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Prodotto: Indiana Line Nota 550X - diffusori da pavimento
Costruttore: Indiana Line - Italia
Distribuito in Italia da: ASM Distribuzione
Prezzo appross.: 400-500€/coppia
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Gennaio, 2023
Non credo sia necessario introdurre il marchio Indiana Line al pubblico italiano, vista la gloriosa storia che lo accompagna sin dagli anni '70, prima come assemblatore locale dei diffusori americani Utah e poi come grande azienda che progetta e realizza in proprio diffusori, da sempre attenta al rapporto qualità/prezzo. Fondato nel 1977 a Torino, ora il marchio è stato rilevato da Audio Klan (Varsavia, Polonia). La progettazione resta italiana, a Rivoli, mentre la costruzione è cinese, come la stragrande maggioranza dei diffusori in commercio ormai. Qualora foste interessati a tutta la storia dell'azienda, dalle origini sino ai giorni nostri, date un'occhiata alla pagina dedicata sul sito ufficiale.
La produzione Indiana Line di diffusori specifici per uso HiFi si articola in tre linee principali, dal basso verso l'alto: Nota, Tesi e Diva. A queste poi si aggiunge una serie semi-pro denominata DJ. In prova ho gentilmente ricevuto dall'azienda, grazie alla cortese intermediazione di Marco Visonà di ASM Distribuzione, il modello da pavimento della serie entry-level Nota, il 550X.
Questi Nota 550X sono dei piccoli diffusori da pavimento molto snelli (880 x 175 x 275 mm), realizzati in due finiture (noce chiaro e rovere nero), dotati di due midwoofer da 13.5 cm, in caricamento bass reflex con sbocco anteriore. Si tratta di un due vie e mezzo, visto che dei due midwooofer uno solo lavora da woofer vero e proprio (fino a 250Hz), mentre l'alto lo aiuta ma poi interseca a 2.8 kHz il tweeter, una cupola morbida da 1". I driver sembrerebbero di provenienza Tekzone, un costruttore/assemblatore di altoparlanti cinese. Il crossover è piuttosto elaborato, con tre bobine (due avvolte su nucleo e una in aria), tre condensatori (due elettrolitici e uno MKP) e due resistenze. Il costruttore, invece, dichiara che tutte le bobine siano avvolte in aria e che i condensatori siano del tipo a film, caratteristica comune ai restanti modelli della stessa serie. Una guarnizione a tenuta d'aria sigilla al mobile sia la morsettiera che il tweeter, mentre stranamente tali guarnizioni sono assenti dove servirebbero di più, ovvero tra cestello del woofer e cabinet.
Il mobile è di buona fattura, in MDF di buon spessore (1.2 cm), con due rinforzi interni, una soluzione raffinata e insolita in un diffusore così economico. All'interno c'è un bel po' di assorbente acustico. I connettori per il mono-wiring accettano forcelle, banane e cavo spellato. Il manuale d'uso contiene informazioni generali e di posizionamento, relative a tutta la serie Nota. Si citano delle spugne per chiudere lo sbocco reflex quando necessario ma nell'imballo non erano presenti, probabilmente sono in dotazione agli altri modelli della serie. Inclusi invece 8 feltrini smorzanti in gomma da incollare alla base del diffusore.
La finitura tradisce un po' la classe di appartenenza, perché gli altoparlanti e lo sbocco reflex, tutti montati a filo del frontale, non appaiono con questo perfettamente allineati. D'altra parte stiamo parlando di un diffusore che offre molto per un prezzo molto basso.
La serie Nota è stata probabilmente pensata per un pubblico giovane, o comunque per dei neofiti, e a mio parere l'impostazione riflette abbastanza bene il target. Il suono è infatti molto generoso in gamma bassa e poco aggressivo in gamma alta, un mix perfetto per adattarsi sia a impianti non estremamente rivelatori che a incisioni non esattamente audiophile. I due midwoofer, che lavorano in parallelo fino a 250 Hz, spostano grandi masse d'aria, e scendono abbastanza bene in frequenza (dichiarati 38 Hz, immagino a -3dB), tanto da non far rimpiangere diffusori di ben altre dimensioni. È un basso generoso, non esattamente velocissimo, ma dotato di ottima tenuta in potenza e impatto. Non può avere, ovviamente, il controllo, la velocità e l'articolazione di diffusori più costosi, ma la sostanza c'è tutta. Sui bassi più impegnativi e profondi si percepisce qualche traccia di gommosità e di lentezza, probabilmente dovuta a risonanze delle lunghe pareti laterali del mobile.
In gamma medio-alta il progettista ha optato per una scelta coraggiosa, ovvero affidare ai soli tweeter tutta la gamma dai 2.8 kHz in su. Non mi è chiaro il motivo di questa scelta, forse per premiare una certa coerenza d'emissione, ma di sicuro la piccola cupola da 26 mm è chiamata a fare un po' gli straordinari. O i midwoofer utilizzati non erano in grado di salire più in alto oppure si tratta di una scelta di progetto ben precisa che ha, come vedremo, i suoi pro e i suoi contro. A questi livelli di prezzo, non dimentichiamolo mai, si devono accettare compromessi progettuali importanti. Tutto questo si traduce in una gamma medio-alta a tratti timida, non lucida e tesa come sarebbe preferibile, e in una certa povertà di contenuto armonico. Per questo motivo, i transienti d'attacco degli strumenti perdono un po' di realismo, un fatto abbastanza evidente su archi e strumenti a corda (specie pizzicati) e sulle percussioni. Le voci invece passano abbastanza bene, seppure qualche consonante si perda un po' per strada, a tutto vantaggio delle vocali (le prime hanno un transiente evidente, mentre le seconde no).
In gamma alta, più o meno, si replica lo stesso scenario, con in aggiunta una certa rotondità che di sicuro rende l'ascolto poco affaticante, anche ad alti volumi. Questo è un pregio, perché - come dicevo - si riesce a non mettere troppo in evidenza i difetti dei componenti a monte e delle incisioni.
Il risultato finale è un suono di gran peso in gamma bassa e tutto sommato dolce e compassato in gamma medio-alta. Ho letto spesso di suono loudness riferito ai diffusori economici Indiana Line, ma mi sento di dire che questa, come tante, sia una leggenda metropolitana. Il basso ben presente c'è, ma manca una gamma alta affilata e in evidenza, che dovrebbe essere presente se ci fosse un vero effetto loudness (=bassi e alti esaltati).
Dal punto di vista dinamico il comportamento è ottimo per la classe di appartenenza, e queste piccole Nota sono capaci di digerire tanti watt anche abbinati a programmi musicali impegnativi, senza particolari compressioni. Dipanano senza troppa fatica anche le trame sonore più intricate, magari amalgamando tutto un pochino, ma senza mai risultare fastidiose. I 100dB di picco nel punto d'ascolto si raggiungono senza troppi problemi.
Una piacevolissima sorpresa viene dalla ricostruzione dell'immagine: il fronte sonoro non è enorme, ma i piani sonori sono distinti, ben a fuoco specie in profondità. Può darsi che questo sia il frutto della decisione di assegnare al tweeter tutta la gamma dai 2.8 kHz in su: la coerenza d'emissione dovuta al singolo altoparlante consente evidentemente di ricostruire una scena tridimensionale molto buona.
Visto che avevo ancora a disposizione una coppia di Argon Audio Alto55 mk2, diffusori praticamente identici come tipologia e dimensioni, ma dal costo di circa 600€, non ho resistito a fare un confronto diretto, vista l'ottima impressione (sbalorditiva per molti aspetti) che questi diffusori danesi mi avevano fatto. Ebbene, l'impostazione è abbastanza diversa: più lucide, aperte e affilate in alto le danesi, con una dinamica e un controllo superiori. In tutta sincerità, i circa 200€ in più si sentono tutti, e pure qualcosina in più. Così, mentre le Nota 550X possono essere considerati ottimi diffusori, allineati con la loro fascia di prezzo, gli Alto55 si confermano degli autentici fuoriclasse, che suonano ben oltre ciò che il costo lascerebbe intuire.
Costruzione, finitura & consigli d'uso.
Questi diffusori sono realizzati abbastanza bene, a parte qualche piccola imperfezione nel montaggio a filo degli altoparlanti. Belli i fianchi bombati e arrotondati, tipici di diffusori più costosi. Coi dischetti smorzanti forniti in dotazione l'appoggio a pavimento risulta morbido e pertanto ballerino, e questo di sicuro non aiuta nel controllo del basso e nella precisione della gamma medio-alta. Questo è uno di quei casi da manuale nei quali l'utilizzo di punte verso il pavimento è praticamente obbligatorio per tirar fuori il meglio da questi altoparlanti. Le note d'ascolto sono state redatte coi diffusori su punte coniche. La distanza dalla parete posteriore, pur essendoci il reflex anteriore, è da valutare caso per caso, perché di sicuro non c'è bisogno di rinforzare la gamma bassa e medio-bassa. La sensibilità dichiarata di 91 dB è decisamente ottimistica: a parità di manopola di volume, ad esempio, le Argon Alto55 suonano più forte, pur essendo date per 87 dB. È vero che le Alto55 sono date per 4 ohm nominali mentre le Nota 550X tra 4 e 8 ohm, però il divario è abbastanza evidente. Si tratta comunque di un carico abbastanza facile, anche piccoli amplificatori in classe D le pilotano senza alcun problema.
Suono.
Come detto, si tratta di un suono generoso in basso e poco incisivo sul medio-alto, impostazione perfetta per un utilizzo easy ma un po' limitante in ambito audiophile. Una maggiore presenza e definizione in gamma media e una ricchezza armonica superiore in gamma medio-alta sarebbero state benvenute. Forse avrei anche sacrificato un po' di potenza e presenza in gamma bassa in favore di un migliore controllo.
Indiana Line si conferma una scelta sicura in fatto di diffusori entry-level, visto che queste Nota 550X offrono molto per quel che costano. Hanno dei limiti, chiaramente evidenziati sopra, ma questi sono probabilmente frutto di una scelta progettuale ben precisa. Se desiderate infatti un suono generoso e poco aggressivo, per suonare musica di tutti i generi, senza porvi tropppi problemi con dischi incisi non perfettamente, queste Nota dovrebbero figurare in alto nella vostra lista dei desideri. E, tipicamente, questo è il desiderio di chi, con pochi mezzi, cerca di costruire un impianto che suoni bene un po' tutto, lontano da pericolose fisime audiofile. In più, il marchio è una garanzia di presenza sul mercato e assistenza, un plus che va considerato durante l'acquisto.
Grazie alla gentile disponibilità del distributore italiano ASM, nella persona di Marco Visonà, la coppia utilizzata per questa recensione è stata donata al Conservatorio di Musica di Cagliari, che al momento le utilizzerà in sala regia.
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