Aiyima T9 - amplificatore integrato

Valvolizziamo la Classe D

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Prodotto: Aiyima T9 - amplificatore integrato
Costruttore: Aiyima - Cina
Prezzo appross.: 130-180€
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Aprile, 2023

[Aiyima T9 - vista frontale]

Introduzione

Questo T9 è il terzo amplificatore integrato della prova a confronto di tre, il Rega Io e l'Argon SA1 li ho recensiti i mesi scorsi. Non si tratta di una prova a confronto ad armi pari, perché ognuno di questi integrati presenta caratteristiche operative diverse e prezzi leggermente diversi. Sono accomunati dalla potenza disponibile e dalle piccole dimensioni. Questo Aiyima T9 è il più piccolo ed economico del terzetto ed è un ibrido Classe D/valvole, mentre il Rega era un ampli a transistor assolutamente tradizionale e l'Argon un Classe D puro.

Il costruttore è Aiyima, un'azienda cinese che realizza vari prodotti: amplificatori, DAC, pre a valvole e ampli cuffia, tutti caratterizzati dall'essere piccoli e molto versatili, oltre che spesso realizzati con un mix di tecnologie diverse, chip in Classe D e valvole nella sezione linea. Contrariamente a molti altri costruttori cinesi (es. Lonpoo e Zerozone) il sito web è completissimo, lo staff risponde alla richieste degli utenti, è attivo su YouTube e garantisce l'acquisto anche presso magazzini localizzati sia in Europa che negli Stati Uniti, evitando in questo modo problemi doganali. Ovviamente i prodotti Aiyima possono essere acquistati anche presso i soliti canali online: Amazon, Aliexpress e Ebay in primis.

Uno sguardo da vicino

Il T9 è un piccolo integrato con stadio finale in Classe D, tramite chipset TPA 3250 e sezione d'ingresso a valvole, realizzata con una coppia di 6K4 di provenienza cinese che si trovano a 5€ la coppia, spedizione compresa, presso questo store di Aliexpress. La potenza d'uscita è dichiarata in 100 watt per canale su 4Ω ed è, naturalmente, un po' ottimistica. Basta vedere i dati ufficiali del datasheet del TPA3250 per riportare la potenza - con un tasso di distorsione accettabile - sui 50 watt per canale su 8Ω. Per essere precisi, alimentato con 32V, il TPA3250 eroga 60 watt per canale su 8Ω che scendono a 40 su 4Ω, ma con un tasso di distorsione dell'1%. Accettando valori di distorsione più bassi - come in ambito HiFi - questa potenza si riduce ulteriormente. Ovviamente, le potenze dichiarate dai commerciali sono sempre relative a quelle massime ottenibili, di picco, con l'alimentazione massima possibile.

Nel pacchetto del T9 originale c'è un DAC interno capace di 24bit/192 kHz da utilizzare con i tre ingressi digitali disponibili: ottico, coassiale e USB. In più c'è anche un comodo ingresso Bluetooth 5.0. Come se non bastasse, ci sono i controlli di tono e pure il telecomando. A completare il tutto, un'uscita linea posteriore su minijack, regolabile col volume dell'ampli, in pratica una pre-out, che consente di utilizzare questo T9 come DAC puro o, volendo, per collegarci un subwoofer attivo. Insomma, difficile chiedere di più. Mancano solo l'ingresso phono e l'uscita cuffia!

[Aiyima T9 - vista interna]

[Aiyima T9 - vista interna]

La potenza, con l'alimentatore di serie da 24V, è più che sufficiente in ambito domestico. Il costruttore sconsiglia di utilizzare un alimentatore da 32V, che il chip TPA potrebbe accettare senza problemi, rimandando questa tensione d'alimentazione al nuovo modello T9 PRO, uscito nel frattempo che completavo questa recensione, per risolvere alcune critiche che erano state fatte al T9 liscio. Tensione d'alimentazione a parte, è stato eliminato l'autospegnimento dell'amplificatore ogni volta che ci fosse assenza di segnale per più di 10 secondi. Questo, in effetti, è un po' fastidioso, quando si cambia CD o si cambia traccia, perché talvolta nell'operazione di riaccensione si possono perdere i primi secondi di un brano. Nel T9 PRO ci sono anche valvole diverse (JAN5725), oltre a un'estetica leggermente differente e un nuovo telecomando. Anche gli altri chipset utilizzati, tranne il solito TPA3250 di potenza, sono diversi, fate rifermento a questa tabella fornitaci da Aiyima. In pratica, sono due amplificatori abbastanza diversi, contrariamente a quanto asseriscono molti aspiranti “recensori” su YouTube che, capendo poco di elettronica, si limitano a commentare l'estetica e il fatto che le valvole sono diverse. Sono due amplificatori DIVERSI, limitatevi a commentare l'unboxing, sarebbe meglio per tutti.

[Aiyima T9 vs T9 Pro]

Aiyima T9 vs Douk Audio/Nobsound ST-01

Lo stesso apparecchio può essere reperito anche presso un altro costruttore (Douk Audio/Nobsound) con sigla ST-01 o ST-01 Pro. In tutta sincerità, mi sono un po' stancato di capire “chi fa cosa” quando si tratta di apparecchi di provenienza cinese. A domanda precisa, mi dicono che non possono rispondere. Probabilmente hanno degli accordi commerciali per noi incomprensibili o, forse, il vero costruttore è ancora un altro, che poi vende a Douk e Aiyima, che a loro volta rimarchiano. Ho visto un ST-01 aperto ed è identico, ma cambia la sigla di qualche chip. Una cosa è certa: la scheda madre riporta la scritta “Smart 01” che a me fa pensare alla versione estesa della sigla ST-01 di Douk/Nobsound. Solo illazioni, certo, però...

Specifiche tecniche dichiarate

[Aiyima T9 - vista posteriore]
Aiyima T9 - vista posteriore

Valvolizziamo la Classe D

[Aiyima T9 - VU Meter]
Alla Aiyima - o chi per lei - piace molto mescolare tecnologie diverse, tant'è che molti loro apparecchi sono ibridi. Le valvole presenti nella sezione pre, in questo caso, tendono ad addomesticare un po' il suono del chip TPA3250, forse nel tentativo di accontentare il maggior numero possibile di appassionati. Il risultato, però, è discutibile perché se da un lato la valvola conferisce una certa rotondità e calore al suono riprodotto, dall'altra tarpa un po' le ali alla vivacità del chipset in Classe D.

In effetti, si sente subito che questo amplificatore è qualcosa di abbastanza diverso rispetto ai tanti integratini in Classe D di pari prezzo. Anzi, direi che si fa persino fatica a riconoscerne il DNA, tanto è evidente l'impatto delle valvole nella sezione pre (escludibili, ma il livello del segnale si abbassa). Timbricamente, quindi, il T9 è un amplificatore poco aggressivo, sufficientemente definito ma privo della trasparenza e dell'introspezione dei migliori Classe D. Il basso è corposo e potente, ma manca un po' del granitico controllo tipico degli integrati concorrenti in Classe D. L'Argon SA1, per esempio, da questo punto di vista è più convincente. Non manca il basso, c'è profondità e potenza, ma ogni tanto lo si sente arrancare dal punto di vista del ritmo, come se arrivasse sempre leggermente in ritardo rispetto al resto. Questo effetto, quasi certamente dovuto alle valvole usate, diventa evidente solo nel confronto diretto col Rega Io e con l'Argon SA1 che, va ricordato, costano comunque un bel po' di più.

La gamma media è buona, corposa e presente, senza artificiosità o compressioni particolari. Non è introspettiva come negli altri due amplificatori, ma è godibile. Lo stesso può essere detto per la gamma alta, estesa quel che basta, ma tendenzialmente rotonda e morbida. Sono sicuro che sostituendo le valvole con qualcosa di meglio (prova che NON ho fatto) il suono si risveglierebbe un po'. Questo T9, quindi, potrebbe diventare una facile palestrina per esperimenti facili facili di tube rolling.

Dal punto di vista dinamico la performance è molto buona, con qualche riserva che resta per la gamma bassa. Il punch c'è e la potenza non manca di certo, ma il timing è migliorabile. Questo amplificatore può suonare molto forte, ben oltre i classici limiti condominiali, ma ho la sensazione che dia il meglio di sè a volumi medi e non quando tirato al limite. In ogni caso, il divertimento è assicurato, un po' con tutti i generi musicali.

La performance prospettica, confrontata con quella degli altri due integrati, è inferiore, nel senso che il suono è sì sviluppato nelle tre dimensioni spaziali, ma appare leggermente più piccolo e confinato tra i diffusori. Anche in questo caso, temo che le valvole abbiano la loro parte di colpa.

La sezione DAC è onesta, ma un DAC esterno migliore rende più giustizia al suono di questo T9. In altre parole, la sezione amplificarice è di livello più elevato rispetto al DAC interno.

Globalmente, questo piccolo amplificatore è a dir poco sorprendente, perché per quel che costa rivaleggia con amplificatori che non solo costano di più, ma offrono anche molto meno. Dei tre provati, la mia preferenza, in termini esclusivamente sonori, va al Rega Io, mentre tra Argon SA1 e Aiyima T9 è una bella lotta, il che è un gran bel complimento per il piccolo T9! Forse, globalmente, l'Argon è più aperto, trasparente e preciso, con un basso meglio controllato, ma il T9 si riscatta per una performance che probabilmente a molti piacerà di più, perché più facile, anche con incisioni non eccellenti.

Diverse recensioni che ho letto in giro glorificano il T9 come se potesse suonare meglio di amplificatori che costano 10 volte tanto. Ebbene, non è ciò che ho potuto rilevare durante queste lunghe prove con questi tre integrati. Magari il T9 Pro riesce a limitare le differenze, ma il T9 liscio resta “solo” un ottimo amplificatore (e DAC etc.) che costa veramente pochissimo per quel che offre. Basta tuttavia un Rega Io da 500€ per fare meglio, per non parlare della coppia Tisbury Pre + finali ZeroZone che, ancora sotto i 1000€, suona in una maniera semplicemente non confrontabile. Prodotti diversi, certo, ma tutt'altro pianeta. Anzi, come diceva Samuel L. Jackson (“Jules”) nella famosa scena di Pulp Fiction: “...ain't the same fuckin' ballpark, it ain't the same league, it ain't even the same fuckin' sport.”. In sintesi, non è lo stesso campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è neppure lo stesso sport! In ogni caso, dei tre ampli provati, il T9 è quello che si guadagna la palma del miglior rapporto qualità/prezzo.

Lamentele

  1. Le valvole hanno bisogno di scaldarsi. Non giudicate l'amplificatore prima di almeno 10 minuti di funzionamento. I primi minuti è semplicemente inascoltabile.
  2. Anche questo T9 è un amplificatore ricco di connessioni e molto compatto, quindi lo spazio nel pannello posteriore è ridotto: cavi e connettori devono dividersi i pochi millimetri a disposizione. I connettori per i cavi dei diffusori, pur accettando tutti gli standard, sono veramente piccoli. Il basso peso, ovviamente, lo fa ribaltare se si usano cavi di un certo peso e/o rigidità.
  3. Lo stand-by automatico che spegne tutto quando in ingresso manca il segnale per 10 secondi è oggettivamente molto fastidioso, per fortuna che Aiyima ha ascoltato le lamentele degli utenti e ha eliminato questa strana feature nella versione T9 Pro. Ma come gli sarà venuto in mente di implementarla?
  4. Altra cosa fastidiosa è l'assenza di scatto centrale di riferimento per lo “zero” dei controlli di tono.
  5. Le valvole, come da loro natura, scaldano, e non sono protette. Questo potrebbe essere pericoloso per bambini o animali domestici visto che, essendo accese come lampadine, si notano molto e attirano l'attenzione.
  6. La potenza d'uscita è notevole, quasi incredibile per le dimensioni dell'oggetto. Si fa tranquillamente beffe di un piccolo classico integrato da 43 cm, come ancora tanti ce ne sono sul mercato, e che al massimo forniscono una trentina di watt. Non mi sembra comunque a suo agio quando portato vicino al suo limite fisico perché - pur stando lontani dal clipping vero e proprio - l'impressione che ho avuto è che l'equilibrio un po' si scomponga. Sto parlando, comunque, di ascolti col VU meter costantemente in picchiata verso la zona rossa.
  7. Dal punto di vista sonoro eviterei l'abbinamento con diffusori lenti in basso e scuri in gamma alta, per evitare uno sbilanciamento timbrico in queste direzioni.

Conclusioni

L'Aiyima T9 è un oggetto molto versatile, ben costruito e che suona bene, con le valvole a dare un po' di calore al chip TPA3250. Potrebbe essere un'interessante palestra per chi volesse provare il suono di valvole diverse e come queste modifichino l'equilibrio complessivo dell'amplificatore. In ogni caso, l'enorme versatilità lato ingressi, la potenza sovrabbondante, il comodo telecomando e il prezzo effettivamente molto basso, ne fanno un serissimo contendente al trono del miglior integrato tuttofare per un impianto entry-level.

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