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Nuovo Dynaco ST 70 series II contro l'originale ST-70

Parte II

[Vintage Dynaco ST 70]
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Nella prima parte di questo articolo abbiamo parlato della storia dell'ST-70 e delle differenze tra la versione II e quella originale.
Nella seconda parte mi occuperò ancora delle differenze circuitali tra queste due versioni del famoso amplificatore, e vi darò le mie impressioni d'ascolto.

Analizziamo le analogie della circuitazione. Entrambi gli amplificatori erogano 35 W per canale e, probabilmente, fino a 15 W lavorano in classe A che diventa AB dai 15 ai 35 W. Le valvole di uscita sono delle 6CA7/EL34, i trasformatori d'uscita, a configurazione ultralineare, sono gli stessi per entrambi i modelli. Parte dell'avvolgimento primario è collegato alla valvola di uscita. Questa configurazione fornisce bassi valori di distorsione uniti a un ottimo comportamento all'ascolto.
La versione originale dell'ST-70 veniva venduta con valvole Mullard (marchiate ora Dynaco), mentre la serie II monta valvole di uscita Siemens, prodotte in Est Germany, ed anch'esse marchiate Dynaco.

[Dynaco ST 70 II amp]

Entrambi i modelli hanno gli ingressi sul pannelo frontale, mentre le uscite sono poste sul pannello posteriore.
Le differenze tra queste due versioni dello stesso amplificatore, mostrano come 40 anni possano influenzarne il progetto pur trattandosi di elettroniche valvolari. La versione II nacque nei primi anni novanta, mentre l'ST-70 originale risale agli anni Cinquanta. La differenza più evidente tra i due è l'utilizzo di differenti circuiti stampati. La versione II ospita la sua circuitazione su una scheda stampata in fibra di vetro epossidica doppiafaccia costruita a norme militari.
Questo è un materiale di elevata qualità e garantisce la costanza di prestazioni negli anni.
L'ST-70 originale era invece cablato in aria ad eccezione del circuito driver che pre-installato su una scheda di materiale fenolico, affetto da cambiamenti nella sua struttura chimica nel tempo, provocando alterazioni abbastanza sensibili all'ascolto. Da qui il motivo per cui apparecchi della stessa versione ma costruiti in decenni diversi, potevano presentare caratteristiche elettriche differenti.
Alcuni sostengono che le elettroniche cablate in aria suonino meglio di quelle che utilizzano circuito stampato, ma personalmente non mi trovo d'accordo.

La serie II si presenta con un elegante coperchio metallico, mentre L'ST-70 prima serie ne era sprovvisto.

Un'altra differenza tra i due finali è costituita dalla sezione di PILOTAGGIO. L'ST-70 originale fa uso di valvole 7199, che lavorano come invertitori di fase per le valvole di uscita. Questo schema di funzionamento lavorava egregiamente fino agli anni settanta.
Alla fine venne però cessata la produzione di queste valvole ed esse erano solo più disponibili come NOS (New Old Stock), e solo ultimamente i cinesi e i russi hanno cominciato a produrle.
Per ovviare a questi problemi di disponibilità la serie II venne prodotta facendo uso di valvole 6GH8A nel driver di pilotaggio.
Ad ogni modo c'è da aggiungere che le due valvole non sono esattamente identiche tra loro, di conseguenza ciò ne vieta l'intercambiabilità, a meno di operare aggiustamenti nel circuito.

La differenza principale, rimane comunque la sezione di alimentazione. La serie II utilizza, difatti, raddrizzatori a stato solido (quattro diodi), mentre l'originale usa raddrizzatori a valvole (5AR4/GZ34 della Mullard).
Sono in molti a sostenere che una sezione a stato solido doni alla riproduzione caratteristiche di maggiore dettaglio.
Le GZ34 Mullard, decisamente affidabili, non sono più in produzione, anche se è possibile il loro reperimento come NOS anche se a prezzi non propriamente abbordabili. Le GZ34, sono ancora prodotte in Cina e Russia.

Il bias dell' alimentazione fa uso, nella serie II, di un diodo, mentre un raddrizzatore al selenio (affetto, però, da decadimento delle prestazioni con il passare degli anni) viene impiegato nell' ST-70 originale.

La risposta in frequenza dei due apparecchi dichiarata è compresa tra 20 e 20.000 Hz, anhe se essa viene ottenuta in modo differente. La serie II utilizza un filtro di ingresso per limitare la risposta in frequenza a quelle che sono le specifiche. L'ST-70 originale fa uso, invece, di componenti all'interno del circuito per influenzare la curva di risposta, con l'inconveniente di limitare il guadagno agli estremi banda e innalzarnee il relativo tasso di distorsione.

Ciò di cui non si è perfettamente a conoscenza è che il punto di feddback ultralineare dell'avvolgimento primario del trasformatore di uscita nella serie II viene portato a 8 ohms, contro i 16 della versione originale.
Dal momento in cui la maggior parte dei diffusori presenta valori di impedenza nominale proprio attorno agli 8 ohms, tale scelta si rivela più adatta riducendo inoltre la distorsione.
Per esperienza posso dire che la serie II brucia, occasionalmente, le resistenze di catodo (15.4 ohms, 1% 1-3 watts).
Ho notato che riducendo la corrente di bias questo è meno probabile che accada. Ad ogni modo c'e da mettere in conto la sostituzione dei citati resistori dopo 1500-2000 ore di funzionamento.
Sto utilizzando il mio ST-70 per verificare se ciò accade. è risaputo che i primi componenti a bruciarsi sono le resistenze di catodo, e questo evita il danneggiamento di altri componenti ben più costosi come i trasformatori di alimentazione e di uscita.
I resistori di catodo si bruciano sia a causa dell'età che dell'uso, oltre che, ovviamente, per l'utilizzo con correnti superiori a quelle sopportate.
Talvolta ho notato, che la "morte" di una resistenza è preceduta da un riscaldamento improvviso della valvola di uscita.

L'Ascolto!

Ho messo a confronto le caratteristiche soniche dei due apparecchi nel mio impianto. Ho utilizzato come pre un Dinaco PAS3 (con valvole Telefunken 12XA), come sorgenti un giradischi analogico Dual CS 503-3 (trazione a cinghia) testina Ortofon OMB 20 e un giradischi digitale Parasound C/DX-88. I diffusori erano dei Paradigm 11SE MarkII.

Ho utilizzato dischi e CD di musica classica e rock'n'roll, cercando di effettuare le comparazioni allo stesso livello sonoro per i due finali, e avendo cura di lasciare i controlli di tono nella posizione flat.

Ho trovato l'ST-70 molto dolce e morbido, i bassi non erano molto in evidenza, e ritengo che sia adatto a riprodurre la musica classica.
Questo amplificatore utilizza stadi di raddrizzamento, che hanno la conseguenza di regalare meno verve nei passaggi musicali ad alto volume o ricchi di basse frequenze. è immediatamente riconoscibile all'ascolto per il suo carattere da valvolare puro ed è in grado di regalare ore e ore di musica senza provocare la minima fatica di ascolto indipendentemente dal livello sonoro.

Sono rimasto molto sorpreso, oltre che stupito, dal suono della versione II, che ha sfoggiato caratteristiche dinamiche di tutto rispetto. Le basse frequenze sono risultate essere davvero coinvolgenti, a testimonianza della aumentata capacità degli stadi di alimentazione, e dall'utilizzo di trasformatori di alimentazione e stadi raddrizzatori più prestanti.
Il suono che usciva dai diffusori era stupendo, un suono che ascolteresti per giorni interi. Elevate le caratteristiche di velocità e dinamica grazie agli stadi raddrizzatori.
La serie II riesce a coniugare i vantaggi delle valvole con quelli delle migliori circuitazioni a stato solido. Ho trovato questo finale perfettamente a suo agio con il rock'n'roll.
Ai livelli sonori più elevati la mia casa ha letteralmente iniziato a tremare, e mi son stupito che nessun vetro si sia rotto.

Quale dei due preferisco? Devo ammettere che mi piacciono entrambi, e che li uso alternativamente. Tutto dipende dal tipo di di musica che ascoltate, ma entrambi sono finali di elevata qualità sonora, una vera delizia per le orecchie.

Nessuno dei due è più in vendita anche se è relativamente facile trovarli usati (dopotutto oltre 300.000 apparechhi della versione originale sono stati prodotti).
Suggerisco, per chi volesse entrarne in possesso, di consultare il sito Internet http://www.ebay.com, digitando come motore di ricerca semplicemente "Dynaco".
La serie II è più difficile da reperire a causa del minor quantitativo immesso sul mercato, e i prezzi, per entrambe le versioni, si aggirano tra i 250 e 400 dollari, a seconda delle loro condizioni.
Ricordatevi che esistono diverse versioni dell'ST-70, e che le uniche che mi piacciono sono quella con i trasformatori di uscita siglati "A 470", e la versione II.

© Copyright 1999 Harvey Kader - http://www.tnt-audio.com
Traduzione: Francesco Savarese

Come stampare questo articolo

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