Prodotto: Silver Iris Augie, driver da 15 pollici per basse frequenze, da installare in open baffle
Produttore:Hawthorne Audio
Costo: a partire da 165 USD
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicato: Marzo, 2007
Traduttore: Roberto Di Paola
Nella prima parte di questo articolo, ho trattato il driver Silver Iris coassiale da 15 pollici della Hawthorne Audio. Adesso vi racconterò la mia esperienza con i woofer Silver Iris Augie progettati appositamente per essere installati in open baffle.
Alla Hawthorne Audio sono stati molto gentili a farmi provare una delle loro coppie di Silver Iris coassiali, in modo che potessi rendermi subito conto di cosa fossero capaci. Devo dire che hanno lavorato ottimamente quando installati in baffle bassi, cioé quando potevano sfruttare il pavimento per un rinforzo delle basse frequenze. Effettivamente non sentivo la necessità di più bassi, però ero curioso di sapere cosa gli Augie potevano aggiungere alla performance. Può apparire un modo prolisso e noioso per giungere alla stessa conclusione, ma questa via - che culmina con la costruzione di questi diffusori Hawthorne Audio - aiuta a comprendere cosa ogni singolo altoparlante aggiunge ad un diffusore.
Per la recensione dei Silver Iris coassiali, ho semplicemente preso del truciolato, tagliato le aperture ed aggiunto delle alette. Avrei potuto prendere un po' di truciolato in più e costruire dei baffle più grandi per accomodare sia i coassiali che gli Augie. Tuttavia l'esperienza mi ha insegnato che con questo tipo di diffusori bisogna tenere conto di alcuni accorgimenti. Le vibrazioni provenienti dagli altoparlanti dei bassi (e qui si parla di altoparlanti grossi) possono influire negativamente sul funzionamento dei driver per le frequenze più alte. Inoltre, pur non essendoci un cabinet ad aggiungere vibrazioni, anche un open baffle può contribuire in maniera indesiderata. Così, per questa recensione, mi è sembrato opportuno fare qualcosa di più per rendere piena giustizia a questi driver.
Da alcuni anni costruisco diffusori a dipolo e mi è sempre piaciuto sperimentare. Come abbiamo già appurato, realizzare diffusori in open baffle è una cosa relativamente semplice e rapida; questo ci consente di effettuare diverse prove con differenti tipi di baffle. Uno dei miei progetti più strani era costituito da un baffle fatto interamente in polistyrene con i driver fissati ad uno "scheletro" in MDF tramite bulloni. Per saperne di più potete leggere qui. Anche se avevo usato un altoparlante piuttosto economico, i risultati erano stati molto incoraggianti - la chiarezza era uno degli aspetti del suono più notevoli. I baffle in polistirene avevano una massa bassissima, pertanto non immagazzinavano energia, quindi non potevano aggiungere un proprio carattere sonoro. Ma in quel caso dovevano reggere il peso di driver da otto pollici, mentre adesso avevo a che fare con driver da 15 pollici ben più pesanti.
Per un attimo ho pensato ad una soluzione - quindi ho pensato ad un telaio in legno per sostenere i baffle in polistirene. Questi telai avrebbero dovuto essere anch'essi leggeri ed il polistirene avrebbe dovuto isolarli dai driver. Un altro problema da considerare era il modo in cui montare gli altoparlanti. Chiaramente non si possono usare bulloni o viti sul polistirene, quindi è impossibile fissare la flangia dell'altoparlante al baffle - mi sono già interessato a sistemi d'installazione alternativi ed ho letto che alcuni li bloccano per il magnete. Questa sembrava l'idea giusta, ma presto ho capito che il progetto era semplice solo sulla carta; metterlo in pratica era ben altra cosa. Sono tornato al tavolo da disegno ed in fine sono giunto alla conclusione di montare l'altoparlante bloccandolo per il cestello invece che per il magnete. Ciò comporterebbe di dover ricavare degli uncini per "agguantare" il telaio del cestello. E se gli uncini fossero filettati si potrebbero fermare con dei dadi, i quali una volta serrati tirerebbero i driver in dietro contro i baffle in polistirene e li terrebbero ben saldi.
Questo sistema è stato ottenuto con relativa facilità e sembra funzionare molto bene. Il bordo anteriore del cestello del driver è tenuto in maniera sicura nella battuta dell'orlo del baffle in polistirene. Battere il polistirene con un "router è stato molto facile, ma quando ho finito sembravo un pupazzo di neve! (Non fatelo mai in casa se non è la vostra). Stringendo i dadi, gli altoparlanti sono entrati nelle battute del baffle e ci sono rimasti. Bastano due uncini con i rispettivi dadi per ogni driver - in questo modo la loro installazione o rimozione sarà un lavoro semplice. Ognuno degli altoparlanti si accomoda in un suo pezzo di polistirene spesso 5 cm utile per un migliore isolamento. Potrebbe sembrare esagerato ma siccome non ci voleva molto a farlo ho deciso così, poiché mi ha consentito di usare un sostegno a metà del telaio per aumentarne la rigidità. Ecco tutto. Il telaio è costituito da sei pezzi di legno, due sono posti in verticale per fissare i driver, altri pezzi decorativi sono posti sopra e sotto, e il polistirene completa il tutto. Il frontale del baffle è stato ricoperto con un tappetino di feltro spesso, mentre del feltro nero e sottile è stato usato per avvolgere il baffle stesso. Ho anche attaccato della tela a due bacchette e l'ho usata per avvolgere il tutto. Ho finito il lavoro con delle mascherine posteriori. Per quello che ho speso nella realizzazione, in termini di costi e tempo, penso sarete d'accordo nel constatare che sembra un prodotto abbastanza elegante (un po' come delle Quad ESL 63?). Anche se questa recensione riguarda soltanto degli altoparlanti, mi sono sentito in obbligo di presentare il prodotto meglio che potevo (anche per confermare l'alto standard delle recensioni di TNT).
Prima di dirvi come suona l'insieme, devo dirvi di più circa quello che ho usato per pilotare i nuovi diffusori. Hawthorne Audio denomina i suoi baffle con due driver "Duets", ed è il nome che utilizzerò per il resto di questa recensione.
Come abbiamo già visto nella prima parte, i Silver Iris coassiali sono dotati di un loro crossover. Tuttavia, gli Augie hanno bisogno di essere tagliati tramite filtro crossover, che può essere di tipo passivo (un induttore connesso tra il finale e l'altoparlante, oppure attivo (da connettere tra il preampli ed il finale). Io preferisco di gran lunga quelli attivi ed il mio sistema di diffusori open baffle ha un crossover attivo - con frequenza di taglio regolabile - per la sezione dei bassi. Avendo in prova anche l'amplificatore quattro canali Audiodigit CT MC4x100, sembrava sensato utilizzare anch'esso.
Un'altra buona idea era quella di sentire come suonavano i coassiali nei loro nuovi baffle, per cui non ho connesso gli Augie. I coassiali, nei baffle più alti, suonavano in maniera abbastanza diversa; questo mi ha portato ad una considerazione importante. Modificare la forma e la costruzione di un diffusore a dipolo quasi sempre fa mutare in qualche modo il suo suono. Per questa ragione vi sentirete spesso consigliare di fare diverse prove quando costruite diffusori di questo genere. I Silver Iris coassiali, quando posti distanti dal pavimento, restituivano un suono un po' più esile. Inoltre, questo baffle aggiungeva decisamente meno rispetto a quello fatto soltanto in truciolato che avevo usato precedentemente.
Alimentando gli Augie, ho notato immediatamente che quel suono "magro" era svanito. Ho giocherellato con il crossover attivo ed ho impostato un taglio attorno ai 55 hz. All'inizio avevo impostato il controllo del livello del crossover quasi al massimo, ma suonando una certa quantità di software, mi sono ritrovato ad abbassarlo di un bel po'. Ritengo che per questo tipo di lavoro, l'utilizzo delle orecchie e di un'ampia varietà di musica è il modo migliore per settare tutto al meglio.
Quando ho trovato il settaggio che fosse più o meno di mio gradimento, mi sono seduto ad ascoltare. Ho sentito subito i vantaggi dati da questa configurazione (con i due driver assieme). Installando i coassiali lontano dal suolo sembrava che guadagnassero ancora un po' di chiarezza; ma forse era dovuto al fatto che riproducevano meno bassi.
Ad ogni modo, con l'aiuto fornito dagli Auge in basso, la gamma delle frequenze inferiori era molto solida ed armoniosa. Ancor più rispetto alla configurazione con i soli coassiali, i Duet riproducevano dei bassi meravigliosi anche a volume basso.
Mi sono ritrovato ad ascoltare dei CD che avevo tenuto da parte per ascoltarli ad alto volume quando i vicini erano fuori casa. Con i Duet potevo suonarli a tarda notte e potevo ancora godermi le linee di basso senza preoccuparmi di dover smanettare con le regolazioni.
Non so dire con certezza se dipende dal fatto di aver connesso gli Augie o da qualche altro fattore, ma ascoltando i Duet, non ho più avvertito l'impressione di una risposta un po' in salita (come mi era capitato di sentire usando solo i coassiali). Non avevo più bisogno di usare il filtro notch con il Behringer DEQ2496. I Duet sono meravigliosamente "neutri" su tutto lo spettro riprodotto. Non sono "aggressivi" nemmeno quando suonano ad alto volume.
Non so con precisione quanto scendano in basso: non ho una strumentazione sufficientemente precisa per effettuare la misurazione, ma ho impostato la correzione dell'acustica sul DEQ2496 ed apparte la solita cancellazione dei rinforzi della stanza, non c'era alcun bisogno che il DEQ2496 rinforzasse le frequenze sotto i 30
hz. (prego notare che ogni commento riguardante i Duet sono stati fatti dopo l'ascolto senza il DEQ2496, infatti, preferivo il suono senza correttore d'acustica). Con questo sistema avrete l'impressione che il basso scenda più di quanto non faccia in realtà. Ovviamente, trattandosi di dipoli, questo basso è decisamente chiaro e ben definito, e non causa problemi ambientali nemmeno nel mio salotto di medie dimensioni. In "Sister
drum" di Dadawa, il basso tuonava letteralmente pur restando sempre ben controllato.
Anche il "timing" era molto buono. "Graceland" di Paul Simon mi ha fatto battere il tempo con il piede per tutto l'album. Se pensate che i driver di grande diametro non possano essere veloci, vi dico che con i Duet sarà dura resistere alla tentazione di alzarsi e ballare.
Con i Duet avrete un gran suono. Il "Sound stage" è grande e gli esecutori, nelle buone incisioni, hanno una dimensione reale. Quando date loro in pasto delle registrazioni complesse, i Duet assolvono il loro compito mantenendo ogni cosa al posto giusto. Quando il contenuto in frequenze basse si fa copioso, esso è riprodotto in maniera netta e senza effetti sulla gamma media e alta.
Le percussioni sono "ritratte" in modo brillante ed i crossover passivi non mostrano la ben che minima influenza sulla dinamica o sui transienti. Le voci sono chiare e naturali - i Duet hanno superato ottimamente la prova con qualunque tipo di musica; questi non sono dei diffusori che brillano più con il jazz che con il rock - vi costringono a riscoprire interamente la vostra collezione musicale.
Forse l'unica cosa che posso "criticare" dei Duet è la riproduzione delle voci, ma solo se confrontate con quelle riprodotte dai miei Goodmans 201. Questi ultimi in ciò sono migliori, comunque bisogna ribadire che sono dei monovia quindi non hanno crossover ed hanno anche uno spettro udibile meno ampio rispetto ai Silver Iris coassiali. Se devo essere onesto fino in fondo, apparte la gamma media, i Duet sono complessivamente migliori dei miei open baffle, e prendono meno spazio.
Prima di chiudere una recensione, di solito mi chiedo se ho coperto ogni aspetto del prodotto,
ed in particolare quelli negativi. Questa volta, non mi viene in mente nulla di negativo da dire, se non che questo tipo di diffusori potrebbero essere fisicamente troppo grandi per certe persone o ambienti. Ricordo che dimensioni apparte, i diffusori a dipolo devono restare distanti almeno una sessantina di centimetri dalle pareti laterali. Non sto dicendo che questi sono i migliori diffusori al mondo, però sono più vicini al high-end che all'entry level.
Per quel che costano, e per il tempo (relativamente breve) che occorre per costruirli, non riesco a pensare ad un altro prodotto che abbia delle performance uguali (o simili) a quelle dei Duet e che costi quanto i Duet.
Con i tempi che corrono, a quel prezzo si può comprare un set di driver con crossover passivo che si può definire "entry-level".
Dato che i Duet suonano come dei diffusori high-end, so dove spenderei i miei soldi... Tornando al problema delle dimensioni, quando ricoperti con quella tela, essi sembrano parte dell'arredamento della stanza.
Sono certamente meno ingombranti dei miei open baffle che montano altoparlanti più piccoli. Personalmente, ascoltandoli non lesinerei loro lo spazio, neanche se fossero meno belli!
Riassumendo, questa è probabilmente la via migliore per l'autocostruzione di diffusori a dipolo per chiunque, a prescindere dal grado di conoscenze precedentemente acquisite. In rapporto alla qualità, non sono affatto costosi. Non vi serve progettare o costruire il crossover.
Anche se le vostre abilità come autocostruttori fossero pari a zero,
un qualunque falegname dovrebbe essere capace di realizzare i vostri baffle ad un costo ragionevole. Inoltrerò i dettagli progettuali dei miei baffle alla Hawthorne
Audio che li metterà a disposizione di tutti nel loro eccellente servizio clienti. (Ovviamente, potrebbe anche esserci un progetto che suona ancora meglio)
la Hawthorne Audio è una piccola azienda che guarda alla causa della hi-fi in un modo che ha fatto la loro fortuna.
Per questo seguono i
loro clienti fino al punto che anche se non avete esperienza nell'autocostruzione di diffusori, non dovrete preoccuparvi di affrontare la costruzione dei Duet. Se i dipoli vi hanno incuriosito ma non sapete da dove cominciare, i Silver Iris sono un eccellente punto di partenza!
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