Ma guardiamo le cose sotto un altro aspetto. Da un punto di vista pratico
questo significa che per una testina, fornire lo stesso livello di uscita a due
frequenze differenti, supponiamo sempre una il doppio dell'altra, la derivata
(la pendenza della modulazione del solco), deve essere la stessa.
Questo può essere ottenuto solo se l'amplificazione del segnale a frequenza
inferiore (la modulazione del solco), è il doppio dell'altra.
Poichè l'orecchio umano può udire suoni da 20Hz a 20KHz, allo scopo di ottenere lo
stesso segnale elettrico dal fonorivelatore, l'amplificazione (la modulazione
dei solchi) di un segnale a 20 HZ dovrebbe essere migliaia di volte più ampia di
quella a 20KHz, e ciò è praticamente impossibile.
Si avrebbe la riduzione delle alte frequenze ad un livello che non supererebbe il rumore di fondo, e la necessità di avere larghezza e profondità dei solchi nell'ordine dei millimetri (ricordate, il segnale è inciso a 45° rispetto al piano verticale).
La soluzione usata è quella di applicare una curva di pre-enfasi durante la
registrazione e una simmetrica di de-enfasi in riproduzione, in modo da avere
un segnale registrato quasi indipendente dalla frequenza a parità di energia.
Attualmente ci sono solo due curve standard di riproduzione da prendere in
considerazione, e differiscono tra loro solo in gamma infrasonica. Esse sono
la RIAA e la RIAA/IEC. La seconda, che dovrebbe essere quella ufficiale,
differisce dalla prima solo per essere definita per frequenze inferiori a 20Hz,
presentandosi cioè con caratteristiche di filtro subsonico. Per le altre
gamme di frequenza, sono praticamente identiche.
Dal punto di vista dell'implementazione, il progetto di uno stadio phono è
molto semplice e diretto. La configurazione usata viene chiamata RIAA passiva,
poichè l'azione di filtro è assicurata da un circuito passivo (nel nostro caso
un RC), posto tra due stadi di guadagno a tubi.
Questo tipo di configurazione porta ad un paio di vantaggi sommati, però ad
innumerevoli svantaggi. Le note positive sono che essa è normalmente considerata
la migliore configurazione possibile dal punto di vista sonico, e che essa non
presenta particolare problemi di messa a punto. Di seguito, sono elencati i
principali problemi:
I primi tre punti rendono necessario l'utilizzo di una circuitazione ad alto
guadagno, bassa impedenza delle valvole per il primo stadio ... e se guardate
nelle specifiche dei costruttori di valvole, vi accorgerete che ben poche di esse
presentano le caratteristiche richieste.
La ricerca porta ad un paio di valvole ben conosciute le quali presentano una
impedenza interna molto bassa, e un relativamente alto guadagno, anche se è stato
necessario adeguarsi a dei compromessi. Le due valvole sono:
5842/417A. Valvola molto discussa, non molto lineare, ma con diverse buone
caratteristiche che la rendono adatta per impieghi di preamplificazione in
stadi phono. Alcune versioni possono essere soggette a seri problemi di
microfonicità, altre possono risultare rumorose. Per quanto mi risulta, non
sono più in produzione, e sono reperibili solo come NOS. Presentano una vita
piuttosto breve.
Famiglia delle ECC88/6922. Presentano una elevata linearità. Anch'esse soggette
a problemi di microfonicità e rumorosità. E' ancora in produzione,
disponibile anche in versione di elevata qualità, e con rumore contenuto.
C'è ancora in commercio la serie "d'epoca", in relativamente grandi quantitativi,
ed elevata qualità. La vita è piuttosto lunga e il costo non è proibitivo.
Ovviamente ho scelto la seconda, in quanto mi ha conquistato per le ragioni elencate
sopra, oltre che per il suono. Il vero problema, non completamente risolto, ad ora,
è stata la selezione di versioni di elevatissima qualità, normalmente disponibili
ed in produzione, non pazzescamente costose, con microfonicità e rumore contenuti.
Per ciò che ne posso sapere le versioni con più basso rumore, sono quelle che
presentano una più elevata microfonicità.
Entrambi gli stadi phono sono stadi a catodo comune con bias automatico e resistenza di catodo non bypassata. Il bias ha lo scopo di ottenere
una bassa tensione di catodo, e una elevata corrente. Questo punto di lavoro
presenta una più bassa impedenza interna. Cio' riduce la dipendenza della
risposta in frequanza del filtro RIAA dalle caratteristiche delle valvole.
Viene, inoltre, ridotto il rumore termico delle valvole indotto dalla resistenza
interna. E ancora più importante per la riduzione del rumore è la bassa tensione
di alimentazione.
Il progetto prevede l'utilizzo di tre differenti punti di lavoro per i tre stadi
del pre, evitando un comportamento non lineare per ciascuno dei tre stadi.
Entrambi gli stadi sono piuttosto delicati e sensibili al rumore delle valvole.
Difatti un segnale di ingresso di 4mV a 1kHz è amplificato fino a 100mV all'
uscita del primo stadio.
Il filtro RIAA lo riduce di circa 20dB, così abbiamo 10mV all'ingresso del secondo
stadio, il che mostra, grossolanamente, che il secondo stadio presenta una
sensibilità di solo 8dB inferiore al primo stadio, con rumore posto a 1KHz.
Infatti, ho dovuto modificare il progetto del secondo stadio dopo aver rilevato
un elevato rumore, riducendo la tensione anodica.
Comunque, allo scopo di avere lo stesso livello di uscita a circa 20Hz è richiesto
un ingresso nell'ordine dei 0.4mV. Se noi supponiamo una distribuzione costante
del rumore del primo stadio su tutto lo spettro audio, il rapporto segnale/rumore
è più basso in bassa frequenza. Da un punto di vista pratico il rumore termico
dell'ingresso phono e del primo stadio si traduce in disturbi a bassa frequenza e
ronzii.
Prima di parlare della precisione della curva RIAA, dobbiamo parlare dei componenti utilizzati nel
circuito. Ho adottato una soluzione che, apparentemente, non è così comune come avevo pensato.
Ho utilizzato condensatori in carta e olio nella sezione di equalizzazione RIAA, e, mentre
questa è una pratica largamente impiegata in Italia, non lo è all'estero. Discutendone, un
giorno con il nostro amico Thorsten egli rispose, contrariato, "Mai sentito parlarne prima".
Il suono che si ottiene con i componenti che ho usato è estremamente dettagliato, brillante, che sarete portati a pensare che la risposta in frequenza non sia lineare.
Questo fino a che non vi renderete conto che è semplicemente un suono di classe quello che state ascoltando.
Anche se sarà difficile da accettare, questo è un suono che ricorda poco quello del vinile.
Avevo molti dubbi riguardo questa soluzione. La scorsa estate, però, ebbi la possibilità,
ahimè, dopo tanto tempo, di ascoltare un concerto dal vivo. L'idea di come deve essere una
corretta riproduzione di un evento sonoro, secondo gli analogisti, si associa ad un suono
estremanente caldo, dolce, e smorzato.
Essi adducono queste motivazioni per mostrare la superiorità dell'analogico sul digitale, e
questo, è quantomeno incorretto. Sappiate che la musica dal vivo può essere brillante,
"tintinnante" e con caratteristiche di precisione ai massimi livelli, e non necessariamente
dolce e smorzata. Ciò non vuol dire che il digitale sia superiore all'analogico. Significa
solo che è necessario concentrare i propri sforzi per cercare di tirare fuori dal vinile il
suo meglio, allo scopo di ricreare con una approssimazione il più possibile ridotta, l'evento
sonoro originale.
Molto tempo fa, testando dei condensatori in carta e olio, ho realizzato che essi sono migliori di qualsiasi condensatore a film plastico. Ma devo aggiungere che ciò è dovuto, probabilmente,
al mio gusto personale. Per alcuni potrebbero suonare esageratamente brillanti, e tutt'altro
che caldi. Perderete, insomma, il caratteristico suono caldo delle valvole. Se lo preferite,
usate pure condensatori a film plastico, io per quanto mi è possibile andrò avanti ad utilizzare
condensatori in carta e olio.
A parte le considerazioni legate all'aspetto sonoro, c'è da mettere in conto il costo dei
carta e olio, non propriamente contenuto (anche se quelli che ho utilizzato io non sono tra
i più costosi), e la loro tolleranza che è del 5%. A fronte di un prezzo di acquisto più
elevato, si ha una qualità sensibilmente migliore, con lo svantaggio di dover effettuare una selezione a causa delle tolleranze piuttosto alte.
Allo scopo di ottenere una elevata precisione della curva RIAA, ho inizialmente utilizzato
un simulatore considerando tutti e tre gli stadi. Ho, infine, optato per la vecchia curva RIAA in luogo della IEC a fronte di un miglior comportamento in bassa frequenza. La ragione di questo vi sembrerà chiara se si parla di uno stadio di linea. Anche i diffusori da me utilizzati (Snell K III, molto veloci, ma non un mostro di bassi), hanno influenzato questa decisione.
E' da considerare che questa non è una curva IEC standard, di conseguenza, le incisioni più recenti potrebbero avere un rigonfiamento in gamma bassa.
Quando terminai il prototipo, trascurai, volutamente, di tarare la curva, allo
scopo di verificare se all'ascolto era possibile valutarne il comportamento.
Sfortunatamente, durante i miei tests di ascolto (durati dei mesi), mi resi conto che la risposta in frequenza non era corretta. La prova strumentale non fece che confermare questa mia impressione, e dovetti lavorare sul circuito per le dovute correzioni. I valori elencati più avanti sono il risultato di tests di ascolto, peraltro in linea con la simulazione strumentale.
Se avete le apparecchiature adatte, vi renderete conto dell'accuratezza di risposta. Ad ogni modo, se lo ritenete necessario, non fatevi ploblemi a effettuare qualche aggiustamento per ottenere una
curva di risposta ancora più lineare, in quanto, come gia' spiegato i condensatori che ho utilizzato presentano una tolleranza elevata. Non avevo, peraltro, tempo di effettuare tests con differenti condensatori.
C'è da considerare il fatto che è quasi impossibile progettare un tale filtro con un buon grado di
aderenza ad una curva data usando esclusivamente componenti standard. Talvolta è necessario
usare più componenti posti in serie o in parallelo tra di loro.
Ad ogni modo, caratteristiche come linearità di risposta, devono essere considerate di vitale
importanza. Anche se dal mio punto di vista, tra rigorosa linearità e un suono piacevole e
trasparente, preferisco quest'ultimo.
La strada per ottenere una elevata linearità è quella di misurare la risposta in frequenza
del circuito ed effettuare gli aggiustamenti necessari, sostituendo qualche componente.
(Una nota per quelli che dispongono della strumentazione adatta per effettuare le misurazioni:
la strada migliore è di costruire un filtro passivo di riferimento anti-RIAA.
Pilotate il segnale test del generatore di frequenza attraverso il filtro di
riferimento nell'ingresso phono e misurate il livello dell'uscita del pre.
Il valore dovrebbe presentare lo stesso livello indipendentemente dalla frequenza).
Se non è così, potete semplicemente accoppiare i condensatori misurandoli.
Considerate che sono necessari 10 condensatori carta e olio e che 6 di questi
sono da .33uF. Non dovrebbe essere difficile ottenere 2 coppie selezionate, e,
ovviamente dovrete montare tali coppie nella stessa posizione nel circuito
per il canale destro e sinistro. I 2 rimasti sono da 0.1uF. Se non volete
acquistarne diversi allo scopo di selezionarli, potete sempre chiedere al vostro
negoziante di selezionarli per voi...
Ho utilizzato degli ICAR PR20 non più in produzione e difficili da trovare.
Hanno una tolleranza del 5%. Presumo che con dei Jensen o degli Audio Note i
risultati sarebbero ancora migliori... ma i costi lieviterebbero molto.
Tutte le resistenze utilizzate sono della Holco.
© Copyright 1999 Giorgio Pozzoli per TNT-Audio, http://www.tnt-audio.com
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