Naim Nait 1

Leggenda vivente (1983-1987)

[Naim Nait 1]
Naim Nait 1
[English version]

Prodotto: Naim Nait - ampli integrato
Costruttore: Naim Audio Ltd. - UK
Prezzo: fuori produzione, ca. 500 Euro alla sua immissione sul mercato, nel 1983
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italy
Pubblicato: Aprile, 2003

Naim Audio Integrated Amplifier o Nait, in breve. Ogni audiofilo coi primi accenni di capelli bianchi conosce bene (o dovrebbe conoscere) questo acronimo. Il Nait è entrato in poco tempo a far parte della leggenda, quale brillante esempio di apparecchio HiFi dal costo "umano" capace di offrire prestazioni sonore sino ad allora inimmaginabili.
Naim Audio è una Azienda inglese ben nota per il suo approccio "radicale" ai temi della progettazione di apparecchi HiFi. Ad esempio, è una delle poche ad essere rimasta fedele al vecchio sistema di connessione in standard DIN, ormai soppiantato dal più diffuso RCA. Ancora, i preamplificatori Naim sono tuttora privi di alimentazione propria e vengono "serviti" dal finale (Naim) o da un alimentatore esterno (sempre Naim). Però, la cosa più "strana" di tutte è che tale alimentazione viene fatta passare nello stesso cavo di interconnessione audio che trasporta, quindi, segnale ed alimentazione allo stesso tempo (su conduttori diversi... :-))))

Da una Casa così controcorrente non ci si poteva aspettare un amplificatore integrato "normale". Il Nait è il primo ampli integrato della Naim, un oggetto così insolito e per certi versi bizzarro che ha fatto parlare di sè intere generazioni di audiofili.
Il mondo dell'HiFi non era del tutto nuovo a questo genere di apparecchi, avendo conosciuto, circa 10 anni prima, un altro piccolo ed insolito campioncino di categoria, quel NAD 3020 che ancora oggi è ricercato da tanti audiofili.
Bassa potenza, altissima qualità, grande capacità di pilotaggio ed una costruzione senza fronzoli, questi erano i segreti del buon vecchio 3020.
L'idea alla base del Naim Nait, invece, era quella di offrire ad un pubblico il più vasto possibile il proverbiale suono Naim. Secondo una consolidata tradizione Naim, la potenza d'uscita non è stata considerata di cruciale importanza per lo sviluppo del progetto. L'aspetto più importante doveva essere la tipica - ottima - capacità di pilotaggio e la dinamica REALE della quale l'ampli doveva disporre.
Come per le altre amplificazioni Naim, non fu dichiarata la potenza d'uscita, neppure quella classica su 8 ohm. Fu così che cominciò ad essere alimentata la leggenda. Qualcuno disse che si trattava del "buon amplificatore da 5 watt" che il compianto Paul W. Klipsch aspettava da tempo, altri sostennero che si trattasse di un 10 watt per canale e così via. Nella realtà delle cose, il primo Nait disponeva di circa 15 watt per canale su 8 ohm, una potenza ridicola se confrontata con quella degli integrati commerciali ben più economci ma ben presto considerata sufficiente grazie alle sorprendenti capacità dinamiche del "piccoletto".

Nel corso della sua lunga vita, il Nait è stato modificato pesantemente dalla Naim. Il primo successore fu il Nait 2, ancora con un cabinet di piccole dimensioni (il classico "half width" di Naim: 21 x 8 x 28 - L x A x P), poi arrivò il full-size Nait 3 ed infine l'attuale Nait 5.
Le somiglianze circuitali con la prima serie si fermano col Nait 2, poi il progetto prese una strada completamente diversa. Non ho intenzione di commentare sulle successive incarnazioni del Nait in questa sede, mi limiterò soltanto ad esaminare con attenzione il primo, vero, Nait 1.

[Naim Nait 1 inside]

Come si può vedere dalle foto, il Nait è un piccolo scatolotto in estrusione d'alluminio, nero con bordo "silver", dall'estetica "notturna" ed assolutamente essenziale: una manopola del volume (a sinistra!), un tasto di power on, un led che segnala l'avvenuta accensione (rosso nei primi modelli, verde nei successivi) ed i tasti per selezionare i 3 ingressi disponibili: 1 fono SOLO MM, 1 tuner ed un tape loop. Tutto qua. Ah no, dimenticavo il balance! E' il balance più strano che mi sia capitato di incontrare in tanti anni: attenua di soli 3 dB un solo canale ed è privo di posizione centrale. Tutto è lasciato al buon orecchio dell'ascoltatore. Tale bizzarra soluzione verrà abbandonata nelle serie successive.
All'interno, ordinatissimo, un piccolo capolavoro di ingegnerizzazione: una singola motherboard contiene tutti i componenti. Il cabinet in alluminio funge anche da dissipatore del calore ma, a dire il vero, come tutti i Naim, il Nait scalda pochissimo (bassa polarizzazione degli stadi finali). La sezione di alimentazione fa sfoggio di un bellissimo toroidale costruito su specifiche Naim dalla Holden & Fisher. Il suo valore è di 100 VA.
Lo stadio fono MM, integrato nella piastra madre, è sostanzialmente figlio delle famose schede fono Naim 322. Tutta la componentistica utilizzata è di tipo discreto (niente integrati o operazionali) ed è di buona qualità (niente di stratosferico, comunque).
Nel pannello posteriore gli ingressi linea fanno uso dei soliti connettori DIN, mentre per il fono Naim concede degli standard RCA. Le uscite per i diffusori sono obbligatoriamente su banane, non c'è alcuna possibilità di utilizzare altre terminazioni.
All'accensione il Nait produce un sostanzioso "bump" sulle casse, seguito tra un "crack" di minore entità qualche secondo dopo. Come tutti gli ampli Naim, essendo privo di rete di Zobel in uscita, richiede l'uso di cavi con particolari valori di resistenza, capacità ed induttanza. Qualche consiglio lo troverete più avanti nell'apposito paragrafo.

Ho acquistato il mio Nait 1 di seconda mano, in condizioni eccellenti, quando decisi che era il caso di dare a questo piccolo gioiello il posto che si meritava nella nostra piccola "Hall of Fame". In questi ultimi anni l'ho provato con tutti i diffusori che sono capitati nelle mie sale d'ascolto e quelli che seguono sono i miei commenti maturati durante il suo utilizzo.

Una leggenda vivente

Accostandovi al Nait dovete cominciare con lo sgombrare il campo da preconcetti sulla sua bassa potenza d'uscita. La prima cosa che si nota, infatti, è che questo ampli suona MOLTO più forte di quanto le sue dimensioni e la sua potenza reale lascino intuire. Tanto per darvi un'idea, più di un amante dei diffusori elettrostatici Quad lo considera un amplificatore perfetto per i difficili pannelli delle ESL 63.
La seconda cosa che si nota è la sua capacità dinamica, assolutamente inaspettata e direi, travolgente. Non c'è genere musicale che lo impensierisce, a patto di non chiedere pressioni sonore tali da portarlo al clipping. Se avete in mente ampli di bassa potenza che suonano esili e sgraziati quando alle prese con sinfonica impegnativa o col rock più cattivo...beh, questo Nait è DIVERSO. Anzi, più la battaglia si fa dura e più gli piace stupirvi.
Soprattutto, ha quella dote che i Naimofili chiamano PraT, ovvero Pace, Rhythm and Tempo, in quantità industriali. E' metronomico, preciso e "tiene" i tempi giusti della Musica con una facilità disarmante. Non è ne' lento ne' frettoloso, possiede quel respiro naturale che consente di seguire la Musica con estrema naturalezza: difficilmente riuscirete a tenere fermo il piede quando è il Nait a muovere le danze.
Basso e batteria sono i suoi terreni di caccia preferiti, forse perchè si tratta del "cimitero" di molti integrati di basso costo. Seguire le linee di basso DISTINTE dalla cassa della batteria è compito non facile se l'amplificazione ha scarse capacità dinamiche. Il risultato, spesso, è quello di un "battere" all'unisono di corda di basso e di cassa della batteria, fuse in un amalgama informe ed indistinta. Fateci caso: con molti integrati, anche di stirpe "audiophile", le due note spesso sono assolutamente legate l'una all'altra, senza possibilità alcuna di distinguere la vibrazione della corda e quella della cassa della batteria.

Il bilanciamento timbrico è tendente allo scuro ed al caldo, con una gamma altissima decisamente attenuata ed un medio-basso leggermente gonfio, quasi a dare quella sensazione di suono "grande" che si sente da amplificazioni di ben altro "peso". Il basso profondo, per ragioni fisiche, sta un po' indietro rispetto al resto, e sarebbe stato strano il contrario.
Ho sempre avuto la netta impressione che il Nait fosse "tagliato" su misura per controbilanciare la timbrica tipica di alcuni diffusori bookshelf inglesi, leggermenti avari sul medio basso e sul basso ed un tantino esuberanti in gamma alta.
Un partner sul quale il piccolo Nait è stato sicuramente "sviluppato" è quella Linn Index della quale ho scritto diversi anni fa. Al tempo della nascita del Nait, il binomio d'oro Linn-Naim era tutt'altro che sciolto ed anzi la faceva da padrone negli ambienti audiofili più "british-oriented".
Quando accoppiato con diffusori a gamma estesa, i piccoli trucchi del Nait escono fuori ma garantisco che anche in condizioni così estreme (qualcuno accoppiava il Nait alle mastodontiche e difficilissime Linn Isobarik!) il piccolo non perde il suo aplomb e la sua classe, facendosi beffe di avversari ben più recenti e più "dotati" (sulla carta).
Tanto per essere precisi sino in fondo, ho avuto modo di confrontare il Nait con tanti piccoli amplificatori di buona reputazione audiphile, compreso il NAD 3020 e la sua incarnazione più raffinata, il 3120. Poi vari Rotel (RA 820 BX, 920 AX), Cambridge A 500 RC ed altri....nessuno di questi è stato in grado di avvicinarsi alle prestazione del Nait in termini di raffinatezza, pulizia, dinamica e immagine.
Il confronto è così spietato da essere imbarazzante per i contendenti. Per dirla tutta, però, occorre ricordare che il Nait era MOLTO più costoso di questi concorrenti audiophile di piccolo wattaggio...stiamo parlando di un prezzo almeno triplo (da nuovo).
Per fortuna esiste l'usato a rimettere in sesto le cose :-)

Ovviamente, non tentate di fargli pilotare diffusori a bassa efficienza in grandi spazi, richiedendo forti pressioni sonore, ci sono delle leggi della fisica che restano valide anche in quel di Salisbury. Il piccolo Nait, tra l'altro, non è certo esente da difetti: di tanto in tanto suona un po' aggressivo sul medio-alto, con una leggera traccia di "sporco" che è indipendente dal volume sonoro richiesto. Ovviamente si fa via via più evidente con l'aumentare del voume, ma resta presente anche a volumi più bassi.

In sostanza, se state cercando un amplificatore estremamente pulito e trasparente, arioso e delicato, fareste bene a stare alla larga da questo Nait (il Nait 1, intendo, perchè col tempo le cose sono cambiate notevolmente). Se invece state cercando un ampli capace di darvi dinamica, ritmo ed un suono estremamente vitale, "life-like" come si dice, beh, mettetevi a caccia di questo piccolo diamante grezzo. Non è trasparente ma possiede un senso innato della Musica che farete fatica a trovare persino in amplificazioni molto più costose. Gli amanti del genere cameristico potrebbero trovarlo poco adatto - forse - mentre, sorprendentemente, andrà a nozze con gli appassionati del rock più sanguigno. Non è tuttavia un ampli per principianti: capire e saper apprezzare le sue tante qualità richiede un po' di esperienza d'ascolto.

In chiusura, un paio di parole sull'immagine tridimensionale. L'argomento è di scarso interesse per i Naimofili più integralisti: con le casse incollate alla parete posteriore c'è ben poca speranza di poter parlare di profondità dell'immagine virtuale. I Naimofili più radicali ritengono la ricerca dell'immagine virtuale qualcosa di artefatto che ha ben poco a che vedere con la musica vera e propria, quasi un artifizio generato dagli impianti HiFi. In parte, è difficile dar loro torto.
Comunque sia, nonostante non sia questo un parametro di vitale importanza per il cliente Naim "tipico", il Nait 1 riesce a far bene anche da questo punto di vista, creando un'immagine tridimensionale ampia, estesa anche in profondità, abbastanza precisa ed a fuoco. Fa nettamente meglio di altri amplificatorini "audiophile", tanto per capirci.
Questo dimostra che un apparecchio HiFi ben progettato riesce a far bene un po' su tutti i parametri. D'altra parte l'HiFi dovrebbe puntare ad una riproduzione fedele di ciò che c'è sul disco. Quindi, se su quest'ultimo sono incise informazioni ambientali non vedo perchè nasconderle o rinunciare a riprodurle.

Rileggendo queste note mi rendo conto di essere stato leggermente "di parte". La buona notizia è che non me ne importa assolutamente nulla. Infatti, quest'ampli non è più in produzione da oltre 15 anni, è pure difficile da trovare e non è stato fornito in prova da nessuno. E' il mio esemplare (non in vendita, sia chiaro) e me lo tengo ben stretto. E' uno di quei pochi apparecchi HiFi che hanno conquistato il mio cuore e mi piace l'idea di averlo sempre a disposizione, pronto a fare a fette il prossimo amplificatorino di ambizioni audiophile che dovesse presentarsi per spodestarlo :-)
Se - in qualche modo - vi siete ritrovati in queste righe con il vostro modo di ascoltare la Musica - cercate il Nait e provatelo nel vostro impianto. Sono certo che scalzerà il classico "ampli audiophile" di nobile stirpe senza pensarci due volte e potrà impensierire più di una coppia pre + finale di un certo pregio, specie dal punto di vista della musicalità globale.
Troverete certamente dei parametri dove il piccolo cederà il passo...ma "è la somma che fa il totale". Ed il totale di questo piccolo gioiello è insospettabilmente alto. Tanto da essere imbarazzante.

Qualche consiglio

La prima cosa da fare quando ci si imbatte in un Nait 1 in vendita è chiedere il numero di serie dell'apparecchio. Grazie a questo numero - sono sufficienti anche solo le prime due cifre - si può risalire all'anno di produzione (tramite l'archivio sul sito Naim) ed alla eventuale "storia" dell'apparecchio. In particolare, la Naim conserva memoria degli interventi di "rigenerazione" effettuati sugli apparecchi, un servizio comunemente chiamato "servicing". Quindi, se trovate un modello "serviced" significa che è stato rimesso a nuovo dalla Naim stessa o dai suoi distributori e, di conseguenza, il suo valore tende ad essere più alto.
I terreni di caccia preferenziali sono l'Inghilterra e le aste online.

Evitate però la follia di prezzi troppo alti. E' purtroppo un fenomeno abbastanza diffuso il fatto che, all'uscita di un articolo su un apparecchio "storico", le quotazioni salgano improvvisamente. E' già successo e temo succederà di nuovo. La cura per questa "follia" è andarci cauti. Inutile pagare troppo per un apparecchio, comunque, vecchio, anche se molto buono. In questi anni ho visto quotazioni molto diverse per il Nait 1, da 150 fino a 500 Euro. Credo che un prezzo più che onesto sia per chi vende che per chi compra sia 200-250 Euro.

Il Nait 1 aveva solo ingressi fono MM quindi non c'è speranza di collegarci una testina MC, le schede fono, contrariamente ad altri apparecchi Naim, NON SONO INTERCAMBIABILI, perchè facenti parte di un'unica motherboard. Se già possessori di un Nait 1, è probabile che trarrà beneficio da un "servicing". Il lavoro non dovrebbe essere troppo costoso e porterà il piccolo Naim alle condizioni originali ed in grado di suonar bene per ancora tanti anni.

Utilizzate cavi di potenza della Naim. La migliore scelta è il NAC A5 nella lunghezza MINIMA di 3.5 metri per canale. I parametri elettrici del cavo sono stati studiati appositamente per fornire il carico necessario all'ampli per funzionare in condizioni di stabilità. Lunghezze inferiori o cavi diversi possono causare problemi. In particolare, se ci tenete alla vita del vostro Nait, NON UTILIZZATE cavi ad alta componente capacitiva come i nostri progetti FFRC, Sonus Flatter e Triple T. In mancanza di cavo NAC A5 anche il vecchio NAC A4 andrà bene, così pure un cavo Exposure o un Linn K20 (cavi identici, con isolante un po' diverso).
Poi avete bisogno di cavi di segnale terminati DIN lato ingressi dell'amplificatore. Evitate adattatori, se possibile, ed utilizzate solo cavi già terminati (RCA da una parte, se usate una sorgente non Naim) e DIN pentapolare dall'altra. Una scelta abbastanza popolare tra gli appassionati Naim sono i cavi Chord.
Poichè siete obbligati ad utilizzare connettori a banana per l'uscita diffusori, provate quelle originali Naim: consentono un buon contatto elettrico, sono isolate ed hanno un ingombro minimale, obbligatorio in quanto le uscite nel Nait sono molto vicine tra loro. Stesso discorso per gli RCA del giradischi: se molto ingombranti causeranno senz'altro problemi, visto che le femmine RCA non sono montate a pannello ma direttamente sulla motherboard, accessibili tramite due minuscoli fori sul pannello posteriore.

Per quanto riguarda l'accoppiamento coi diffusori, eviterei quelli a bassa sensibilità, diciamo al di sotto degli 85 dB/w/m, a meno che non abbiate una stanza molto piccola ed ascoltiate a volumi molto bassi. Molti Naimofili accoppiano il Nait alle Linn Kan. Timbricamente la cosa ha un senso, dal punto di vista elettrico le Kan vanno meglio con amplificatori più potenti, vista la bassa sensibilità. Buone scelte, sensate anche dal punto di vista "monetario", possono essere quindi le già citate Linn Index, meglio se la versione Plus o la II, alcuni bookshelf della KEF e, se siete abbastanza coraggiosi e danarosi, le Quad ESL.

Ci sono diverse versioni del Nait 1. La differenza più evidente tra modelli vecchi e nuovi è il led che segnala l'accensione: rosso nelle prime "release", verde in quelle più recenti. Ma c'è dell'altro, ben più sostanziale. Durante gli anni (1983-1987) la scheda madre del Nait ha subito numerose "revisioni" (altro sistema tipico della casa di Salisbury). Il numero della "revisione" lo trovate sulla parte inferiore del circuito stampato, vicino al trasformatore d'alimentazione. Troverete una scritta del tipo Nait 1/* dove * è un numero variabile ed indica in maniera progressiva la versione. Il mio esemplare, uno dei più recenti avendo un numero di serie 40xxx, ha una scheda madre Rev. 7.

Conclusioni

Cos'altro posso dire? Se siete alla ricerca di un piccolo ampli audiophile che costi poco e vi faccia pregustare un po' del "sapore" delle grandi amplificazioni, questo Naim Nait 1 potrebbe essere da tenere in considerazione. Non è facile trovarlo ma vale la pena impegnarsi un po'. Personalmente ho impiegato quasi un anno a reperire un esemplare ad un prezzo onesto ed in buone condizioni operative.
E' una piccola leggenda di questo nostro piccolo mondo di appassionati dei bei suoni, un prodotto per certi versi atipico e rivoluzionario, da amare o odiare incondizionatamente.

Ringraziamenti: prima di tutto, desidero ringraziare la Naim Audio UK e Paul Stephenson in particolare, per il suo continuo aiuto e la preziosa collaborazione (anche "storica"). Inoltre, per poter eseguire dei test attendibili, si è prodigato nel farmi avere un set di cavi NAC A5 in prova.
Un'altra sorgente di preziose informazioni è il sito Pink Fish Media "Flat Earth" e Forum correlato.
Altre ottime informazioni possono essere recuperate dal Forum ufficiale della Naim, accessibile direttamente tramite il sito Naim stesso.
Infine, la foto del Nait 1 (non quella dell'interno, che è mia personale) è stata fornita gentilmente da NASG - Naim Audio short guide, un "must" per tutti gli appassionati Naim (storia, foto e curiosità).

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