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Come scegliere le casse
Sicuramente le casse sono tra i componenti HiFi di più difficile
scelta.
Cercheremo intanto di capire alcuni concetti di base per poi addentrarci
nella disamina di alcuni possibili criteri di scelta.
Le casse (o diffusori, speakers o sistemi di altoparlanti che dir si voglia)
hanno il delicatissimo compito di trasformare il segnale elettrico che
proviene dall'amplificatore in segnale acustico percepibile dal nostro
orecchio.
A seconda del metodo utilizzato per attuare tale trasduzione esse si
dividono in diverse categorie. Non è mia intenzione fare qui un elenco di
tecniche di trasduzione, che possono essere complicate da capire per chi
si avvicina all'Alta Fedeltà per la prima volta e non ha
un minimo di background tecnico alle spalle.
Per amore di semplicità tratteremo qui solo di altoparlanti
dinamici che poi rappresentano il 90-95 % del mercato.
Il principio di funzionamento
Il principio in base al quale gli altoparlanti dinamici funzionano è
grosso modo il seguente:
una bobina, solidale con la membrana
dell'altoparlante, è immersa in un campo magnetico generato da un....
magnete (si, la calamita che c'è dietro gli altoparlanti). Il passaggio
della corrente alternata (il segnale musicale) prodotta dall'amplificatore
genera nella bobina una forza elettromotrice che la fa spostare avanti
ed indietro all'interno del campo magnetico. Conseguentemente, essendo la
membrana dell'altoparlante solidale con la bobina, l'altoparlante stesso viene
posto in movimento generando così uno spostamento d'aria, cioè
onde sonore.
Spero che questa spiegazione molto semplice non abbia fatto
troppo inorridire gli esperti del settore.
I tipi di altoparlanti
Il segnale udibile dall'orecchio umano si estende (ottimisticamente) dai
20 ai 20.000 Hz (unità di misura della frequenza). 20 Hz rappresentano
un tono molto basso mentre 20.000 Hz un tono molto acuto.
Per diverse ragioni fisiche è estremamente difficile che un solo altoparlante
riesca a riprodurre tutta la gamma di frequenza da 20 a 20.0000 Hz.
Ecco perchè nelle casse troverete spesso almeno due altoparlanti.
In sostanza si divide il compito tra due o più altoparlanti
specifici per una certa gamma di frequenze. Il numero di tali
divisioni viene conteggiato in vie, per cui se si divide
il segnale audio in due porzioni, frequenze alte e frequenze basse, si dirà
che quella cassa è a due vie e questo indipendentemente da quanti
altoparlanti abbia.
Ad esempio, una cassa a due vie può
avere tre altoparlanti per le frequenze alte e quattro per quelle basse.
Gli altoparlanti per le frequenze basse vengono chiamati woofers,
quelli per le alte tweeters e quelli per le medie frequenze
midrange.
Il crossover
La divisione della gamma audio in porzioni (o vie) viene effettuata
da un circuito elettrico passivo interno alla cassa detto
filtro crossover o più semplicemente crossover.
Tale filtro divide il segnale audio proveniente dall'amplificatore in più vie e può anche svolgere altre funzioni più complesse come regolarizzare l'impedenza o l'abbinamento dei diversi altoparlanti. Normalmente è costituito da condensatori, resistenze ed induttanze.
La costruzione
Semplicisticamente possiamo dividere le casse dinamiche in tre grandi famiglie,
a seconda che il mobile sia completamente chiuso o aperto verso l'esterno:
sospensione pneumatica (cassa chiusa), bass reflex (cassa aperta tramite un
tubo) e linea di trasmissione (cassa aperta tramite un labirinto acustico).
Non esistono, come per tutti gli altri oggetti HiFi, dei principi di
costruzione intrinsecamente migliori di altri. Ogni approccio ha dei pro e
dei contro.
Un metodo semplice per verificare la bontà e la qualità di costruzione
del mobile della cassa è verificare quanto questo sia sordo. In sostanza
il mobile non deve risuonare, quando sollecitato dagli altoparlanti. Provate
quindi a battere con le nocche le pareti del mobile e verificate che non risuonino
troppo. La solidità ed il peso della cassa sono già un buon biglietto
di presentazione.
Nel sistema a sospensione pneumatica (cassa chiusa senza buco) le frequenze emesse dalla parte posteriore del woofer sono in pratica eliminate. L'aria chiusa all'interno fa da elemento elastico per controllare il movimento dell'altoparlante.
Nei sistemi bass reflex (o simili) l'emissione posteriore del woofer viene accordata su una certa frequenza tramite un tubo in modo tale che contribuisca anch'essa alla risposta sui bassi della cassa.
Quanto spendere
Una volta si consigliava di spendere il più possibile nelle casse
(anche il 50% e più dell'intero costo dell'impianto) perchè
le si riteneva il componente più importante in un catena audio.
Logica insegna però che se il segnale a monte di esse è
scadente, le nostre casse, per quanto sofisticate, possono fare davvero poco.
Anzi, più sono raffinate e più riveleranno eventuali difetti
dei componenti (sorgente ed amplificatore) a monte di esse.
Per un primo impianto si può spendere anche meno di 500.000 e portarsi
a casa delle casse di buona qualità, niente di stratosferico ma
già un'ottima base di partenza.
Se davvero volete spendere il meno possibile potete dare un'occhiata alle
proposte economiche di alcuni costruttori italiani quali Indiana Line, RCF
e Chario.
Grazie al fatto di essere prodotte in Italia e quindi vendute senza
vergognosi ricarichi, offrono un eccellente rapporto qualità/prezzo,
oltre che un'assistenza post-vendita semplicemente imbattibile.
Inoltre
gli altoparlanti utilizzati sono nella maggior parte dei casi prodotti in
proprio, a garanzia di una reperibilità immediata di eventuali ricambi.
Fate anche attenzione ad eventuali saldi di fine stagione che spesso
si trovano nei negozi.
Infatti, a causa del frequente ricambio dei modelli, a volte dettato solo
da ragioni di marketing più che da motivazioni di reale miglioramento
tecnico, si riescono ad acquistare modelli di due o tre anni fa a prezzi
molto convenienti.
Viceversa il discorso dell'usato nel campo dei diffusori è molto delicato e va affrontato
solo se sapete esattamente cosa e come valutare.
Si possono fare eccellenti acquisti ma anche prendere sonore (!) fregature.
Permettetemi quindi di sorvolare sull'argomento in questa trattazione.
Che tipo di casse scegliere una volta fissato il nostro budget ?
Intanto dobbiamo pensare alla loro sistemazione in casa ed agli spazi che
realisticamente gli possiamo dedicare. Mentre un amplificatore lo si
può mettere dove più ci è comodo, le casse necessitano di una
installazione accurata pena la perdita della metà del loro potenziale.
Ci sono casse espressamente progettate per stare a pavimento ed altre per stare
su dei supporti dedicati. Occorre tener conto anche di questo in fase di
decisione del budget poichè i supporti, ove richiesti, non sono un
optional che possiamo anche trascurare, ma fanno parte integrante del sistema
di riproduzione.
Una volta deciso il budget e lo spazio che possiamo dedicare al posizionamento
ottimale dei diffusori possiamo pensare ad altri aspetti.
Le caratteristiche tecniche
La prima domanda che in genere si fa è: che potenza?
Fortunatamente la risposta è semplice: così come per gli
amplificatori la potenza non è un parametro così importante.
Intanto per le casse la potenza è intesa come potenza sopportata
in quanto, essendo componenti passivi, di proprio non possono generare un bel nulla. Quindi è completamente sbagliato ritenere che casse più potenti,
col significato appena visto, suonino più forte...non sono mica
amplificatori!!!
Permettetemi un paragone automobilistico: tutti sappiamo che le gomme delle
nostre auto hanno dei codici che ne identificano l'utilizzo: ad esempio,
le gomme di serie R sono garantite per velocità sino a 170 km/h mentre
quelle di categoria H sono per velocità fino a 210 km/h.
Bene, è perfettamente naturale che montare gomme di serie H su una Fiat Panda non farà aumentare la potenza del motore della stessa.
Così per le casse. Collegare casse da 500 Watts ad un amplificatore da 25 Watts non farà suonare più forte l'impianto, chiaro?
In realtà il parametro che identifica la capacità di una cassa
a suonare più forte a parità di potenza dell'amplificatore esiste e
va sotto il nome di efficienza (o, meglio, sensibilità). Una cassa ad alta efficienza produrrà una pressione acustica, misurabile in deciBel (dB), superiore
a quella prodotta da una cassa a bassa efficienza. Si dice che una cassa
ha una efficienza (o sensibilità, non è esattamente lo stesso ma ci basta) di 90 dB se questa è la pressione sonora prodotta con 1 Watt di potenza ad 1 metro di distanza.
Ovviamente vi aspettate che vi dica dove sta l'inghippo. Bene, è chiaro che in un mondo ideale le casse ad alta efficienza sarebbero le più desiderabili, purtroppo nella realtà costruire dei diffusori siffatti comporta tutta una serie di problemi tecnici che limitano fortemente le possibilità dei costruttori, non ultimo l'alto costo dei buoni altoparlanti con tali caratteristiche.
Diciamo che si cerca sempre un buon compromesso tra efficienza, musicalità e costi.
Una cassa con un'efficienza compresa tra gli 87 ed i 90 dB è considerata di efficienza media.
Una volta chiariti i concetti di potenza e di efficienza non pensiate che sia finita qui.
A complicarci ulteriormente la vita intervengono altri parametri che concorrono alla determinazione delle caratteristiche tecniche
di un diffusore. Tra i più importanti c'è sicuramente quello
del carico elettrico offerto all'amplificatore. Le casse, come abbiamo visto,
sono dei circuiti elettrici piuttosto semplici sui quali l'amplificatore
deve far passare il segnale musicale.
Più è facile il carico
visto dall'amplificatore più questo potrà esprimersi al suo meglio.
Ma come si fa a capire se una cassa è facile da pilotare?
Oltre alla potenza, nel retro della cassa troverete anche un altro dato:
l'impedenza. Purtroppo il numeretto che leggerete raramente
corrisponderà alla realtà. Infatti, nel 90% dei casi troverete
scritto Impedenza : 8 Ohms. Ora, senza scendere in dettagli noiosi,
diciamo quel parametro non è mai realmente 8 ohms ma varia a seconda
della frequenza (può scendere a 4 Ohms o meno sulle frequenze basse e
viceversa). Dunque per voi, a meno di non fare un test tecnico alle casse
(cosa della quale si occupano molte riviste specializzate), non c'è modo
di scoprire se quella data cassa è un carico facile o difficile per il
vostro amplificatore. E allora? Si utilizza lo strumento di misura più
sofisticato esistente: il vostro orecchio. Giudicate il suono e la dinamica
in particolare. Se in alcuni passaggi musicali particolamente impegnativi vi
sembra che il suono perda di vitalità questo può essere da
attribuire all'amplificatore che non riesce a pilotare quella cassa
come dovrebbe.
Ciò non significa che l'amplificatore è scadente, ma solo che quelle
casse hanno bisogno di qualcosa di più muscoloso e ciò
non significa affatto più potente.
È sostanzialmente una questione di sinergia tra ampli e casse.
Fortunatamente i moderni amplificatori, quelli progettati pensando alla Musica
e non agli optionals, riescono a pilotare sufficientemente bene la stragrande
maggioranza dei diffusori in commercio.
L'impedenza in sè non ha alcuna relazione con la qualità della cassa. Contrariamente a quanto può suggerire l'intuito non è affatto vero che una impedenza più bassa indichi un diffusore più facile da pilotare. Anzi, è proprio il contrario!
Basta ricordarsi che a 0 Ohm si ha il classico cortocircuito elettrico ovvero polo positivo e negativo collegati insieme (e sapete quel che succede qualora vi capitasse una cosa del genere nell'impianto elettrico di casa...). Quindi, paradossalmente, più si sta lontani dallo zero e meglio è. 8 Ohms sono una impedenza di tutta sicurezza per tutti gli amplificatori, 4 Ohm vanno ancora bene ma è meglio usare allora amplificatori ben dotati in termini di capacità di pilotaggio (quasi tutti gli amplificatori moderni possono pilotare diffusori da 4 ohm).
Quante vie?
Altra domanda classica. La risposta è, naturalmente, dipende.
La logica ci dice che, a parità di costo, se una cassa ha due
altoparlanti essi saranno di qualità superiore rispetto a quelli
di una che ne ha tre. Oppure, a parità di qualità degli
altoparlanti, maggior cura realizzativa sarà profusa nella costruzione
del mobile, nei materiali e nel crossover.
D'altra parte abbiamo visto che una cassa a due vie può anche avere
più di due altoparlanti.
Le distinzioni da fare dunque sono due:
a parità di costo meno altoparlanti si utilizzano più sarà
elevata la qualità degli stessi e/o della costruzione della cassa
(mobile, materiali, finitura, crossover etc).
Ancora secondo logica, essendo la cassa ideale dotata di un unico
altoparlante puntiforme che riproduce perfettamente tutte le
frequenze, meno altoparlanti si utilizzano meglio si approssima tale
situazione ideale. È già piuttosto complicato mettere d'accordo
un woofer ed un tweeter, pensate quanto la faccenda si complichi dovendo
utilizzare anche un midrange.
Da questo punto di vista quindi la soluzione due vie, quando
implementanta con intelligenza in diffusori di medie dimensioni, presenta
alcune caratteristiche vincenti che la rendono estremamente conveniente.
Nei diffusori di dimensioni piccole questa è una scelta quasi obbligata.
Per i diffusori di grande impegno e dimensioni le soluzioni ottimali
possono essere diverse e non necessariamente semplici. In questa categoria
di diffusori infatti gli ingombri ed i costi passano in secondo piano rispetto
allo scopo principe che è quello delle migliori prestazioni sonore possibili.
Che altoparlanti?
È un errore comune il pensare che un grande altoparlante (woofer) riproduca
molti bassi.
La quantità e la qualità della riproduzione
della gamma bassa dipendono da così tanti fattori che la dimensione,
ovvero il diametro, del woofer passa decisamente in secondo piano.
La qualità è fondamentale: un buon altoparlante, progettato con
criterio, può fare autentici miracoli in termini di quantità
e di qualità della gamma bassa. Capita frequentemente di
incontrare persone stupite davanti ad un piccolo diffusore che riproduce dei bassi
credibili. Molti si affrettano a cercare il subwoofer nascosto (vedi oltre)
o il trucco che consenta tale prodigio.
Allo stesso modo i tweeters non sono da valutare in base al materiale del quale sono
costituiti, titanio, ceramica o plutonio (!), ma dalla loro qualità
intrinseca che, difficilissima da valutare a vista, diventa evidente
alla prova dei fatti, cioè all'ascolto.
Il biwiring
Tra i diffusori in commercio, anche quelli più economici, è diffusa
la moda di disporre di quattro morsetti d'ingresso anzichè
i soliti due (positivo e negativo).
Uno sguardo più attento vi rivelerà che una coppia di morsetti è
dedicata al woofer e l'altra al tweeter.
In definitiva, pur essendo uno l'amplificatore che alimenta le casse,
esso verrà collegato con una coppia di cavi per canale, una per il
woofer l'altra per il tweeter.
A questo argomento abbiamo dedicato una intera Monografia sul collegamento ampli-casse che tratta oltre al biwiring anche il biamping, la multiamplificazione ed altro ancora.
I sistemi separati satelliti + subwoofer
In tutti i negozi avrete notato il proliferare di questi sistemi dotati di
due cassettine minuscole (cubi da 10 cm per lato) più un altro aggeggio da mettere per terra
e nascondere alla vista di occhi indiscreti. Tanto per capirci subito parliamo
di sistemi tipo (e sottolineo tipo) Acoustimass della Bose.
Molti di voi saranno cascati nel bonario inganno del sentire tanti bassi e non
capire da dove provenissero.
Bene, tali generi di sistemi, lodevoli perchè permettono un occultamento
pressochè totale del sistema di diffusione, croce di tante mogli, madri,
fidanzate e nonne, presentano in realtà una serie di inconvenienti
(a meno che non crediate ai miracoli) di non trascurabile rilevanza dal
nostro punto di vista. Vediamo quali.
Non c'è bisogno di una laurea in ingegneria elettronica per capire che degli
scatolotti cubici che stanno nel palmo di una mano non possono fisicamente
riprodurre tutta la Musica senza problemi.
È chiaro anche a mia nonna che il trucco ci deve essere
da qualche parte, altrimenti i costruttori di diffusori di dimensioni
normali avrebbero chiuso i battenti già da diverso tempo.
Il problema sono i bassi. Allora si è pensato di far riprodurre i bassi ad una
unità separata necessariamente non lillipuziana, da nascondere dietro
tende e divani. Ciò è possibile perchè le basse frequenze sono
omnidirezionali cioè il nostro orecchio non riesce a determinarne
esattamente la provenienza. Questo a patto che le frequenze siano davvero
basse, diciamo abbondantemente sotto i 200 Hz altrimenti il nostro
orecchio non cade nella trappola e comincia ad individuare la sorgente sonora.
Purtroppo i cubi da 10 cm non solo non riescono a riprodurre
le frequenze più basse ma hanno dei problemi anche con la gamma
medio-bassa, diciamo quella dove spesso cadono alcune note della voce umana
oltre che di altri strumenti, ragion per cui hanno bisogno di relegare la
riproduzione di tali frequenze al solito scatolone nascosto dietro la tenda.
Il risultato? Le voci di certi cantanti le sentite per metà dentro i cubetti e per metà nello scatolone (subwoofer) che sta per terra, con un effetto di scollamento dell'immagine stereofonica riprodotta che fa venire i brividi.
La prossima volta che li sentite provate ad ascoltarli per davvero.
Vi accorgerete che il subwoofer non sempre è acusticamente invisibile e che, anzi, spesso
sarete in grado di percepire il suono provenire direttamente da esso.
C'è soluzione a questo problema? Certo, basta fare i cubetti più grandi di modo tale che riescano a riprodurre anche buona parte della gamma bassa, lasciando le note più profonde al subwoofer che a quel punto sarà effettivamente invisibile. Cioè dovremmo aumentare le dimensioni dei cubetti, con tanti saluti alla comodità del poterli installare tra l'orologio a cucù ed il porta CD.
Inoltre, il fatto di poter installare i cubetti dove ci pare va contro ogni
logica della riproduzione stereofonica che vuole le casse sulla stessa parete, con i tweeters all'altezza delle orecchie e con l'ascoltatore seduto al terzo vertice di un ipotetico triangolo che ha nelle casse gli altri due.
Se stavate meditando di risolvere i problemi estetici e logistici con un sistema di cubetti bè, adesso almeno sapete a quali rinunce andate incontro. Sta a voi decidere quale aspetto giudicate più importante.
Il posizionamento in breve
È chiaro che non si può in poche righe spiegare ed analizzare a fondo tutta la problematica inerente al corretto posizionamento in ambiente di un sistema di altoparlanti. Per questo motivo rimando ad una trattaziane separata (vedasi la sezione Diffusori)
o al manuale d'istruzioni dei diffusori.
Diciamo solo che se le casse sono da supporto, da libreria o
freestanders (3 sinonimi per lo stesso principio) esse necessitano di
supporti ad hoc. Evitate le librerie, gli scaffali ed i mobili. Non potreste
fare più danno sistemando le vostre casse in questo modo.
Ricordate che il corretto posizionamento delle casse è conditio sine qua
non affinchè si possa parlare di riproduzione ad Alta Fedeltà.
Soluzioni di ripiego come casse sulle librerie a due metri d'altezza, appese
ai muri o sdraiate per terra (se non progettate per tale posizione) non sono
degne di essere prese neanche in considerazione.
In definitiva, se non potete
dedicare al vostro presente o futuro impianto HiFi una sistemazione degna ed
accurata rinunciate a ogni velleità audiofila. Un impianto mal
posizionato è un insulto alla buona Musica riprodotta.
Quindi, come dicevamo, se le vostre casse necessitano di supporti
(stands), acquistateli subito e sceglieteli in modo tale che
posizionino il tweeter circa all'altezza delle vostre orecchie quando siete
seduti in posizione d'ascolto. Inoltre le casse, di qualunque tipo esse siano,
vanno obbligatoriamente posizionate lungo la stessa parete
mentre il punto d'ascolto sarà nella parete opposta, in modo da formare
un ideale triangolo con le due casse.
Per l'ottenimento di una credibile scena acustica (o immagine stereofonica)
è buona norma tenere le casse distanti dalle pareti circostanti. Tenete altresì
conto del fatto che la vicinanza del pavimento o della parete posteriore
comporta un rinforzo dell'emissione in gamma bassa a discapito della pulizia
della gamma media (esclusi i casi di progetti nati espressamente per simili
posizionamenti).
Se le casse sono da pavimento posizionatele pure...sul pavimento,
avendo l'accortezza di non addossarle alla parete posteriore a
meno che ciò non sia espressamente richiesto dal costruttore.
Spesso i modelli da pavimento sono provvisti di punte coniche da utilizzare come
piedini d'appoggio. A proposito delle punte e di altre diavolerie potrete trovare
qualche utile suggerimento in un articolo
dedicato.
Conclusioni
In conclusione possiamo dire che potete dimenticarvi anche di tutto quello che
avete appena letto purchè vi ricordiate che la scelta delle casse è
quantomai una questione di gusto personale e ciò che può
suonare divinamente per qualche recensore può anche non incontrare
le vostre preferenze.
Inoltre non esistono casse per il rock o per la classica. Esistono casse che
suonano meglio di altre o che privilegiano determinati aspetti della riproduzione
musicale piuttosto che altri. Bisogna essere pronti ad accettare dei
compromessi perchè, a meno di non disporre di cifre esorbitanti, ogni
sistema di altoparlanti è una sapiente miscela di qualità e di difetti.
Sta a voi decidere se sacrificare un aspetto a vantaggio di altri
che ritenete più rilevanti nella ricostruzione credibile dell'evento musicale.
© Copyright 1996 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com
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