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Autore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Pubblicato: settembre, 2024
Non c'è dubbio che la tecnologia, in ambito audio e wireless, stia compiendo in questi ultimi anni dei passi da gigante, così travolgenti che probabilmente cambieranno molte delle nostre abitudini per quanto riguarda l'ascolto della musica.
È un dato di fatto che sempre più persone si stanno orientando verso l'ascolto in cuffia, per ragioni facili da capire: non si disturba nessuno, si ascolta al volume che si desidera, all'ora che si preferisce, e non è necessario occupare metà soggiorno con casse ingombranti e amplificatori. La qualità dell'ascolto in cuffia, tra l'altro, è migliorata molto in questi ultimi 10 anni: nuove cuffie e, soprattutto, un grande sviluppo di amplificatori dedicati hanno cambiato radicalmente la percezione degli audiofili rispetto all'ascolto in cuffia.
La trasmissione wireless, poi, consente di non essere bloccati da un cavo che va all'amplificatore, una comodità non da poco. La trasmissione Bluetooth sta migliorando qualitativamente (si veda anche l'ultimo editoriale sulla tecnologia UWB di Remora e Sonical) per cui pian piano sembrerebbe che gli ostacoli a un buon ascolto in cuffia stiano per essere rimossi tutti. Quel che mancava alla connessione Bluetooth è la possibilità di servire simultaneamente tanti dispositivi diversi. A questa necessità risponde Auracast™, una tecnologia sviluppata in ambito Bluetooth per questo scopo, già compatibile con Android 15 e i più recenti iPhone.
Vi chiederete quali possano essere le applicazioni. È presto detto: immaginate di visitare un luogo pubblico, dove diverse informazioni sono trasmesse in simultanea da operatori differenti: musei, aeroporti, negozi etc. Con un tocco del dito possiamo decidere se sintonizzarci su una di queste stazioni broadcast e ascoltare il contenuto dei messaggi audio o musicali. Questo, come d'incanto, eliminerà il fastidioso - per me intollerabile - sottofondo musicale cui dobbiamo sottoporci in qualunque luogo pubblico (negozi, ristoranti etc.)
Ancora, immaginate il vantaggio per le persone con problemi uditivi che potranno ascoltare in maniera distinta conferenze pubbliche o trasmissioni di qualunque genere, beneficiando di un'eventuale tecnologia di assistenza al deficit uditivo.
Immaginate anche gli sviluppi ulteriori: siccome Auracast consente lo streaming e la connessione simultanea di un numero illimitato di utenti, perché non assistere a un concerto live completamente silenzioso, godendo, da ogni posizione rispetto al palco, della stessa qualità sonora di tutti gli altri spettatori? Quante volte ci siamo lamentati di aver trovato posto in una zona acusticamente sfortunata e di non aver potuto godere dell'audio come avremmo voluto? Oppure di essere andati via con acufeni perché troppo vicini al sistema di diffusione sonora? Ebbene, tutti questi problemi, con un sistema Auracast, sarebbero un ricordo del passato. Potremmo ascoltare come qualunque altro spettatore, magari decidendo anche il volume di nostro gradimento. Neppure gli stessi inventori di Auracast hanno elencato quest'ultima come possibile applicazione della loro tecnologia, ma è evidente che è solo questione di tempo. Certo, ascoltare un quartetto d'archi, un trio jazz o un'orchestra in diretta acustica, senza artifici elettronici e microfoni, resta l'opzione più desiderabile, ma per la musica elettrificata il vantaggio è evidentissimo.
La mia opinione personale è che il suono percepito da un sistema tradizionale, a casa o in concerto, non sia comunque rimpiazzabile da un ascolto in cuffia, per quanto questo possa essere sofisticato. Continuerà a mancare l'impatto fisico, così importante per il completo coinvolgimento nell'ascolto di certa musica. Tuttavia, possiamo anche fare resistenza passiva, se volete, ma la tendenza è evidente.
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