Prodotto: Diffusore Diapason
Adamantes mod.I e mod.III
Costruttore: Diapason[Italiano]talia
Prezzo : Modello I (1989) - fuori commercio, Modello III (1999) £.
6.000.000
In ambito hi-fi non
è cosa di ogni giorno trovare apparecchi che, grazie al successo
riscosso presso il pubblico audiofilo, riescano a godere di tanta longevità:
per farlo dobbiamo necessariamente andare a scomodare i marchi che hanno
fatto la storia dell'audio.
Dieci anni fa, al loro debutto, qualcuno le aveva inizialmente trattate
con un po' di scetticismo: Sonus Faber si stava imponendo nel mondo con
la sua rivoluzionaria impostazione estetica oltre che sonica e le Adamantes,
solo per *somiglianza* fisica e paese di provenienza, furono talvolta sbrigativamente
liquidate come *ancora uno nella scia*.
Ma già da subito esse riuscirono a focalizzare interesse e curiosità
con la loro forte personalità e originalità, e schiere di
ammiratori sinceri e soddisfatti.
Da allora hanno tracciando una strada propria, anche in termini di progettazione
e tecnologie utilizzate, che le ha portate, alle soglie del duemila, a
rappresentare la *prima linea* della vivacità e della validità
delle progettazioni italiane.
Esteticamente il tempo ha cambiato ben poco di questo diffusore che, fra l'altro ha vinto il Design Award della rivista americana Audio Video Interiors e dieci anni non sono bastati per invecchiarle: la forma del cabinet è rimasta immutata con il pannello frontale a forma di diamante. Diversa invece l' essenza utilizzata, precedentemente il castagno, ora sostituito da pregiato masso di noce Canaletto, sempre rifinito in maniera impeccabile e con forte attenzione al controllo delle risonanze.
Dopo una ventina di
giorni di ascolti *di riscaldamento* mi decido e, sfruttando uno di quei
pomeriggi di calma, caldo e tranquillità, preparo le due coppie
sui loro stands (in castagno quelli della prima serie ed in ferro con rifiniture
in noce quelli della terza) ed inizio a scodellare sul CDP i miei riferimenti
sonori. Solo un disco test per verificare la correttezza delle connessioni
(meglio assicurarsi bene quando ci sono di mezzo gli Speakon) e poi giù
con i miei preferiti.
Premetto che non ho mai fatto, durante la prova, comparazioni rapide A-B,
primo perchè il mio ampli non me ne dà la possibilità
materiale, poi perchè in questo modo si rischia di ubriacarsi e
disorientarsi. Ho solo ascoltato a lungo i miei brani di riferimento, ripetutamente
ed attentamente passando da una coppia all'altra dopo non meno di una
mezz' ora di ascolto e lasciando sedimentare il ricordo acustico per il
tempo di un caffè o di una bibita fresca.
Parto subito dalle conclusioni:
le Adamantes I e III dimostrano quanto, rispettivamente, siano figlie del
tempo in cui sono state prodotte e risalta subito il desiderio del progettista
di adattare il suo concetto di *riproduzione fedele* al panorama tecnologico
degli apparati d' ascolto al momento in circolazione sul mercato ed al
gusto corrente per ciò che si intende come *Buon Suono*.
Mi spiego meglio: dalle caratteristiche soniche si intuisce che le Adamantes
I guardavano più a quelle amplificazioni muscolose, un po' smargiasse,
veloci e leggermente radiografanti allora in voga, mentre le Adamantes
III di oggi si guardano attorno e vedono valvolari, basse potenze, triodi
S.E. e le raffinatezze discrete dei nostri giorni.
In termini di prestazioni,
ad orecchio noto nelle nuove una sensibilità leggermente maggiore,
con una emissione molto naturale, liquida e fluente. L'evidente perfezionamento
della tecnologia DDD (Diapason Direct Drive) del pilotaggio diretto del
woofer rende più rapida la risposta ai transienti interessati e
più estesa la gamma bassa, già eccezionale nel modello dell'
'89, che diventa veramente completa, quasi da diffusore da pavimento. La
sua emissione riesce a riempire anche grandi ambienti con autorevolezza
e precisione quasi a superare il loro limite fisico.
Entrambe, con la loro alta sensibilità, si prestano ad essere ben
pilotate da potenze veramente esigue. A volume sostenuto non si notano
incoerenze o compressioni dinamiche.
Il registro medio nelle due coppie gioca alla pari, dolcezza e ricchezza
di dettagli sono i caratteri onnipresenti. Leggermente più in avanti
e levigate le voci riprodotte dalle III, un po' più arretrate quelle
della I.
Ciò che forse risalta di più è una questione di *corpo*
di questo registro, pieno, caldo e naturale oggi, leggermente più
etereo, quasi freddino dieci anni fa.
La scena sonora ricreata
dalle Adamantes III rievoca l'evento musicale a tutto tondo, rappresentandolo
ben davanti ai diffusori con una eccellente spaziatura sia laterale che
in profondità.
Scena a ventaglio, molto ampio ma più dietro ai diffusori invece,
quella delle Adamantes I. Teniamo conto però che avevo dovuto situare
le nuove una cinquantina di centimetri più avanti della prima serie
per la loro maggiore esuberanza del basso.
Per entrambe una palcoscenico brillante e definito, luminoso e contrastato
ed una grande *musicalità* che affascinerà chi privilegia
il suono della musica come *degustazione* di un evento artistico e non
di una performance tecnologica. Sempre valido il paragone con il vedere
la foto di una bella ragazza o vederne una accurata radiografia :-).
Se dovessi scegliere quale tenere non avrei dubbi: le ultime Adamantes
sembrano fatte apposta per il mio ampli (valvolare). Solo se queste non
esistessero mi *accontenterei* delle vecchie (ma che questo non suoni come
una diminuzione del valore della serie I).
Adeguato alla classe il prezzo, anche guardando alla concorrenza, con il
vantaggio, per chi le acquista, di avere in mano un prodotto che gli terrà
compagnia per anni e, in aggiunta, certamente rivendibile in caso di upgrade
(ammesso solo se si vogliono sborsare cifre almeno doppie).
Comunque ho l'impressione che in casa Diapason si dorma poco e la strada
di un nuovo decennio di successi è già iniziata: è
da poco in commercio anche una Adamantes Limited Edition da tenere d' occhio
e si mormora di una versione tower che, a questo punto, non dubito che
segnerà uno standard.
Se tanto mi da tanto
ne sentiremo delle belle. Per ora imballiamo tutto: la festa di compleanno
è finita e non resta che la triste procedura della restituzione :-),
questa volta vergognosamente tardiva. Scusa, Alessandro, ma ti giuro che
gli speakon si erano incastrati e non volevano staccarsi.... (cerco testimoni
anche a pagamento :-))
Comunque, happy birthday to yooou, etc. etc. e la torta c'era davvero,
visto che sono nato il 19 luglio.
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