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Aliante One Zeta

[English version]

Prodotto: Diffusore acustico Aliante One Zeta
Costruttore: Aliante
Prezzo approssimativo: 4.500.000 la coppia

[Aliante One Zeta] Il diffusore One Zeta è il top of the line della italiana Aliante, modello turbo della One: trattasi di un diffusore bookshelf di dimensioni contenute (255 x 350 x 400), dalla forma inusuale, equipaggiato con un bel woofer Seas da 17 cm con ogiva metallica centrale e tweeter a cupola Scanspeak D 2905 da 1 pollice, entrambi progettati e modificati su specifiche.
Il crossover che potete vedere in foto utilizza induttanze SOLO CFAC realizzate con un sottile nastro di rame OFC, i condensatori sono ACOUSTICAL AUDIOCAP PPFF in polipropilene film & foil e le resistenze sono del tipo antiinduttivo, cablaggio interno Monster Cable.
Il livello di costruzione, come si può anche intuire dal costo dell'oggetto, è elevatissimo e sia la forma che la qualità delle finiture raccontano già qualcosa di questo diffusore.
Belle? Questione di gusti, a me piacciono molto, con questa estetica a cavallo tra il classico massello italiano e l'oggetto hi-tech.
[One Zeta rear] La morsettiera per il biwiring utilizza componenti di ottima qualità ma ancora troppo vicini per i miei gusti di recensore :-) Non stiamo parlando delle acrobazie e prestidigitazioni necessarie con le morsettiere delle Iperspazio o delle Spazio però...
Si, si, lo so che la morsettiera si usa una volta sola e basta...
Nei curatissimi imballi sono presenti i soliti feltrini Aliante da posizionare intorno ai tweeters, oltre agli altrettanto consueti parapunte in plastica adesiva col logo Aliante.
Di questo diffusore esistono diverse versioni, marchiate Pininfarina e dal costo superiore, 4.700.000 circa per le Zeta Pininfarina e 6.750.000 per le One Pininfarina. In pratica la One Zeta in prova è il modo più economico, se così si può dire, per entrare in possesso del top della attuale produzione Aliante.
Per ragioni diverse ho avuto modo di ascoltare le Aliante One Zeta molto a lungo, in diverse configurazioni ed impianti. [Filtro e altoparlanti]

Timbrica

Giudicare la massima espressione di un blasonato Costruttore di diffusori è sempre un compito arduo per ogni recensore. Per questo motivo nutrivo una sorta di timore reverenziale nei confronti delle One Zeta, quasi che potessero in qualche modo mettermi in difficoltà, i prodotti top, si sa, sono delle primedonne in tutto e per tutto.
Ogni dubbio si è dissolto come neve al sole non appena le One Zeta hanno cominciato a riempire il mio salone con la mia Musica preferita. In quei giorni avevo ascoltato vari diffusori di elevata qualità nel mio impianto, tra i quali anche gli Aliante Moda. Bene, collegare le One Zeta e capire che si trattava di un diffusore per certi versi unico è stato un tutt'uno. Più bassi? Più alti? Più dinamica? No, tutta un'altra Musica. Niente che potesse essere confrontato coi suoni sentiti in precedenza. Un universo a sè stante. Con un suono di questo livello le domande tipo si, ma migliori in cosa? perdono di significato perchè la dimensione sonora che le Zeta riescono a ricreare è di quelle che lasciano poco spazio alle parole. Ma non perchè siano perfette né assolute. Di perfetto ed assoluto non esiste niente. Tantomeno un diffusore da 5 milioni.
Le parole però servono per capirsi ed allora vi racconterò come è stata la convivenza con questi due oggetti sonori.
Timbricamente appaiono un pelino scure, certamente molto più scure delle Moda, ma non si tratta di roll off, affatto. Il suono delle Zeta è aperto e luminoso, direi che la gamma alta di questo diffusore può essere paragonata ad una intensa luce dorato/ambrata, tipica di certi luminosissimi tramonti di fine estate. Non sono solito fare paragoni poetici ma la relazione tra sensazione visiva e sonora ritengo sia sempre molto utile perchè siamo molto più abituati a vedere anzichè ascoltare.
La gamma media, pur essendo molto trasparente, rimane dolce e suadente, analitica e precisa ad altissimo livello ma non fredda né asettica. La capacità di introspezione nel programma sonoro è su livelli molto buoni, anche in presenza di segnali complessi non c'è alcun accenno allo *sgranamento* del suono riprodotto.
Nessun accenno di nasalità affligge la splendida gamma media, quasi da elettrostatico, di questo gioello italiano.
Il basso? Esteso quanto basta per ricostruire tutto il corpo degli strumenti più gravi, articolato e potente, sebbene, a voler fare i pignoli, avrei preferito ancora un po' più di profondità e di impatto. Non dimentichiamoci mai che stiamo ascoltando un diffusore bookshelf che, sebbene costi circa 5 milioni, resta pur sempre vincolato a dei limiti fisici ineludibili.
Azzardo un'ipotesi: può essere che con scelte diverse di filtraggio o di litraggio si sarebbe potuto ottenere un basso più profondo e d'impatto ma magari a scapito della pulizia della gamma medio bassa e media. In fondo molto meglio così: c'è tutto il basso che serve e niente di più. Vi assicuro che non si sente affatto il bisogno di un completamento addizionale (leggi subwoofer) in basso, le Zeta sono complete così.
Infine la coerenza, parametro che distingue sempre un grande diffusore da tutto il resto: qui è ai massimi livelli, come ho detto prima, il suono può essere assimilato a quello di un grande pannello elettrostatico.

Dinamica

Buona la macrodinamica ed eccellente la microdinamica. Un senso di respiro naturale pervade la prestazione dinamica della Zeta, un pulsare vigoroso di un grande diffusore in grado di riproporre tutte le variazioni del segnale musicale senza sforzo apparente. Anzi, pur essendo discretamente efficienti, invitano ad alzare il volume, segno evidente dell'assenza di distorsione e di compressioni dinamiche. La velocità è buona, ma non da cinture di sicurezza per intenderci. Come le signore di gran classe la Zeta non ha fretta, consapevole che la Musica che sa riprodurre ha tutti i connotati dell'evento reale, capace di far dimenticare che si sta ascoltando e (arrrgh!) recensendo un diffusore.
Collegatele e comincerete a mettere dischi su dischi, fino a quando fuori è buio e le leggi condominiali suggerirebbero volumi d'ascolto meno realistici di quanto si vorrebbe.
Anticipando alcune considerazioni che verranno meglio espresse nela sezione Consigli d'uso dirò che le Zeta invitano ad alzare il volume specie se il pilotaggio non è a loro gradito: entrano in coppia facilmente ma per farlo hanno bisogno di buoni amplificatori, con quelli un po' mosci l'unica cosa che potete fare è cercare di alzare il volume.

Immagine

Se avete letto le altre recensioni dei diffusori Aliante presenti su queste pagine saprete che uno dei punti di forza di tutta la produzione dell'Ing. Prato è la capacità di ricreare un'immagine grande ed assolutamente svincolata dai limiti fisici dei diffusori.
Mi aveva affascinato la magica capacità di sparire alla vista delle Moda, ma le Zeta fanno meglio, se possibile. Intanto per dimensioni: il suono riprodotto è grande, in particolare in altezza e profondità. Spostatevi dalla posizione d'ascolto ideale e la scena rimarrà là, incollata dietro i diffusori, dandovi quella a tratti inquietante sensazione di poter guardare di lato agli esecutori. Capita raramente, è la magia dell'illusione sonora ai massimi livelli ch esplode in sala d'ascolto e l'HiFi scompare lasciando il posto alla Musica.
Focalizzazione e precisione dei contorni della scena è ai massimi livelli, l'aggettivo che rende meglio l'idea della caratteristiche dell'immagine tridimensionale è scultorea, lucida, liscia e definita come marmo.
Ritengo che la prestazione rispetto a questo particolare parametro della riproduzione sonora sia a livelli di assoluta eccellenza.

Consigli d'uso

A parte i soliti (rodaggio e posizionamento su stands di buona qualità -ottimi quelli Acoustical in alluminio-) vorrei soffermarmi sulla scelta dei componenti da abbinare alle Zeta. Due parole prima sul posizionamento: non è particolarmente critico, a patto di stare lontani dalle pareti e di angolare un bel po' i diffusori verso il centro.
Le Zeta, come ho già detto in apertura, sono delle primedonne e come tali vanno trattate, con rispetto e tanta attenzione onde evitare reazioni isteriche.
La loro trasparenza in gamma media mette subito in spietata evidenza le pecche della catena a monte: non cercate di imbrogliarle con impiantini, anche audiophile, ma di livello medio-economico: la reazione delle Zeta srà violenta ed inaspettata. Anzichè suonare dolci ed aggraziate vi faranno sentire tutti i difetti degli apparecchi ad esse collegati. L'ampli in particolare, deve essere capace di erogare buone quantità di corrente, sebbene il wattaggio non sia un fattore molto determinante. Collegateci un ampli non particolarmente dotato e sarete costretti ad alzare il volume, portando molto facilmente il povero malcapitato al clipping selvaggio.
Un bel finale in classe A, con grandi capacità di pilotaggio, lo vedrei il partner ideale per queste belle realizzazioni italiane. Anche, perchè no, un bel valvolare, purchè non un monotriodo da unwattemezzo, però!
L'importante è la qualità che deve essere al di sopra di ogni sospetto, altrimenti sapete già cosa vi aspetta. Cerchiamo di capirci ancora meglio: non è che le Zeta abbisognano di apparecchi di qualità per suonare bene perchè altrimenti suonano male. No, il concetto è diverso.
Ad esempio le Spazio, sempre dalla mano dell'Ing. Prato, suonano bene quasi con tutto come è giusto che sia per un prodotto budget-oriented. Il che significa anche che oltre un certo limite però non vanno, nel senso che anche aumentando la qualità delle elettroniche a monte, il risultato finale, da un certo punto in poi, non migliora più di tanto. Con diffusori come le Zeta il discorso è diverso: migliore è l'elettronica a monte e più loro si esaltano, mostrando di poter far parte di catene anche molto impegnative per costo e qualità degli apparecchi impiegati, senza che loro ne risentano in alcun modo.
Questa è la differenza maggiore tra un grande diffusore ed un buon diffusore: il primo sembra avere infiniti margini di miglioramento, l'altro migliora si, ma non oltre un certo livello.
In definitiva: se pensate di comprarvi la cassa da 5 milioni perchè sicuramente suona meglio -SEMPRE- di quella da un milione occhio alla catena alla quale la volete collegare o resterete molto delusi. Sarebbe come usare un treno di gomme Yokohama AVS su una Cinquecento Sporting...uno spreco e le eccelse qualità dei pneumatici non verrebbero messe in evidenza. Finireste col dire: si vabbè, ma andavano bene anche i P2000 (ammesso di trovarli nella misura adatta per la Sporting, impossibile).
Ecco, rischiate di non capire il livello qualitativo dei diffusori mortificandoli su impianti medio-ecomomici, anche se con aspirazioni audiophile. Meglio, molto meglio un paio di diffusori da 2/3 milioni ed il resto in dischi :-)

Conclusioni

Si è capito che le One Zeta mi sono piaciute? Credo (e spero) di si. Perchè questi diffusori hanno secondo me qualcosa di speciale, una musicalità raffinata e naturale che trascende dai soliti giudizi che si danno all'HiFi. Da ascoltare obbligatoriamente, con calma, se intendete acquistare una coppia di diffusori bookshelf *definitivi*.
Sono perfetti? No, la perfezione, come ho già avuto modo di dire, in HiFi, paradossalmente, non ha senso.
Le One Zeta sono, invece, secondo la mia umile opinione, un prodotto che lascia un segno indelebile (una Zeta? :-) ) sul panorama dei diffusori bookshelf, un modo di riproporre la Musica unico ed affascinante, da sentire assolutamente.
Mi chiedo: il nome Zeta ha qualche riferimento col fatto che questa è anche l'ultima lettera dell'alfabeto?

Un grande ringraziamento alla Aliante Srl ora neo-distributrice in proprio dei prodotti Aliante per averci concesso (e per lungo tempo!) le One Zeta in prova.

© Copyright 1998 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com

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