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Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Giugno, 2023
Lo scorso aprile avevo pubblicato un editoriale sulla guerra legale tra Sonos e il colosso Google, relativa a una questione di sfruttamento di brevetti. In sintesi, Sonos accusava Google di aver utilizzato i brevetti relativi all'audio multiroom wireless per far funzionare i suoi smart speaker. Ebbene, la giuria sembra aver dato ragione a Davide (Sonos) condannando Golia (Google) al pagamento di ben 32,5 milioni di dollari. Per essere più precisi: 2,3$ per ognuno dei 14 milioni di dispositivi Google facenti uso di quel brevetto. La richiesta di Sonos era comunque ben più alta, di 90 milioni di dollari.
Questa vittoria legale avrà conseguenze anche per noi utenti poiché, se siete proprietari di smart speaker Google distribuiti in tutta la casa, potreste non riuscire più a regolare il volume simultaneamente, ma dovrete farlo diffusore per diffusore. Non solo, ma non sarete più in grado di controllare tutto tramite telefono, ad esempio col comando “Hey Google, abbassa il volume del 50% nei diffusori che sono nel salone”. Lo dovrete fare individualmente o tramite la Google Home app o tramite un display Nest Hub. Google ha comunque tempo 60 giorni per rendere operativi questi cambiamenti.
Google aggiunge che un piccolo gruppo di utenti (non tutti, quindi?) dovrà utilizzare una app specifica per aggiornare i propri dispositivi smart, e che sarà necessario passare all'ultima release del firmware perché il gruppo di altoparlanti continui a funzionare.
Naturalmente, Google è tutto tranne che entusiasta di questa sconfitta, pure abbastanza costosa, ma minimizza dicendo che si tratta di una disputa di ridotte proporzioni e su delle specifiche d'utilizzo non molto utilizzate. E aggiunge che ha sempre sviluppato le sue tecnologie in maniera indipendente e che ha fatto concorrenza solo basandosi sui propri meriti. Pare stia valutando dei passi successivi, lasciando intuire che questa battaglia è persa, ma che non finisce qui. Sonos, d'altro canto, sostiene che Google abbia utilizzato altri suoi brevetti e promette battaglia, in forza di questo primo importante parere favorevole da parte dei giudici.
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