Ieri sera parlavo al telefono con un caro amico del Torinese che lavora nel settore dell'arredamento e mi spiegava come la crisi abbia investito pesantemente anche quell'ambito commerciale. La sua attività si basa principalmente sulla fascia media del mercato che, a suo dire, è quella che ne ha risentito più di tutti: la classe media, che prima poteva spendere per arredi di una certa qualità e che magari li sostituiva con una certa frequenza sempre più spesso si rivolge a soluzioni più basic tipo Ikea o marchi analoghi. Mi ha raccontato che, ormai, pur di far quadrare i conti, sia diventato necessario diversificare l'attività, intendendo con questo affiancare alla vendita tradizionale anche la piccola distribuzione in proprio.
Se ci pensiamo bene, non è molto diverso da ciò che sta accadendo ormai da qualche anno nel settore dell'HiFi: middle-class che sparisce e negozi che si improvvisano distributori...e distributori che si improvvisano negozianti. A dire il vero questi ultimi ci sono sempre stati, con grande rammarico dei negozianti veri e propri. La Rete è stata certamente un grande volano per questo genere di attività ibride, facilitando le vendite e gli scambi, aumentando a dismisura la facilità di penetrazione in fasce di mercato prima inavvicinabili.
Questo genere di ibridazioni ci ha causato, in passato ma anche di recente, qualche piccolo problema perché i marchi distribuiti spesso passavano di mano con grande rapidità ed i vecchi link che pubblicavamo nelle recensioni dei prodotti diventavano (e diventano ancora) obsoleti nel giro di poco tempo. Di questo apparente disservizio dobbiamo scusarci con voi lettori ma è materialmente impossibile riuscire a star dietro a tutti i passaggi di mano, ai cambi di ragione sociale o di semplice URL. Ci spiace se troverete dei link non funzionanti ma se dovessimo aggiornare tutte le migliaia di pagine ormai presenti non avremmo materialmente tempo per fare altro.
Questa volatilità, però, non è il problema principale generato da questa nuova situazione. Nel mio ordine mentale un distributore è qualcuno che può gestire un magazzino ben fornito, l'assistenza diretta con ricambi e tecnici specializzati e che può fare da tramite efficace con la Casa madre. Raramente un piccolo negozio, spesso delle vere e proprie one-man-band, può gestire tutto questo. A farne le spese siamo noi utenti finali, ovviamente, che non possiamo contare su una struttura che possa far fronte alle piccole/grandi necessità che possono derivare dall'acquisto e dall'utilizzo di un apparecchio HiFi. Il vantaggio è che un micro-distributore può, nella maggior parte dei casi, avere un contatto più rapido e diretto con il cliente, senza farlo passare attraverso insormontabili e spesso incompetenti segretarie :-)
Quel che talvolta accade, tuttavia, è che si fa prima a contattare direttamente la Casa madre, produttrice dell'apparecchio, la quale, sempre per risparmiare tempo e passaggi di mano, spesso interagisce direttamente con il cliente fornendo supporto tecnico e talvolta persino pezzi di ricambio. Se vogliamo, tutto questo è uno degli effetti della globalizzazione: le distanze si accorciano ed i contatti, una volta inimmaginabili, diventano a portata di click, a patto di conoscere decentemente almeno la lingua inglese.
Inoltre, sono sempre di più le piccole Aziende che si affidano a pochi distributori (talvolta uno solo per Continente!), effettuando addirittura le vendite in maniera diretta laddove il distributore nazionale non fosse disponibile. D'altra parte, essere competitivi impone anche questo tipo di salto dei cosiddetti middle-men o intermediari che, per forza di cose, pesano notevolmente sul prezzo finale di un prodotto.
Il risvolto della medaglia? L'impossibilità di poter valutare direttamente, in un negozio non troppo lontano da noi, la qualità dei prodotti prima di acquistarli. Non è un caso che, proprio in questi ultimi anni, si sono moltiplicate a dismisura le fiere, le mostre, gli eventi, gli incontri in tema HiFi. Ormai li organizzano proprio tutti: i semplici appassionati, i Costruttori/distributori, le organizzazioni di distributori, i discografici e persino le riviste specializzate hanno iniziato a metterci lo zampino. Evidentemente la torta, per quanto piccola, fa gola a molti e tutti, in tempi di crisi, cercano di riciclarsi sotto altre forme, per diversificare e per ampliare il proprio bacino d'utenza.
Tutto rose e fiori? Purtroppo no, ma questo sarà argomento per un prossimo editoriale dedicato esattamente a questo argomento. Tutto, come al solito e come avete capito perfettamente, gira intorno al...denaro. Però, c'è denaro e denaro...questo è quello live dei Dream Theater, epica band di progressive-metal che esegue una incredibile cover della famosa canzone Money dei Pink Floyd...per restare in tema di...diversificazione! Buon ascolto!
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