Prodotto: Pre a tubi FVP5A (costruito, in kit o solo circuito)
Costruttore: Vacuum State Electronics - Allen Wright - UK
Prezzo approssimativo: 7500$/Euro (costruito), 3530$/Euro (kit completo), 800-1000$/Euro (moduli phono/linea)
Recensore: Werner Ogiers
Avendo letto la mia recensione del Tube Preamplifier CookBook sapete che stavo contando i giorni per ricevere una delle creazioni di Allen Wright. Più specificatamente il single-ended FVP5.
Vero, non ho potuto ottenere una versione di produzione di quel pre:
ho invece ottenuto la piattaforma di sviluppo personale di Allen Wright, evoluta in oltre
due decadi da uno dei primissimi preampli fatti da VSE.
Il circuito in se stesso è una delle ultime incarnazioni FVP, 5A, che significa uno stadio phono MM/MC ibrido FET/valvole a due stadi con RIAA passiva, e uno stadio linea completamente a valvole a cascode (le versioni più vecchie usavano valvole e MOSFET nello stadio d'uscita).
L'alimentatore comprende un SuperReg che serve entrambi i canali - un regolatore shunt di Allen basato su un opamp AD797, da solo già bello complesso. Le differenze con il "vero" FVP?
Bene, quello che potete ordinare attraverso Vacuum State, sia già montato che in kit ha un trasformatore più grosso. Poi c'è un impressionante contenitore costruito ad hoc più una base (mainframe) per accettare le miriadi di schede/moduli disponibili da VSE. (Incidentalmente, questa base VSE supporta i circuiti Wright-designed così come le versioni alternative ed anche circuiti com il pre Loesch). E poi c'è, ovviamente, il problema della scelta dei componenti:
l'FVP demo ha le Sovtek 6922 e i condensatori Audyn KP-SN in polipropilene. Non
estremamente alla moda forse, ma ricordate, questo è quello che Allen ascolta.
Se volete di più, c'è di più, VSE ora vende i suoi condensatori segreti KP
presentati recentemente.
Pienamente consapevole di avere un prototipo di laboratorio tra le mani, ho ignorato tutti i problemi estetici e operativi. No, questa macchina viene testata unicamente per le sue performance soniche.
Un veloce controllo che fosse tutto a posto sul mio bancone, operando con guadagno MC con un Thorens TD-160 e una AT OC-9 (o pensate che solo i Giapponesi sognino combinazioni impossibili?), provava che l'FVP eccelle in velocità. Ero al massimo del guadagno e non c'era troppo rumore.
Dissaldando due resistenze ho ridotto il guadagno a quanto mi serviva nel sistema principale, e dopo un po' ho annotato quanto segue: se volete l'affettuoso calore delle valvole, scordatevelo. Conosco oggetti a stato solido che suonano più "valvolari" di questo. No. L'FVP5A suona libero, senza sforzo, incredibilmente neutro. Cosa voglio dire con questo? Che c'è una naturalezza che fa sembrare che gli altri apparecchi suonino come per provare a impressionare. E non lo fanno.
La dinamica c'è, piena, esplosiva quando chiamata a farlo, dolce e sussurrante quando richiesto. Questo mi porta a uno dei due aspetti nei quali il VSE FVP5A è migliore di qualsiasi altra cosa abbia sentito: la batteria e le percussioni.
Naturalmente ciò ha a che vedere con l'esemplare velocità di questo preamplificatore. Ciò si riflette in un alto apparentemente senza limite (ricordate che questo è uno dei pochi pre phono che applica la RIAA reale usata dai veri incisori). La velocità inoltre porta a un equilibrio generale leggermente chiaro. Prendendo l'Audion di Geoff per esempio, questo suona decisamente più rotondo e massiccio. Comunque immagino che la versione di produzione, con la sezione di alimentazione maggiorata, elimini un po' questo aspetto. E addirittura potrebbe essere una questione di gusti: io ho usato i finali LFD che non sono, di loro, propriamente dolci.
Il basso è ben esteso, fermo e dettagliato. Suonando a forte volume, in un ambiente grande e con le mie vecchie Magnepan, avevo un impatto "reale". Ma non c'e solo basso, no, c'è anche ritmo, e in abbondanza!
Ho detto prima che l'FVP5, per me, è di riferimento in due aspetti. Bene, il secondo è l'immagine. Questo oggetto dipinge una scena di una larghezza che va ben oltre quella dei diffusori, e di una profondità e architettura che ritenevo impossibile nella mia stanza: Non l'avevo mai sentita prima, penso che passerà molto tempo prima che senta qualcosa di simile!
Come avrete capito, l'VSE FVP5 vi farà assaporare molti ascolti. Una buona dinamica e un'immagine eccellente rendono la musica riprodotta molto più reale e interessante del solito.
Mi resta da dire che ho usato solo LP per arrivare a queste conclusioni. Non penso che una qualsiasi sorgente digitale renderebbe giustizia a questo splendido pre. E francamente penso anche che chi si costruisce/compra un componente VSE, prima di ogni altra cosa, è interessato al vinile no?
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Il verdetto di GeoffQuesta è una di quelle recensioni in cui
il tempo e le circostanze hanno cospirato in modo da permettere un "dual-test".
Io ebbi i primi contatti con Vacuum State, e Allen era ansioso di rispondere. Combinate
questo con un viaggio programmato in Bretagna ed è ovvio che anche Geoff avrebbe
ascoltato l'FVP. Dato che io avevo un po' da fare, l'FVP fu inviato prima in Francia. Queste sono le
impressioni di Geoff. Notate che Geoff ha usato l'FVP5A in alto guadagno (io
invece in basso guadagno), comparandolo con il suo pre Audion a basso guadagno accoppiato
al pre di step-up Dynavector in "current-mode". Quindi, nel caso del pre VSE,
la Dynavector DRT-1 vedeva un'impedenza di 47k, mentre attaccata al Dyna/Audion
lei vede gli "zero Ohms" dell'ingresso in corrente.
Una bella differenza. - Werner
Dopo aver letto i due libri di Allen, il primo sui pre,
il secondo sui cavi, ero curioso di vedere cosa sarebbe accaduto mettendo
tutte queste cose in pratica. Un mese dopo gli accordi mi è arrivato il pacco.
Aprendolo ho trovato un pre molto modificato, abusato, insomma, molto "amato", quello
che Allen usa per provare le sue nuove idee. In effetti rispecchiava perfettamente le
specifiche FVP5 ma il controllo di bilanciamento sconnesso e i connettori phono un po'
rovinati mostravano che questo esemplare era un "muletto". Esteticamente assomigliava
a un integrato di 20 anni fa, non a un pre a valvole allo stato dell'arte,
e ho anche dovuto rimuovere il top in quanto le valvole in piu generavano troppo calore.
MA mi aspettavo tutto ciò, Allen mi aveva assicurato che,
apparenze a parte, quell'oggetto era direttamente comparabile con l'FVP5A di produzione.
Quello che mi ha sorpreso è stato il peso. Normalmente gli ampli
hi-end sono venduti "a peso" mentre qui avevo qualcosa che "sembrava" un
CD player economico. Il coperchio in alluminio sottile forniva parte della risposta,
ma la ragione principale era il piccolo trasformatore: non molto più grosso di quelli
da parete. Il mio Audion Silver Knight ha un alimentatore esterno che pesa
due volte l'FVP5 completo.
Guardando oltre, l'intero oggetto è cablato con un "solid core" in rame molto buono,
come indicato nel "Wright pre-amp book".
Insomma avevo davanti un pre che, a guardarlo, valeva 200 sterline.
Suono.
Lasciato "attaccato" per una notte esibiva in realtà un suono NON certo
da 200 sterline!
Cosa fa di questo brutto anatroccolo un cigno? Innanzitutto
il trucco più difficile, produrre un soundstage realistico. Ho una copia di
'Harry James - King James', Sheffield Labs. E' registrato, direttamente sul disco,
in una chiesa,
e ragazzi, potete "vedere" le pareti, con il pre Wright. Non è clinico, c'è
piuttosto una grande orchestra tra (ed oltre) i diffusori, con una grande profondità.
La musica non è totalmente di mio gusto, ma gli ottoni, la batteria e l'energia che
sprigiona fanno sì che questo sia un disco che è difficile togliere...
Questo pre è un aggeggio hi-end, non ha importanza come si presenta.
Il mio pre Audion qui ha tenuto bene, producendo una resa leggermente
più energica, sebbene mancante di un po' della profondità e della precisione del FVP5.
Devo puntare il dito sullo step-up Dynavector che ho usato con lo stadio MM
dell'Audion. E' un oggetto incredibile, che dota qualsiasi MC top di una potenza e un peso
da non credere. In questo caso lo stadio phono dell'FVP5 ha perso. E queste caratteristiche base continuavano per tutti i dischi
che ho suonato nel mese seguente. Dove c'era dettaglio, scena o ritmo
da trovare su un disco, il pre Wright li tirava fuori.
E' estremamente neutrale (comparato con un pilotaggio diretto del finale) e
veramente naturale. "Take Five" è un ottimo test per questo.
Suppongo vogliate sapere come suona su un CD? -
Bene, quando l'ho provato ha continuato a brillare - naturale, fluido,
dettagliato. Ma nuovamente l'Audion era più carnoso, forse più colorato, ma alla fine più
divertente con il tipo di musica rock che io spesso ascolto.
Suonando Jazz i due si equivalgono, sebbene l'Audion suoni a volte un po'
più 'spessò.
Le mie conclusioni?
Assolutamente high-end, l'FVP5 offre una neutralità e una
"bellezza" che fa capire che è un oggetto costoso. E' molto difficile trovare difetti
e le performance generali lasciano poco a desiderare. E' un oggetto molto a "bassa colorazione", una categoria nella quale metto anche la Music Maker, il
47Labs Gaincard e i diffusori Euroacoustics EA-140. In confronto diretto con il
mio pre a valvole avrebbe vinto lui, sebbene pensi che, se forzato, sceglierei l'Audion per il genere di musica che ascolto.
Se ascoltassi più jazz o classica la purezza e l'apertura dell'FVP5A
mi porterebbe dall'altra parte.
Geoff Husband
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© Copyright 2002 Werner Ogiers e Geoff Husband per TNT Audio Magazine (http://www.tnt-audio.com)
Traduzione Italiano: Giovanni Aste