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Pre + finale o integrato?
ovvero: due è sempre meglio di uno?
È una di quelle domande che ogni audiofilo in vena di upgrades e miglioramenti si è certamente posto: acquistare un nuovo amplificatore integrato o una coppia preamplificatore + finale di potenza?
Lungi da me la tentazione di voler fornire una risposta definitiva, vorrei solo
invitare alla riflessione osservando i pro e i contro delle due soluzioni alternative.
Per fare questo è necessario un piccolo passo indietro...
Integrato e pre + finale: perchè?
Scopo di un amplificatore è quello di (ehm...) amplificare il segnale che
proviene dalle diverse sorgenti di un impianto HiFi: lettore CD, giradischi, registratore,
radio, ecc.
In più deve poter gestire tutti questi ingressi, offrendo all'utente
la possibilità di selezionarne uno per volta o di scegliere una sorgente
da registrare ecc.
Tutte queste funzioni possono essere svolte da un unico apparecchio, chiamato appunto amplificatore integrato (o integrato) oppure da due apparecchi separati: il preamplificatore (o pre) che supervisiona la gestione delle sorgenti e consente di controllarne il livello e l'amplificatore di potenza (o finale) che amplifica il segnale per poter pilotare le casse.
Da sempre, nell'immaginario audiofilo, il punto d'arrivo per un impianto di alto livello è costituito da una coppia pre + finale. L'amplificatore integrato ha sempre sofferto dell'immagine di prodotto economico o di compromesso.
Questo era certamente vero nel passato, con le solite dovute eccezioni, ma oggi l'alternativa integrata sta riguadagnando stima e credibilità presso il pubblico audiofilo più smaliziato.
Pregi e svantaggi di un amplificatore integrato
L'ampli integrato presenta un certo numero di svantaggi teorici:
- È un apparecchio unico chiamato a svolgere due compiti sostanzialmente molto diversi: la gestione del segnale linea e la sua amplificazione di potenza.
Spesso queste due funzioni sono sorrette da una sezione di alimentazione (trasformatore e condensatori di filtro) unica. Solo talvolta sono presenti alimentazioni completamente separate.
Ultimamente, grazie alla scomparsa dell'ingresso phono, si stanno diffondendo integrati solo linea che spesso sono dei finali di potenza dotati di un pre passivo, in pratica un controllo di volume ed un selettore degli ingressi.
- La presenza nello stesso cabinet di due funzioni così diverse può teoricamente dar luogo a problemi di interferenza reciproca.
- Un ampli integrato è di norma poco flessibile: è un sistema chiuso sul quale l'audiofilo non può interagire: o piace così com'è o lo si cambia in toto. Le possibilità di migliorarne una sola sezione sono spesso ridotte al minimo e comunque poco convenienti dal punto di vista economico.
Questi i suoi punti di forza:
- Un amplificatore integrato è un apparecchio unico, quindi più facile da sistemare ed eventualmente occultare in ambiente domestico.
- Rispetto alla soluzione pre + finale, l'integrato non ha necessità di ulteriori cavi di collegamento quindi il segnale passa direttamente dalla sezione pre a quella finale senza incontrare colli di bottiglia.
- A parità di prezzo e di potenza, l'integrato utilizza componenti di
qualità più elevata rispetto ad una coppia pre + finale, che
deve pagare il costo di due cabinet separati e due alimentazioni separate.
In altre parole, a parità di qualità sonora, l'integrato normalmente
costa meno.
Pregi e svantaggi di pre + finale
I vantaggi di una coppia pre + finale possono essere sintetizzati come segue:
- La separazione delle due funzioni, i due cabinets separati e le due alimentazioni separate portano normalmente al maggiore surdimensionamento dei componenti e riducono le interferenze reciproche.
- La soluzione pre + finale è APERTA, nel senso che permette un gioco di abbinamenti molto vario: si può tentare di sostituire solo il pre oppure solo il finale, o il cavo tra di essi. Ancora, si può giocare sull'abbinata valvole + transistors, alla ricerca del miglior compromesso sonoro. Nel caso di upgrade si può decidere di vendere solo uno dei due apparecchi, realizzando una ottimizzazione nella ripartizione del budget.
Gli svantaggi possono essere riassunti come segue:
- Una coppia pre + finale ha un ingombro doppio rispetto ad un integrato di pari potenza e caratteristiche. Ciò può causare problemi di inserimento in ambiente domestico.
- La coppia pre + finale necessita di un cavo di collegamento che spesso si comporta come vero collo di bottiglia. Occorre pertanto preventivare una spesa proporzionata anche per tale importante accessorio. Ciò aumenta il costo finale della soluzione.
- A parità di costo la componentistica utilizzata in un pre + finale è di qualità inferiore a quella di un integrato.
Tirando le somme
Prima di tutto bisogna farsi un esame di coscienza e capire che tipo di audiofili siamo. Se abbiamo bisogno della flessibilità offerta dalla coppia pre+ finale e possiamo permetterci l'ingombro maggiore, la soluzione integrata potrebbe essere troppo vincolante e "chiusa".
Viceversa, se abbiamo problemi di spazio e non abbiamo tanta voglia di giocare coi vari abbinamenti, certamente l'integrato è la soluzione migliore.
Poi interviene il fattore spesa. Al di sotto di una certa soglia (diciamo 2 milioni?) la coppia pre + finale risulta costituita da apparecchi per i quali sono state applicate forti economie di produzione, a scapito della qualità dei componenti e della raffinatezza circuitale. In sostanza, al di sotto di quella cifra, il costo dei due cabinets separati comincia a far sentire il suo peso.
Tra un integrato di 2 milioni ed un pre + finale di pari prezzo (+ cavo di collegamento) non avrei dubbi, in linea del tutto generale, a preferire il primo. Ovviamente, ogni caso va valutato singolarmente in sede d'ascolto.
Recentemente sono stati immessi sul mercato diversi ampli integrati dal costo piuttosto elevato, anche oltre i 5 milioni. Anche in questo caso l'unica cosa sensata che si può fare è un ascolto comparativo tra le diverse soluzioni.
Per spese superiori gli integrati scarseggiano e la soluzione "separata" comincia ad elencare tra i suoi ranghi apparecchi di standard qualitativo molto elevato.
Ultimo consiglio: quando confrontate un integrato con una coppia pre + finale ricordatevi di sommare al costo di quest'ultima il prezzo di un buon cavo di segnale e di un ulteriore cavo d'alimentazione. Solo così il confronto avverrà alla pari.
Per quanto riguarda invece i vantaggi/svantaggi dell'usare un finale stereofonico oppure due finali mono o ancora due stereo in biamping passivo vi suggerisco di dare un'occhiata alla Monografia sul biwiring.
Conclusioni
Ho cercato di ricondurre tutto ad un problema di psicologia audiofila spicciola: scegliere un integrato o una coppia pre + finale è principalmente, data la qualità degli integrati oggi disponibili sul mercato, una questione strettamente personale, legata a ciò che desideriamo dal nostro impianto: se amiamo le soluzioni semplici e vogliamo soltanto ascoltare tanta buona Musica, l'integrato è l'apparecchio che fa per noi.
Se amiamo smanettare, giocare con gli abbinamenti, upgradare spesso il nostro
impianto, la soluzione pre + finale appare la più logica, almeno a partire
da una certa cifra in su.
Infine, come dico sempre, non lasciatevi ingannare dalle scelte dei recensori
HiFi: spesso optare per una soluzione "separata" consente di avere quel ventaglio
di possibilità e di abbinamenti vitale per poter provare e recensire più
apparecchi. È chiaro che un recensore che utilizzasse un integrato nel
suo impianto di riferimento, difficilmente potrebbe provare un pre o un finale...
separatamente.
© Copyright 1999 Lucio Cadeddu
- www.tnt-audio.com
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