Jurassic (S)Park! Bose Direct/Reflecting® 901 prima serie - Parte III (ascolto)

Nascita di una controversa leggenda

[Bose 901 - front view]
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Prodotto: diffusori Bose 901 (prima serie)
Costruttore: Bose - USA
Valore attuale sul mercato: da €500 a €1500 a seconda delle condizioni
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Pubblicato: settembre, 2024

Nella Parte I di questa serie di articoli dedicati ai Bose 901 trovate la storia del progetto e del progettista, i capisaldi dell'idea Direct/Reflecting®, una sintesi sul come riconoscere le diverse serie e un elenco di luoghi comuni, spesso errati, che affollano il web e la memoria (fallace) degli appassionati. Nella Parte II ci sono i consigli relativi a installazione, posizionamento, abbinamenti e alle varie regolazioni dell'equalizzatore.

Veramente “No highs, no lows, must be a Bose”?

Premessa. Nel mio ambiente ho posizionato, dopo diversi tentativi, la punta della V posteriore a 50 cm dalla parete. Ovviamente ogni ambiente fa storia a sé. Diciamo che - come per tutti i diffusori - potete usare la distanza dalla parete posteriore come una sorta di controllo di tono per i bassi: più vicina la parete, più alto il livello delle basse frequenze. Bose vieta comunque di scendere al di sotto dei 15 cm. Per quanto riguarda le regolazioni della risposta in frequenza, ho tenuto i controlli in flat (il pallino nero di riferimento sul frontale dell'equalizzatore) e i bassi in posizione “normal”. Con un paio di dischi esuberanti nelle prime due ottave, ho trovato benefica l'attenuazione delle basse frequenze a partire dai 40 Hz. Ovviamente ogni impianto, ogni orecchio e ogni ambiente è una situazione differente, per cui sentitevi liberi di sperimentare.

Dalla seconda serie in poi, Bose raccomanda di utilizzare amplificatori con un fattore di smorzamento di almeno 40. Evidentemente si sono accorti che tenere a freno i 9 midwoofer per cassa non era compito facile per gli amplificatori dell'epoca, la maggior parte ancora a valvole e con fattori di smorzamento basso. Un buon ampli a stato solido, moderno, metterà le briglie ad eventuali eccessi dei driver.

Comincio le note d'ascolto sfatando qualche leggenda metropolitana. I Bose (901) non hanno né bassi né alti. Questa leggenda è stata generata, realisticamente, da chi li ha ascoltati senza l'equalizzatore, elemento immancabile nel progetto 901. In più, probabilmente, li ha ascoltati posizionati come un diffusore tradizionale, ovvero con gli altoparlanti che irradiano verso il punto d'ascolto. Nei Bose 901, gli 8 driver devono vedere la parete posteriore, e solo uno, quello frontale, deve irradiare verso il punto d'ascolto. Se li avete ascoltati in una di queste due configurazioni sbagliate, non avete ascoltato realmente i 901, ma un'altra cosa, e sarebbe meglio tacere.

Già, perché di bassi e alti questi strani diffusori ne producono veramente tanti, ed è difficile credere che non ci siano dei veri woofer e neppure uno straccio di tweeter, ma solo dei largabanda da 12 cm scarsi, pure non filtrati. La gamma bassa non solo è estesa, ma potentissima, tanto che quando il programma e il volume d'ascolto lo consentono, la spinta dei bassi sulla cassa toracica e sul plesso solare è evidentissima. È un basso potente, forse non velocissimo come nei buoni diffusori moderni, ma ancora in grado di conferire ritmo a tutti i generi musicali. Ed è profondo, tanto che talvolta ho sentito l'esigenza di inserire il taglio sotto i 40Hz, che in origine era previsto per limitare il rumble dei giradischi. L'articolazione è buona, ed è difficile sentirle entrare in crisi, anche coi brani moderni più cattivi, tipo la solita Angel dei Massive Attack. Basso elettrico, grancassa e contrabbasso sono sempre ben distinguibili, e con certe incisioni molto cariche (che all'epoca non esistevano) forse persino un filo troppo evidenti.

La gamma medio bassa, territorio di caccia preferito per dei largabanda da 11.5 cm, è ricca, con qualche gonfiore eccessivo di tanto in tanto. Questo rende il suono sempre abbastanza pieno e grosso. Tuttavia, le voci maschili non ne risentono, e restano sempre abbastanza equilibrate. Salendo di frequenza i largabanda si destreggiano bene, e così le voci femminili risultano pulite, cristalline, e mai fastidiose. Certo, manca l'introspezione esagerata dei moderni diffusori high-end, che vi fanno sentire persino sentire se la cantante ha un dentino leggermente storto, ma il messaggio del cantato c'è tutto, anche nei cori più affollati. Anzi, sembra che proprio in quest'ultimo frangente l'assenza di crossover faccia sentire tutti i suoi benefici, visto che i Bose 901 si destreggiano con estrema eleganza e facilità anche nel dipanare gli intrecci vocali più complessi. Come esempio, cito il crescendo finale di Cantate Domino, traccia omonima, dove diffusori moderni e quotati mostrano ogni tanto tracce di confusione e tendono a strillare più del dovuto.

Gli strumenti a percussione traggono giovamento dal corpo della gamma bassa e dalla prontezza della gamma media. Non si sconfina nell'iper-realismo moderno, certo, ma non dimentichiamo che qui il tweeter non c'è proprio. Tuttavia, la gamma alta è presente (e comunque il suo apporto è regolabile) e definita, forse non scintillante e luminosa come si usa oggi, ma i pizzicati della chitarra, i piatti della batteria e gli effetti ambientali sono riprodotti con buon realismo. Dopo un po' ci si abitua a questa presentazione non radiografante e ci si concentra solo sulla musica.

La dinamica che questi vecchi diffusori riescono a esprimere, complice una tenuta in potenza spaventosa, è notevolissima per l'epoca e ancora molto buona secondo i parametri moderni. Non è un suono razor-sharp, come dicono gli inglesi, attacchi e soprattutto rilasci sono meno fulminei, ma le varie differenze di livello, micro e macro, vengono riprodotte in modo convincente e mai, dico mai, si sconfina nel suono noioso, mollaccione e lento di tanti diffusori vintage. Anzi, il fattore divertimento è assicurato, con tutti i generi musicali. Di sicuro non manca il cosiddetto punch.

Vale la pena sottolineare anche la massima pressione sonora che riescono a generare. Sono entrati un po' in crisi quando il fonometro, posizionato a 3 metri abbondanti da loro, ha cominciato a segnare picchi di 105 dB (!!!). Questa è una performance sconosciuta alla stragrande maggioranza dei diffusori dell'epoca (Klipschorn e progetti simili a parte) e difficile da eguagliare anche per diffusori moderni e costosi. Chiaro, si tratta di un valore di scarso interesse per il 99% degli audiofili che, quando va bene e non c'è nessuno in casa, è già tanto se arrivano a picchi di 90dB nel punto d'ascolto (oltre 100dB se qualcuno a fianco a voi vi parla, non riuscite a capirlo), ma è il segnale di un progetto estremamente valido e di driver incredibilmente buoni, persino secondo gli standard attuali.

Vengo infine al punto più criticato e condizionato da tante leggende sbagliate, ovvero la riproduzione prospettica e spaziale. Il suono che arriva all'ascoltatore è per il 90% riflesso dalle pareti, per cui ci si potrebbe aspettare un'immagine confusa e che vaga per i quattro lati della stanza. E invece è tutt'altro che così: il fronte sonoro che ricreano i 901 è grande, molto grande, ma se ne sta tutto nello spazio dietro di essi e in mezzo ad essi, né più né meno come con un buon diffusore tradizionale. La scena non è altissima, d'accordo, ma molto dipende dall'altezza dei supporti, i miei erano al limite inferiore consigliato da Bose. I protagonisti, musicisti e cantanti, non sono scolpiti in questo palcoscenico virtuale, ma le posizioni sono chiare, non confuse e c'è persino una certa prospettiva nel senso della profondità. Gli strumenti che devono star dietro, stanno dietro, senza alcuna traccia di confusione. Quindi, se vi stavate aspettando un suono tipo moderno surround...cascate male, perché sfido chiunque a capire, ascoltando a occhi chiusi o coi diffusori nascosti da una tenda, che a suonare sia una cassa che emette suoni principalmente contro la parete posteriore. Questo, a dire il vero, ha sorpreso anche me. I diffusori, pur essendo grandi, tendono a sparire, e lasciano questo palco di ottime dimensioni a ricrearsi davanti all'ascoltatore. Il signor Amar Bose non era uno sprovveduto, evidentemente, e sapeva che risultato ottenere e come ottenerlo. Di sicuro non è l'immagine 3D gigantesca, iperdettagliata e sospesa nell'aria che riesce a creare un buon diffusore high-end moderno, ma è meglio di quella di tanti diffusori commerciali di costo anche elevato.

Critiche

Personalmente, non mi sento di muovere critiche particolari a un progetto del 1968 che si lascia ascoltare ancora oggi con vivo stupore. Il posizionamento in ambiente è leggermente più critico di altri diffusori, bisogna sperimentare un po' di più per ottenere un buon equilibrio. E, naturalmente, il suono non ha tutta la definizione e la trasparenza di un buon diffusore moderno ma, credetemi, questi 901 prima serie possono mettere in serio imbarazzo più di un concorrente attuale, pure costoso. A mio parere, gran parte delle critiche che arrivarono quando i 901 furono introdotti sul mercato è dovuta all'incapacità della maggior parte degli ampli a valvole dell'epoca nel pilotare a dovere questi 18 altoparlanti. Non dimentichiamo che i primi transistor al silicio fecero la loro comparsa esattamente sul finire degli anni '60.

Conclusioni

Quando recensisco un apparecchio mi pongo sempre due domande finali: “mi sono divertito?” e “potrei conviverci”? La prima domanda ha risposta affermativa. Anzi direi che l'ascolto di questi 901 prima serie sia stata una delle esperienze più divertenti di questi ultimi anni, sia per lo stupore generato dalla qualità moderna del suono di un diffusore progettato nel 1968, sia per la sua intrinseca capacità di coinvolgere l'ascoltatore. Forse non è un suono linearissimo, ma accidenti se è coinvolgente e musicale! La risposta alla seconda domanda è: dipende! Se non dovessi fare il recensore probabilmente potrei convivere con questi 901, ma non sono abbastanza introspettivi per consentirmi di determinare adeguatamente le differenze tra altri componenti, caratteristica questa indispensabile per uno “strumento di lavoro”.

In definitiva non ho alcun dubbio nell'assegnare a questi Bose 901 un posto strameritato nell'Olimpo dei diffusori che, per ragioni diverse, hanno lasciato il segno nella storia dell'alta fedeltà. Complimenti postumi ad Amar Bose e Sherwin Greenblatt, che hanno avuto la capacità e il coraggio di pensare e progettare in maniera rivoluzionaria. Quanti dei “campioni” moderni saranno ricordati tra 60 anni?

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