Prodotto: The Rock hifi, diffusori attivi
Produttore: Unity Audio, UK
Prezzo: 3400 sterline/ 4080€ circa
Recensore: Maarten van Casteren - TNT
UK
Pubblicato: Ottobre, 2013
Traduttore: Stefano Miniero
Il mio percorso nel mondo dei monitor attivi continua, da quando ho scoperto che questi ultimi possono suonare davvero benissimo e spesso essere competitivi con la classica accoppiata "amplificatore audiophile + diffusori passivi". I produttori di tale tipologia di diffusori sono tantissimi ed il loro approccio alla progettazione di diffusori hifi estremamente diversificato. Se non tenete conto di tutto questo, come in effetti fa la maggior parte di noi, commetterete però un grosso errore e questi diffusori in prova, i "the Rock hifi" di Unity Audio, ne sono un perfetto esempio. Cercherò qui di seguito di superare questo errore. Cominciamo dai punti chiave:
I "Rock" sono piccoli, in cassa chiusa, attivi, sono un sistema a due vie, pensato per attività di mixing e mastering in ambiti professionali. La versione ‘hifi’ qui recensita ha un aspetto ancora migliore di quella base, con una miglior finitura e monta una componentistica di caratura più audiophile. Sono concepiti per essere usati "near field" (in campo ravvicinato - NdT) tuttavia, come capita spesso, questo non implica che non possano essere usati in modo altrettanto efficace anche in ambito domestico. Nella mia esperienza infatti, la maggior parte dei monitor "near-field" funziona bene anche in ambienti di piccole e medie dimensioni. I drivers usati in questi diffusori comunque sono di provenienza Elac, che li usa in diffusori domestici convenzionali. Il woofer fa uso di un cono in cartone con un inserto di alluminio e misura 175mm. Il tweeter è un driver di tipo AMT (Air Motion Transformer), reso celebre da Heil, la cui versione era stata recensita qui su TNT precedentemente.
I tweeter AMT hanno molto più successo in ambito pro piuttosto che in quello dei diffusori domestici, probabilmente in virtù della loro maggior affidabilità. Quando si parla di tweeter AMT viene spesso usata la definizione di "tweeter a nastro", questa definizione però non è del tutto esatta. L'unica cosa che condividono con un "nastro" vero e proprio è che la parte che conduce la corrente è anche quella che muove effettivamente l'aria. Negli altoparlanti a cono o a cupola invece, c'è sempre una bobina separata e trasferire il movimento da una parte (la bobina stessa) all'altra (il cono o la cupola) comporta inevitabilmente l'aumento della massa ed il rischio di introdurre distorsione e degradamento. Dal momento che un vero tweeter a nastro ha un solo componente che fa entrambe le cose, sulla carta dovrebbe essere immune da simili problemi. I tweeters AMT però sono differenti. In primo luogo il conduttore è solidale col sostegno , e secondariamente è ripiegato molte volte, a similitudine del soffietto di una fisarmonica. Viene poi immerso in un potente campo magnetico così che metà delle ripiegature comprimerà l'aria in una direzione e l'altra metà nella direzione opposta. Questo vuol dire che un lieve movimento della membrana è in grado di muovere una maggior quantità di aria, ed proprio da questo che deriva il nome Air Motion Transformer (AMT).
I Rock possono fregiarsi a pieno titolo della definizione di diffusori attivi dal momento che montano tutti i cross-over e l'amplificazione all'interno del cabinet. Sul retro sono presenti connettori per un ingresso bilanciato in standard XLR ed un ingresso phono (questo non bilanciato) oltre ad un controllo della sensibilità. Non c'è invece alcun controllo che permetta di regolare alti e bassi, ne filtri di qualche tipo. Il cabinet è realizzato in multistrato di betulla con il frontale in Corian, un materiale solitamente utilizzato per i top delle cucine, e la parte posteriore finita in alluminio. I cabinet sono in cassa chiusa, cosa che dovrebbe dare un basso più teso e profondo rispetto a quello di un usuale cabinet aperto. Una apertura ha infatti il solo scopo di risuonare a determinate frequenze, ragion per cui non sarà mai completamente in fase con la totalità del segnale, problema di cui, al contrario, una cassa chiusa non soffrirà mai, permettendo teoricamente di ottenere appunto bassi più puliti e veloci. L'involucro viene dato per essere accordato con un fattore di merito di 0.6 - 0.7 e Unity Audio dichiara un'attenuazione di -3dB per il basso a 33Hz, cosa che a me sembra piuttosto ottimistica, tuttavia dato che non sono in grado di misurarlo autonomamente debbo far fede sulle loro specifiche.
Gli amplificatori usati nei Rock sono disegnati appositamente dal leggendario progettista di amplificatori valvolari Tim de Paravicini, della EAR Yoshino. Si tratta di amplificatori a stato solido, ma implementano concetti tipici del progetto di un amplificatore a valvole, con il trasformatore del woofer accoppiato all'amplificatore stesso. Diversamente dal solito, l'alimentatore fa uso di una singola linea di alimentazione. La potenza stimata per l'amplificatore dei bassi si attesta sui 70 Watt mentre quella dell'amplificatore per i tweeter sui 30 Watt. Il pannello posteriore dei diffusori è effettivamente un unico pezzo da 5mm si spessore di alluminio, che svolge anche la funzione di dissipare il calore prodotto dagli ampli. Anche dopo un uso intensivo il pannello posteriore non è mai diventato troppo caldo. Uno sguardo all'interno permette di vedere come sia i crossover che gli ampli siano stati interamente implementati senza far uso di operazionali; tuttavia certa componentistica, in special modo nell'alimentazione, appare chiaramente poco "audiophile". Il cavo dagli ampli ai driver d'altra parte , è stato trattamento criogenicamente.
Io li ho usati con il mio preamplificatore passivo a trasformatori Django ed il mio CD player Astin Trew AT3500+ . Ho anche usato il nuovo player universale Oppo BDP-105, sia passando per il Django che in modo diretto, sfruttando l'uscita regolabile dell'Oppo. I Rocks sono piuttosto sensibili, cosa che si accorda perfettamente con il Django, il quale gradisce un settaggio del volume un po' più basso . L'Oppo al contrario è sembrato essere un po' meno a suo agio quando usato in connessione diretta. Aveva bisogno di un settaggio del volume estremamente basso, circa 20-30/100, il che non costituisce il modo migliore di usare un controllo digitale del volume , mi è parso. Fortunatamente i Rock, come già detto hanno un controllo della sensibilità sul retro, il che permette in qualche modo di gestire questo problema. Tale controllo non è un semplice attenuatore, ma al contrario permette di regolare il guadagno dello stadio di ingresso. All'inizio ho preferito usare il Django anche con l'Oppo a monte di esso, però quando ho iniziato a provare il suddetto controllo della sensibilità ho trovato che funzionasse decisamente bene. Adesso riesco ad ottenere i migliori risultati pilotandoli direttamente dall'Oppo con la sensibilità regolata in modo tale che il volume dell'Oppo sia sempre intorno a 50. Ho inoltre usato questi Rocks con un Burson Audio Conductor DAC/Preamp ed il preamplificatore Townshend Allegri, combinazione che ha funzionato davvero bene.
Una cosa che ho notato è che quando uso i Rock con i connettori phono sembra esserci un sensibile spiffero dagli ingressi XLR, che in questo caso sono aperti . Ho semplicemente posizionato dei connettori XLR non usati negli ingressi per ovviare a questo problema. L'aver in seguito pensato che i bassi fossero leggermente più veloci deve essere frutto della mia immaginazione, dal momento che non credo ciò possa fare una differenza sensibile. Ad ogni modo ho tenuto gli interlink XLR al loro posto mentre recensivo questi Rock.
Pilotandoli attraverso cavi phono non bilanciati dal Django, il suono mi ha immediatamente sorpreso: sembra essere più brillante rispetto a quello dei miei diffusori sE Munro Egg 150 o di altri modelli che ho avuto, ma sembra essere anche estremamente chiaro ed articolato con un basso potente e preciso. Mi ci è voluto un po' di tempo per abituarmi a questi Rock. All'inizio pensavo potessero essere eccessivamente brillanti, ma ho dovuto cambiare rapidamente opinione: sono arrivato presto alla conclusione che l'aggettivo che li descrive meglio possa essere 'luminoso'. La ragione per la quale si esprimono con maggior facilità nella regione degli alti rispetto al solito sta nel fatto che quella porzione dello spettro sonoro rimane sempre pulita e indistorta, anche ad alti volumi di ascolto. Essa non diviene mai in nessun caso dura o aggressiva e quindi risulta più facile da accettare rispetto a quella di altri diffusori. Io credo dipenda proprio da quel tweeter, sebbene mi rimanga qualche sospetto che il loro essere attivi, unito al fatto che gli amplificatori siano il frutto del progetto di una mente orientata alle valvole giochi un qualche ruolo in tutto ciò.
Con mia somma sorpresa, dal momento che inizialmente li avevo trovavi un pochino troppo brillanti, mi sono presto ritrovato ad ascoltare proprio le linee di basso di interi CD, scoprendo puntualmente cose nuove. Questo è proprio il punto di forza dei diffusori in cassa chiusa dal momento che di solito questa tipologia di diffusori riproduce i bassi in modo eccellente. L'estremo basso può sembrare talvolta asciutto se siete abituati a diffusori in cassa aperta, ma può scendere veramente tanto in frequenza mantenendo comunque un gran controllo e grande finezza. La precisione e la risoluzione di questo basso è semplicemente incredibile. Spendete un po' di tempo per trovare la giusta distanza dalla parete posteriore, ne vale la pena: questi Rock possono infatti essere posizionati piuttosto vicino alla parete posteriore, ma se li avvicinate troppo il basso ne risulterà rimbombante e appiattirete la riproduzione del palcoscenico sonoro. Io li ho poggiati su stand Partington Super Dreadnought riempiti di sabbia, con circa 30-40cm di spazio alle loro spalle. Usati in questo modo, i Rock hanno un suono più asciutto di quello dei miei Munro Egg, ma non c'è traccia di quella leggera morbidezza e sfocatura del basso che mostrano gli Eggs stessi. La porzione del basso più estrema è effettivamente più potente con i Rock, ma è l'intera gamma bassa ad avere un miglior timing. Il PRaT ne trae beneficio ed il suono che ne risulta è veloce e reattivo, senza tuttavia sembrare in alcun modo accelerato .
Il quadro generale che ne viene fuori è quindi di grande chiarezza ed autorevolezza. La cosa strana è che la chiarezza di solito si riferisce alle alte frequenze, mentre l'autorevolezza a quella basse, ma con questi Rock il basso ha anche una formidabile chiarezza mentre l'estremo alto ha la solidità di una roccia e si appoggia fermamente su questa chiara base di basso. L'intera presentazione è estremamente coerente e permette una straordinaria capacità di penetrare i più minuti dettagli sia della registrazione che della performance musicale. Questo ti porta al punto in cui diviene persino difficile giudicare gli altri componenti del sistema, come ad esempio il CD player, dal momento che l'attenzione di focalizza solo la musica e sul modo in cui questi Rock ve la porgono. A paragone di quel che possono fare questi diffusori quindi, le differenze tra due CD player dignitosi vengono a perdere in qualche modo di significato.
Per essere chiari, non sto affermando che non si possano percepire le differenze tra le varie sorgenti. Infatti si possono effettivamente afferrare anche i dettagli più sottili, ma per qualche ragione essi non sembrano contare più di tanto. Questi Rocks sono riusciti facilmente a mostrare la superiorità del preamplificatore "the Townshend Allegri" sul mio Django, ed allo stesso modo la differenza tra il player Oppo ed il mio Astin Trew. Tuttavia anche utilizzando il componente di minor livello qualitativo il suono continuava ad essere comunque molto buono. Naturalmente questo è proprio il comportamento atteso, dal momento che quelli che ho usato sono tutti ottimi preamplificatori e sorgenti - è solo che alcuni sono appena un po' più eccellenti che altri. Si, mi rendo conto che questa non è un'impostazione propriamente "da recensore", ma se questi Rock mi fanno provare queste sensazioni, allora è giusto che vi dica le cose come stanno.
Questi diffusori producono un'immagine chiara, potente e di grandi dimensioni, ma sono anche in grado di rivelare spietatamente tutti i difetti nella registrazione. D'altra parte i Rock nascono proprio con questo intento, visto che sono stati creati per essere usati come monitor da studio di registrazione. Ci sono casi in cui questo può sembrare una sfortuna, ma molto di rado ciò costituisce un vero problema. Il motivo principale di questo singolare comportamento risiede nella chiarezza della gamma alta che può facilmente mettere a nudo l'esistenza di un problema, ma senza aggiungervi alcunché di suo. Ovviamente anche la potenza della gamma bassa aiuta a produrre questo effetto dal momento che è una autentica delizia da ascoltare con ogni tipo di registrazione, buona o cattiva che sia.
Come accade invariabilmente quando si ha a che fare con diffusori attivi, essi hanno una dinamica tale da far sembrare il suono della maggior parte dei diffusori passivi leggermente opaco e smussato. Non intendo solo che essi possano suonare molto forte, sebbene effettivamente possano farlo. No, il tratto principale del loro carattere sta proprio nel modo in cui rendono vive le cose e tirano fuori tutta l'energia e l'entusiasmo contenuti nella musica. Mi sono ritrovato ad ascoltare interi CD piuttosto che singole tracce, ancora ed ancora.
Eppure, la vera caratteristica di questi Rock che li rende così coinvolgenti è proprio la meravigliosa trasparenza che portano in dote. Registrazioni che pensavi di conoscere bene ti vengono sciorinate davanti in un modo tale che non solo diventa possibile ascoltare nuovi dettagli, ma anche dare un senso diverso a quella stessa musica. Il fatto poi che questa trasparenza si estenda fino alla gamma bassa aggiunge quasi un ulteriore dimensione al suono. Le linee di basso sono perfettamente accordate e veramente facili da seguire, e semplicemente la musica sembra un insieme più coerente in virtù di questo.
L'unica area in cui i miei Egg sono superiori, seppur di poco, è nella riproduzione del palcoscenico sonoro. Suppongo che questo sia dovuto alla forma ad uovo attentamente progettata o altrimenti alla gamma alta più dolce, ma qualunque sia la ragione, gli Egg riproducono un palcoscenico veramente ottimo, quasi completamente separato dai diffusori e all'apparenza molto naturale. Al contrario, i Rock hanno sempre una leggera tendenza a a far ricondurre la provenienza di certi suoni direttamente dal diffusore stesso, sicuramente con alcune registrazioni più problematiche da questo punto di vista. Entrambe le coppie di diffusori sono in grado di produrre una immagine centrata e solidissima con una discreta profondità ed in generale sono entrambi diffusori perfettamente adeguati a riprodurre propriamente il palcoscenico sonoro, ma gli Egg sono semplicemente eccezionali in questo ambito specifico.
Ho fatto anche un confronto con i miei Dynaudio Contour 1.8 mkII, pilotati dal possente finale Usher R1.5. Questa combinazione suona ancora alla grande, con un gran senso prospettico ed un suono corposo e caldo che si ascolta facilmente e risulta molto piacevole. Il costo totale di questi diffusori e dell'amplificatore è più o meno lo stesso di un paio di Rock, proponendosi quindi come un'alternativa parecchio interessante. All'inizio sono rimasto sorpreso dalla quantità di basso che le Dynaudio riescono a tirare fuori, ma presto mi sono reso conto che mentre gli assoli di basso suonano bene, l'intera linea di basso tende rapidamente a scomparire quando all'assolo di uniscono altri strumenti. Al confronto i Rock suonano più asciutti e tesi, ma le linee di basso sono sempre molto chiare ed agevoli da seguire. Ci vuole un pò di adattamento al tipo di suono quando si passa da un sistema all'altro, con le Dynaudio che suonano confuse e sopra le righe dopo aver ascoltato i Rock, ed i Rock che al contrario suonano asciutti ed eccessivamente brillanti dopo aver fatto l'abitudine alle Dynaudio. Le orecchie tuttavia si abituano presto al nuovo equilibrio, ed ho trovato questi Rock ben più soddisfacenti nel lungo termine, anche se le Dynaudio risultano più facili all'ascolto e meno esigenti con la qualità della registrazione.
I Rock hi-fi mi hanno davvero impressionato. Sono costosi, inutile negarlo, ma sono anche i migliori diffusori che abbia mai avuto nel mio sistema, ed anche di una certa misura. Sono più sul versante del suono brillante che su quello del suono caldo e non sono sempre tolleranti con le cattive registrazioni, eppure donano così tanta vitalità ed energia alla musica che è facilissimo dimenticarseli, anche con quelle registrazioni meno buone. Eccezionale trasparenza, basso profondo ed articolato, grande dinamica, timing perfetto, questi diffusori esemplificano al meglio le migliori doti che i diffusori attivi possiedono. Funzionano meravigliosamente nel mio soggiorno e sono sicuramente tra i primi diffusori da prendere in considerazione in questa fascia di prezzo. Ve li raccomando sinceramente: Me li sono comprati io stesso. Se non volete fare la stessa fine, vi suggerisco di non ascoltarli, mai.
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