Cosa c'entra l'HiFi con tutto questo? Molto più di quanto non sembri.
Intanto l'HiFi di oggi ha molto a che vedere con la pornografia vista l'ostentazione morbosa delle caratteristiche piccanti dei nuovi apparecchi (e mi riferisco a tutte valvole di fuori e cromature e dorature ad ogni piè sospinto) e, ancor di più, grazie all'atteggiamento pornografico di molti audiofili più vogliosi di soddisfare i propri pruriginosi vizi col nuovo apparecchio di grido piuttosto che dedicarsi all'ascolto serio della Musica.
Per non parlare di quelli che, al pari di coloro che si auto-scattano e poi mandano le foto proprie o della moglie alle riviste porno, si autocompiacciono utilizzando le riviste HiFi per raccontare quanto bello sia il loro impianto HiFi, quanto meglio suoni rispetto a quello degli amici e così via.
Qualcuno ricorderete che ci ha provato anche con noi, utlizzando la rubrica della posta di TNT come l'angolo dell'autoscatto ed è stato puntualmente castigato ;-)
Poi non venitemi a dire che sono troppo caustico. TNT mi costa troppa fatica per consentire ad audiofili esibizionisti di farla diventare l'ennesima rivista di pornografia HiFi.
Ancora, molti altri audiofili si sono ridotti ad una pratica onanistica dell'ascolto casalingo, rinchiudendosi in sala d'ascolto a doppia mandata come ai tempi della prima adolescenza ;-)
Ed invece l'HiFi è Cultura, come diretta emanazione della riproduzione musicale, e bisognerebbe diffonderla, farla conoscere alla gente, condividerla.
Quindi, tornando al discorso iniziale della *crisi* e del parallelo con Internet e la pornografia: è chiaro che il mercato HiFi dei guardoni e dei torbidi appassionati è stato in parte saturato da una marea di prodotti in grado di soddisfare ogni desiderio più inconfessabile, anche dal punto di vista del prezzo.
Chi voleva l'HiFi perchè l'aveva il vicino, del tipo:
Quel che hanno ostentano,(periodo molto suggestivo dell'ispirato paroliere Frankie HI-NRG) è stato soddisfatto nelle sue voglie: oggi il mercato, come la RAI, offre di tutto e di più, e sempre come la RAI, basta pagare il canone annuale alle riviste patinate.
tutto il resto invidiano,
poi lo comprano,
in costante escalation col vicino costruiscono...
parton dal pratino e vanno fino al cielo,
han più parabole sul tetto che San Marco nel Vangelo...
Chi resta, dunque? Ancora molti guardoni, che non hanno il coraggio di acquistare perchè magari sanno di non potersi permettere il meglio (ma c'è un meglio????) ed i veri appassionati, coloro che cambiano i componenti del proprio impianto solo quando sentono la reale necessità di upgrade.
E sono questi gli audiofili che sostengono il mercato, quello vero, non quello dei sogni.
E questi audiofili devono avere una scelta ampia, possibilmente non esagerata e mi pare che il mercato stia rispondendo molto bene.
Nascono continuamente nuovi marchi, anche (e soprattutto) italiani, a colmare giustamente una lacuna ormai anacronistica nei confronti di Paesi certo non molto più ricchi del nostro come Francia ed Inghilterra.
Provate a dare un'occhiata alla riviste HiFi francesi e vi renderete conto della marea di prodotti locali che vengono provati...
Se nascono in Italia così tanti marchi significa che tanti operatori credono che sia un buon momento, altrimenti si metterebbero a costruire HiFi-car o telefonini cellulari. E non sono tutti aspiranti suicidi ne' imprenditori incapaci di valutare la situazione attuale.
Nessuno si mette a produrre macchine da scrivere se si sa che non ne potrebbe -oggi- venderne neppure una.
Ed invece ci sono tanti marchi nuovi di diffusori, amplificatori ed accessori che spuntano come funghi da un mese all'altro.
Certo, non tutti sopravviveranno, ma molti si. Hanno prodotti ed idee valide ed il momento è quello propizio.
Basta non commettere l'errore (a mio avviso, s'intende) di costruire l'ennesimo clone di Audio Note (anche solo come filosofia commerciale) o di Sonus Faber.
Costruiamo prodotti per i pochi veri audiofili rimasti e le soddisfazioni non mancheranno (vedasi il fenomeno Audio Analogue, tanto per citare forse quello più conosciuto).
Non è vero che c'è grossa crisi... è vero semmai che sono rimasti solo gli audiofili più seri.
Poi c'è tutta una folta schiera di potenziali appassionati che si possono coinvolgere in questo straordinario hobby.
E questo lo si può fare cercando di strapppare dalle loro mani il compattone che stanno già portando alla cassa dell'ipermercato.
Non dico che ogni compattone deve andare sostituito da un impianto HiFi, sarebbe una follia inutile e, forse, controproducente.
Non l'ho mai detto e non lo dirò mai. Dico solo che tanti ignari acquirenti comprano il compattone perchè non immaginano neppure che per una cifra simile si può acquistare invece un vero impianto HiFi.
Il compattone non si acquista perchè è più comodo, più facile da usare o costa meno, lo si prende solo perchè sembrerebbe non esserci alternativa.
E l'alternativa c'è, accidenti, basta far sentire cosa può fare un impianto ben ottimizzato anche se economico. No, non suona come l'impianto da 10 o 100 milioni (che comunque può suonare anche MOLTO male, nonostante il prezzo), però è un primo passo verso il nostro mondo...ed una volta contagiato, il neo-audiofilo è difficile che guarisca :-)
Io faccio quel che posso ed i risultati mi confortano: sono sempre più numerosi coloro che erano partiti con l'idea del compattone ed ora si ritrovano con un bell'impiantino SERIO che li soddisfa appieno, upgradabile e migliorabile all'infinito.
E' poco, la diffusione della Rete in Italia è limitata (per i motivi esposti poc'anzi), però proprio per questo i risultati sono ancor più esaltanti.
Invece che vendere un apparecchio multimilionario in più non sarà meglio per tutti venderne dieci economici? Quello multimilionario ha possibilità di upgrade limitate e scaglionate nel tempo (oltre certe cifre è persino inutile andare) mentre chi acquista l'apparecchio budget potete stare certi che non appena *cresce* come audiofilo lo sostituirà con uno più costoso e così via, garantendo al mercato un certo movimento essenziale per la soppravvivenza dello stesso.
A me sembra un principio banale...mi chiedo come mai molti continuano a ripetere che l'HiFi debba essere un sogno quasi irrealizzabile...
che abbiano guardato troppi film hard-core? ;-)
© Copyright 1998 Lucio Cadeddu