza che nessun amplificatore single-ended riesce a dare). Usando le uscite a 16 ohm dell'amplificatore assieme alle uscite 2x dello ZEROs (16 ohm), l'ST70 ha pilotato le SM6.9 in modo superbo.
Gli ZEROs Autoformers sono stati progettati come moltiplicatori d'impedenza, ma possono anche essere utilizzati come divisori d'impedenza, invertendo la direzione dei cavi. La serie di amplificatori Decware Zen SE 84 è nota per avere una strana preferenza per carichi con bassa impedenza. Con alcuni diffusori, 8 ohm sono un carico spesso troppo alto, mentre 12 ohm per loro sono sempre troppi. Invertendo i cavi e riducendo l'impedenza dei diffusori a 4 ohm o meno, il piccolo Zen Select è stato in grado di pilotare con maggior facilità tutti i diffusori. Il responso sui bassi è diventato più profondo e marcato, il medio più pieno e musicale. Un benefico effetto collaterale della riduzione dell'impedenza sta nel fatto che lo Zen eroga molta più potenza sulle basse impedenze rispetto alle alte. Dato che produce solo 1,8 wpc su 8 ohm, un aumento della riserva di potenza è particolarmente benvenuto. Ogni diffusore provato con lo Zen ha suonato meglio con gli ZEROs Autoformers, proprio a causa della particolare caratteristica dell'amplificatore che preferisce le basse impedenze. Le Hornshoppe Horns non hanno suonato solo più forte, hanno anche offerto bassi con maggior impatto e dinamica. Ciò ha migliorato l'abilità delle Horns a riprodurre pezzi orchestrali con grande dinamica, ed ha migliorato la capacità dello Zen di suonare musica rock a livelli elevati. Questi miglioramenti sulle basse frequenze e sulle capacità dinamiche sembrano ottenuti senza effetti collaterali negativi: il famoso "dettaglio" e l'immagine dello Zen non sono stati danneggiati dall'introduzione degli ZEROs. Un ottimo abbinamento l'ho trovato con una coppia di Omega TS2R e lo ZEROs ad 1/3x. In questo caso, l'impedenza nominale era attorno ai 2,7 ohm. Con questa combinazione, mi sono seduto ed ho ascoltato disco dopo disco dimenticandomi che avrei dovuto prendere le mie note e recensire delle apparecchiature!
Per molte persone gli ZEROs Autoformers sono molto costosi. I modelli ZERO-Cable con cavi da 2,4 metri usati per questa valutazione costano di più di molti diffusori ed amplificatori cui sono stati collegati. D'altro lato, gli ZEROs fanno parte di una classe di prezzo media se parliamo di cavi di alta qualità per diffusori. Considerando poi che hanno un trasformatore e dei cavi di collegamento di alta qualità, il prezzo non mi sembra così tanto alto. Inoltre, quando un prodotto funziona bene come lo ZEROs, l'alto costo può essere giustificato.
La cosa più importante da ricordare circa gli ZERO Autoformer è che se non c'è un significativo disadattamento d'impedenze, lo ZERO non offrirà benefici di alcun genere. Per esempio, quando ho collegato gli Autoformers come moltiplicatori d'impedenza ad una coppia di B&W DM602 ci sono stati pochi benefici con la gran parte degli amplificatori testati. Anzi, la combinazione Le Amps e B&W suonava un po' troppo brillante con sibilanti alquanto stridenti che risultavano decisamente fastidiose.
Gli ZEROs non vinceranno nessun concorso di bellezza, tranne forse quello organizzato da un manipolo d'audiofili tweakers che adorano avere in giro carabattole varie. A me sembrano carini ma suppongo che l'indice d'accettazione muliebre (WAF) sia piuttosto basso. Naturalmente si potranno nascondere tra i vari pezzi dell'impianto o magari dietro un mobile, se necessario. Per avere un'estetica più accettabile si può ricorrere agli ZERO-Boxes, invero un po' costosi a causa del gran lavoro necessario alla loro costruzione. Un'altra opzione è quella di richiedere il modello DIY-ZERO e costruirsi il tutto da se.
Gli ZEROs Autoformers sono delle delizie per l'appassionato di tweaking. Al contrario di alcuni improbabili accessori audiophile che funzionano per mezzo d'inspiegabili mezzi metafisici, gli ZEROs funzionano, e molto bene. Ed il perché funzionano è facilmente spiegabile tramite semplici leggi fisiche. Nella maggior parte di combinazioni ampli-casse provate, gli ZEROs hanno prodotto miglioramenti udibili. Quando utilizzati come moltiplicatori d'impedenza, i risultati ottenuti hanno visto un maggior controllo sui bassi, un miglior dettaglio sui medi e sugli acuti ed un miglior equilibrio tonale. L'utilizzo degli ZEROs ha reso la presentazione più viva. Quando, invece, sono stati utilizzati come divisori d'impedenza, come nel caso del Decware Zen SE84C Select, gli ZEROs hanno donato bassi più profondi, un suono più ricco, energico ed una maggior riserva di potenza.
Gli ZEROs Autoformers sono una modifica al vostro sistema che vi potrà dare risultati blandi o eccezionali. Possono essere utilizzati per creare sinergia ove l'amplificatore ed i diffusori non siano accoppiati in modo ottimale. Gli ZEROs sono utensili molto utili nella "cassetta attrezzi" di ogni tweaker, ma non sono la soluzione universale per tutti gli impianti. Se il vostro ampli ed i vostri diffusori sono già in sinergia, gli ZEROs possono rivelarsi un costoso esperimento e forse anche uno spreco di soldi. Se, invece, avete un disadattamento d'impedenza (anche leggero), è il caso che li prendiate in considerazione. Se poi avete un gran numero di componenti che spesso non vanno d'accordo tra loro, allora gli ZERO diventano quasi indispensabili. Nella mia "cassetta attrezzi", hanno già un posto tutto per loro.
Ringrazio Paul Speltz per le informazioni ed i campioni forniti per questa valutazione. Tutte le fotografie sono di Richard George.
© Copyright 2003 Richard George - http://www.tnt-audio.com
Negli ultimi due anni, fornire gli ZEROs Autoformers direttamente agli appassionati musicofili, come te, è stato molto divertente. Aiutare le persone a tirar fuori il meglio dal loro impianto è per me molto appagante. Non mi stancherò mai di sentire i commenti relativi ai miglioramenti ottenuti utilizzando gli ZEROs per ottimizzare i disadattamenti d'impedenza ampli-casse.
Una delle domande più difficili che mi vengono poste è: "Che effetti avranno gli ZEROs sul mio impianto?".
Per dare un aiuto a rispondere a questa domanda fornisco a tutti le lettere di commento, originali, che ricevo. Dalla pagina principale del sito Web della ZERO, cliccate sulla foto dell'omino che salta di gioia, denominata "field reports". Spero che gli interessati troveranno al suo interno ampli e casse simili alle loro, ed avranno così un aiuto nel prevedere l'effetto degli ZEROs sul loro impianto.
In origine, mi decisi a realizzare un autoformer che risolvesse il problema dei bassi eccessivi del mio impianto senza degradare il resto dell'informazione musicale. Come è capitato a te, scoprii con piacere che gli effetti benefici influivano su tutta la gamma audio. E' facile intuire i benefici prodotti dall'aumentare l'impedenza dei diffusori collegati ad un ampli OTL, quello che invece restava difficile da accettare erano i benefici dell'Autoformer su di un ampli allo stato solido o su di un valvolare già provvisto di trasformatori con diverse uscite.
La tua prova con ampli non OTL può aiutare le persone a superare questo dubbio. C'è gente che usa gli ZEROs collegati ai loro mitici Audio Research a valvole perché "l'uscita ad 8 ohm suona molto meglio di quella a 4 ohm" e gli ZEROs permettono loro di usare l'uscita più bensuonante con i loro diffusori da 4 ohm. E' anche interessante notare come gli ampli allo stato solido tendono a "pulire" il loro suono quando devono pilotare un carico più leggero.
L'utilizzo degli ZEROs al contrario, come riduttori d'impedenza, pare tornare utile solo con l'amplificatore Decware Zen. So che questi ampli sono costruiti con una singola uscita a 2 ohm. Ho un certo numero di clienti che li utilizzano in questo modo, ed hanno ottenuto risultati simili ai tuoi.
Il modello meno costoso (Euro 433 la coppia, spese di spedizione incluse) è il DIY-ZERO ed è anche il modello più venduto e popolare. E' costruito con lo stesso Autoformer e gli stessi cavi dei fratelli più costosi. Visitate: www.zeroimpedance.com per vedere come il DIY-ZERO può essere aggiunto ai cavi che già possedete.
Sono molto felice che gli ZEROs abbiano dato così buoni risultati con le varie combinazioni ampli/casse da te provate. Con in mano gli ZEROs, non ti dovrai più chiedere se il tuo ampli preferito funzionerà bene con le tali casse o se i tuoi diffusori preferiti si troveranno bene con quel tale amplificatore.
Mi è molto piaciuto il fatto che tu abbia scelto una combinazione ampli/casse "terribile" e con l'aggiunta degli ZEROs le hai fatto riprodurre "una performance bellissima e musicalmente ammaliante".
Grazie per il tuo tempo, per il tuo impegno e per la tua onesta recensione.
Paul Speltz - Zero Impedance