Prodotto: Amplificatore Integrato KA i180
Costruttore: Karan Acoustics - Yugoslavia
Numero di Serie:
0102-007
Prezzo: chiedere al costruttore
Recensore: Dejan V. Veselinovic
Data della
recensione: maggio 2001
|
Nell'audio, come in qualsiasi altro settore produttivo, la cosa
probabilmente più difficile da realizzare è la progettazione di una versione
migliorata, di un Mark 2, di qualsiasi prodotto. E' l'incubo del costruttore
ma anche del recensore, specie se la versione originaria aveva già avuto una
recensione strepitosa, come è il caso di questo amplificatore
integrato.
L'ho definito quasi perfetto - dunque come è possibile migliorare
un prodotto quasi perfetto? Obbiettivo tutt'altro che facile per il costruttore,
ma ancora più difficile per chi deve recensire il prodotto. In effetti confesso
che io (e attraverso di me voi) mi trovo davvero in una situazione non facile per
diverse ragioni.
In primo luogo, la memoria acustica è attendibile per un tempo non superiore a 15 minuti - si, avete letto bene, minuti - trascorsi i quali degenera progressivamente a memoria razionale, vale a dire al ricordo di un commento, non del suono. In pratica si tratta di confrontare un commento con una realtà sonora. Difficile.
Secondo, a questi livelli, qualsiasi miglioramento è necessariamente piccolo, per il semplice motivo che il prodotto originario era già di eccellente qualità. Si tratta davvero di un miglioramento effettivo? In ogni caso le modifiche sono state fatte e l'aver recensito l'amplificatore nella versione base ci pone di fronte all'obbligo morale nei confronti dei lettori di occuparci anche della versione migliorata.
Terzo, qui non si tratta esattamente di una versione Mark 2. Le modifiche apportate sono tali che sarebbe più onesto parlare di un modello nuovo basato alla lontana sulla vecchia versione.
Basta guardare la foto qui sopra, non si assomigliano nemmeno esternamente, e questa è la più piccola delle differenze. Detto questo, possiamo cominciare.
|
Ci sono due tipi di differenze, quelle esteriori e quelle "sotto il cofano". Fuori il KA-i180 è indubbiamente diverso, con quel display sexy al centro del pannello frontale che oltre ad illuminare, all'accensione, il logo del costruttore, serve anche a indicare la sorgente selezionata.
Il pannello posteriore è all'insegna dei connettori WBT, di prima qualità e con isolamento in teflon e tutto il resto. E' ancora completamente simmetrico per ciascun canale.
Ma le differenze più importanti sono all'interno. Innanzi
tutto è stato aggiunto il controllo a distanza del volume - è quella piccola scheda posta tra le due file di condensatori. Il sensore è ovviamente sotto la finestra del pannello frontale e potete regolare il volume a piacimento con un telecomando rotondo.
Mr Karan odia la plastica, il che significa che anche il telecomando è in metallo al 100%. Mi sembra abbastanza resistente per sopportare per qualche anno le "cure" di mia moglie, un vero giustiziere in fatto di telecomandi (la Philips sta facendo ottimi affari con me, ne compro uno all'anno
e sto pensando ad una qualche forma di abbonamento che forse mi consentirebbe di
risparmiare qualche soldo).
I nuovi connettori WBT per i diffusori ed una scheda principale completamente nuova hanno reso necessaria la rimozione di uno degli ingressi che passano dai 4 RCA ed 1 XLR della prima versione ai 3 RCA ed 1 XLR della versione attuale. E qui si impone una digressione.
Questa scelta di togliere un ingresso non mi è per niente
piaciuta. Giudico dal mio punto di vista: voglio collegare CD, sintonizzatore,
registratore e PC, e non mi dispiacerebbe poterci mettere anche la TV. Nella configurazione attuale la TV è fuori discussione e, poichè possiedo anche un DVD, lo
dovrò alternare con qualche altra sorgente.
In altre parole, l'eliminazione
di un ingresso è stata una scelta sbagliata, certo non giustificata dalla
mancanza di spazio - si potevano disporre gli ingressi su due file, ma non
eliminare "my blue suede shoes", ehm, un ingresso di linea. Questo è
sicuramente uno svantaggio.
|
L'ingresso XLR, inteso per un lettore CD, è invece secondo me una buona mossa, giustificata dal fatto che l'ampli è comunque completamente bilanciato per cui, disponendo di un CD con uscita bilanciata, sarebbe stupido non usare l'ingresso XLR. In caso contrario, con un adattatore XLR/RCA sarà comunque possibile utilizzare l'XLR come un normale ingresso di linea. Suggerirei a Karan Acoustics di offrire questo adattatore come optional a parte.
Il trasformatore di potenza è anch'esso nuovo: è da 680 VA (erano 600) ed è fatto in Germania su specifiche di Karan Acoustics. Ora è completamente avvolto da un isolamento dielettrico tra primario e secondari, come pure attorno ad ogni singolo dei quattro secondari. Inoltre è immerso in resina, per una distribuzione uniforme del calore e per mantenere costante il bilancio termico, infine è completamente racchiuso in una schermatura non magnetica. Sebbene non strettamente necessaria nei trasformatori toroidali, questa misura è comunque da considerarsi positiva dal momento che elimina ogni minima interferenza (si tratta in effetti di una gabbia di Faraday).
I rettificatori, tutti e quattro, hanno subito una "cura ricostituente". Ora ci sono ben 16 diodi ultraveloci BY550 da 6A, più altri 8 a proteggere gli stadi di uscita dal kickback induttivo. Buona mossa, questa. I condensatori di filtro sono i tedeschi Roe (Roederstein); mi è stato detto che, dopo estese e prolungate prove, in gran parte eseguite in situazioni critiche di ascolto, si sono rivelati i migliori sotto il profilo del suono. Sono collegati in parallelo, per un totale di 20.000 uF per linea di alimentazione, ovvero 80.000 uF in totale. Ciò significa 72 Joule per canale di energia immagazzinata, quanto basta per bruciare il 99.9% degli ignari diffusori di questo pianeta. Ovviamente non è questo lo scopo, lo scopo è piuttosto eliminare cali di corrente/energia, e penso che in qualunque condizione che rientri nella definizione di "uso normale", si tratta di qualcosa che non avrete mai modo di sperimentare.
La regolazione del voltaggio di preamplificazione è realizzata con regolatori a tre punti LM317/337, prudentemente montati su dissipatori di calore alettati, anche in questo caso separati per ciascun canale. Questi prendono energia da coppie totalmente separate (una per ciascun canale) di condensatori Roe ciascuno da 3.300 uF di specifiche.
Nel complesso si tratta di un accoppiamento diretto al 100% - nemmeno un condensatore sul percorso del segnale, ogni ingresso va diretto all'uscita per i diffusori.
La sezione finale è stata anch'essa migliorata. La velocità è ora "superiore a 300 V/uS" da ingresso ad uscita, e anche in questa versione non ci sono induttanze di uscita, cosa che approvo sicuramente e condivido l'opinione di John Curl che l'uso di induttanze di uscita è una soluzione di ripiego per rattoppare difetti di progettazione (per maggiori dettagli visitate Parasound, dove potrete trovare l'intervista completa in formato PDF). Ha ancora la topologia originale a retroazione complessiva zero.
Mi hanno detto che il bias è ora di tipo "adattivo"; il che vuol dire che riesce a far rimanere lo stadio di uscita in pura classe A da 0 a circa il 75% della potenza massima. Con la regolazione del volume a zero la corrente di quiescenza è di 80 mA in entrambi i canali e su tutti i transistor, indice questo di un abbinamento e di una taratura eccezionali. Ma al crescere del segnale cresce anche il bias ed in misura superiore all'andamento del segnale, così quando il segnale raggiunge lo stadio di uscita, quest'ultimo è già pronto a fornire la massima potenza.
La topologia, mi dicono, è ancora la stessa - retroazione complessiva nulla, con stadi di guadagno di voltaggio e di corrente ciascuno con retroazione locale. E' ancora una configurazione completamente bilanciata, dove sia il segnale sia "+" che "-" sono controllati, metodo preferibile rispetto a quello classico di controllo del solo segnale "+" (e anche più logico, ma evidentemente più costoso). Per potenze superiori ai 100W questa è sicuramente la tipologia migliore. Lo stadio di uscita è ancora costituito da transistor di potenza Sanken 2SC2922/2SA1216 o simili, comunque Sanken, di tipo RET (Ring Emitter Transistors - all'interno sono costituiti da molti transistor più piccoli disposti a formare un anello).
La nuova scheda e il trasformatore hanno anche migliorato il già notevole fattore di smorzamento, che passa da 1800:1 a 2500:1, valori che tutti vorrebbero, ma che solo in pochissimi riescono effettivamente ad ottenere.
Da ultimo, non certo per importanza, tutte le elettroniche Karan Acoustics sono fornite di serie con punte SoundCare invece dei classici piedini.
Il migliore amplificatore che abbia mai sentito, in qualunque fascia di prezzo: bassa, media, alta o qualsiasi altra. Punto. E a capo.
Bene, questo è un punto interessante. Trattarlo nel modo dovuto mi ha costretto a fare un po' di facchinaggio e a rischiare di rompermi la schiena: l'unico modo corretto era infatti quello di fare una prova di tipo A/B. Sono quindi andato a recuperare l'ultimo esemplare Mk.1 da Vox Trade, il distributore esclusivo di tutti i prodotti Karan. Se qualcuno vi racconta che lavorare nelle compagnie di spedizione è una pacchia non credetegli.
Ad ogni modo, ho predisposto un elenco di brani musicali, ho collegato i diffusori al modello vecchio, ho ascoltato un paio di brani, collegato il nuovo modello e riascoltati gli stessi brani. Entrambi gli amplificatori sono stati accesi al loro arrivo e mai più spenti per tutta la durata delle prove che sono proseguite per diversi giorni, dal mattino a mezzanotte. Francamente non è stato un compito facile, perchè si tratta di mettere in evidenza sfumature molto tenui, a questi livelli differenze sostanziali non ce ne sono, specialmente nel caso di prodotti del medesimo costruttore.
Ciò nonostante le differenze ci sono, e sono risultate maggiori di quanto mi aspettassi.
Invece di dividere questa recensione nei soliti paragrafi Microdinamica, Macrodinamica e Valutazione Complessiva, a causa della natura peculiare delle prove in questione, e solo per questa volta, non separerò la trattazione dei diversi aspetti.
Fortunatamente i miei timori, e cioè che i miglioramenti in qualche prestazione fossero stati ottenuti a scapito di altre, si sono rivelati totalmente infondati. Non c'è nulla in cui l'Mk2 non eguagli le prestazioni del Mk1. Al contrario, ho notato diversi aspetti in cui il KA-i180 si è dimostrato superiore.
Onestamente non posso dire che il KA-i180 dimostri maggiore potenza rispetto al Mk1 - entrambi danno quella meravigliosa sensazione di potenza apparentemente illimitata, sensazione ovviamente molto soggettiva dal momento che tutti gli amplificatori arriveranno ad essere, prima o poi, a corto di potenza. Ma nell'ambito di un ascolto normale ti fanno pensare che non ci siano limiti a quanto sarebbero in grado di riprodurre nel pieno rispetto della dinamica.
Tutto il dettaglio del Mk1 c'è ancora, ma nel KA-i180 è ancora un po' più chiaro, meglio definito ed in evidenza. Si tratta di una differenza piccola, eppure sufficiente a farsi notare. E' più facile notarla con la musica ambient, dal momento che è nel palcoscenico sonoro che i miglioramenti sono più evidenti. Questo è più profondo e meglio definito che nel Mk1, ed è di gran lunga il migliore che io abbia mai sentito in qualunque apparecchio ed a qualunque prezzo.
E' una rara (almeno per me) combinazione di orologeria svizzera
di qualità estremamente elevata e di muscolatura elettrica americana - c'è il più
sottile dettaglio barocco, chiaro e pulito, e quasi fisicamente tangibile. Ora, quando si tratta di, diciamo, una tromba, o di un oboe, è una cosa abbastanza
facile, ma quando si tratta invece di quattro sezioni di percussioni di
differente ampiezza e profondità e tutte sparate a "tutta forza", riuscire a
tenere il tutto assieme e sotto controllo è qualcosa che tutti i progettisti di
amplificatori sognano ma che pochissimi riescono veramente a
realizzare.
Karan ci riesce come ho sentito fare quasi altrettanto bene solo
da un altro amplificatore in tutta la mia vita, e cioè il vecchio Sumo Nine+,
una delle venerabili creazioni di Mr James Bongiorno (che da sola è sufficiente ad assicurargli
fama imperitura nel mondo dell'audio, e che le riviste non hanno mai digerito
perchè non è abbastanza cara). In realtà Karan ci riesce meglio, ma tenete
conto del tempo che è passato tra i due progetti; non sono per niente sicuro che
un moderno Ampzilla2000 non raggiungerebbe le prestazioni del Karan.
Il controllo che l'amplificatore esercita sui diffusori ha quasi dell'incredibile. Ho suonato alcune note di basso molto profondo dal CD "Audio" Blue Man Group e ho osservato i coni del woofer sia delle AR94 che delle JBL Ti600 - non li ho mai visti muoversi in questo modo ma, ragazzi, che bassi! Questo è un test facile che chiunque può fare, e illustra molto bene di quale controllo sui diffusori l'amplificatore sia capace - in sostanza, quanto buono sia il fattore di smorzamento. Notate che non ho detto "quanto grande", ma "quanto buono".
Certo un buon valore è sempre desiderabile, ma come questo
valore viene ottenuto è altrettanto importante. Per citare solo i due estremi -
può essere ottenuto impiegando una eccessiva retroazione negativa,
oppure mediante la sola retroazione locale. Dovrebbe essere ovvio che
quest'ultima soluzione è la migliore, ma sfortunatamente essa implica anche una
attenzione estrema - gente, ESTREMA! - nell'abbinamento dei dispositivi di
uscita (non solo in termini di gain, ma anche di altre caratteristiche
elettriche come Ton, Toff, Ft, ecc.) per funzionare davvero bene.
Certo si
può fare, ma è un'operazione tutt'altro che facile perchè richiede la disponibilità di
strumentazione complessa e costosa per verificare l'abbinamento dei vari
dispositivi, anche se provenienti dallo stesso costruttore e dallo stesso lotto.
E nel caso del Karan è stato fatto - lo posso confermare sulla base di alcune
molto semplici misurazioni che ho eseguito. Per esempio, ho misurato 80 mV
a cavallo degli 8 transistor di potenza con una deviazione inferiore allo 0.1% -
che è il limite del mio tester! Mai visto nulla di simile prima d'ora, ad
eccezione dei miei progetti (ma questi non contano, io lo faccio per passione,
non devo mica venderli). La misura che più si avvicina a questa l'ho fatta su un
finale di potenza Kensonic: 0.7% di deviazione nel caso peggiore (tipicamente
0.3%).
Questo spiega in una certa misura l'estremo fattore di smorzamento, che è senza dubbio in gran parte responsabile del controllo che l'ampli ha suoi diffusori - li blocca e non li molla per nessuna ragione.
In sostanza, dunque, il Karan Acoustics KA-i180 è ora un
prodotto maturo. Nel suo sesto anno di produzione era arrivato il momento di
una bella "rinfrescata" e l'hanno fatto in maniera indubbiamente ammirevole,
senza perdere nulla e guadagnando... cosa? Non è facile trovare la parola
giusta, suppongo che i termini migliori siano finezza, raffinatezza. Per dirla
in termini automobilistici è come avere una Rolls-Royce verniciata non in Verde
da Corsa Britannico, ma in un bel colore metallizzato, o come sostituire le sue
ruote di precisione con cerchi in lega italiani ultimo modello ricoperti con i
migliori pneumatici Michelin disponibili sul mercato, non importa a quale
prezzo.
All'interno togliete il climatizzatore di serie, che è già
sovradimensionato, e al suo posto metteteci un condizionatore Carrier, modello
per camion con cella frigorifera. Poi chiedete a fratello Giorgio (Armani) di
occuparsi del design degli interni, e a questo punto avrete l'automobile migliore
sulla faccia della terra, punto. Per i lettori italiani, è come portare a
spasso una sventola bionda sulla vostra Ferrari rosso-Ferrari con firma
autografa del Commendatore (sulla macchina, non sulla bionda). Non che a noi
altri spiacerebbe, comunque.
In breve, è come passare dal migliore all'estremo, e lascio a voi capire la differenza.
Qualcuno nelle mailing list ha sollevato dubbi sulla mia
obbiettività nei confronti di Karan Acoustics, dal momento che si tratta di miei
connazionali. Non voglio usare l'argomento banale se e quanto obbiettivi siano
gli inglesi sui loro prodotti, o se lo siano gli italiani o gli americani sui
loro, ecc. Dirò semplicemente, ufficialmente, e senza tema di smentita: faccio del
mio meglio per essere obbiettivo sui Karan, almeno quanto cerco di farlo con prodotti molto più modesti. Ogni prodotto ha pregi e difetti, ma anche un prezzo. Pagate di più e avrete di più.
La Gryphon è danese, e non sono certo un fan dell'audio scandinavo, ma per Gryphon potrei arrivare ad uccidere se fosse necessario. Come pure sparerei su mezza Londra per un paio di diffusori digitali Meridian. E' obbiettività questa? Sono obbiettivo sulle punte
SoundCare, che sono norvegesi? Almeno quanto Electrocompaniet e Karan Acoustics
- sembra che abbiano una ottima opinione di SoundCare, dal momento che usano le
loro punte come standard nei loro apparecchi, come del resto faccio io. Sono
obbiettivi loro?
Sono soggettivo nei miei giudizi? Per quanto mi sforzi, in fin dei conti lo sono, se non altro perchè ascolto con le mie orecchie. Non diversamente da Lucio, e da Geoff, e da Werner, e da Nels, e da tutti gli altri di TNT - ma anche di altre riviste. In realtà, dal momento che non abbiamo nessuna pubblicità e quindi nessun'anima commerciale, abbiamo maggiori probabilità di essere obbiettivi, non trovate?
Ma voglio aggiungere ancora qualcosa. Come nel caso di tutte le altre mie recensioni, vorrei che anche questa avesse un seguito, che altre persone di tutto il mondo, persone che non ho mai incontrato, mi facciano sapere cosa pensano del Karan e come ed in che cosa la loro esperienza differisce dalla mia, o viceversa.
Diverse persone che hanno ordinato il Karan (tra l'altro, tutti hanno ricevuto il modello KA-i180) si sono messe in contatto con me. Mi hanno chiesto ulteriori informazioni oltre a quelle contenute nella recensione su TNT, e ho creduto normale soddisfarli - in fin dei conti sono nostri lettori, e il solo motivo per cui il loro nome non compare qui è perchè mi hanno contattato privatamente e non attraverso la mailing list. Se volete conoscere l'opinione di queste persone, iscrivetevi alla mailing list di TNT (in inglese N.d.T.) e chiedete a chi lo possiede.
Un tipo dall'Austria c'è rimasto un po' male quando gli ho detto che il Karan avrebbe messo a nudo i suoi diffusori per quello che in realtà sono, dei brutti oggetti "plasticosi" nonostante il marchio famoso e il prezzo non indifferente. Quando ha ricevuto il suo KA-i180 e l'ha fatto suonare per qualche giorno, mi ha riscritto per dirmi che stava vendendo le casse e per chiedermi un consiglio su cosa comprare. Perchè, ha ammesso, avevo ragione, nonostante avesse inizialmente dubitato delle mie opinioni.
Un tipo italiano mi ha scritto per dirmi che pur essendo interessato all'acquisto, non era sicuro sul da farsi, dopo tutto avrebbe dovuto sborsare una cifra consistente per qualcosa che non aveva potuto non solo ascoltare, ma nemmeno vedere. Aveva anche una richiesta specifica, per cui gli ho consigliato di contattare direttamente il costruttore - dopo un po' l'ha fatto e la sua curiosità è stata soddisfatta, e dopo aver ricevuto l'amplificatore mi ha riscritto che ora si era accorto di alcuni difetti nel suo impianto di cui prima non si era reso conto. Cioè quello che gli avevo detto. Costui è un uomo felice, e gli faccio tanto di cappello perchè non ha sofferto, invocato, pianto, non si è stracciato le vesti, ha soltanto sorriso e detto che ora avrebbe cambiato il suo impianto in qualcosa di VERAMENTE buono. Ha anche aggiunto che la cosa sarà molto più facile ora che possiede un apparecchio di cui si può fidare e sul quale può basare i suoi giudizi. Questo è un modo di fare giusto e razionale!
Vedete, il problema non è se io sono obiettivo, ma se lo è l'amplificatore.
Non è facile, in questi tempi caratterizzati da un mercato rapido e da marchi che spariscono con la stessa velocità con cui sono spuntati, credere che sia possibile acquistare un prodotto "vero" ad un prezzo accessibile. E la verità è, per sua natura, spietata: mette a nudo inesorabilmente ogni difetto. Poichè siamo umani, fatichiamo a comprendere che ciò che abbiamo acquistato a cuor leggero possa non essere all'altezza di: 1) quanto lo abbiamo pagato, 2) quanto scrivono le riviste del settore 3) quanto la gente comunemente pensa. Questo si chiama condizionamento pubblicitario, ed è facile da incontrare, è ovunque. Perchè? Bè, per i soldi, ovviamente, per quale altra ragione se no?
Dunque, quello che vi voglio proporre è di chiedere a chi ha acquistato il Karan di condividere con noi le sue opinioni, sia attraverso la mailing list, sia con mail private al sottoscritto in modo da mantenere, se lo desidera, l'anonimato. Si potrebbe quindi fare una "compilation" di queste opinioni e metterla nella nostra area files, in modo che sia disponibile a tutti. Non riesco ad immaginare un modo migliore di dare un taglio a queste interminabili discussioni sull'obbiettività di chicchessia, e specialmente sulla obbiettività di TNT (e mi incavolo sul serio se qualcuno dubita dell'obbiettività di TNT) o, per quello che importa, sull'obbiettività di questa recensione del Karan. Chi avesse una proposta migliore e/o diversa è cordialmente invitato a farsi avanti nel modo che più gli aggrada.
E l'esemplare dal numero di serie simbolico "007" oggetto di questa recensione è in realtà di mia proprietà: ho dovuto mettermi in lista d'attesa, come chiunque altro. Ebbene si, l'ho comprato, perchè un buon predicatore è il primo a fare ciò che predica. Fortunatamente a mio moglie l'aspetto del Karan piace molto e soprattutto ora si è presa l'Harman/Kardon HK 680 (a cui faceva il filo da un anno buono), e quindi non ci sono state discussioni. Fiuuu!
|
© Copyright 2001 Dejan Veselinovic - - http://www.tnt-audio.com
Traduzione: Aldo Polettini
HTML Editing: Scott Faller
Come stampare questo articolo