Prodotto: Phono 2 Ci
Costruttore: AQVOX - Germania
Prezzo: 700 €
Recensore: Werner Ogiers - TNT Belgio
Data recensione: Giugno, 2006
Gli stadi fono sono i miei componenti audio preferiti. La progettazione di un ottimo pre MC rappresenta una sfida molto impegnativa: i deboli segnali in ingresso raggiungono i livelli delle decine di nanovolts (60-80dB al di sotto del livello di uscita nominale di una bobina mobile): non è che stiamo contando fagioli, qui si contano i singoli elettroni. C'è poco da meravigliarsi se spesso circuiti originali e innovativi sono responsabili per la migliore estrazione delle informazioni da un disco in vinile. Da qui ha origine la mia passione.
Un paio di cose hanno attratto la mia attenzione su questo dimesso scatolotto oggetto della recensione. Questo AQVOX Phono 2 Ci è, a quanto si sente dire in giro, "un buon acquisto". La AQVOX fa capo ad un giovane costruttore tedesco che opera sia nel mercato audio consumer sia in quello professionale da studio, sicuramente una posizione con un'interessante prospettiva. L'attuale listino comprende questo stadio fono, un DAC stereo con ingresso USB, e un preampli per microfoni stereo oltre ad un ADC 24 bit / 192kHz.
Il principale progettista della AQVOX è Carlos Candeias, che ha ottenuto grandi soddisfazioni per il suo lavoro sui prodotti CEC di fascia alta. Molti dei progetti di Candeias, sia per AQVOX sia per CEC, si basano principalmente su circuiti di amplificazione a transistor denominati "LEF", ovvero "Load-Effect Free", i cui principi vengono descritti sui siti web delle aziende con un misto di approfondimento tecnico e misticismo. Ulteriori informazioni sul LEF saranno trattate in un'ulteriore puntata di questa recensione.
Il Phono 2 Ci della AQVOX rappresenta quanto di più interessante mi sia mai capitato tra le mani da qualsiasi punto di vista lo si osservi. Dispone di: 1) alimentazione switching, 2) nessun anello di controreazione, 3) ingrasso in corrente o in tensione, 4) ingressi RCA e bilanciati, 5) uscite RCA e bilanciate, 6) non ci sono amplificatori operazionali integrati, 7) un prezzo interessante .. si tratta indubbiamente non soltanto di un pre RIAA molto versatile. Infatti, il 2 Ci dispone di talmente tante possibilità di configurazione che è qualcosa in più di una serie di stadi fono alloggiati in un unico contenitore. La prospettiva di recensire accuratamente qualcosa del genere è molto stimolante ma allo stesso tempo impegnativa! Per questo motivo abbiamo deciso di dividere la recensione in due parti: in questa prima parte si farà una descrizione generale del prodotto e le mie impressioni d'ascolto. Nella seconda parte della recensione Mark Wheeler emetterà il suo giudizio, ed io scenderò nel dettaglio della tecnica adottata da questo affascinante preamplificatore fono.
Ignorando per ora gli ingressi XLR il Phono 2 Ci si presenta come un classico ampli fono ben concepito. I DIP switches sul retro servono ad impostare il guadagno, con una scelta che va tra i "+6dB" (adatti per le MM), e i "+20dB" (per le MC). Inoltre, le manopole (una per canale) presenti sul pannello frontale permettono una ulteriore regolazione che varia da +0 a +10dB. Un'altra serie di interruttori sulla parte posteriore ottimizzano il carico per la testina con impostazioni da scegliere tra 100, 1000, e 47000 Ohm, insieme a valori di capacità di 47pF, 100pF, 220pF, o 470pF con un valore di default di 47pF.
Il segnale è presente simultaneamente sulle uscite sbilanciate sia sulle XLR "vere". L'apparecchio è accoppiato per capacità per cui l'uscita è assolutamente esente da rumore in continua e da frequenze subsoniche. Un ulteriore, e con un taglio piuttosto deciso, filtro può essere inserito e disinserito con un interruttore sul pannello frontale. Altre caratteristiche interessanti, sul retro, sono il connettore di terra che accetta un gran numero di terminazioni (a parte i coccodrilli adottati ad esempio sull'Incognito cablato Rega o sul Michell TecnoArm) e un pulsante che scollega la connessione interna a massa, utile nel caso di insorgenza di hum.
E quindi passiamo sicuramente a parlare di quel pulsante che ha serigrafata la scritta "RCA/XLR Input"...
...che consente di collegare una testina agli ingressi XLR, rendendo l'AQVOX un animale totalmente differenziale. mentre gli ingressi RCA funzionano in modalità standard in tensione, compatibile con qualsiasi testina, gli XLR sono ingressi in corrente, e dovrebbero essere utilizzati soltanto con testine moving coil: l'ingresso modalità in corrente rappresenta quasi un corto circuito per la testina, e funziona correttamente solo se l'impedenza della testina è bassa e prettamente resistiva. Non si tratta dell'unico stadio fono in corrente sul mercato (altri esempi sono il 47Labs, i vari Dynavector, il Nibiru ESE, quello DIY progettato da Jean Hiraga negli anni settanta, ...), ma per quel che ne so l'AQVOX è il solo che prevede, oltre a questo tipo di funzionamento, anche l'uso di ingressi bilanciati. Utilizzando gli ingressi XLR c'è bisogno di un braccio con un cablaggio adeguato e una certa attenzione da parte dell'utilizzatore: mai come in questo caso è consigliabile una attenta lettura del manuale!
I controlli per il guadagno sul pannello frontale sono particolarmente utili, per una serie di ragioni. Innanzitutto, molte testine, non solo quelle economiche, evidenziano udibili squilibri tra i canali. È molto comodo poterli compensare immediatamente usciti dalla sorgente. Quindi bisogna considerare che il guadagno offerto da un amplificatore in corrente non dipende solo dal suo circuito, ma anche dalle caratteristiche della testina. In altre parole, il guadagno diventa imprevedibile (leggete le mie esperienze più avanti). Ripeto, è un bel vantaggio poter regolare il guadagno tanto prossimo al valore desiderato. E per finire, il guadagno variabile diventa una necessità quando occorre collegare direttamente un ADC (convertitore analogico digitale) allo stadio fono. Di questi tempi non è poi tanto difficile trovarsi a dover fare collegamenti del genere: accade quando si fanno i trasferimenti da LP a CD (su entrambi i miei registratori ADC mancano i controlli del livello d'ingresso), quando occorre collegare un serio ricevitore audio video (questi spesso digitalizzano l'ingresso analogico), oppure ad un amplificatore integrato digitale quale il Lyngdorf TDA2200.
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L'ingresso bilanciato in corrente dell'AQVOX non rappresenta proprio un'interfaccia ideale per una testina a bobina mobile, per cui ci si potrebbero aspettare problemi di compatibilità con qualche esemplare. Fortunatamente avevo a disposizione quattro tipi di testine completamente diversi tra loro e, sempre fortunatamente, c'era ancora l'esemplare di Technics SL-1200 utilizzato per una recensione con il suo portatestina scollegabile, debitamente impegnato accanto al mio abituale GyroDec con braccio SME IV. Denon DL-103
La prima prova l'ho fatta con la fidata DL-103. Questa presenta una tensione in uscita di 0.35mV, insieme ad un'impedenza della bobina di 40 Ohm. Intuitivamente questo ultimo parametro sembra essere ideale per il quasi corto circuito rappresentato dall'ingresso in corrente. Nella pratica è andato tutto bene dal punto di vista elettrico, e la combinazione Denon/AQVOX ha dato i migliori risultati nel suono con i controlli del guadagno regolati intorno a +6/9dB.
Il suono, comunque, presenta punti di forza, ma anche qualche difettuccio. Gli alti sono puliti, setosi, e naturali, in linea con quanto ci si aspetta da un progetto senza controreazione ben concepito. L'equilibrio e la definizione del basso profondo è veramente incredibile. Ma ahimé, la DL-103 mostra una leggera esilità sul braccio del SL-1200, ed il Phono 2 Ci tende ad enfatizzarla. Il suono risultante è di una trasparenza estrema, che potrebbe apparire piacevole se non si percepisse una certa mancanza di corpo. So benissimo che a qualcuno questo tipo di suono può piacere, ma non si tratta di una combinazione universale.
Grado Statement Platinum
La prossima sul banco di prova è stata la Grado Statement Platinum, la testina a bassa uscita che diede risultati piuttosto deludenti durante la recensione del giradischi SL-1200. La Grado fornisce come dati di targa un'uscita di 0.5mV, una resistenza di 2 Ohms e un'induttanza di 2 millihenry (consultate il sito della Grado oppure il manuale della testina). La bassissima resistenza della bobina porta a pensare ad un guadagno efficiente quando accoppiata con l'ingresso in corrente. D'altra parte, l'elevato valore di induttanza attenuerà senza dubbio le alte frequenze quando abbinato alla bassa impedenza d'ingresso del valore di 20 Ohms presentata dal Phono 2 Ci, qualcosa del tipo -21dB a 20kHz! Nessuno sano di mente proverebbe a pilotare uno stadio fono in corrente con una simile testina. È proprio quello che ho fatto. Ed ha funzionato! Infatti, la Grado si è comportata meglio della DL-103, aggiungendo alla gamma bassa calore e consistenza, quasi senza produrre quelle fastidiose sibilanti che nel passato si erano verificate.
Quindi cosa si è verificato? Improvvisamente la legge di Ohm ha perso di validità? Naturalmente no. Utilizzando il pratico Peak Atlas LCR40 ho misurato la vera impedenza della Platinum: 2 Ohms in serie a .. soli 60 microhenry. Le specifiche pubblicate da Grado sono completamente sbagliate, che figura! Con questi valori di impedenza il calo che ci si aspettava intorno ai 20kHz è praticamente insignificante 0.6dB, appena sufficiente ad addolcire, ma sufficiente a farmi arrabbiare ancora di più...
Benz Micro MC Scheu
Passiamo quindi alla Benz Micro MC Scheu. Si tratta di una testina MC ad alta uscita, quindi anche in questo caso teoricamente sconsigliabile con un dispositivo
con ingresso in corrente. Le specifiche sono di 2mV a 5cm/s e 50 Ohms. Ancora una volta la configurazione ha funzionato bene, anche se con i controlli impostati a 0 era presente un leggero eccesso di guadagno. Niente che compromettesse il suono, che appariva
pulito, liquido, caldo, dinamico, con alti delicati, in una parola, elegante. Sto parlando di livelli qualitativi elevati, ma tenete presente che
questo risultato positivo non può essere generalizzato e non è valido per qualsiasi MC ad alta uscita collegata ad uno stadio
fono pilotato in corrente.
L'impedenza di 50 Ohm che caratterizza la Scheu è particolarmente bassa se messa a confronto dei suoi 2mV
in uscita, e questo probabilmente aiuta nell'interfacciamento. Una testina simile alla Denon DL-110 fornisce un valore quasi identico di 1.6mV,
ma la resistenza della bobina si attesta intorno ai 160 Ohms. Una testina simile probabilmente non è adatta in questo caso!
Ma questo non è un problema: il Phono 2 Ci chiaramente merita una testina migliore e, in ogni caso, ci sono sempre gli ingressi in
tensione che possono, a mali estremi, essere utilizzati.
Jan Allaerts MC1b
Arriviamo a livelli di qualità ancora superiori quando passiamo alla Jan Allaerts MC1b (0.5mV, 20 Ohms). L'interfacciamento non appare per nulla problematico, anche se le impostazioni sul guadagno sono state fissate ancora una volta verso i +6/9dB, gli stessi valori fissati per la DL-103 dall'uscita più bassa.
Con la combinazione GyroDec/SME/Allaerts mi sono concesso il lusso di una semplice sessione di ascolto di un disco dietro l'altro, infatti l'AQVOX ha migliorato le prestazioni dell'intero impianto. Apporta al suono una pulizia su tutto lo spettro delle frequenze, mentre altri stadi fono tendono ad essere leggermente sporchi e/o sbilanciati. Questa pulizia e mancanza di confusione mette a fuoco in maniera precisa l'immagine stereofonica, conferisce una notevole trasparenza ed una naturale e convincente dinamica. Il suono è analitico nel senso che permette con facilità di focalizzare tutti gli strumenti della registrazione ma, come si suol dire, non diventa radiografante, mantenendosi piacevole e semplice. Anche quando sembra manchi una certa energia e drammaticità alla riproduzione, mi è sempre sembrato un apparecchio interessante per cui ci deve essere qualcosa che l'AQVOX fa veramente bene.
Il mio pre fono di riferimento è un Trichord Dino+ MkI modificato. Non so come va rispetto all'attuale Dino MkII (che ha ricevuto diversi elogi, anche in Germania), ma quello che ho a casa suona leggermente più dolce rispetto allo MkI standard, grazie ad una piccola modifica alla curva RIAA e a qualche condensatore Epcos MKV in polipropilene ed olio. Infatti, ho a disposizione anche un Delphini MkII (solo la scheda che ho sistemato in un telaio DIY per un pre di linea), e ritengo il Dino più musicale, anche se meno preciso. Ad ogni modo, messo a confronto con l'AQVOX il Dino appare più rotondo e consistente in basso, e l'immagine risulta un po' più convincente nelle dimensioni e nella focalizzazione. Tuttavia, ad un ascolto più attento traspare che il Trichord restituisce meno informazioni sulle basse frequenze e in generale è leggermente più sporco e lento. Così come il Dino, l'AQVOX appare pulitissimo e preciso, ancor più musicale, e quindi in definitiva, migliore.
Per ora sicuramente avrete capito che sono molto soddisfatto del suono che esce dal AQVOX in modalità in corrente. L'unico rammarico potrebbe essere che il guadagno in questa modalità deve essere tenuto basso: avrei preferito utilizzare testine come la Allaerts con il controllo di guadagno a 3-6dB, lasciando spazio a testine con un più basso livello di uscita. Questo difetto, comunque, dovrebbe essere bilanciato da tre fattori. Primo, il guadagno non è a costo zero in un progetto a due stadi, anello aperto quale è questo descritto, aumentare il guadagno del circuito probabilmente influirebbe negativamente sul suono. Secondo, ho effettuato la serie di prove con uno stadio linea a guadagno unitario. Molti pre in commercio presentano un guadagno maggiore di uno che compensa in parte quanto da me lamentato. Terzo, le uscite bilanciate, che non ho utilizzato, aggiungono altri 6dB quando si ha a disposizione uno stadio linea con veri ingressi bilanciati, per cui ..
Considerato che la modalità in corrente rappresenta una delle due peculiarità di questo Ci ho dedicato poco tempo al "normale" funzionamento in tensione, utilizzando l'MC1b.
Le mie sensazioni sono state di una presentazione sicura, con un'immagine meno stabile. Fortunatamente il buon equilibrio riscontrato nella modalità in corrente è rimasto, compresi la meravigliosa definizione del basso e la cristallinità delle alte frequenze. Mi sbilancio a dire che nel modo in tensione il Phono 2 Ci ci restituisce un buon 80% di quanto è in grado di fare (forse qualcosa in più con una MM ad alta uscita), e questo fa sì che il prodotto resti sempre a livelli molto alti. Anche se in fin dei conti sarebbe preferibile l'utilizzo dell'ingresso in corrente in ogni caso, non ci si sente meno appagati se si torna per un breve o anche lungo periodo alla modalità in tensione.
L'AQVOX è competitivo anche tra i prodotti professionali. Quello che più gli si avvicina è si trova nel mio studio, dove ho un impianto dedicato al trasferimento degli LP sui CDs grazie ad un pre fono Rotel RX-970 (con componenti RIAA selezionati e una curva di frequenza completamente variabile sopra i 2120HZ) collegato ad un M-Audio Firewire Audiophile (anche lui con lo stadio d'ingresso che precede il chip dell'ADC modificato). Nella modalità in corrente la Scheu MC guadagna troppo, facendo quasi arrivare al clipping l'ADC, per cui sono dovuto passare alla modalità in tensione. I controlli del volume del Phono 2 Ci si sono rivelati molto utili rendendo i livelli di registrazione degli LP compatibili con quelli di ingresso del convertitore AD e correggendo qualche leggero sbilanciamento tra i canali. In generale l'AQVOX permette trasferimenti di qualità superiore, e l'unico pregio del Rotel, la RIAA variabile è più che bilanciata dal maggior dinamismo, trasparenza e la mancanza di distorsioni del Phono 2 Ci.
L'AQVOX ha dato prova di essere un buon componente con il quale convivere. Le dimensioni e le finiture sono apprezzabili e l'estetica è, a mio modo di vedere, ben concepita ed elegante. Le manopole del controllo del guadagno danno una sensazione di robustezza e ancor più importante, pur tormentandole durante la riproduzione non si inducono crepitii o rumori indesiderati. Conoscendo il punto esatto in cui sono posti questi potenziometri di guadagno all'interno del circuito LEF vi posso assicurare che si tratta di un indicatore delle qualità del progetto e dell'ingegnerizzazione del circuito. Allo stesso modo il filtro subsonico sembra apportare il suo contributo nel modo meno intrusivo possibile. Inserendolo e disinserendolo non sono stato in grado di sentirne gli effetti, anche se devo riconoscere che le ESL-63s non possono essere definite diffusori full-range. (Ho come avuto l'impressione che la rimozione della sporcizia subsonica effettuata dal Phono 2 Ci mi ha permesso di ascoltare le Quads a volumi più alti rispetto a quelli a cui sono abituato). Non si tratta di uno stadio fono silenziosissimo, ma i rumori sono molto bassi in modalità in corrente mentre risultano appena udibili nella modalità in tensione.
L'alimentatore switching fa il suo lavoro in maniera encomiabile, senza le vibrazioni meccaniche e gli hum che di solito ascolto da quasi tutti gli alimentatori lineari (a casa mia arriva una corrente piuttosto scadente). D'altra parte, il Phono 2 Ci tendeva a produrre un ronzio e un hum elettrico sia nell'impianto sia nel sistema di registrazione con il PC, e questo indipendentemente dalla posizione dell'interruttore di terra Ground Lift. L'apparecchio è risultato estremamente sensibile agli anelli di massa e l'unico modo per renderlo più silenzioso è stato quello di sostituire il cavo di alimentazione a tre conduttori con un tipo a due conduttori senza cioè il conduttore di terra.
Per tutto il periodo della recensione l'AQVOX Phono 2 Ci mi ha fatto compagnia con la sua spontanea dinamica, invitante pulizia, naturale precisione e la sua sorprendente consistenza. Anche se il bilanciamento tonale è leggermente più chiaro rispetto alla norma, con saturazione dei colori discreta, se mi passate il confronto fotografico, devo dire che questa caratteristica ha trovato affinità con le mie ESL-63 e con tutte le testine provate se si esclude la DL-103.
Il prodotto annovera tra i suoi punti di forza una circuiteria innovativa, una qualità di realizzazione ed estetica notevoli, una vasta scelta per le sue funzionalità e non meno importante un prezzo competitivo, per cui può a buon diritto essere considerato uno stadio fono di riferimento per il XXI secolo. Altamente raccomandabile!!!
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Traduzione: Fabio Egizi