Nell'editoriale del novembre scorso avevo trattato l'argomento del sempre più crescente interesse dei media tradizionali verso il mondo dell'analogico e dei dischi in vinile. All'epoca fu la RAI (Radio 2, programma Dispenser) ad intervistarmi sul fenomeno del ritorno del vecchio, caro disco nero. E' di questa primavera un segnale altrettanto forte ed a mio parere inequivocabile circa il ritorno del vinile sul mercato di massa.
Non può infatti non lasciar piacevolmente stupiti il fatto che una catena di elettronica di consumo, diffusa in tutta Italia, come il colosso MediaWorld, si sia decisa a vendere vinili. E che vinili! Basta dare un'occhiata alla prima, timida offerta (una ventina di titoli tanto per sondare il mercato) per capire che il pubblico al quale ci si rivolge è quello dei veri appassionati. Album che hanno fatto la storia della Musica rock e pop, autori di grandissimo spessore: Beatles, Eagles, Led Zeppelin, Doors, Deep Purple, Pat Metheny, Keith Jarrett (The Koln Concert!), Syd Barrett, Bob Dylan, Jeff Buckley, Bob Marley, Tom Waits e persino Nirvana, Ramones e Rage against the machine (l'album d'esordio così magnificamente inciso!).
Prezzi tra i 15 ed i 20 € a pezzo (nessuna speculazione, almeno per ora) ma con, udite udite, spedizione compresa nel prezzo! Per ora non ci sono titoli di classica ma è anche vero che non esistono tanti LP (ristampe, dico) di questo genere in vinile. Il popolo della classica fu il primo a convertirsi al CD, non dimentichiamocelo...ed ora un po' paga le spese di quella scelta coraggiosa ma anche - col senno di poi - un pochino avventata.
La presenza di un titolo di Metheny e di Jarrett fa ben sperare su una possibile e più ampia offerta di grandi autori di jazz. Per chi è già appassionato di LP non è certo un'occasione di quelle irresistibili, reperire buone stampe non è mai stato un grosso problema. Gli LP si trovavano e si trovano in negozi specializzati...ma stavolta è diverso! Non so a voi, ma a me questa scoperta mi ha dato speranze nuove per una rinascita di questo settore che ha bisogno certamente di stimoli "forti", stimoli che non sono arrivati (né potevano arrivare) dal SACD e dal DVD-Audio, due (s)formati nati in guerra tra loro, che avevano ben poco da offrire in più rispetto al tradizionale CD e che si sono presentati inizialmente incompatibili con il vecchio hardware e coi PC, peraltro venduti a prezzi ancora più elevati del già costoso Compact Disc. Non servivano dei geni del marketing per capire che il grande pubblico non avrebbe accolto la "novità" con entusiasmo.
Vi chiederete...e perché mai dovrebbe accogliere, nuovamente, il vinile? Intanto perché l'ellepì ha un coolness factor che è imbattibile, forse anche più elevato di quello che all'epoca garantì il successo commerciale del CD. E' vero che è scomodo, certamente, ma per le case discografiche ha un vantaggio mostruoso rispetto ai sistemi digitali: non può essere copiato in maniera identica all'originale, difettuccio che ha fatto impazzire i discografici alle prese con le masterizzazioni illegali. E' in controtendenza rispetto all'avvento della Musica liquida (download)? Certamente lo è! E questo è un altro, enorme, vantaggio. Mentre vien difficile fare distinzione tra CD e sua versione compressa MP3, dal punto di vista "materiale" dico, la distanza tra vinile e file da scaricare è così grande che i due sistemi possono convivere allegramente insieme.
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Il primo come supporto "nobile", l'altro come sistema di fruizione facile, veloce e portatile. Magari i download potranno persino aiutare le persone a decidere di acquistare la copia in vinile. Il passaggio da file MP3 a CD invece è un po' più delicato ed ombroso, visto che una volta messi sullo stesso supporto (hard disk, memorie o CD-R) essi sono praticamente indistinguibili, per il consumatore medio. E' vero, il CD originale suona un po' meglio (molto meglio a seconda del tipo di "utente") del corrispondente MP3 ed offre una copertina più carina, talvolta un booklet...ma capirete che è ben poca cosa rispetto al "lusso" di una grande copertina cartonata, magari apribile, con stampa grafica "gloriosa", inserti fotografici, testi finalmente leggibili e tutto ciò che un grande formato come l'ellepì consentiva e consente ancora oggi.
Per non parlare del fascino del sistema analogico, intriso com'è di una tecnologia di altri tempi che sfida il progresso e che, dal punto di vista sonoro, spesso si rivela pure vincente. Volete mettere un bel giradischi a confronto con uno scatolotto anonimo come il lettore CD? Volete confrontare la tecnologia meccanica semplice, umana ma magica e raffinatissima contro il fatto - amarissimo - che tanti lettori CD anche blasonati utilizzino al loro interno miserrime meccaniche CD-Rom e che utilizzino circuiti dalle funzioni incomprensibili a chiunque non abbia studiato un po' di teoria del campionamento? Avrete sicuramente notato che i lettori CD, pur di apparire attraenti, spesso hanno scimmiottato l'estetica e le modalità di utilizzo di un giradischi! Una "sudditanza" culturale e d'immagine difficile da rovesciare!
Per come la vedo, non c'è davvero battaglia, i formati digitali, dal punto di vista del mercato, hanno decisamente fatto il loro tempo. Sono irrimediabilmente superati. Come diciamo da anni, l'unico modo per riappropriarsi di un po' dell'interesse perduto sarebbe quello di offrire supporti digitali "diversi", non ottici. Mi riferisco alla memorie di massa, ad esempio, o al download di file non compressi. Fino ad allora, temo che i dischetti argentei abbiano un po' il destino segnato e non basta che abbiano il suffisso "Super" per convincere il grande pubblico. Gli audiofili, poi, l'anello al naso l'hanno tolto da un pezzo. Quasi tutti. C'è ancora qualcuno che insiste a portarlo ed a spingere, against all odds, formati che - se va bene - resteranno di super-nicchia.
Insomma, da oggi abbiamo un motivo in più per crederci. Vinyl's not dead. Anzi, pian piano si sta riguadagnando un posticino nel cuore degli appassionati di Musica. Gli audiofili seguiranno a ruota :-)
Sarebbe bello se MediaWorld ricevesse un buon feedback su questo suo coraggioso "esperimento".
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