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Editoriale di Novembre 2010

Sulla democraticità dei cavi audio

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia

[Cavi belli grossi]
Le dimensioni contano eccome!

Qualche mese fa, per cercare di dare regole sempre più precise sul corretto utlizzo della Rubrica della Posta di questa rivista, ho messo mano all'elenco di domande consentite/vietate cui ogni lettore dovrebbe attenersi. Non mi aspetto che queste regole siano osservate e rispettate con attenzione, ma almeno avremo tutti la certezza di cosa sia lecito chiedere e cosa non lo sia (e comportarci di conseguenza).
Ebbene, tra le variazioni inserite una di quelle che mi preme di più sottolineare è l'esclusione di richieste di consulenza sulla scelta dei cavi di collegamento.
Noi di TNT-Audio abbiamo provato a far capire, un'infinità di volte all'interno delle risposte pubblicate, quale fosse la nostra posizione sull'argomento cavi. Ci riproviamo, nella speranza di fare ulteriore chiarezza.

I cavi di collegamento sono, è bene sottolinearlo, un accessorio di un qualunque impianto HiFi il quale, senza di essi, non potrebbe funzionare (ovvio, eh?). Essi rivestono un ruolo di una certa importanza, ma sempre di accessori stiamo parlando. Purtroppo dalla consapevolezza del loro ruolo alla sovrastima il passo è stato breve, brevissimo, quasi schizofrenico. Basta leggere qualche discussione online sui vari forum del settore per rendersi conto che sono gli apparecchi HiFi a essere diventati accessori utili a far funzionare i cavi, e non viceversa. Il mercato ha ovviamente risposto prontamente a questa follia collettiva, moltiplicando a dismisura offerta e prezzi.

Chiunque, ormai, si può improvvisare costruttore di cavi: medici, avvocati, tecnici di telecomunicazioni, fotografi, filosofi, scrittori e persino giornalisti. Il cavo, vedete, è un componente assai democratico: tutti lo possono realizzare, anche essendo completamente privi di competenze tecniche sufficienti. Alla peggio, basterà condire la brochure con un po' di paroloni presi a caso dal vocabolario audiofilo (interferenze, capacità, induttanza, resistenza, direzionalità, purezza, ricerca, materiali aerospaziali, brevetto etc.) condirli in salsa piccante con una buona dose di iperboli, usare una guaina attraente e il gioco è fatto. A chiudere il cerchio ci penserà uno sparuto gruppo di amichetti da sguinzagliare sui forum per decantarne le mirabili qualità. Non servono più le recensioni, tutto si basa sulla vox populi, vox Dei.
La cosa più importante, però, è scegliere un nome a effetto e un listino con cifre a molti zeri. L'audiofilo, da sempre, obbedisce al dogma: costa poco, vale poco, dogma che può avere qualche fondamento quando si parla di elettroniche sofisticate ma perde di significato quando si parla di pezzi di filo inguainati in qualche calza isolante. Comunque, condizione necessaria affinché un cavo suoni bene è che abbia un prezzo di listino molto alto: se costa, suona, indipendentemente da come è realizzato. [Dielettrico per cavi costosi]

L'ideale sarebbe riuscire a realizzare un cavo audio utilizzando direttamente banconote di grosso taglio, se si riuscisse a renderle conduttive: il modello più sofisticato con le banconote da 500 €, e via via a scalare, fino al cavo entry-level realizzato con le banconote da 5 € (modello Miseraudio). Per gli autocostruttori, penserei a progetti di cavi che utilizzano monete (almeno quelle sono in qualche modo conduttive): pile di monetine da 1 centesimo inguainate per chi comincia, fino ai modelli più sofisticati utilizzanti monete da 2 €. Certo, qualcuno obbietterà che per realizzare un cavo di segnale da 1 metro (coppia stereo) potrebbero bastare appena 7 banconote da 500 € per canale (arrotolate e disposte per lungo) e saremmo ancora troppo distanti dai prezzi al metro della migliore produzione mondiale...ma volete mettere l'effetto scenografico? Da una rapida occhiata e un veloce calcolo si risalirebbe immediatamente al valore dei cavi di un certo impianto. In ogni caso, volendo si potrebbero usare le banconote anche come dielettrico, realizzando finalmente i famosi cavi in carta e olio, come i migliori condensatori per uso audiophile. Questo farebbe lievitare i costi e, conseguentemente, la qualità sonora (se qualcuno pensa di farlo, esigo una parte di royalties).

Insomma, quando ci siamo resi conto che il fenomeno stava assumendo dimensioni preoccupanti abbiamo iniziato a rifiutarci di provare cavi di collegamento. Ne abbiamo parlato e discusso a lungo in redazione e siamo arrivati alla conclusione che:

  1. Raramente il risultato sonoro è direttamente proporzionale al prezzo;
  2. molto spesso il risultato dipende dalle condizioni al contorno. Lo stesso cavo, in contesti diversi, può fornire risultati sorprendentemente differenti. Questo rende arduo, se non impossibile, il compito del recensore;
  3. i modelli disponibili sono così numerosi che difficilmente si può riuscire a eseguire prove che diano un quadro sufficientemente ampio di ciò che c'è sul mercato;
  4. recensire cavi con un minimo di metodo scientifico, eseguendo cioè prove in tanti contesti diversi al fine di isolare una eventuale caratteristica tipica del conduttore richiede un impegno temporale semplicemente mostruoso: nello stesso tempo necessario per provare un cavo di segnale si possono provare più coppie di diffusori o di amplificatori, pure divertendosi molto di più nel frattempo (un fattore fondamentale per un recensore, non dimentichiamolo!)

[Cable reels]
Bobine di grossi cavi...il sogno di ogni audiofilo!

Pertanto, non solo recensiremo sempre meno cavi di collegamento ma eviteremo di fornire consulenza su questo argomento anche perché, trattandosi di componenti che di fatto non si usurano, la cosa migliore da fare è chiedere qualche modello in prestito al negoziante e fare le dovute prove all'interno del proprio impianto. Non solo, ma diversi Costruttori utilizzano la formula del test before you buy o anche del soddisfatti o rimborsati.
Con questa nostra posizione drastica intendiamo provare a porre un freno a questa che consideriamo una vera e propria follia collettiva, probabilmente falliremo ma almeno potremo dire di non aver contribuito alla paradossale situazione che si è creata negli anni.
Continueremo, per lo stesso motivo, a suggerire a tutti di tentare la strada dell'autocostruzione, abbiamo nella nostra Clinica tanti progetti, più o meno semplici, di cavi di collegamento di ogni genere. Lo riteniamo l'unico modo sensato per verificare con spesa pressoché nulla l'importanza (o meno) rivestita dai cavi di collegamento onde poter destinare, magari, la gran parte del budget stanziato per un impianto HiFi laddove veramente può fare la differenza: diffusori e ambiente in primis, elettroniche e accessori in secondo luogo.

Non potevamo più andare avanti evitando di affrontare il problema, eravamo arrivati al punto che qualcuno ci chiedeva nuovi progetti di cavi autocostruiti perché quelli online sul sito erano ormai datati (!!!) come se la corrente elettrica avesse cambiato modo di propagarsi durante gli ultimi 10 anni! Questo non esclude affatto che, prima o poi, ci verrà in mente di proporre qualcosa di nuovo ma cambiare cavi solo perché è passato un po' di tempo mi pare qualcosa che rasenti la paranoia.

In definitiva, basta. Non saremo (se mai lo siamo stati) più complici di questo delirio. Non se ne può più di dispute tra chi sente i cavi e chi non li sente, tra chi non pensa ad altro quando si tratta di programmare un upgrade del proprio impianto e chi invece tiene insieme tutto con degli spezzoni di filo elettrico: a ognuno il suo ma, per favore, riportiamo tutti quanti i piedi per terra ed evitiamo di foraggiare ulteriormente i furbastri che speculano sulle debolezze degli appassionati. Quando si cominciano a vedere dei semplici audiofili privi di competenze tecniche specifiche trasformarsi nel giro di breve tempo in progettisti di superlativi cavi audio...possibile che non vi venga il sospetto?

© Copyright 2011 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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