Prodotto: Preamplificatore P-8
Produttore: NuForce - California, USA
Prezzo: 1000 EUR
Provato da: Giorgio Pozzoli - TNT Italy
Prova del: Febbraio-Settembe 2007
In effetti, NuForce continua ad ottenere recensioni su TNT. Troppe? Forse è davvero così, ma a mio avviso questo produttore sta proponendo sistemi bensuonanti a prezzi che ridefinirebbero completamente la geografia del mercato, se questo non fosse da tempo impazzito. Sfortunatamente le pulsioni insane predominano, nel mercato dell'HiFi, e i produttori Hi-End (ma anche mid e low-end) hanno sfruttato pienamente questo dato di fatto per anni, cercando di costruirsi una immagine di unici detentori della verità audio.
Non c'è da stupirsi se una novità come NuForce, che ha sposato una nuova tecnologia come la classe D, trovi una certa resistenza nel penetrare il mercato. E nessuna sorpresa se TNT ripone tanto interesse in questa novità.
Il P-8 è stato il primo preamplificatore NuForce; non è un prodotto recentissimo, ma il suo prezzo di listino lo rende uno dei pochissimi preamplificatori adatto ad essere inserito in sistemi di livello medio-basso. Così, ero davvero interessato a verificare il livello di questo oggetto, anche perché non sempre i produttori di finali riescono ad esprimere la stessa qualità nei preamplificatori.
Il contenitore è quello classico della NuForce, utilizzato su tutti i prodotti più recenti, a profilo basso e larghezza ridotta. I colori disponibili sono sempre i soliti, argento, nero, oro e rame, in modo da coordinarsi anche con i finali 9SE. Con ogni esemplare vengono fornite tre coppie di manopole, in argento, nero ed oro, per cui l'utilizzatore è libero di scegliere l'abbinamento preferito.
Il pannello frontale è identico a quello dell'integrato IA-7, il che è una ulteriore indicazione dell'altissimo livello di industrializzazione raggiunto. Anche i controlli hanno le stesse funzioni: la manopola di sinistra funziona sia come interruttore di alimentazione (premendola) che come selettore degli ingressi (ruotandola), mentre quella di destra implementa il controllo di volume (ruotandola) e il muting (premendola). I soliti piccoli led indicano la posizione dei comandi.
Al solito, il pannello posteriore è più affollato. Il sistema ha tre ingressi RCA e un ulteriore ingresso che accetta jack stereo da 3mm. L'uscita è doppia, bilanciata e sbilanciata, e c'è anche una uscita cuffia con presa jack da 3mm. Molto completo, anche se preferisco sempre le prese RCA, come ingressi.
L'interno è estremamente ordinato, professionale, industrializzato, forse più orientato all'efficienza produttiva ed alla modularità che all'ottenimento di un aspetto simmetrico ed esteticamente attraente, come si vede in altri casi. Ma alla fin fine quel che conta è solo il suono, no?
L'utilizzo è molto semplice, non c'è nulla di particolare da rilevare.
Nessun problema operativo particolare.... anche se resta vera buona parte delle annotazioni segnalate per l'IA-7.
Mi sto contraddicendo? No. In realtà, i problemi relativi all'utilizzo dei controlli incontrati ai tempi non si percepiscono più come tali una volta fatta l'abitudine.
Quanto al resto, il sottile fischio che si percepiva nell'IA-7 qui è completamente assente, e non sono stato in grado di causare alcun tick o bump dalle casse per quanto abbia manipolato i comandi; l'unica situazione leggermente critica è l'accensione del pre coll'interruttore posteriore dopo i finali (procedura che andrebbe comunque sempre evitata).
Anche questo preamplificatore richiede un rodaggio abbastanza prolungato, prima di mostrare le migliori performance. Inizialmente, il suono è grande, rigonfio, il basso un po' troppo lungo e non così piacevole, gli alti un po' troppo aggressivi. Il rodaggio risolve tutti questi problemi e consegna all'utilizzatore un sistema piuttosto diverso.
Comunque, fin dal primo ascolto il sistema mostra il proprio lignaggio. Certo, dimostra magari di non essere assolutamente perfetto, di non essere il migliore preamplificatore del mondo (e a questi livelli di prezzo sarebbe eccessivo aspettarselo), ma di essere veramente diverso dalla maggior parte dei concorrenti. In effetti approssima il concetto di "filo con guadagno" più di qualsiasi altro preamplificatore con un prezzo ragionevole che io abbia mai ascoltato.
Ma vediamo i soliti parametri. Una volta che il rodaggio è completato, il basso è secco ma non piccolo, controllato ma non sottile, veloce ma non frettoloso, dettagliato al punto di riprodurre separatamente le creste d'onda, e allo stesso tempo riesce a mantenere un effetto quasi fisico, ad un livello molto difficile da trovare in assoluto. Insomma, un basso ben pieno, con un impatto ben precepibile, in tutte le circostanze.
Le medie frequenze sono davvero piacevoli, presenti, veloci. Le voci maschili sono naturali, non colorate, precise, perfettamente articolate. Le alte frequenze di nuovo sono molto estese, sufficientemente lisce. Le voci femminili sono perfettamente incise, dettagliate, mai stridenti. Il suono dei cimbali, se registrato correttamente, è coinvolgente, pieno, molto realistico, corretto.
Il bilanciamento tonale è perfetto: anche se la grande trasparenza e l'estensione degli alti può far sembrare che l'apparato abbia una preferenza per le alte frequenze, anche negli intrecci più complicati si può sempre riconoscere ciascuno strumento perfettamente centrato nell'estensione e nel colore, e ci si trova a dover riconoscere che ciascuna banda di frequenze è riprodotta esattamente al corretto livello relativo, senza eccessi di sorta.
Il palcoscenico è ampio, se non eccezionale, e piuttosto profondo. Ciascun elemento, cantante o strumento sembra inchiodato alla propria posizione, e spesso isolato dagli altri da una cortina di silenzio. Nessuna cortina si interpone invece fra lo strumento e l'ascoltatore, ogni minima vibrazione viene estratta e riprodotta.
Come detto, il preamplificatore è estremamente veloce e dettagliato, analitico. Spesso si è in grado di concentrare la propria attenzione sul singolo strumento, sul singolo cantante in un coro: qualcosa che davvero dimostra la grande capacità di introspezione di questo oggetto.
Introspezione: questa è probabilmente la parola chiave. Ogni cosa sembra risolta in questi termini. La presentazione del singolo strumento è precisa, quasi pedante, ogni vibrazione sembra essere maneggiata separatamente e inviata all'ascoltatore con la massima cura. Anche gli echi ambientali sembrano essere disassemblati ed associati al singolo suonatore.
Ci si potrebbe ben aspettare che tutta questa introspezione si riflettesse in un suono freddo ed impersonale. Invece quello che rende questo pre ancor più interessante è il fatto che tutto questo dettaglio non rende assolutamente impersonale il suono: lo rende essenzialmente trasparente. Assieme al dettaglio è trasferita all'ascoltatore tutta la musicalità presente nel supporto, e il ritmo della musica è tutto lì, molto coinvolgente.
Bene, per quel che ne sappiamo, abbiamo il miglior preamplificatore audiofilo nel mondo, starete pensando. E, in effetti, forse non siete molto lontano dalla verità. Ma, dal mio punto di vista, il termine audiofilo in questo caso descrive i limiti di questo apparecchio.
Quali sono i suoi difetti, allora? Bene, li avete già letti tutti, o quasi.
L'unico vero difetto che trovo è che il suo suono non è tanto setoso, liscio e raffinato quanto quello dei migliori preampli a tubi. Questo è per me un dato di fatto, ed un fatto che ci si doveva assolutamente attendere, per un tale prezzo (direi piuttosto che ciò che giunge inatteso è l'eccezionale performance in alcune aree).
Comunque, ci sono altri aspetti da affrontare. Dobbiamo addentrarci nel cuore del problema.
All'ultimo Milano HiEnd, parlando con un collega della carta stampata (dovrei forse dire concorrente??? C'è un rapporto assolutamente speciale fra queste persone e i collaboratori di TNT... una fenomeno psicologico la cui trattazione potrebbe richiedere parecchi tomi ;-) ) questi mi fece notare che in generale il suono NuForce è più preciso, dettagliato, realistico del vero suono live, il che ovviamente non è corretto.
A mio modesto avviso, pur concordando assolutamente in teoria, questa affermazione "assoluta" è bacata alla radice. Noi possiamo giudicare un sistema solo suonando un disco, ma nei fatti nessuno è di solito in grado di conoscere il suono originario, anche se talvolta siamo informati sulla tecnica di registrazione e sulla disposizione dei microfoni. Anche quando capita di seguire la registrazione, la distanza temporale e psicologica fra il momento dell'esecuzione e quello del riascolto della registrazione sul proprio impianto è tale da rendere questo confronto poco significativo. Per di più, moltissime registrazioni, specialmente in passato, erano ottimizzate per suonar bene sui sistemi di riproduzione più diffusi, che certamente non erano di gran qualità.
Quindi, non c'è da stupirsi se, quando si suona su un moderno sistema ad alta risoluzione una registrazione multimicrofonica, cioè ottenuta piazzando un microfono vicinissimo a ciascuno strumento o voce e poi mixando il tutto su due canali, il suono degli strumenti non è quello del concerto dal vivo! Nei fatti, ciascun elemento suona come se fosse distante solo qualche centimetro dall'ascoltatore: nessun mascheramento, nessun disturbo, nessuna attenuazione, nessun eco (se non aggiunto artificialmente...), una quantità di dettagli impossibili da ascoltare anche solo pochi metri più in là.
Con i Ref 8, Ref 9, Ref 9SE, Ia-7, IA-7V2 tendo a pensare che il problema sia in grandissima parte se non esclusivamente legato alle registrazioni. Nel caso specifico, tuttavia, ho il sospetto il P-8 esageri un tantino: il suono talvolta diviene piu' sottile e viscido del normale, un po' come avviene con certi condensatori carta ed olio. Di conseguenza, in un certo numero di registrazioni le sue qualità mi sembrano leggermente eccessive, il suono degli strumenti è troppo dettagliato, l'introspezione scava un po' troppo al punto che l'ascoltatore tende ad essere distratto dai dettagli più minuti e perde un po' la visione d'insieme della musica, la composizione è esplosa in tanti elementi separati la cui correlazione sembra in qualche modo inespressa.
Questo è evidente con la musica classica, soprattutto con registrazioni di bassa qualità, ma anche con registrazioni di livello.... audiofilo, dove evidentemente la necessità di introdurre effetti speciali su impianti di livello qualitativo ragionevole porta a produrre una caricatura della realtà su sistemi top.
Una ultima nota: utilizzando le connessioni bilanciate il comportamento non cambia significativamente, anche se ho avuto la vaghissima sensazione di un miglior trattamento delle alte frequenze ed una ancora maggiore precisione.
In definitiva, da quanto si legge sopra, ci ritroviamo con una preamplificatore iperdettagliato, poco incline al perdono, con un suono non perfettamente liscio. Ma è è un giudizio corretto, in assoluto? No: ci sono alcuni importanti elementi da considerare.
Prima di tutto, il pre è stato confrontato con dei preamplificatori a tubi di livello molto alto. In termini assoluti, ben pochi oggetti possono superare un tale test senza mostrare qualche difetto. In particolare è solo leggermente meno liquido e scorrevole dei riferimenti, il che a mio avviso è già un ottimo risultato.
In secondo luogo, ha alcune aree (trasparenza e precisione, in particolare), in cui si piazza decisamente meglio dei riferimenti.
Infine, i suoi eccessi sono risultati appena percepibili, anche se è stato testato in un sistema di alto livello. Sarei molto sorpreso se fossero vagamente percepibili in un sistema adeguato al suo prezzo.
Se confrontate poi il prezzo del P-8 con quello di un qualsiasi altro preamplificatore decente sul mercato, vi renderete conto che, a parte alcuni sistemi di produttori del tutto secondari, questo pre è forse il meno costoso in commercio. Quindi, non c'è alcuna ragione di aspettarsi che suoni come i migliori, che costano 10 volte tanto, o più.
Il fatto che approssimi, ed in alcune aree superi, il comportamento dei riferimenti lo rende comunque un ottimo preamplificatore, in termini assoluti, ed un ottimo affare se si considera il prezzo.
Perciò, prima di acquistare un preamplificatore, vi consiglio di ascoltarlo, e se possibile prolungare il test per qualche giorno, per dar modo al vostro orecchio di abituarsi: alla fine può anche darsi che decidiate che non fa per voi, ma certamente dopo averlo ascoltato ritarerete drasticamente le vostre aspettative nei confronti della concorrenza.
Un ringraziamento speciale a Jason Lim di NuForce e a Dimitri Toniolo di Mad For Music, distributore italiano di NuForce, per l'aiuto, il supporto e la soprattutto l'enorme pazienza...
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