Intervistatore: Hartmut Quaschik - TNT Germania
Date: 26 Agosto, 2010
Traduttore: Antonio Cabas Vidani
Credo fosse il 1983, quando venni a conoscenza dei prodotti Naim. Oltre che dal suono Naim fui colpito anche dal loro design anti-convenzionale, con i loro prodotti culto racchiusi in piccoli cabinet e dal buon rapporto qualità/prezzo. Comprai le seguenti elettroniche: Naim NAC 32.5, Hicap, NAP 110, Linn Kan, Linn LP12 col Linn Ittok. Col passare degli anni cambiai il mio impianto numerose volte e mi tuffai anche nel DIY. Ogni tanto prendevo in prestito dai rivenditori qualche elettronica Naim più recente, giusto per vedere cosa fosse cambiato. Ed è cambiato molto. Personalmente trovavo ancora affascinante quel suono simile al valvolare vintage dell'eccezionale Naim serie chrome degli anni ottanta. Di conseguenza, alcuni anni fa, comprai un NAC 32.5, uno Snaps e un NAP 140/1 per il mio impianto secondario, e tutt'ora apprezzo e riconosco ancora le capacità di queste elettroniche. I più recenti prodotti "olive" Naim (fa riferimento al colore del frontale degli apparecchi) non erano all'altezza dei miei gusti, mi sembrava avessero una maggior risoluzione, ma persero quel suono valvolare dell'eccezionale era chrome. Quando mi organizzai per visitare lo Stonehenge in Inghilterra, nell'estate del 2010, pensai, hmmm, potrei fare una visita alla Naim che è lì vicino, e vedere come va con la Naim oggi.
Feci anche un tour della fabbrica, ma visto che ne è già stato descritto uno su TNT-Audio, qui presento solo l'intervista.
Paul Stephenson si unì alla Naim Audio nel 1980. C'erano 5 persone allora, tutti ingegneri. In sostanza, Julian Vereker ebbe una grande idea che trasformò in un prodotto che gli amici volevano comprare. Iniziò tutto da lì e non c'era nessuno che si occupasse di vendita o di marketing. Paul arrivava dalla vendita al dettaglio e fu il direttore delle vendite fino al 2000, quando Julian morì. Da allora lui fu l'amministratore delegato. Ora è il capo della compagnia, possessore di una quota di quest'ultima e direttore. Possiede il 16% del patrimonio Naim e ne rappresenta un altro 50%, che prima era di Julian e ora è tenuto in un fondo d'investimento. Anche altri dipendenti ne possiedono una percentuale, quindi agli effetti la Naim è un'azienda posseduta dai suoi dipendenti. Quest'anno il fatturato si aggira attorno ai 15 milioni di sterline e conta 140 dipendenti. La Naim vende i suoi prodotti in più di 40 paesi, infatti metà degli affari sono dovuti all'export. L'anno scorso il fatturato crebbe del 20%, con una crescita del 10% l'anno prima, quindi, nonostante i tempi difficili, la Naim registrò una buona crescita.
tnt-audio > È stata lunga la strada dalla presentazione di un singolo modello di diffusore negli anni '80 al forum online?
Paul Stephenson >
Una delle cose che accadde negli anni '80 fu che, per il mercato audiofilo, era facile divulgare il proprio pensiero, in paesi come Germania, America e Gran Bretagna, riguardo al set-up del sistema, la messa a punto dei cavi, o come identificare abbinamenti sbagliati nell'impianto. Ma, se vivevi nelle Filippine, Australia, Groenlandia, Malesia o Finlandia, non avevi accesso a queste informazioni che ora possono essere condivise in internet. Il livello degli impianti variava molto, da veramente basso a molto alto, quindi l'esperienza delle singole utenze era molto differente l'una dall'altra. Ora, con internet, specialmente grazie ai forum, c'è una comunità audiofila globale e ciò è decisamente positivo. Tutto ciò non è sempre un bene, ma in generale, per gli audiofili e per lo sviluppo dell'hifi, questo ha giovato molto all'utente finale. Non sono convinto che i rivenditori la pensino esattamente allo stesso modo, perché i clienti, a volte credono di sapere pù del commerciante stesso, dato che hanno una base di partenza molto forte. Invece, ogni tanto, questo può persino essere vero, perché c'è una passione così grande da parte della gente per un determinato marchio, che ci mettono molto impegno per sapere il più possibile a riguardo di questo e apprezzano luoghi come il forum della Naim, che quando venne aperto probabilmente era l'unico forum di costruttori esistente.
È piuttosto impegnativo per un'azienda di audio, perché se qualcosa si rompe, lo si può scrivere nel forum e così si hanno tutti i problemi di questo tipo disponibili immediatamente. Il significato che il forum ha per noi è che la Naim ha sempre messo al primo posto l'essere molto chiari e diretti con i nostri clienti: i rivenditori, i distributori e chiunque compri i nostri prodotti. Questo non è cambiato dal primo giorno, quindi il forum era la giusta cosa da fare.
Dal lato opposto si trovano persone che hanno intenzione di comprare un sistema hifi e spesso vanno prima a informarsi tramite le riviste di hifi, perché non sono molto abituate ad usare i forum o, in ogni caso, non sono capaci di navigare su internet, ma questo tipo di clienti sono in diminuzione. Oggigiorno c'è una svalutazione della stampa e ci sono molte più possibilità per siti inerenti l'audio, anche se deboli rispetto alle riviste, infatti buona parte dei bravi scrittori, che una volta scrivevano per le riviste, ora scrivono in internet. Vedremo in futuro se il giornalismo hifi online diventerà più forte o si frammenterà ulteriormente.
Guardando ai primi anni '90, quando si prendeva un appartamento, si acquistava uno stereo prima di comprarsi un letto, una televisione o un divano. Era una delle prime 2 priorità nella lista delle cose da comprare. Ora sarà la 122esima! Ci sono mille altri modi in cui la gente può spendere i propri soldi. Allo stesso modo, nel periodo successivo a questo, la musica divenne anche più difficile da trovare. Internet non era così potente e diffusa come lo è ora e i negozi di dischi si frammentavano sempre di più. Piuttosto che la top 10 dei negozi per collezionisti, si trovava quella per i rivenditori di CD. In questo modo la missione per divulgare la propria filosofia per ascoltare buona musica stava diventando sempre più difficile, in particolare nel dibattito del vinile contro il CD. Visto che c'è bisogno di musica di buona qualità per motivare l'acquisto di uno stereo, la difficoltà di trovare quest'ultima stava diventando un problema. Tutto considerato, l'hifi stava perdendo il suo fascino, ma nonostante ciò la Naim continuava per la sua strada.
Oggi, nel 2011, noi pensiamo che l'hifi sia in buona forma. Sta tornando di moda, dato che giovani e persone di mezza età si stanno rendendo conto, forse grazie all'ipod o allo sviluppo di internet, che si può avere accesso a molta musica. Questo è bene e non c'è più bisogno che l'amico venga a trovarti e porti un album dicendo "questo è figo". Puoi cercare un album, poi informarti nei forum di musica e in questo modo soddisfi subito la tua passione.
Da un altro punto di vista, la generazione degli ipod ha acquisito la possibilità di portare e ascoltare la musica dovunque e ora lo si può fare anche con i file lossless o completamente non-compressi. Il rischio che la qualità hifi scendesse a quella del telefono sta scomparendo – fino a pochi anni fa la gente vendeva veramente suonerie per cellulare e le chiamava musica! C'è di nuovo una forte richiesta di musica ad alta risoluzione e tutto ciò è possibile oltre che con il CD, con lo streaming, tecnologia wireless, con hard disk meno costosi e un commercio molto più vivo in quest'ambito. Ciò vuol dire che ora l'industria hifi è un buon mercato in cui investire.
tnt-audio > I vostri clienti sono più indirizzati alla musica pop, piuttosto che a quella classica?
Paul Stephenson > Questo è un settore d'incrocio. Un impianto hifi non sa che tipo di musica dovrà suonare, infatti noi non accordiamo i nostri prodotti al jazz o alla classica, o altro, cerchiamo semplicemente di essere il più fedeli possibile al percorso del segnale. È anche vero che questa generazione è più orientata al jazz, al rock e all'acustica, probabilmente prediligono anche le registrazioni di buona qualità, che siano di jazz o classica non ha importanza. La musica classica ha preso una brutta strada negli ultimi anni e viene ascoltata prevalentemente da persone avanti con l'età, perché queste sono effettivamente state ai concerti e non aveva senso ascoltarla da un impianto hifi, vista la bassa qualità del periodo, dato che un evento live dava un buon punto di riferimento per la fedeltà. La generazione successiva è stata a pochissimi concerti e i loro genitori avevano impianti di pessima qualità. In questo modo, quando mettevano Rachmaninov suonava in modo terribile e non riuscivano a sentire la passione che c'è nella musica classica. Di nuovo una complicata successione di eventi, che rese più difficile la ricerca della musica classica. La si potrebbe comparare ad un bicchiere di vino, dà una gratificazione istantanea, lo puoi dimenticare per 10 anni, poi riaprirlo e godertelo di nuovo.
tnt-audio > La Naim sta sviluppando un suo amplificatore per ipod?
Paul Stephenson > Non è propriamente un amplificatore per Ipod. Se vogliamo continuare a vendere buoni amplificatori e preamplificatori, allora dobbiamo capire che succede al segnale audio a partire dalla sorgente. Un terzo del nostro business è ancora caratterizzato dai lettori CD che per Naim è ancora forte, ma si sta indebolendo, infatti la vendita di questo ha iniziato a scemare, mentre aumentano i download. Parecchi anni fa iniziammo una ricerca per capire come la gente avrebbe utilizzato la musica in futuro, come l'avrebbe archiviata, come l'avrebbe rippata e come l'avrebbe controllata. Capito questo, 6 o 7 anni fa iniziammo a lavorare sulla nostra tecnologia dedicata ai server. In questi componenti c'è un sacco di rumore ad alta frequenza, perché sono essenzialmente dei computer con tutto ciò che ne consegue a riguardo, di conseguenza abbiamo cercato di minimizzare gli effetti negativi di tutto il complesso. Fortunatamente, dato che Naim ha sempre considerato i problemi meccanici nei suoi progetti, eravamo meglio equipaggiati di altri per capire cosa cercare: effetto microfonico interno, isolamento e cose di questo tipo. L'analogico richiese un centinaio di anni per svilupparlo a dovere e anche il digitale richiede tempo. La prossima generazione, quella dello streaming audio, richiederà ancora più tempo, dato che quelli come noi vogliono ricavare il massimo da quest'ultimo.
tnt-audio > Quello che oggi viene promosso nella tecnologia sarà obsoleto domani. Come fate a decidere la strada da prendere?
Paul Stephenson > Chi se ne importa! Alla fine dei conti dobbiamo cambiare e adattarci alle nuove tecnologie. Nell'elettronica di consumo siamo passati dalla televisione in bianco e nero, a quella a colori, a quella al plasma e così via.
tnt-audio > Vi dovrete adattare più velocemente che mai. I cambiamenti tecnologici richiedevano dai 5 ai 10 anni, negli anni '60, ma ora si verificano quasi ogni sei mesi.
Paul Stephenson >
Se guardassimo a buona parte delle compagnie di hifi degli anni '80 noteremmo che erano pochissimi i prodotti che includevano un software. Al giorno d'oggi, il nostro lavoro è cambiato e si divide tra ingegneria elettronica – sia analogica che digitale - ingegneria meccanica e ingegneria software. Il problema più grosso che riscontriamo è la rapidità di commercializzazione: abbiamo una squadra formata da circa 10 ingegneri software e possiamo metterne altri sotto contratto se necessario. Una delle cose che richiederà una maggiore attenzione sarà la velocità: mentre noi cerchiamo di trarre vantaggio dalle potenzialità dei moderni processori, della bandalarga, della capacità di archivio, tutte queste cose evolvono a un passo folle. Ma non siamo troppo spaventati.
Chiunque all'inizio faceva server basati su installazioni personalizzate. Io credo che abbiamo oltrepassato la barriera e abbiamo fatto un prodotto audiofilo con una performance migliore di molti lettori CD. Dato il nostro interesse in quest'area, iniziammo a reclutare esperti di software che ci guidarono nell'ambiente dello streaming. Questo viaggio incominciò qualche anno fa e ora siamo tra i primi a lanciare un lettore "uPNP" (universal plug and play, tradotto: pronto all'uso), il prodotto "Uniti". È un prodotto all-in-one, ha la radio internet, streaming dati e tutto il resto, con risoluzione 24/96.
tnt-audio > Quindi niente più elettroniche multiple?
Paul Stephenson > Penso che sarà così per tutti coloro che vogliono un'unica elettronica, c'è invece chi si chiede: come posso migliorare l'impianto? Abbiamo lanciato lo UnitiQute, che ha un cabinet ridotto della metà rispetto allo standard, lo spediamo questa settimana, questo è come se fosse l'integrato Nait del 21esimo secolo. Ha 30 watt, ma è un apparecchio adatto anche allo streaming e nella prossima settimana si vedranno annunci riguardo ad altre elettroniche per uno streaming più audiofilo. Ci sono un sacco di progetti che usciranno dalla Naim, sia una rete TCP/IP, con network, archivio dati e circolazione di file musicali, che dei client uPNP dai quali si possono dedurre questi ultimi. Siamo riusciti a farlo partendo dalle caratteristica di base, ma sta alla Naim migliorarle. Per esempio, considera il DAC che abbiamo lanciato. Hjalmar Nilsson lo disegnò in circa 6 mesi, ma ci mise 2 anni a farlo suonare come desideravamo. È un convertitore, ma volevamo che finisse con un'unica linea di codice per tutto, perché queste richiedono potenza di calcolo. La miglior cosa è portare il processore a non lavorare per ridurre le linee di codice in una unica, o comunque a farlo molto poco. Stiamo imparando a produrre i software allo stesso modo in cui un capace ingegnere dell'audio farebbe con i transistor di potenza, i condensatori, o il percorso di segnale, puntando alla performance.
tnt-audio > Voi non fate televisori. Potreste essere la B&O della Gran Bretagna?
Paul Stephenson > Noi non facciamo televisori, li compriamo. Penso che la B&O abbia fatto un ottimo lavoro in questi anni, loro spendono un sacco di tempo per dare ai prodotti un aspetto decisamente attraente e non credo che saremo mai come loro. Noi semplicemente amiamo quello che facciamo e non abbiamo intenzione di lavorare in altre direzioni. Vogliamo portare la miglior musica possibile nelle nostre case.
tnt-audio > Il range di prezzi della Naim è cambiato molto negli ultimi 20-30 anni?
Paul Stephenson > La tecnologia digitale ha forzato il cambiamento. Ora è decisamente più costoso migliorare i sistemi, rispetto a com'era con l'analogico. Il digitale è molto più costoso di un economico giradischi a cinghia. Per esempio si può considerare un Pioneer PL-12D (un giradischi a cinghia da 50 € che era piuttosto buono) o un giradischi Rega a cinghia. Per un buon lettore CD bisogna spendere parecchio di più per avere la stessa qualità. C'è stato uno spostamento nel mercato, ma noi siamo fanatici della qualità del suono e ci piace dire che a Salisbury lottiamo per ogni nota e non per le banconote.
tnt-audio > Siete ancora legati ai trasformatori toroidali?
Paul Stephenson > Sì, ma applichiamo un mix. In alcuni server abbiamo sia alimentatori switching, che toroidali per la sezione analogica. Probabilmente in futuro non saranno permessi, c'è un sacco di legislazione che fa pressione riguardo al consumo in modalità standby, infatti stiamo portando avanti un sacco di ricerca per circuiti da porre prima dei toroidi.
tnt-audio > Per quanto riguarda le leggi RHOS, rappresentano un problema in generale?
Paul Stephenson >
Abbiamo sviluppato un particolare processo per il flusso dello stagno. Le nostre schede sono through-hole, invece che surface-mount e ora dobbiamo usare stagno senza piombo. C'è stato un po' di scompiglio all'inizio, in quanto abbiamo dovuto cercare un sacco di componenti di ricambio. Le tracce e i circuiti delle schede sono state ridisegnate e, dato che ora si scioglie a temperature più elevate, ci sono alti livelli di stress che affliggono la performance. É stato un lavoro davvero difficile "ascoltare" lo stagno, dato che dovevamo scegliere il tipo giusto. Cercavamo quello che suonava meglio e abbiamo controllato 40 o 50 tipi diversi di stagno.
A causa dello stress dovuto a come serriamo le schede e ai particolari tipi di maschere che costruiamo, assicurare l'affidabilità è diventato un'arte.
tnt-audio > Grazie mille, signor Stephenson.
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