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Piccola monografia sull'Home Theater - Il subwoofer
Un elemento fondamentale ed irrinunciabile in un buon impianto HT è il
subwoofer, ossia un diffusore dedicato solamente alla riproduzione delle
frequenze più basse.
I film codificati in Dolby Surround sono ricchissimi di basse frequenze, per dare
impatto e drammaticità alle immagini.
In particolare, nei film d'azione, viene immesso nella colonna sonora uno speciale
rinforzo alle frequenze bassissime (intorno ai 50 Hz) detto bass boom,
che contribuisce in modo determinante ad accrescere la tensione ed il coinvolgimento
in particolari scene spettacolari (esplosioni, ecc.).
Per poter riprodurre tale effetto in modo ragionevole c'è bisogno di un
diffusore specifico, appunto, il subwoofer.
La scelta di tali particolari diffusori è ampia e per orientarsi nella
varietà di modelli presenti nel mercato è necessario avere le
idee chiare su ciò che può soddisfare meglio le nostre esigenze.
Di seguito una carrellata delle varie tipologie disponibili.
Subwoofer attivi e passivi
I subwoofer attivi sono quelli già dotati di amplificatore interno, per
cui si possono collegare direttamente ad una uscita linea del decodificatore.
Normalmente i sub attivi sono dotati anche di filtro elettronico che taglia
via tutte le frequenze al di sopra di una certa soglia. Tale soglia è
spesso regolabile su diverse frequenze d'intervento, a seconda dei gusti e
delle esigenze.
Diciamo che, in linea di massima, più in basso è situato il
taglio e più acusticamente invisibile sarà il subwoofer.
Infatti le frequenze più basse sono omnidirezionali per cui è
difficile individuarne la provenienza, fattore di primaria importanza per il
corretto inserimento in ambiente di un subwoofer.
In sostanza il sub deve poter essere sistemato in qualsiasi punto dell'ambiente,
senza che se ne possa individuare ad orecchio la presenza fisica.
La frequenza di taglio andrà quindi settata a seconda dell'ambiente,
dei gusti e della risposta in basso dei diffusori anteriori, giusto per
evitare sovrapposizioni d'intervento.
Un altro controllo presente nei sub attivi è quello che permette
l'inversione della fase. Senza entrare in dettagli tecnici fuori luogo diciamo
che questo controllo serve per meglio armonizzare l'emissione del sub con
quella dei diffusori anteriori o, in alternativa, per tentare di ottimizzare
l'emissione in funzione del posizionamento in ambiente.
In pratica si inverte la fase e si valuta il risultato ottenuto, decidendo
per quello che rende l'emissione in gamma bassa la più pulita,
controllata e profonda possibile.
Normalmente nei sub attivi è presente anche un controllo di livello
(una specie di volume) che è utile solo nel caso in cui l'uscita per il
sub del decodificatore non sia regolabile già in origine.
I sub passivi sono privi di sezioni di amplificazione e vanno pilotati
con un amplificatore dedicato o con l'uscita amplificata, ove presente, del
decodificatore.
I sub passivi hanno un filtro di taglio, solo che, contrariamente ai colleghi
amplificati, esso è passivo e non elettronico, ossia è realizzato
con componenti passivi (resistenze, induttanze, ecc.).
A parità di altoparalnti e di livello della realizzazione, i sub attivi
costano più di quelli passivi, cosa che anche al più cretino può
sembrare lapalissiana, ma che assume un aspetto diverso se letta da un altro
punto di vista: a parità di prezzo i sub passivi sono qualitativamente
migliori di quelli attivi e con una piccola spesa per l'acquisto di un amplificatore,
magari usato, da dedicare esclusivamente al sub si ottiene un risultato di vari
ordini di grandezza superiore.
Si giunge così al concetto di sub semi-attivo, di cui sono uno
strenuo sostenitore, specie nell'ambito della realizzazione di un impianto HT
di livello non assoluto.
Il concetto è semplice: poichè la maggior parte dei decodificatori
o degli ampli multicanale dispone di una uscita linea regolabile e filtrata
elettronicamente, si sfrutta questa uscita per fornire il segnale ad un ampli
(finale o integrato con sezioni pre-finale separabili) che poi amplificherà
il sub passivo, privato del suo crossover interno che a quel punto sarà
diventato completamente superfluo.
I vantaggi di questa soluzione sono evidenti:
- Livello sub regolabile da telecomando
- Ampli che funziona solo in una ristretta gamma di frequenze
- Pilotaggio dell'altoparlante diretto, senza crossover
- Upgradabilità futura
- Basso costo ed alte prestazioni.
In sostanza, si hanno tutti i vantaggi di un sub attivo, senza gli evidenti svantaggi
in termini di compromessi: normalmente - e non parlo di sub attivi da svariati
milioni - l'amplificatore interno è piuttosto economico e sottodimensionato,
così come lo stesso woofer che raramente supera i 20 cm di diametro.
Nella soluzione semi-attiva, invece, c'è la possibilità di acquistare
un buon sub passivo di generose dimensioni e di abbinargli un piccolo finale di
basso impegno economico, almeno in un primo momento.
In seguito si potranno sperimentare altre soluzioni via via più
impegnative, certi della qualità iniziale del subwoofer (o
viceversa).
Se siete curiosi di scoprire il progetto semi-attivo, alla portata di tutti, che
utilizzo nel mio impianto HT potete leggere l'articolo Un
Velodyne a costo zero?
In definitiva, lasciando da parte l'idea del semi-attivo che per me è
vincente per impianti anche di un certo impegno, la scelta dovrà
orientarsi tra attivo e passivo. Il vantaggio del sub attivo sta nella
praticità: si collega ed è pronto per funzionare.
Il sub passivo è preferibile in tutti quei casi in cui si disponga di
un'uscita sub regolabile e di una sezione d'amplificazione dedicata, sia essa
quella di un integrato multicanale o di un finale a più canali.
Su una cosa occorre esser chiari: il livello del sub DEVE essere regolabile
indipendentemente dal livello degli altri canali, anteriori compresi.
Per questo motivi i sistemi completi anteriori + sub, dove gli anteriori sono
utilizzati come semplici satelliti (cioè con l'uscita dal filtro del
sub) sono da evitare. Se siete molto fortunati il livello del sub, diciamo
così, preimpostato è adeguato al vostro ambiente, in tutti gli
altri casi o è insufficiente o è sovrabbondante o, peggio
ancora, vi fa sentire alcuni films in modo accettabile ed altri in modo
disastroso.
Tenete anche conto che in molti films il livello della gamma bassa destinata
al sub è incisa ad un livello superiore rispetto al resto, per compensare
alcune carenze dei saloni ampi dei cinema, e che, trasportato il tutto in casa
vostra, il risultato finale può essere decisamente squilibrato.
In conclusone, qualsiasi sia la scelta che farete, ricordatevi che dovrete
essere in grado di regolare il livello del sub indipendentemente dal resto.
Subwoofer mono o stereo
Altra distinzione importante, oltre a quella dell'essere amplificati
oppure passivi, è quella dell'essere mono oppure stereo.
Occorre subito fare una precisazione: le basse frequenze, quelle destinate ai
subwoofer, sono praticamente monofoniche, cioè non contengono
informazioni diverse per i due canali destro e sinistro. Per questo motivo
anche un sub mono può fare il suo dovere.
Inoltre i sub classificati come stereo spesso hanno comunque un solo altoparlante,
causando qualche lecita perplessità al neofita. Il mistero però
è solo apparente: in realtà questi sub, pur avendo doppi morsetti
d'ingresso (destro - sinistro) hanno due bobine mobili che pilotano lo stesso
altoparlante. Il vantaggio, oltre ad alcuni di tipo tecnico sui quali non mi soffermo,
è che con un sub stereo a doppia bobina si può utilizzare un comune
amplificatore stereo (se passivo) o entrambe le uscite del decodificatore (se
attivo).
In alternativa si possono utilizzare due sub monofonici, raddoppiando
il volume d'aria spostata ma complicando il loro inserimento in ambiente,
come vedremo nel paragrafo successivo dedicato all'installazione.
Bass reflex o sospensione pneumatica
A seconda di come viene sfruttata l'emissione posteriore del cono del woofer,
i sub si distinguono in bass reflex (col buco, come li chiamano alcuni) o a sospensione
pneumatica (cassa chiusa).
In pratica col sistema bass reflex l'emissione posteriore della membrana viene
sfruttata ed accordata attraverso un condotto ad una certa frequenza. Nella cassa
chiusa invece l'emissione posteriore viene eliminata.
Ci sono vantaggi e svantaggi per ogni soluzione. Diciamo che il sistema
bass reflex, quando ben ottimizzato, consente una notevole estensione ed
efficienza in gamma bassa, a scapito di una pendenza sulle bassissime
piuttosto accentuata, mentre la cassa chiusa, in genere meno generosa, ha
una caduta più dolce. Avrete notato che la maggior parte dei subwoofer
in commercio optano per la soluzione reflex ma ci sono anche sistemi
alternativi (carico simmetrico, push-pull, isobarico, tromba e tanti
altri).
Dovendo scegliere non lasciatevi influenzare da una forma di caricamento
piuttosto che da un'altra e scegliete con l'orecchio.
Installazione
L'installazione di un subwoofer è una procedura piuttosto complessa che
richiede, casi fortunati a parte, una serie di tentativi ed un po' di
esperienza.
Ci sono un paio di regole generali che possono essere d'aiuto per cominciare:
-
La disposizione in un angolo della stanza normalmente rinforza l'emissione
delle basse frequenze e può innescare fastidiosi rimbombi e risonanze.
- La disposizione addossata ad una parete sortisce lo stesso effetto della
disposizione ad angolo ed è, preferibilmente, da evitare.
- La disposizione sulla parete opposta a quella dei diffusori anteriori
può causare fenomeni di cancellazione ad alcune frequenze, caso nel
quale può tornare utile il citato controllo dell'inversione di fase.
- Un buon subwoofer è in grado di produrre una quantità
elevata di energia meccanica per cui è buona norma curarne con estrema
attenzione l'accoppiamento al pavimento con punte coniche o sistemi analoghi.
Tenute presenti queste regole generali si può procedere, per tentativi,
alla ricerca della sistemazione ideale, compatibilmente con l'ambiente e le
restrizioni imposte dall'arredamento e l'abitabilità stessa.
Per limitare l'impatto visivo di questo grosso cubo, normalmente piuttosto
brutto a vedersi, alcuni audiofili, e pure qualche Costruttore, hanno ben
pensato di cammuffare il sub facendolo diventare un elegante tavolino da
salotto da sistemare davanti al divano o in mezzo alle poltrone nei pressi
del punto d'ascolto. Tra l'altro questa soluzione è acusticamente
tutt'altro che disprezzabile.
Se il sub è già stato pensato per una tale sistemazione i problemi
estetici ed anche acustici sono risolti in un sol colpo. In alternativa, se il
vostro sub è bruttarello e proprio come tavolino non va, potete sistemarci
sopra un bel ripiano in marmo su misura di vostro (ed altrui... eh eh, ricordatevi
il WAF!) gradimento.
Il risultato estetico è tutt'altro che disprezzabile
e dal punto di vista sonoro otterrete, a gratis, alcuni vantaggi, primo tra
i quali un certo miglioramento dell'accoppiamento meccanico col pavimento
grazie all'aumentata massa.
Altrimenti, se non vi piace il marmo, potete sempre farvi tagliare su misura un
bel ripiano in cristallo o in plexiglass, trasparente o colorato, da sospendere
sopra il sub con delle elegantissime punte comiche in ottone. Quando il sub non
è in funzione potrebbe tranquillamente ospitare bottiglie, soprammobili
d'ogni fatta e quant'altro la vostra fantasia di arredatori vi potrebbe suggerire.
Tali chincaglierie andrebbero ovviamente rimosse ad impianto acceso, pena la loro
distruzione alla prima seria bordata di basse frequenze.
Non crediate che scherzi: un buon sub, ascoltato a volumi elevati può
far cadere i bicchieri all'interno di un mobile posto a diversi metri di
distanza (triste esperienza personale).
Regolazione
La regolazione del livello del sub è quanto di più personale ci
sia nel set-up di un impianto HT. Personalmente, visto che la procedura
è semplice e si può fare stando comodamente seduti, regolo il
livello volta per volta per ogni film.
Qualche regola generale però può essere necessaria: inizialmente
si tende ad esagerare, ovvero ad ascoltare il sub a livelli troppo elevati, presi
un po' dalla voglia di bassissime frequenze.
Il livello deve essere ben presente solo quando necessario, evitando il muggito
continuo che un sub regolato a livello troppo alto inevitabilmente causa. Inoltre
occorre fare attenzione a che il taglio non sia situato troppo in alto, perchè
questo può causare la riproduzione da parte del sub di alcune armoniche
basse presenti nei dialoghi, con risultati facilmente immaginabili.
Ricordiamoci che questo è uno dei difetti più evidenti di quei
sistemini tanto in voga tipo sub minuscolo + satelliti lillipuziani e
che purtroppo stanno diventando di moda anche per la composizione di ridicoli
e risibili sistemi Home Theater.
L'Home Theater richiede forti pressioni sonore, generosa estensione in
gamma bassa e dinamica strepitosa, tutte cose che un minisistemino
da settenani non potrà mai dare.
N.B.!!!: non forniamo più consulenza sull'Home Theater - 1 Dic. 2003
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu
- www.tnt-audio.com
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