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Stabilizzatori per CD della Mixer

Un capitolo interessante dell'ottimizzazione delle prestazioni dei CD e dei rispettivi lettori riguarda gli stabilizzatori, ovvero tutti quei dispositivi più o meno sofisticati che vanno utilizzati insieme ai Compact Discs con lo scopo di ridurne le vibrazioni durante la lettura e quindi di minimizzare gli errori ed il conseguente intervento del famigerato circuito di correzione.
Ne esistono di ogni tipo, spesso dai costi semplicementi folli e per questo motivo la vostra fedele TNT vi viene incontro proponendo delle alternative economiche ma efficaci.
Quelli in prova non nascono in realtà come stabilizzatori veri e propri ma alla fine quello è l'uso che ne faremo.
Si tratta delle pellicole protettive prodotte da una sconosciuta Ditta apparentemente italiana di nome Mixer.
Tali pellicole si trovano in confezioni da 10 pezzi racchiuse dentro la custodia di un CD. Costo di poco superiore alle 10.000 lire, cioè ogni pellicola vi costa circa un biglietto da mille.
La reperibilità, e qui viene il bello, è straordinaria: si comprano al supermarket, reparto hobbistica, vicino a tutti quei blister di accessori per pulire CD, testine di registratori, custodie di ricambio per CD e, naturalmente kit per la pulizia della lente laser dei lettori.
Si, avete capito bene, li trovate ovunque. Quanti riescano a venderne non saprei anche perchè normalmente l'audiofilo diffida da tutto ciò che non sia venduto nella boutique hi-end sotto casa.

Come e quanto funziona

Come funziona lo lasciamo raccontare alle istruzioni, dettagliate ed in italiano. Cito testualmente:

La trasmissione di un fascio laser permette la lettura dei dati contenuti in un compact. Il laser attraversa i minuscoli fori del disco e viene riflesso da una lente all'interno del lettore e successivamente viene trasformato in musica.
Eventuali segni o danni sul lato *etichetta* del compact impediranno questa riflessione del laser e di conseguenza durante la riproduzione il compact salta alcuni pezzi.
La pellicola protettiva può essere attaccata al compact per proteggerlo da segni o danni. Migliora la qualità della riproduzione e protegge il compact da rotture.
La pellicola protettiva consente quindi una vita più lunga al compact.

Tralascio ogni genere di commento e faccio semplicemente osservare che da nessuna parte si cita invece l'effetto *stabilizzante* che a mio parere è l'unica ragione per cui questi aggeggi funzionano.
Però prima di passare all'ascolto vediamo come si usano queste pellicole protettive.
Sono di dimensioni appena più piccole rispetto a quelle di un CD, sono costituite da una pellicola che aderisce senza incollarsi (tipo Domopak, per intenderci) e che può essere rimossa e riapplicata pressochè all'infinito.
Al centro c'è un anello blu con la scritta CD protective film che aiuta nell'operazione di centraggio.
Le istruzioni raccomandano di partire dal centro verso la periferia facendo attenzione ad eliminare eventuali bolle d'aria.
La procedura è più semplice di quanto non si possa immaginare ed in pochi secondi la pellicola è pronta per funzionare.
Aderisce male solo su quei compact la cui etichetta non è perfettamente liscia ma magari ha dei disegni con rugosità, tipo l'ultimo disco dei Prodigy, per intenderci :-)

Come funziona. Be', sono partito molto prevenuto sul reale effetto di questi aggeggi e mi sono dovuto ricredere alla grande.
Partire prevenuti è il modo migliore per scoprire se reali differenze esistono davvero oppure no. Anzi, a dirla tutta io credevo che questi affari potessero persino peggiorare il suono, questi in particolare, non gli stabilizzatori in generale.
E invece...l'effetto è piuttosto evidente, per capirci più evidente che con i vari liquidi di trattamento per CD.
Intanto il corpo: tutta la riproduzione assume una matericità ed una solidità ben superiori e l'estensione in gamma bassa migliora notevolmente ed in modo piuttosto evidente.
In certi dischi scoprirete qualche Hz in più in basso che prima non riuscivate a sentire. Non solo, aumenta anche la presenza del basso.
Sia chiaro che per poter apprezzare la differenza dovrete disporre di diffusori che in gamma bassa nascondono poco, inutile cercare *basso* dove fisicamente non esiste.
La gamma media diventa più articolata e precisa, coi dettagli più definiti ed a fuoco. Gli alti diventano meno aspri e più dolci, senza tuttavia perdere troppo in estensione. In generale possiamo dire che il suono tende a scaldarsi ed inscurirsi un bel po'.
Dal punto di vista della dinamica le cose non migliorano tantissimo però qualcosina in più c'è, soprattutto con dischi ad alta escursione.
A migliorare e di molto è la scena acustica che si amplia nel senso della profondità e della larghezza, coi dischi giusti direi che la profondità aumenta di un buon mezzo metro. No, non sono andato a moisurare, è giusto una sensazione ottica.
Con qualche disco peggiora leggermente l'altezza ma forse è solo l'effetto dell'aumentata profondità a far sembrare leggermente più bassi alcuni esecutori. Comunque, ripeto, il fenomeno si è verificato solo con uno o due dischi, in generale l'altezza rimane quella che è.
A scanso di equivoci, gli effetti di cui riferisco sono in certi casi confrontabili con quelli che si hanno sostituendo un cavo con uno di qualità nettamente superiore, altre volte la differenza è più sfumata.
In qualche caso è stata invece drammatica (Clair Marlo - Let it go, CD Sheffield).

L'abbinata di pellicola + trattamento con liquido o con spray per mobili si è rivelata estremamente vincente: mentre il liquido migliora la gamma medio-alta, la pelllicola agisce sul basso e sull'immagine, riuscendo talvolta a trasformare -in meglio- la performance di incisioni non esattamente audiophile (Mina canta Lucio- un CD economico derivato da un master del 1975).
Ma è sempre così. In definitiva qualche volta questi aggeggi sono un vero toccasana, altre volte, a seconda dei dischi e degli impianti, inscuriscono troppo il suono. Giudicare situazione per situazione è la cosa più seria da fare.

Conclusioni

Poco più di mille lire per CD non è una cifra alta in assoluto ma neppure bassissima però queste pellicole, nate forse per altri scopi, funzionano egregiamente come stabilizzatori dinamici, limitando le vibrazioni e le risonanze dei dischetti in rotazione (ricordo che i CD ruotano a velocità piuttosto elevate).
Secondo me val la pena provare, senza aspettarsi miracoli e ricordandosi sempre che le differenze che per me possono sembrare drammatiche per altri, magari con impianti diversi, possono risultare appena udibili.
Ancora, tutte queste piccole modifiche hanno un senso se provate in un impianto già ottimizzato allo spasimo in tutti i dettagli: cavi di segnale, di potenza e di alimentazione, meccanica del CD, tavolini, punte e tutte quelle diavolerie che trovate qui sul Tempio del Tweaking.
Non ditemi che non sentite differenze perchè magari avete dei diffusori da pavimento messi in libreria a due metri d'altezza o se tenete tutto l'impianto collegato con cavetti di pessima qualità.
A questo proposito vi consiglio di studiarvi nuovamente la Religione del Tempio, articolo che costituisce il vero punto di partenza per poter apprezzare questo genere di modifiche.

© Copyright 1997 Lucio Cadeddu

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