Mark Wheeler riporta le sue impressioni d'ascolto su questo pre fono, e Werner Ogiers fa un po' di luce sulla tecnologia adottata ...
Prodotto: Phono 2 Ci
Costruttore: AQVOX - Germania
Prezzo: 700€
Recensori: Mark Wheeler & Werner Ogiers
Data recensione: April, 2006
Ho già cablato il mio Hadcock GH242SE in modo bilanciato. Ed è bilanciato anche quando collegato a quegli orribili connettori RCA tanto amati per le apparecchiature domestiche. L'Hadcock, così cablato, mantiene la terra vera e propria separata dal segnale di ritorno. Quindi, utilizzare l'Aqvox 2Ci è stato un giochino. All'inizio l'ho provato con il mio insostituibile Decca accompagnato da una Len Gregory in diamante. La prima impressione è stata quella di un suono magro, i White Stripes di Digital is Evil avevano un suono che ricordava gli eccessi dei primi CD. Ho pensato che questo risultato fosse dovuto al fatto che 2 soli giorni di rodaggio rappresentassero un tempo inadeguato considerato che non avevo a disposizione niente di più elaborato di qualche cavo per poter generare hum (non possiedo un filtro RIAA inverso che possa fornire un adeguato segnale alla RIAA). Dopo aver fatto trascorrere qualche altro giorno sono arrivato alla conclusione che non era (solo) questo il problema.
I parametri musicali quali, ritmo, velocità, timbro e senso del tempo sono tutti intatti, infatti si tratta di uno dei migliori ascolti fatti con una magnete mobile. Mi ricordava molto il mio stadio fono Naim modificato. La musica viene restituita con esuberanza e si ritrova anche la tradizionale presentazione Naim proiettata in avanti, ma a questo si aggiunge dell'altro. E mentre mi dannavo per cercare di capire se l'eccessiva velocità che ascoltavo fosse dovuta al pronunciato medio alto piuttosto che al basso leggero, ho iniziato a far caso ad altri parametri fino ad abituarmi al tipo di bilanciamento.
I registri alti sono estremamente puliti, ma senza esagerazioni. Il progettista Carlos Candeias ha optato per una equalizzazione diversa (variazione di Neumann) rispetto alla solita RIAA. Questa presenta un ulteriore polo, di norma a 3.18uS per equalizzare il roll-off a 50kHz introdotto da Neumann per ridurre le asperità a tali frequenze. Il tutto è ben descritto da Allen Wright. L'effetto di questa differenza con la riproduzione standard è quello di estendere la risposta verso le alte frequenze del sistema testina-amplificatore, ma anche quello di ridurre lo sfasamento fuori banda, il che si traduce in un miglioramento del senso del tempo alle alte frequenze. Anche se l'azione viene prodotta un'ottava oltre la soglia di udibilità media, l'effetto è simile a quello ottenuto con l'aggiunta di un supertweeter.
L'Aqvox 2CI dall'aspetto sembrerebbe un prodotto dedicato al settore pro, con dimensioni molto simili ad un rack 1U, e nel loro sito web c'è un elenco delle opzioni per il montaggio a rack. I connettori XLR rafforzano questa impressione. Togliendo il coperchio appare una scheda molto ben realizzata con componenti di buona qualità ed un modesto alimentatore distante 40mm dalla scheda per il trattamento audio del segnale. I blocchi di guadagno sono (presumibilmente) regolati con LED il che rende questo apparecchio affascinante come un pre a valvole quando viene tolto il coperchio. Il suono si apre leggermente senza il coperchio, fenomeno comune a tutti i telai in alluminio (meglio che con l'acciaio). Se dovessi vendere questo prodotto per gli audiofili sostituirei il top con uno in perspex colorato per mostrarne l'interno.
L'aspetto professionale mi ha invogliato ad iniziare l'ascolto con un cavo di uscita multifilare, schermato, bilanciato e di alta qualità, di prestazioni generalmente migliori rispetto agli audiofili cavi unifilari. Sostituendo un cavo fono single ended (con lo schermo collegato solo dal lato dell'Aqvox) si è registrato immediatamente un miglioramento del bilanciamento delle frequenze. Solitamente la scelta del cavo è dettata dalla sorgente del segnale.
Fortunatamente, durante la permanenza dell'Aqvox 2CI nel mio impianto, ho avuto a disposizione i monitor attivi Harefield della Digital Audio Systems di Bill Dyer. Anche questi strizzano l'occhio al settore professionale e sono perfettamente compatibili con il 2Ci. Non preoccupatevi, saranno a breve oggetto di una recensione su TNT-audio. Questa sinergia nella mia sala di ascolto potrebbe apparire fortuita, ma C G Jung suggerirebbe che è dovuta alla sincronizzazione inconscia del lavoro svolto da coloro che operano nel mondo dell'audio. Bill Dyer si prefigge anche l'obiettivo di divulgare l'importanza della precisione della fase alle alte frequenze nell'audio casalingo, e questa caratteristica dei suoi diffusori si sposa a meraviglia con gli alti estesi e pulitissimi dell'Aqvox 2Ci.
Sfortunatamente tra i possibili valori di impedenza configurabili sugli ingressi RCA dell'Aqvox 2Ci non c'è quello a 30kohm che meglio si adatterebbe alla Decca rispetto ai 47k. Ho provato la Cartridge Man MusicMaker II ma anche questo abbinamento tende apparentemente a smagrire il suono, o comunque a proiettare in avanti il medio alto come si era verificato con la Decca. Questo squilibrio è mitigato grazie alle Harefields di Bill Dyer, ma potrebbe non andare così bene con gran parte dei piccoli moderni diffusori casalinghi. Non si tratta di una critica all'Aqvox, ma di un commento a margine sul suono dei diffusori recenti rispetto alle corpose e abbondanti sonorità quali quelle del Linn Sondek uno dei punti di riferimento degli anno 80 per quanto riguarda i front-end.
Ho utilizzato il mio trasformatore variabile come controllo di volume passivo collegato alle Harefields DAS tramite un cavo bilanciato di 7m di lunghezza, quindi l'unico collegamento single ended è quello che dall'uscita dell'Aqvox 2Ci va al primario del trasformatore. Graham Nalty della Black rhodium si è dimostrato talmente gentile da prestarmi l'Opera DCT del valore di 700€ con connessioni bilanciate di qualità elevata. Non ho idea della bontà della realizzazione, ma questa combinazione fa fare un passo avanti verso la musica. Le uscite bilanciate vanno meglio rispetto alle single ended nel mio impianto, una volta scovato il cavo giusto.
Il ricablaggio delle terminazioni del braccio con i connettori XLR mi ha permesso di provare l'ottimo l'Aqvox 2CI. Con l'ingresso XLR abbiamo un amplificatore in corrente completamente bilanciato. Considerato che si utilizzano le variazioni della corrente dovute alla testina, per modulare il guadagno dello stadio la sua impedenza dovrebbe essere irrisoria. Ho pensato bene di tirare fuori una delle testine più scomode per verificare questa teoria. La vecchia Linn Asak T-DC2100K (da corrente continua dc a 100k?!? Ivor era in vena di strafare per affermarlo) è basata sull'interno di una Supex e ricordo di aver trascorso molte ore negli anni 80 per provare diversi valori di resistenze d'ingresso e arrivai alla conclusione che 470 ohm rappresentavano il valore ottimale. L'ingresso RCA dell'Aqvox può passare da 100 a 1k ma non può assumere valori all'interno di questo intervallo. Si otterranno i risultati immaginati collegando i terminali del braccio attraverso le terminazioni non standard ed un po' sottodimensionate del Linn?
Il suono tirato fuori dall'Aqvox è stato allo stesso livello di quello della scheda Naim 'S' progettata espressamente per questa testina. Ho tirato fuori Feats don't fail me now di Little Feat e in particolare Nimbus Supercut che ha girato sul mio vecchio Linn per tantissime volte e con questa testina il suono c'era tutto. l'Asak era noto per la sua idiosincrasia con le bobina mobile; darebbe problemi sia ai trasformatori sia ai transistor nella stessa misura. L'Aqvox non si è minimamente scomposto, anche quando ho infierito con la registrazione dal vivo di Captain Beefheart, Magneticism. La prova finale per l'Asak è stata Modern Times dei Latin Quarter, caratterizzato da fastidiose sibilanti sulla voce dovute all'equalizzazione del microfono, e l'Aqvox ha mitigato l'irruenza dell'Asak senza per questo compromettere la sostanzialità del messaggio musicale.
Ho proseguito con una selezione di vecchie Ortofon, Audio Technica e altro materiale ancora del quale adesso mi sfugge il nome e in tutte le situazioni si sono avuti risultati apprezzabili con l'Aqvox 2Ci. Come ovvio, l'ingresso bilanciato in corrente è adatto a tutte le mie MC a bassa uscita. Non ne ho nessuna ad alta uscita (sopra i 2mV per 5cm/S) da quando la mia Sumiko Blue point Special si è rotta, ma sono curioso su quello che potrebbe accadere con una testina ad uscita bilanciata della filosofia a ferro mobile. La mia Decca è stata ricollegata all'Hadcock GH242SE, e questa configurazione diventa sempre più stabile. La Decca è diversa sia dalle convenzionali MM sia dalle MC; genera la sua uscita nelle bobine laterali e verticali le cui uscite sono date dalla loro somma e dalla loro differenza in modo da dare origine alle uscite dei canali destro e sinistro. È completamente flottante rispetto alla terra per cui risulta "bilanciata" al pari di una bobina mobile.
La Decca London non si esprime al meglio con questo ingresso. Suona quasi come con l'ingresso RCA anche se la configurazione è completamente diversa. La Decca è famosa per essere capricciosa e talmente atipica che non gli se ne fa una colpa, ma dimostra come un generatore d'ingresso (testina o microfono che sia) non possa essere completamente universale, e per produrre un blues acustico ho scelto la Decca con il Concordant Excelsior ottenendo risultati deludenti per quanto riguarda il realismo.
Restando in tema di blues acustico, l'ultima prova a cui ho sottoposto l'Aqvox 2Ci è stata la MusicMaker II collegata con l'ingresso XLR. Non ero ottimista sui risultati. Il VTA deve essere regolato nella posizione massima con i sottili vinili degli anni 70 (in stile dynaflex) e va quindi portato al minimo con l'Anadisc 200g della Original Master Recording che ho fatto scivolare sul Michell Orbe SE: si tratta di Folk Singer di Muddy Waters. Il bilanciamento in frequenza è quello che vi aspettereste da una MM che pilota una bassa impedenza: medi molto in avanti (in antitesi con quelli degli ingressi RCA che vedono un carico corretto) e alti inesistenti... ma nonostante ciò, la ricostruzione ambientale è fantastica, facendo immaginare una buona risposta in fase per le alte frequenze sebbene la resistenza e la capacità non assumono valori compatibili per questa testina. L'ambienza è ben riproposta, dando luogo ad un palcoscenico di medie dimensioni. Torniamo alle MC a bassa impedenza; l'ingresso bilanciato non si interfaccia correttamente con la MusicMaker MM.
Questa ottima ricostruzione della scena è presente anche con le registrazioni mono (come in effetti deve essere) e l'illusione di spazio è stranamente molto simile a quella proposta dal valvolare Concordant Excelsior. La precisione della risposta in frequenza e le prestazioni per quanto riguarda la fase sono in particolar modo evidenti con le registrazioni mono; l'immagine centrale appare precisa e proporzionata, ma il senso di spazio si percepisce nei riverberi e nelle eco.
L'Aqvox 2Ci è un notevole amplificatore fono, ancor più se si pensa che il suo prezzo si attesta sotto i 700€. I diffusori attivi Dyer DAS Harefield si sono rivelati un fortunato abbinamento nel mio impianto insieme all'Aqvox. Le Harefields hanno permesso all'Aqvox 2Ci di evidenziare i suoi punti di forza, forse i tipici moderni diffusori home avrebbero nascosto queste potenzialità ed enfatizzato la magrezza del suono. L'alimentatore dell'Aqvox e i condensatori di modesta capacità contribuiscono ad innalzare la velocità e la prontezza, ma potrebbero anche essere i responsabili di questo effetto di dimagrimento del suono. Le basse frequenze sono precise ma di una qualità diversa da quella che normalmente viene considerata audiofila, il che potrebbe lasciarvi perplessi inizialmente.
Dal punto di vista musicale, il ritmo scorre fluidamente ed il senso del tempo appare impeccabile fino al limite delle alte frequenze udibili. L'ambienza viene riproposta in modo encomiabile e l'accuratezza in fase su tutta la larghezza di banda mantiene le proporzioni del palcoscenico su tutto lo spettro senza sconfinamenti inopportuni da parte degli strumenti.
L'Aqvox 2Ci non pretende di essere il primo della classe, ed occupa una fascia di prezzo intermedia. È molto più preciso rispetto a prodotti economici (quelli sotto i 200€), e spesso compete in trasparenza con prodotti anche più costosi. Si tratta di un prodotto di classe e versatile e lo raccomando in particolare a chi possiede una discreta scorta di testine.
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Traduzione: Fabio Egizi