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Sono passati quasi due anni da quando pubblicai un editoriale sulla notizia che la Linn avrebbe cessato la produzione di lettori CD. In definitiva, sembrava (e sembra ancora) che il dischetto argentato avesse i giorni contati. In effetti, i prezzi al dettaglio dei CD stanno scendendo rapidamente, specie quelli di titoli di 3-4 anni fa, mentre i dati delle vendite, secondo le statistiche della RIAA (presto quelle aggiornate), confermano una flessione delle unità vendute.
Forse il CD era abbondantemente sovraprezzato a 25-30 €, forse le persone scaricano sempre più Musica da Internet, ma certamente sembra non ci sia più tanto spazio per l'ormai vecchio supporto, che ha decisamente fatto il suo tempo. O non è così? Sembra che qualcuno, nonostante tutto, ci creda ancora. Infatti la JVC Music/Victor Entertainment, sezione musicale del colosso dell'elettronica JVC, ha appena annunciato di essere pronta a pubblicare 10 nuovi titoli di classica su CD, nel formato proprietario K2HD. Ma che roba è il K2HD? Un altro formato ad alta risoluzione?
Niente affatto, e scordatevi comunque il formato JVC marchiato XRCD, questa è ancora un'altra storia, sebbene diversi XRCD siano stati incisi con tecniche di mastering etichettate K2HD.
Introdotta nel 2008, la tecnica di mastering denominata K2 High Definition (K2HD, appunto) consiste sostanzialmente nella accurata realizzazione di un master ad alta risoluzione, un file digitale a 24 bit e 100 kHz, che viene poi ristretto a 16 bit/44 kHz (lo standard Red Book), infine ci si avvale di un processo di stampa più raffinato di quello usuale. Utilizzando un'esclusiva tecnica della Memory Tech denominata HQCD technology i dischi vengono stampati attraverso un procedimento a bassissima tolleranza e alta precisione. Il processo HQCD fa uso di un disco con uno strato in policarbonato di alta qualità, lo stesso utilizzato sui display e sui monitor LCD, e poi si termina il processo con un film riflettente con eccellente resistenza al calore e migliorata durata nel tempo. Mentre i CD usuali utilizzano una semplice lega d'alluminio, gli HQCD ricorrono a una lega d'argento, che possiede un coefficiente di riflessione di molte volte superiore a quello usuale dei CD tradizionali.
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Tutto questo sforzo produttivo in fase di mastering e di stampa dovrebbe darci dischi più durevoli e master originali più accurati. Sfortunatamente, però, le promesse dell'alta risoluzione (24/100) non possono essere mantenute, in quanto il file viene - diciamo così - ridotto a un semplice 146/44, quindi risoluzione e frequenza di sampling sono invitabilmente quelle usuali. È un po' come fare una foto con una camera ad alta risoluzione, estrarre il file raw (o bmp) e poi comprimerlo in un JPG.
Tuttavia, possiamo continuare a sperare che il miglior supporto ottico/meccanico del dischetto in sè consenta di avere dei CD più facili da leggere, con meno errori e, di conseguenza, miglior suono rispetto a un CD convenzionale.
In tutta onestà, sebbene lo sforzo della JVC Music/Victor Entertainment di pompare nuova linfa nelle vene ormai inaridite del vecchio CD sia da apprezzare, dubito molto che ciò sia sufficiente a riportare un po' di interesse verso il formato. Suona un po' come il canto del cigno, purtroppo.
Noi, come consumatori, dovremmo comunque stare bene attenti a non essere abbagliati da tecnologie che promettono meraviglie utilizzando ancora lo stesso vecchio contenitore. Sia chiaro quindi che i K2HD non sono altro che CD in standard Red Book, quindi perfettamente assimilabili ai CD tradizionali. Il costo della sofisticazione dei processi coinvolti è elevato, infatti si parla di un prezzo unitario che oscilla tra i 2800 e i 3500 Yen, ovvero tra i 24.50 e i 31 €.
La questione fondamentale dunque diventa la seguente: abbiamo davvero bisogno di dischi Red Book (ovvero tradizionali CD) che costano così tanto? C'è un mercato per prodotti di questo tipo? O la JVC sta puntando a una nicchia della nicchia ...della nicchia? Non credo ci sia spazio commerciale sufficiente per questo tipo di operazioni, specialmente oggi quando si possono acquistare tanti CD nuovi a prezzi oscillanti tra i 5 e i 10 € ciascuno. Quantità contro qualità, direte voi. Può essere, a ognuno il suo. Comunque sia, in caso mi dovessi sbagliare, perché limitare i titoli a 10 di classica? Perché invece non azzardare ...un po' di rock, babe? :-)
Nel caso l'embedding del video dovesse fallire (per indisponibilità del video stesso o per restrizioni di licenza) vi consiglio di cercare B.B King's "Rock me babe" su YouTube (il link punta direttamente a questo video).
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