Inoltre c'è il serio problema della stabilità, parametro che influenza
pesantemente la ricostruzione della scena acustica.
Un diffusore, specie se piccolo e leggero, posizionato su punte sopra un
supporto alto 60-70 cm è quanto di più instabile possiate trovare.
L'energia prodotta dagli altoparlanti, che per certi minidiffusori di
qualità può essere davvero notevole, è in grado di scuotere la cassa
ed il suo relativo stand fino a farlo vibrare, impercettibilmente s'intende,
distruggendo la stabilità e la messa a fuoco della scena acustica ricreata
per cui vi ritrovate con pianoforti che si spostano da destra a sinistra, cantanti
che oscillano come ubriachi davanti al microfono ed in generale uno sfocamento
dell'immagine davvero poco piacevole.
Tutto questo, naturalmente, è lo scenario peggiore e certo che si può ottenere
un eccellente accoppiamento meccanico anche tra minidiffusori e stands non
dedicati, però occorre molta pazienza, esperienza e nervi saldi.
Altro problema, stavolta pratico e non acustico, è la solidità dell'insieme diffusore + stand, da intendersi come immunità ad urti accidentali e simili, parametro di fondamentale importanza se in casa si hanno bambini, animali o, semplicemente, se a fare le pulizie di casa non siete voi ma la vostra consorte/madre/cameriera che, di fronte a questi trespoli con punte affilatissime non sanno mai come comportarsi, se spostare prima il diffusore e poi lo stand o entrambi contemporaneamente, distruggendo in ogni caso in soli 5 minuti il lavoro di posizionamento durato mesi interi.
L'estensione della risposta in gamma bassa dipende molto (ma non solo) dal
litraggio della cassa, cioè dal suo volume interno.
Ora è chiaro che se al posto dello stand noi ci mettiamo il mobile del
diffusore, gli altoparlanti si troveranno a lavorare in un volume anche
triplo, evitando al progettista troppe acrobazie col fattore di merito e con
l'efficienza per ottenere una risposta in gamma bassa soddisfacente.
Non solo, ma con lo spazio a disposizione lasciato libero dallo stand si
può pensare di costruire un vero e proprio mini-subwoofer da abbinare al
minidiffusore e da ospitare nello stesso unico mobile ma in volumi
separati.
Questo tipo di approccio, con diverse varianti, ha avuto un
certo successo (serie Gold della ESB, Kef, Mission etc.) anche se presenta
delle complicazioni realizzative maggiori.
L'altra soluzione, più semplice, è quella di far lavorare tutti gli
altoparlanti nello stesso volume magari tagliando via quella parte di
spazio non necessaria che potrebbe causare, date le misure un po'
fuori dal comune, risonanze e/o onde stazionarie difficilmente
controllabili. Questa soluzione adottata da Costruttori quali gli inglesi
Monitor Audio e gli italiani Opera, consente di sfruttare la parte
bassa del mobile, vuota, come base da riempire di materiale smorzante
tipo sabbia, pallini di piombo e simili.
I vantaggi di questa soluzione dovrebbero essere evidenti: aumenta il
peso del diffusore e quindi la sua stabilità (a tutto vantaggio
dell'immagine e della sicurezza, come visto sopra) ed inoltre si riesce a
smorzare eventuali risonanze del mobile.
Il fatto di conservare comunque l'ingombro in larghezza del minidiffusore
ha enormi vantaggi in termini di precisione dell'immagine acustica e di
ingombro visivo. Gli altoparlanti sono ancora montati su un baffle di
ridotte dimensioni ed approssimano bene, come dicevo, l'ideale fisico di
sorgente sonora puntiforme. Più è largo il frontale e più
è facile che si verifichino fenomeni di diffrazione e quindi, di peggiore ricostruzione prospettica.
L'ingombro visivo poi, è analogo a quello di un diffusore della stessa
larghezza sistemato sopra uno stand. Basta ricordare che molti stand,
specie quelli a quattro colonne, certo non eccellono per invisibilità.
Infine c'è da valutare il rapporto qualità/prezzo:
è sbagliato confrontare un diffusore da pavimento con un
bookshelf di pari prezzo, infatti al costo di quest'ultimo occorre sempre
sommare il prezzo di una coppia di stands di qualità (dalle 300.000
fino al milione ed oltre per i modelli più sofisticati).
Il diffusore a torre è già pronto per suonare al suo meglio,
basterà trovare la posizione giusta in ambiente, operazione resa
ancor più semplice dal fatto che dobbiamo spostare un unico mobile e non
una scatola sopra un trespolo traballante.
Il diffusore da stand invece necessita della ricerca e dell'abbinamento
oculato di supporti adeguati, magari costosi e spesso con un'estetica
che fa a pugni col diffusore stesso.
Pur avendo un baffle di larghezza simile i minidiffusori sono avvantaggiati dal fatto che sono piccoli, non potendosi considerare lo stand una parte del baffle, quindi, a parità di altoparlanti, un minidiffusore riuscirà a ricreare una scena acustica più precisa. Per contro l'emissione in gamma bassa limitata rispetto ad una torre equivalente produrrà un suono meno grande.
Costruire un buon mobile a torre è difficile ed i parametri più complessi
e laboriosi da controllare sono la rigidità e l'assenza di risonanze.
Occorrono dei rinforzi interni e delle pareti di buon spessore.
In un diffusore piccolo la rigidità è invece massima e facilmente
ottenibile grazie alle dimensioni ridotte.
Il mobile di un diffusore a torre è un compito difficile per un buon
disegnatore, si rischia sempre di costruire un catafalco, come
scherzosamente li definisce Giuseppe Prato della Aliante in una recente
Inter.vista qui sulle pagine di TNT.
Quando si trova la soluzione ideale l'impatto estetico è, a mio avviso,
superiore a quello di diffusori su stand.
Un diffusore a torre necessita di essere posizionato a pavimento. Questo,
come abbiamo visto, è un vantaggio in quanto rende inutile l'uso di
supporti ma in certe situazioni può diventare un problema.
In primis i diffusori da stand possono anche essere sistemati in uno
scaffale o libreria, cosa sempre da evitare, come abbiamo visto
nell'articolo dedicato a Come scegliere
le casse, ma che può sempre tornare utile.
In secondo luogo, dovendo essere il tweeter situato ad altezza di
ascoltatore seduto, può capitare che a causa di punti d'ascolto
troppo alti o troppo bassi ciò non si verifichi, mentre con un diffusore
da stand si sceglie il supporto in modo tale che questa condizione sia
soddisfatta in modo ideale.
Infine, occorre fare attenzione a non cadere nel tranello di acquistare
diffusori da pavimento troppo economici. Abbiamo visto che essi richiedono
uno sforzo progettuale non indifferente per limitare i problemi legati
alle dimensioni del mobile, e tale sforzo costa ovviamente tempo e quindi
denaro, a scapito della qualità della costruzione, degli altoparalanti
e dei componenti utilizzati.
Non ci sono però regole fisse né limiti inferiori di spesa: andate in
negozio e chiedete di poter ascoltare torri anche economiche a confronto
con bookshelves + stands di prezzo analogo e decidete di conseguenza.
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