Uno dei problemi che certamente incontra chi vuole avere delle certezze prima di acquistare un prodotto per la riproduzione musicale di buon livello è il fatto che non si ha mai la possibilità di effettuare ascolti sufficientemente tranquilli e prolungati per avere una idea vagamente seria del risultato di un certo tipo di prodotto nel proprio ambiente.
Anche l'ascolto a domicilio, che comunque si può ottenere di solito solo a fronte di un discreto impegno economico, non sempre permette un uso sufficientemente prolungato da giungere a conclusioni definitive (vedi l'articolo sul rodaggio: ci vogliono ore ed ore di utilizzo continuato per raggiungere buoni risultati).
L'unica alternativa percorribile per chi vuole avere sufficiente conoscenza di quanto intende acquistare diviene in questi casi la costosa alternativa dell'approccio *per gradi*: si inizia acquistando un prodotto della tipologia desiderata molto economico ma di buone prestazioni, si fa una valutazione approfondita tenendo conto dei limiti dello stesso e si cerca di prendere una decisione stimando quale può essere il comportamento del prodotto di classe superiore cui si sta puntando.
Avendo raggiunto una buona assuefazione al tipo di prodotto in questione, diviene molto più facile recepire le differenze con altri prodotti ascoltati anche per periodi limitati, se non altro per farsi una idea iniziale di quali richiedere in ascolto a domicilio (cosa che resta essenziale, se quanto viene consegnato è già rodato o si ha il tempo di rodarlo, se il resto dell'impianto è esattamente quello con cui si intende utilizzare il nuovo componente, se si ha la possibilità di ascolti a confronto significativi, se... insomma, potete star certi che anche così la scelta è tutt'altro che facile e sicura!!!!).
In particolare nel campo dei sistemi a valvole le possibilità di acquistare oggetti economici solo *per provare* incontra una prima difficoltà di base: non ci sono in commercio apparati veramente economici a valvole...
Inoltre nell'ottica dell'usa e getta (gettare? Ma non se ne parla nemmeno: il sistema di prova si ricolloca di sicuro da qualche altra parte, se è piaciuto!!!!) e per riuscire a raggiungere la più ampia base di potenziali acquirenti il costo deve esser MOLTO contenuto.
Quello che intendo presentare è uno schema di base utilizzabile per effettuare i più svariati esperimenti in ambito preamplificazione valvolare. In particolare è uno schema adatto anche a realizzare dei valvolizzatori o come diavolo volete chiamare quegli aggeggi che introdotti fra un cd player ed un preamplificatore o integrato oppure fra pre e finale dovrebbero permettere di ascoltare il suono valvolare anche a chi non possiede nessun apparato a vavole.
Vi starete chiedendo: ma funzionano?
Intanto potete leggervi la prova d'ascolto del Valvolizer costruito dalla Praecisa Acoustics.
Personalmente ho provato ad inserire uno stadio simile (basato su ECC82) a quello che vi andrò fra breve a presentare in un sistema costituito da un amplificatore molto vecchio a transistor (Pioneer 7500 II, residuato del mio primo impianto HiFi che risale al 1977!!), casse altrettanto vecchie (AR17, stessa origine dell'amplificatore) ed un lettore di CD portatile economico.
In questa situazione l'effetto si è sentito eccome!!! Un po' di profondità di campo, un maggiore dettaglio, maggiore ampiezza del fronte sonoro, maggiore localizzazione degli strumenti: insomma un bel miglioramento, facilmente percepibile. C'era anche un po' di rumore di fondo in più.
Con amplificazioni e preamplificazioni valvolari o passive l'introduzione dello stesso oggetto ha comportato un beneficio piuttosto ridotto. D'altra parte mi sembra abbastanza chiaro che l'introduzione di uno stadio addizionale in una catena con interfacce correttamente definite non possa evitare di aumentare distorsione e rumore; anche le prove effettuate dalle riviste indicano chiaramente che l'utilizzo di questi aggeggi in sistemi di livello medio-alto non porta apparenti benefici, anzi.
In pratica se si accetta l'ipotesi che, come viene di solito spiegato dai produttori, l'efficacia dei valvolizzatori sia dovuta al fatto di presentare una elevata impedenza di ingresso ed una ridotta impedenza di uscita, quanto sopra è immediatamente spiegato.
Prendo come esempio il mio sistema *di sviluppo*. L'impedenza di ingresso dello stadio di cui sopra e quella del finale sono del tutto simili; in entrambi i casi il carico è costituito dalla griglia di un tubo di segnale polarizzato in classe A1 e quindi presenta una impedenza molto elevata, pari praticamente alla resistenza di griglia, cioè quella posta fra griglia e massa per garantire che l'ingresso sia sempre il riferito a massa anche in caso di accoppiamento a condensatore, tipicamente dell'ordine dei 220kohm; l'impedenza di uscita del CD player è di soli 10 ohm; ma l'impedenza minima di uscita di uno stadio a valvole, anche nell'ipotesi di uscita di catodo come nel caso dello stadio linea del mio pre, è dell'ordine dei 200-300ohm, che è più che adeguata (c'è chi ritiene sufficiente un rapporto di 1 a 10 fra impedenza di uscita della sorgente e impedenza di ingresso dello stadio a valle), ma è comunque superiore a quella del CD player: perciò il CD player è anche in teoria in grado di pilotare meglio del pre lo stadio di ingresso del finale!
Ma allora come mai l'oggettino che vi presento, applicato al mio sistema *di sviluppo* fra il pre passivo (il Pressive) e il finale (secondo lo schema riportato nell'articolo relativo al Pressive) ha dato comunqe degli effetti interessanti, anche se non immediatamente evidenti come col sistema econmico/antico di cui sopra?
Di fatto l'immagine sonora acquista leggermente più profondità e la collocazione dei singoli interpreti è più realistica; mentre senza si ha la sensazione di essere davanti ad una ottima rappresentazione, ma comunque prospettica, irrimediabilmente piatta, utilizzando questo stadio si ha la sensazione di vedere gli strumenti dal vero, di vederne *il fianco*, di avere insomma la possibilità teorica di girarci attorno.
Eppure lo stadio ha una impedenza di uscita dell'ordine dei kohm.
Allora, quale può essere la effettiva spiegazione? Una possibilità è che il risultato sia dovuto in gran parte a della bella, cara, simpatica distorsione (soprattutto di seconda armonica).
Un orecchio allenato è in grado di percepire l'1% di distorsione, ma anche ad un orecchio allenato la distorsione può risultare non spiacevole (pensate agli amplificatori valvolari per strumenti musicali, preferiti proprio per l'alto livello e la qualità di distorsione che introducono!).
Comunque sia, il risultato sonoro che si ottiene con l'aggeggino che vi voglio presentare è piacevole, e qualsiasi sia la ragione di tale suono vale la pena di ascoltarlo (e poi rifletterci un po'... può darsi che alcuni dei mostri dell'HiFi non siano poi sempre così brutti... da ascoltare!!!).
Comunque in definitiva credo che l'uso dei valvolizzatori possa essere davvero consigliabile in sistemi molto economici.
Ho però il dubbio che invece di investire su un valvolizzatore, che poi non è che costi proprio niente, forse sarebbe più conveniente investire sul CD player o ancora meglio sull'amplificazione.
La soluzione ideale è adottare un preamplificatore a valvole, in modo da sostituire un elemento della catena, nel caso si abbia già un pre + finale separati o comunque un integrato con connettori di ingresso diretto al finale (un tempo si usavano per gli elaboratori esterni di segnale, oggi sono una rarità nei sistemi economici), oppure per predisporsi a sostituire in futuro l'integrato con un finale.
Questo è stato il punto di partenza del progetto: mettere insieme un preamplificatore utilizzabile anche come valvolizzatore al costo più ridotto possibile.
Sempre nell'ottica della minimizzazione, ho ovviamente deciso di presentarvi per ora solo un preamplificatore linea, quindi non adatto all'utilizzo con giradischi analogici.
Prevedo in futuro di realizzarmi uno stadio fono, ma visto che al momento ne ho già a disposizione uno più che adeguato al livello del mio giradischi e sono molto pigro, non posso garantirvi che lo farò in tempi storici...
Lo schema utilizzato è il più comune possibile, lo stadio a triodo single ended con uscita anodica.
Non è lo stadio migliore in assoluto: è solo il più semplice. Sto cercando di proporvi un amplificatore che, realizzato con componenti economici, permetta di restare stare sotto le 150mila lirette (contenitore escluso, a meno di non usare il nostro Caby.net....).
Non è comunque un giocattolo: funziona perfino... e vi permette di fare esperimenti vari. Utilizzando in particolare lo stadio di alimentazione che vi intendo proporre si possono realizzare svariate altre configurazioni.
Poichè in realtà buona parte della spesa in un amplificatore a valvole è nell'alimentazione, è chiaro che avere una alimentazione riutilizzabile è certamente un bel vantaggio.
Avvertenze
Faccio presente ancora che comunque l'uso delle valvole (a parte casi particolari, ed anche in quei casi rinunciando di solito a gran parte della linearità ottenibile) impone spesso l'uso di alte tensioni (superiori ai 200V).
Ciò comporta un aggravio dei costi (ad esempio i condensatori elettrolitici da 200V costano una enormità rispetto a quelli da 25V, le resistenze spesso devono avere potenze elevate, dell'ordine dei watt, se non delle decine di watt e così via) ma anche e soprattutto dei rischi effettivi: che è abituato a lavorare su circuiti sotto tensione deve cambiare prospettiva: anche solo mettere in corto un condensatore da 470uF a 300V significa provocare un botto notevole;
far esplodere (polarizzando in maniera errata) un simile condensatore che è lungo magari 6 o 7 cm e ha un diametro di 4 o 5 significa mettere a repentaglio la pelle: può partire tranquillamente come un proiettile.
Prendete l'abitudine di inserire sempre dei fusibili di protezione sulle alimentazioni; se modificate qualche parametro misurate sempre i livelli di tensione raggiunti per essere certi di non esservi spostati fuori tolleranza.
Almeno uno strumento di misura è assolutamente necessario: le valvole hanno l'ottima abitudine di funzionare sempre, anche in condizioni inaccettabili ed addirittura pericolose per il resto dei circuiti!!!
Perciò prima di essere certi che il circuito si sta comportando come desiderato si deve sempre procedere a misurare i punti di lavoro.
D'altra parte, non sapendo esattamente quale sarà l'alimentazione definire con precisione il punto di lavoro non è sempre facile, nel senso che si devono ammettere ampi (ma non troppo) margini di tolleranza.
In generale è bene non superare i livelli indicati per l'anodica, in quanto si spostano certamente i punti di lavoro e si potrebbe superare la dissipazione massima ammessa.
Ciò non è invece vero per le tensioni griglia - catodo, in quanto la relazione è più complessa.
Data l'intrinseca pericolosità del tutto, se avete un dubbio o pensate di aver trovato sugli schemi qualche cosa di inesatto o impreciso, verificate prima di procedere con qualcuno più esperto.
Non andate mai ad occhio o a sensazione: non si lavora a 12 volt!!! Al massimo a 12 volt si brucia qualche decina di integrati e si fa scoppiare qualche piccolo condensatore (bè, non sempre così piccolo... e comunque anche in questi casi il danno ed anche il pericolo c'è: l'unico elettrolitico che mi sia mai esploso era a 12v e lungo solo 3 cm, ma mi ha lasciato un livido sul braccio attraverso i vestiti...), qui si rischiano incendi e esplosioni atomiche!!!
Se non sapete almeno come si riconosce il verso di polarizzazione di un elettrolitico o di un diodo, quanto segue non fa per voi.
Ci sono degli ottimi kit per principianti che spiegano in dettaglio le procedure di montaggio da seguire: vi conviene sicuramente cominciare da questi, possibilmente con sistemi a bassa tensione.