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Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Aprile, 2023
È battaglia legale aperta tra la Sonos di Patrick Spence e Google dopo che un giudice in San Francisco fornisce a Sonos uno spiraglio per portare il colosso di Mountain View sul banco degli imputati. La data sembra fissata per il prossimo 8 maggio e potrebbe essere l'inizio della fine, ovvero del divorzio commerciale tra i due partner. I brevetti in questione coinvolgono sia gli USA che il Canada, la Francia, la Germania e l'Olanda. Apparentemente la cosa non tocca l'Italia, per ora.
Di che si tratta? Apparentemente, o questo è ciò che sostiene Sonos, azienda leader produttrice di dispositivi audio smart e wireless, Google si sarebbe impossessata della tecnologia Sonos per utilizzarla sui suoi prodotti concorrenti, i device Chromecast Audio e gli speaker Google Home. Ciò sarebbe avvenuto mentre le due aziende lavoravano in partnership per integrare Google Play Music nell'ecosistema Sonos. Google, naturalmente, non ci sta, e afferma che a rubare la tecnologia utilizzata è stata Sonos.
Preliminarmente a questo, Sonos era riuscita a ottenere il cosiddetto import ban (blocco dell'importazione) - da parte della U.S. International Trade Commission (ITC) - di alcuni dispositivi Google, mentre d'altra parte Google aveva denunciato Sonos per patent infringement (violazione del brevetto) in California. Sonos ha poi accusato Google di aver violato ben quattro brevetti relativi alla tecnologia per l'audio wireless multiroom. Non è un mistero che Sonos vada particolarmente fiera della sua tecnologia proprietaria, coperta, a quanto dicono, da ben 2100 brevetti diversi e grazie alla quale si è ritagliata in breve tempo una posizione di leadership nel mercato dell'audio domestico “connesso”. D'altra parte il gigante Google non ci sta a farsi dare del ladro per i suoi prodotti audio.
Insomma, la questione è spinosa e fa capire che non sempre le collaborazioni tra aziende siano amichevoli. Vedremo chi la spunta, ma certo è che la torta dell'audio wireless è appetitosa per tanti. Noi audiofili non ci mettiamo troppi problemi - specie se single - a invadere l'ambiente domestico con grossi diffusori cablati con pitoni veri e propri, ma la maggior parte delle persone è felicissima di avere tanti cubetti o cilindretti (persino subwoofer!) sparsi per casa, controllabili da un'app del telefono, senza alcun filo in vista.
Scoprite l'epilogo della vicenda nel nostro editoriale di Giugno.
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