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Naim IBL (1987-1996)

Snobismo all'inglese

[English version]

Prodotto: Naim IBL - diffusori da pavimento
Costruttore: Naim Audio Ltd. - UK
Prezzo: fuori produzione, ca. 1400 Euro - ultimo listino del 1996 (circa 700 sterline in UK nel 1987)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italy
Pubblicato: Settembre, 2003

[Naim IBL]

Naim Audio Integrated Box Loudspeaker o NA-IBL, per farla breve. A differenza del piccolo e famoso Naim Nait del quale ho avuto il piacere di raccontarvi qualche tempo fa, le IBL - qui in Italia - non hanno avuto molta fortuna. Praticamente sconosciute ai più, queste casse sono invece considerate un vero e proprio "culto" tra gli appassionati inglesi di estrazione flat earth (o tra i naimofili in tutto il mondo).
In Italia, Naim Audio è conosciuta e stimata per la sua produzione di elettroniche, ampli e lettori CD in particolare. Dei diffusori della casa di Salisbury, invece, se ne parla pochissimo. Difficile trovarli nell'usato, praticamente impossibile sentirne parlare nelle discussioni tra audiofili.
Le ragioni di questa assenza sono a me piuttosto ignote ma non sono qui per indagare. Mi interessa semmai colmare - molto parzialmente, in verità - questa lacuna storica e culturale parlandovi di uno dei modelli più snob e controversi di tutta la produzione Naim Audio.

Storia, costruzione e specifiche tecniche

Premetto che questa sezione sarà un po' più lunga del solito perchè le IBL sono dei diffusori molto atipici e per capirne fino in fondo il carattere e la vocazione occorre conoscere tutto ciò che sta dietro al loro raffinato progetto.

Le IBL sono delle piccole torri da pavimento, progettate da Roy George in tempi non sospetti, ben prima che questa configurazione diventasse di moda, pensando però più ai minidiffusori che ai grandi sistemi da pavimento.
Prima di tutto il significato dell'acronimo: IBL o, come detto sopra, Diffusore a box integrati. Altri nomi che inizialmente furono scelti: SOSBL (Son of SBL, figlie delle SBL) o BL1 (Box Loudspeaker 1, ovvero il primo diffusore Naim con cabinet unico). Alla fine vinse l'opzione IBL. Questo nome fu scelto in contrapposizione al modello più grande dal quale in qualche modo derivano, le SBL, appunto. Tale sigla significa infatti "Diffusore a box separati" (Separated Box Loudspeaker) perchè l'unità tweeter e l'unità woofer sono alloggiate in due (in realtà tre) mobili completamente separati e sistemati uno sull'altro a formare quello che all'apparenza è un diffusore "normale" dotato di unico mobile.
Se date un'occhiata al mobile delle IBL vi sembrerà di notare invece una struttura unica. Così non è, anche se "sembra". Infatti, woofer e tweeter continuano ad essere alloggiati in due mobili completamente separati, solo che poi il tutto viene inglobato (o "integrato", ecco il perchè della sigla) in un'unica struttura che appare, dunque, assolutamente tradizionale. Per fortuna, di tradizionale nelle IBL c'è davvero poco, quasi nulla.
In realtà, pur essendo una cassa chiusa (sospensione pneumatica) il woofer "vede" due volumi, uno posteriormente ad esso ed un altro di "carico", atto per fornire l'impedenza acustica necessaria allo smorzamento della membrana.

[Naim Audio IBL tweeter]

Questa soluzione dei "box separati" permette poi al tweeter di vivere di vita propria, completamente isolato dal woofer e dalle sue vibrazioni. Nel suo piccolo ambiente a parte, lo Scanspeak D2008 (del quale vi parlerò tra un attimo) è montato in sospensione elastica sul baffle. In pratica, il tweeter non è fissato rigidamente al mobile, ma tramite una flangia elastica che lo isola ancora di più dalle vibrazioni causate dal woofer. Questo non si sarebbe potuto realizzare senza un volume chiuso interamente dedicato al tweeter. La sospensione elastica, per come è realizzata, avrebbe permesso il passaggio dell'aria, vanificando completamente il carico acustico del woofer.
Nel caso di un carico reflex ciò sarebbe stato dannoso ma non distruttivo...nel caso di una sospensione pneumatica...un vero dramma. E la IBL è una sospensione pneumatica! Ebbene si, in un mondo dominato dai reflex, la IBL era una cassa da pavimento di piccolissime dimensioni, con un piccolo woofer da 13 cm caricato in sospensione pneumatica.

[Naim Audio IBL woofer]

Parlamo di lui, dunque. Qui il discorso si fa complicato perchè nel corso degli anni il driver è stato sostituito ed aggiornato più volte, tanto che nel 1992 il woofer, completamente diverso dal precedente, ha fatto sì che la IBL acquistasse il suffisso mkII. Quindi esistono due versioni ufficiali delle IBL, quelle precedenti a tale data, che si chiamano solo IBL (o talvolta IBL mkI o IBL 1) e quelle successive, chiamate appunto IBL MkII (o IBL 2). Si è parlato di una mkIII realizzata in pochi esemplari solo per un uso "interno" ma pare che tale notizia sia smentita dai responsabili di casa Naim. In realtà l'esistenza di una versione mkIII è parzialmente supportata dai fatti, come vedremo tra un attimo.
Infatti, per amor di precisione, la "storia" di questi drivers è la seguente: nei modelli costruiti tra il Novembre 1987 e Marzo 1991 il woofer era fornito dalla Electro Acoustics (meglio nota come Elac). In seguito la Elac fu acquistata dalla Harmon e successivamente chiusa. Naim acquistò un grande stock di questi drivers così da avere riserve di magazzino sufficienti per la produzione ed il servicing successivo.
A partire dall'Aprile 1992 e fino al Settembre 1993 fu montato un woofer 130NC/B0492 ISSA prodotto dalla Mordaunt Short, profondamente modificato dalla Naim: ad esempio, fu usato - come si vede in foto - un tipo di "phase plug", una sorta di appendice rifasatrice e linearizzatrice della risposta montata al posto della cupola parapolvere, adatta anche - essendo in alluminio - ad aumentare la capacità di dissipazione del calore della bobina mobile.
Dal Settembre 1993 fino all'abbandono del modello nel 1996 il driver è stato costruito interamente dalla Naim, basandosi su uno "chassis" denominato Dorma di produzione KEF. Probabilmente quest'ultimo cambio di woofer ha generato l'equivoco di una fantomatica versione mkIII. In realtà la versione mkII, nata a partire dall'Aprile 1992 includeva altri "upgrade" relativi al montaggio del tweeter, allo stand metallico ed all'utilizzo di un nuovo materiale fonoassorbente all'interno della cassa.
I woofer sono sempre stati montati e sigillati sul cabinet grazie all'ausilio di un materiale piuttosto appiccicaticcio di colore blu. Questo materiale è fondamentale per la tenuta stagna del cabinet.

Per il tweeter la storia è più semplice, visto che è rimasto invariato dal primo modello costruito sino all'ultimo. Si tratta del famoso - in quanto utilizzato da molti diffusori audiophile - Scanspeak D-2008. Come ho detto, però, la IBL non è una cassa tradizionale, quindi il D2008 che trovate montato non è quello "standard" che si può trovare altrove. La Naim sottopone i drivers a dei trattamenti specifici per adattarli alle proprie esigenze. In questo caso, basta smontare l'altoparlante per rendersi conto del lavoro che è stato effettuato dai tecnici di Salisbury: un pesetto è stato incollato sul fondo del magnete per eliminare alcune risonanze tipiche di questa unità. Posizione, dimensioni e massa di tale pesetto sono state evidentemente calcolate per ottenere l'effetto sperato. Trattandosi poi di un tweeter montato "elasticamente" tale lotta alle risonanze proprie diventa ancora più rilevante. Il tweeter è esattamente lo stesso utilizzato nella SBL.

Anche il cabinet giova dello stesso trattamento, che la Naim chiama mass damping. Infatti, non solo gli altoparlanti sono equipaggiati con queste "masse" in bronzo ed ottone, ma anche le pareti interne del mobile, in corrispondenza coi nodi di risonanza propria dei pannelli, sono trattate allo stesso modo. Il risultato è un mobile estremamente sordo.

[Naim IBL from rear]

I due drivers sono poi collegati all'esterno del mobile tramite cavi di ottimo spessore. Vi chiederete: e perchè mai sono collegati all'esterno? E già, perchè all'esterno c'è il crossover! Si, le IBL hanno il crossover esterno (denominato PXO, Passive X-Over), montato all'interno di un piccolo cabinet avvitato in modo elastico alla "schiena" del diffusore. I perchè di questa scelta sono molteplici.
Innanzitutto, in questo modo, la IBL può essere pilotata in modo "attivo" cioè da due finali separati ed un crossover elettronico. Mi spiego meglio: sul retro della IBL sono presenti 3 coppie di prese a banana: la prima coppia entra sul cabinet del crossover ed è quella che si usa per un pilotaggio "tradizionale" con un ampli stereo, la seconda e la terza coppia sono collegate direttamente al woofer ed al tweeter, senza interposizione di alcun filtro.
In pratica, dal crossover esterno partono due spezzoni di cavo per diffusori, di tipo Naim NACA, terminati da banane Naim, che vanno a collegarsi direttamente ai morsetti dei due altoparlanti.
Quindi, avendo due finali ed un crossover elettronico (Naim Snaxo) è sufficiente staccare gli spezzoni di cavi che vanno dal crossover esterno agli altoparlanti per avere a disposizione i morsetti liberi. Un finale riceverà dal crossover elettronico solo le frequenze da dedicare al woofer, l'altro finale quelle per il tweeter. In questo modo ogni finale amplificherà solo una parte del segnale audio, con grande guadagno in termini di dinamica e di trasparenza. Ricordo che nella biamplificazione passiva, invece, i due finali amplificano COMUNQUE tutto lo spettro audio, che verrà poi "tagliato" dal crossover delle casse.
In sintesi, grazie a questa soluzione, le IBL possono essere biamplificate senza alcun intervento all'interno del cabinet. Basta staccare le banane ed il gioco è fatto (da passivo in attivo in 5 secondi di lavoro). Se si volesse confrontare il risultato con l'amplificazione "tradizionale", basterebbe ricollegare il crossover esterno et voilà! Una soluzione, lasciatemelo dire, piuttosto intelligente e comoda.
L'altra ragione per la quale il crossover è montato esternamente è dovuta alla precisa volontà di diminuire le interferenze tra crossover, altoparlanti e le vibrazioni da questi indotte. Avrete notato che molti filtri crossover sono annegati in resina proprio per evitare vibrazioni dei componenti passivi ...ebbene, col sistema del crossover esterno il problema vibrazioni è ridotto ai minimi termini. è vero che se ne introducono altri, ma di questo tratterò più avanti nei "Consigli d'uso".

La IBL, pur essendo un diffusore da pavimento, fa uso di uno stand metallico con punte regolabili avvitato sul fondo del cabinet e facente quindi parte solidale con esso. In questo modo, pure non proprio "comune", si evita il dilemma del "che ci metto sotto le casse?". Le IBL hanno già il proprio stand, le proprie punte, la propria ragion d'essere. Ogni modifica a tale configurazione snaturerebbe il progetto originale e le intenzioni del progettista.

Le IBL sono nate come delle scaled-down SBL, cioè una versione "in piccolo" e pensata per piccoli ambienti della più voluminose SBL. Come già detto, montano lo stesso tweeter e ne condividono i principi costruttivi generali. Le più grosse DBL, invece, sembrano montare un midrange che assomiglia molto al woofer delle IBL. In realtà quello delle IBL è stato modificato per funzionare "anche" da woofer oltre che da medio quindi, rispetto a quello montato sulle DBL, utilizza una bobina mobile a corsa più lunga. Esternamente i due tipi di drivers sono indistinguibili, comunque.

Le uniche note tecniche in mio possesso parlano di una sensibilità di 86.5 dB/w/m, un'impedenza con un minimo a 6 ohm ed una risposta in frequenza di 45-20.000 Hz ± 3dB (in ambiente, col rinforzo della parete posteriore). La potenza "musicale" sopportata si attesta sui 65 watt. Le dimensioni sono 80 (A) x 25 (L) x 27.7 (P) cm. Il pannello frontale è inclinato all'indietro in modo da correggere l'errore di fase tra le emissioni del tweeter e del woofer.
Come tutti i diffusori Naim, anche le IBL sono state pensate per fornire l'equilibrio timbrico migliore quando addossate completamente alla parete posteriore. L'assoluta mancanza di sporgenze (anche le prese a banana sono a filo del pannello) consente un contatto vero e proprio tra cassa e parete retrostante.
Gli altoparlanti sono coppie selezionate ed accoppiate a due a due (quel tweeter con quel woofer, per capirci) e così pure ogni singola coppia di diffusori.

Snobismo all'inglese

La coppia di IBL che ho provato era stata aggiornata allo status mkII con l'adozione dei nuovi woofers. Hanno suonato nei miei due impianti per almeno 6 mesi, subendo ogni genere di esperimento "sonoro", in termini di partners utilizzati, dalle amplificazioni Naim di vario tipo e wattaggio fino ad elettroniche molto distanti, per filosofia sonora, dalla personalità di questi piccole torri di Salisbury.
Confesso che il mio primo approccio con le IBL non è stato facile. Ho impiegato circa 15 giorni di ascolti intensivi per familiarizzare con il loro suono. Inizialmente non riuscivo a liberarmi dall'idea che fossero un po' troppo leggere in basso. E lo sono, sia chiaro, ma ci vuole tempo per discernere e distinguere tra "leggerezza" e "pulizia". L'assenza assoluta di code e rimbombi, slabbrature ed "overhang", lascia inizialmente perplessi. Abituati alle sonorità "generose" dei diffusori moderni da pavimento, in bass reflex, ci vuole del tempo per ritarare il proprio orecchio sulla gamma bassa lineare e pulita di una sospensione pneumatica di piccolo litraggio e dotata di un piccolo woofer.
Una volta che si entra in sintonia con esse, le IBL cominciano a mostrare tutti i loro inequivocabili pregi. Intanto la velocità d'esecuzione e la coerenza ritmica sono da prime della classe. Se volete capire cosa sia ciò che gli audiofili inglesi chiamano PRaT (Pace, Rythm and Timing) dovete sentire le IBL. La scansione dei giusti tempi musicali è eccellente, mai uno strumento fuori posto o una disomogeneità temporale. Tutto è teso, stabile e maledettamente a fuoco.
Sebbene il basso lo si possa comunque desiderare un po' più esteso e potente, laddove queste casse lasciano di stucco è in gamma medio-alta. Il già eccellente Scanspeak D-2008, sottoposto alle cure dei tecnici Naim, sfodera una prestazione di prim'ordine per pulizia, linearità e naturalezza d'emissione. Ne traggono grande vantaggio le voci ed il pianoforte, notoriamente "strumenti" molto complessi da rendere al meglio.
Confesso che le IBL sono state l'unico diffusore a farmi venire la pelle d'oca durante l'ascolto dell'ormai abusato (da me) Watermark di Enja. Non sono un audiofilo di primo pelo e di casse ed apparecchi nelle mie sale d'ascolto ne passano parecchi. Tuttavia, solo le IBL sono riuscite in questo strano effetto di coinvolgimento emotivo. Un lieve "effetto presenza", peraltro condiviso da altri progetti della casa di Salisbury, aiuta a portare in primo piano le voci, aumentando il senso di realismo a livelli invero notevolissimi.
Strumenti metallici, a corda e piatti della batteria si riprendono quella giusta nota dorata che li contraddistingue, merito certamente delle caratteristiche del D-2008 ma anche grande merito dell'eliminazione delle risonanze di questa unità, grazie al "mass damping", alla sospensione elastica del tweeter ed all'isolamento acustico dell'unità.
In generale, il suono ricorda molto da vicino quello di un minidiffusore di classe, ma è privo di quella - talvolta consueta - ruffianeria di alcuni di questi in gamma medio-bassa. Parlo di quel tipico rigonfiamento nella zona del "calore" ovvero intorno ai 100 Hz che fa apparire i diffusori più "grandi" di quanto in realtà siano. La IBL, da vero snob quale è, rifugge da qualsiasi tentativo di compiacere od ingannare l'ascoltatore. Si mantiene lineare, pulita ed asciutta sin dove il piccolo woofer ed il minuscolo litraggio lo consentono. Il merito di questa linearità è anche da ascrivere al particolare caricamento del woofer, in sospensione pneumatica a doppia camera.
Se amate il suono di certi minidiffusori molto "rigorosi" dal punto di vista timbrico, questa IBL potrebbe essere nelle vostre corde.

Dinamica

Da questo particolare punto di vista la IBL fa quel che può e, ovviamente, si deve mantenere nei limiti concessi dalla fisica del piccolo woofer a corsa lunga. Inutile chiedere pressioni sonore eccessive e, in più, di farle fare salti dinamici con triplo avvitamento, non è nel suo DNA la capacità di stupire con giochi pirotecnici.
Non sbagliava Julian Vereker a considerarle eccellenti per piccoli ambienti. Qui, infatti, il livello massimo ottenibile e di consueguenza la gamma dinamica massima riproducibile sono assolutamente adeguate. Spostatele in ambienti molto grandi e vedrete il piccolo woofer agitarsi come un ossesso nel cercare di assecondare le vostre richieste. Non commettete l'errore di far fare a queste casse delle cose per le quali non sono state pensate.
Come compenso per la vostra attenzione, le piccole IBL vi regaleranno però qualcosa di piuttosto sconosciuto a diffusori ben più "grossi" e dinamici: la velocità d'esecuzione. Potete ben immaginare (forse) cosa possa fare un piccolo e leggerissimo woofer in un carico chiuso: attacchi e rilasci repentini, "frenate" mozzafiato e velocità ai massimi livelli.
Niente code, niente rimbombi, nessuna sensazione di woofer che continua a muoversi secondi dopo che il segnale musicale si è interrotto :-)
Questo non significa che le IBL siano frettolose, tutt'altro. Semplicemente, riescono a reagire alle variazioni dinamiche in minor tempo rispetto ad un diffusore tradizionale con accordo reflex e, magari, più woofers in parallelo. Ci sono le eccezioni, certo, ma in generale la sensazione è quella. La IBL mi ha ricordato, da questo punto di vista, la Linn Index, guarda caso pure lei funzionante in cassa chiusa e ligia osservante del principio PRaT.

La microdinamica è, ovviamente, a livelli elevatissimi con l'analisi dei particolari sempre attenta e puntigliosa, senza sconfinare nella pignoleria fine a se stessa. Queste IBL sanno stare a completo servizio della Musica.

Immagine 3D

Con le casse addossate alla parete posteriore avete voglia di cercare profondità d'immagine. Infatti, non c'è. Zero, nisba, nihil, nada, niente. Allontanandole si recupera, ma si perde in equilibrio timbrico, che si alleggerisce oltremodo. In pratica le IBL sono in grado di "affrescare" la vostra parete di fondo con un'immagine bidimensionale precisa, sempre a patto che tra le casse non ci siano ostacoli di sorta, come peraltro raccomanda anche il sintetico manuale d'uso.
Per gli estimatori del marchio o della filosofia sonora "flat earth" questa non è certo una novità. Tutti i diffusori Naim o Linn sono stati pensati per essere sistemati addossati alla parete posteriore, sacrificando dunque la scena acustica. Come già spiegato altrove la filosofia "flat earth" ritiene l'immagine tridimensionale un artificio poco reale e non indispensabile ad una corretta riproduzione musicale.
Quindi, tenete bene in mente questo fatto se dovesse capitarvi di ascoltare le IBL (o diffusori analoghi).

Uso, manutenzione, tweaking e consigli per l'acquisto

Non sono diffusori per tutti, questo sia chiaro. Dal posizionamento al particolare equilibrio timbrico, le IBL chiedono molto al loro possessore. Per poter dare le alte prestazioni delle quali sono capaci c'è bisogno di tanta pazienza, accurati interfacciamenti e partner di prim'ordine.
Inizialmente, accoppiate con il Naim Nait, il piccolo magico integrato inglese, queste IBL dovevano rappresentare il primo passo nel mondo di un sistema "all Naim". Ora, con il Nait 1, le IBL suonano pure...ma per esaltarsi hanno bisogno di amplificazioni ben più dotate. Non ho avuto modo di effettuare la prova ma sembrerebbe che il massimo lo possano dare in biamplificazione attiva, se non addirittura con una batteria di 4 finali mono Naim NAP 135!
Ovvio, il costo dell'amplificazione sarebbe, in questo caso, assolutamente sproporzionato rispetto a quello delle casse. Io ritengo che una biamplificazione attiva con due finali Naim, anche piccoli (pure i 90) o un pilotaggio "tradizionale" con un 110 o un 140 sia già in grado di offrire gran parte delle performance possibili con le IBL. Piuttosto che una spesa maggiore nell'amplificazione, sarebbe forse meglio pensare alle SBL, a meno che la stanza non sia davvero piccola e le esigenze familiari molto stringenti.

Il posizionamento deve essere effettuato a ridosso della parete posteriore. Ho provato anche altre posizioni, ma il basso si alleggerisce sempre un po' troppo per i miei gusti. è anche vero che, comunque, in certi ambienti, il posizionamento a completo ridosso della parete posteriore può generare una certa insorgenza di rimbombi e risonanze in gamma bassa.

Per i cavi, inutile dire che la scelta Naim è quasi obbligata, specie se si usano amplificatori Naim. Liberi di sperimentare con altre soluzioni, ma non mi allontanerei da un sistema integrato tutto Naim, per preservare l'equilibrio timbrico voluto dalla casa di Salisbury. In tutta sincerità, le ho ascoltate con altre amplificazioni ed il risultato è sempre stato piuttosto convincente e lineare, mai schizofrenico.

Per un normale utilizzo delle IBL il segnale passa attraverso 3 coppie di connettori a banana. La prima coppia tra cavi di potenza e crossover e le altre due coppie tra crossover esterno ed "ingresso" nei due drivers. Questo, in qualche modo, penalizza la resistenza di contatto. Acquistandole usate (non c'è altra possibilità) abbiate cura di disossidare le banane in dotazione e le relative prese, tramite l'utilizzo di disossidanti spray per contatti e bastoncini cotton-fioc. Al termine dell'operazione questi dovranno uscire completamente puliti. I benefici in termini sonori sono lievi ma avvertibili in termini di una maggiore precisione e trasparenza.
Abbiate cura di eseguire queste operazioni in modo periodico, magari semplicemente sfilando e reinfilando le banane più volte.
Un discorso analogo va fatto per i supporti in metallo integrati col diffusore. Stringete tutte le viti che li fissano al cabinet (ma senza esagerare!) e controllate periodicamente il loro stato.

Un'altra modifica reversibile che si può applicare consiste nello smorzare meglio il cabinet che contiene il crossover. Questo è fissato al cabinet del diffusore mediante quattro viti e l'interposizione di rondelle in gomma. La prima cosa da tentare è l'utilizzo di rondelle più spesse e morbide, perchè quelle in dotazione smorzano ben poco.
La seconda cosa potrebbe essere il trattamento del cabinet del crossover con pannelli di antirombo o materiale analogo, da posizionare all'interno ed all'esterno del contenitore stesso.

La ricerca di un esemplare usato dovrebbe essere fatta sulle aste online e nei negozi inglesi, per essere certi di spuntare i prezzi migliori. Tuttavia, l'interesse per le IBL non è mai diminuito tra gli appassionati del marchio, per cui non aspettatevi prezzi molto bassi. Direi che per un esemplare in perfette condizioni (estetiche e d'uso) dotato di griglie originali integre, imballi e manuale originale, si può pagare al massimo una cifra non troppo distante dal 45-50% dell'ultimo listino italiano. Sto parlando quindi di una cifra vicina agli 800 Euro. La differenza tra una mkI ed una mkII può essere valutata in un centinaio di Euro. I nuovi woofers (serie mkII) costano attualmente 95 sterline l'uno + IVA + eventuale spedizione e sono tuttora (anno 2003) disponibili.
Come per ogni prodotto Naim, ricordatevi che dal numero di serie si può risalire all'anno di produzione e, quasi sempre, alla "storia" del diffusore (riparazione e/o upgrade effettuati in fabbrica, ad es.). Per prodotti venduti prima degli anni '90 credo che la "storia" dell'esemplare non sia stata registrata elettronicamente nei computers della Naim e di conseguenza potrebbe essere più complicato il risalire a tutti i dati.
Nel sito Naim, comunque, c'è la tabella che riferisce i numeri di serie all'anno di produzione. Nel caso delle IBL controllate anche che i due numeri di serie siano consecutivi. Essendo coppie selezionate, i due numeri di serie devono differire per una sola cifra.
Altra cosa da controllare è lo stato delle griglie parapolvere che non sono un accessorio ma parte integrate del progetto della cassa. In mancanza di queste, originali, la cassa non suonerà come dovuto. I ricambi credo siano disponibili presso la Naim UK ma temo siano piuttosto costosi.

Nelle aste online si possono spuntare prezzi migliori (anche 500 Euro), ma il rischio è sempre in agguato e la spedizione potrebbe essere molto costosa, infatti l'imballo è un unico scatolone molto grande che contiene entrambi i diffusori. Qui in Italia non mi è ancora capitato di vederne una coppia in vendita. La coppia da me utilizzata è stata venduta prima di redigere queste note, a scanso di equivoci :-)

Come già accaduto dopo la pubblicazione di articoli come questo, dove si parla di un buon prodotto del passato, le speculazioni sono sempre in agguato e la lievitazione delle quotazioni quasi inevitabile. La cura per questo male sta nell'evitare di pagare cifre troppo alte per questi oggetti.
Uno dei vantaggi di acquistare buoni apparecchi usciti di produzione consiste anche nella spesa ridotta con la quale se ne può entrare in possesso. Per capirci: una IBL pagata 1000 Euro è un nonsenso, sia audiofilo che storico che culturale. Poi, certo, il mercato ha le sue leggi fatte di domanda ed offerta...ma fatevi furbi.

Conclusioni

Not for the faint of heart, dicono gli inglesi...cioè non per i deboli di cuore, secondo la mia liberissima traduzione. Se siete amanti del suono "pompato" di molte torri da pavimento odierne, se amate il basso devastante e la dinamica esplosiva, forse non sono le IBL le casse che fanno per voi.
Se, invece, siete audiofili abbastanza maturi da poter rinunciare ad una gamma bassa potente e ad un'immagine tridimensionale un po' appiattita nel senso della profondità, ma siete allo stesso tempo incapaci di fare a meno di una naturalezza d'emissione e di una trasparenza di prim'ordine, provate a cercare una coppia di queste rare gemme di Salisbury.
L'acquirente ideale è l'amante del suono dei miniffusori, a partire dalla Linn Kan e le LS 3/5A, desideroso di acquistare un diffusore da pavimento che lo liberi dalla schiavitù dello stand, che sia quasi invisibile in ambiente (potendolo addossare alla parete) e che conservi tutte le caratteristiche tipiche di un buon minidiffusore di scuola inglese: gamma bassa veloce, asciutta e controllata, gamma medio-alta raffinatissima. Doveste riconoscervi in questa descrizione, la IBL potrebbe essere uno dei possibili candidati. Non a caso è sempre stato il "passo successivo" per tutti i possessori di mini come le Linn Kan.

è possibile che saranno in grado di seguire l'evoluzione del vostro impianto, passo dopo passo, regalandovi sempre un'emozione in più.

Ringraziamenti: prima di tutto, desidero ringraziare la Naim Audio UK, Richard Dane e Paul Stephenson in particolare, per il loro continuo aiuto e la preziosa collaborazione (anche "storica"). Inoltre, per poter eseguire dei test attendibili, si sono prodigati nel farmi avere un set di cavi NAC A5 in prova.
Un'altra sorgente di preziose informazioni è il sito Pink Fish Media "Flat Earth" e Forum correlato.
Altre ottime informazioni possono essere recuperate dal Forum ufficiale della Naim, accessibile direttamente tramite il sito Naim stesso.
Last but not least, ringrazio l'amico Luigi Monaco per le bellissime foto, un po' castigate da me per esigenze web.

© Copyright 2003 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

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