NW >
1) Cosa ti ha fatto entrare nel business dell'Hi-Fi?
SK >
1) Nick, mi piacerebbe molto poterti dire che ero un famoso pianista
ed un brillante ingegnere che costruiva piccole macchine del tempo
nel suo garage prima di iniziare la sua avventura nel mondo dell'audiofilia.
La realtà è che sono una persona creativa, come tanti artisti
nei campi più disparati, spinto dalla propria passione a creare
oggetti belli e funzionali e guidato dal suo senso di giustizia quando si tratta di dar loro
un prezzo.
Eppure, esiste tutta una catena di eventi che ha infine portato alla costituzione della Virtue® che vorrei raccontarti. Durante il boom dell'economia Internet --stiamo parlando dei primi anni 2000-- lavoravo 18 ore al giorno e passavo decisamente poco tempo a rilassarmi e a godermi la vita. Questo regime era ovviamente insostenibile per me e alla fine scoppiai, smisi di lavorare e me ne andai in Europa per 4 mesi: più o meno nello stesso periodo comprai, usato, anche il mio primo impianto "high-end" acquistandolo su AudioGon.
Come ben sai, viviamo in un mondo che premia soprattutto la parte visuale e come molti altri la parte acustica non aveva un ruolo significativo nella mia vita. Eppure, sono fermamente convinto che quel nuovo impianto fu il principale responsabile del mio recupero fisico e della riscoperta di un senso di pace nella mia vita. Inoltre ero affascinato dalla abilità costruttiva di tutto l'impianto audio: l'alluminio pesante e rifinito, pensato e manipolato per uno scopo, con tutto il suo peso, chiaramente lo differenziava da tutti gli altri componenti presenti nel mio mobiletto A/V.
Però ho scoperto subito quanto sia difficile e costoso appagare questo nuovo amore: ho iniziato perciò a chiedermi se non sia possibile produrre nuovi componenti high-end al prezzo di quelli usati; questa è stata veramente la mia fonte di ispirazione.
NW >
2) È stato più difficile di quello che ti aspettavi?
SK >
2) Quando sommo tutto, immettere sul mercato il Virtue® è
stato 20 volte più costoso e ha richiesto 18 mesi di lavoro in più
di quanto mi aspettassi, con un tempo di gestazione complessivo intorno
ai tre anni.
NW >
3) Mi piace veramente tanto la sensazione tattile che danno le connessioni
Propeller presenti sui vostri amplificatori. Come ti è venuta quell'idea?
SK >
3) I Propeller sono stati ispirati da un amplificatore Mark Levinson che
ho visto una volta in un negozio a Hong Kong.
Dopo aver provato diverse prese circolari e non avendo ben chiaro in mente se i cavi fossero veramente bloccati da quegli oggetti, trovare la soluzione di Levinson mi ha rassicurato. Però i Levinson danno una sensazione "angolare" e di una certa difficoltà nel stringerli: sono troppo simili a bulloni a farfalla e lontani da quello che realmente stavo cercando, cioè un'estensione delle mie stesse dita.
Un mese dopo, andai a trovare mio nonno in Sud Africa e insieme progettammo una presa che aveva sia le giuste dimensioni sia la corretta sensazione tattile. Feci disegnare il Propeller Post® con un CAD e trovai un grosso fornitore in grado di costruirlo. La parte interna è un modello standard con un'incisione sul bordo in modo che il cavo possa essere saldato direttamente su di esso, mentre non ho trovato sufficienti le comuni prese. Infine ho ordinato una lega di tellurium copper dall'Inghilterra per essere certo che la versione high-end potesse creare una connessione virtualmente perfetta.
Durante il giorno del ringraziamento del 2006 ho ansiosamente scartato il primo Propeller® per poi correre al piano di sopra a prendere i miei cavi PS Audio Statement: ho infilato la grossa presa nel Propeller ed iniziato a stringere... C'è voluto solo mezzo giro per scoprire un gigantesco difetto in tutto il progetto: il Propeller non avrebbe mai funzionato con un connettore angolato!
Lavorare la plastica è un processo molto costoso e speravo di trovare una soluzione che mi permettesse di non dover ridisegnare tutta la parte superiore: per fortuna abbiamo capito che un semplice pezzo di ottone, da 7 mm o opzionale da 12 mm avrebbe non solo fornito lo spazio sufficiente, ma anche disaccoppiato il momento delle forze dal connettore (o da filo nudo). Il Propeller Post® era finalmente nato!
NW >
4) Qual'è stata l'ispirazione per il piccolo amplificatore Virtue®?
SK >
4) Dopo due false partenze, il progetto dell'amplificatore che vedete oggi
iniziò con 4 Propeller Post® e un foglio di carta bianco: l'obiettivo
dichiarato era quello di creare qualcosa di economico e al tempo stesso
sufficientemente buono da essere una "guida quotidiana". Mi sembrava
che non ci fossero un numero sufficiente di amplificatori a 2 canali sotto
la soglia dei 400 $ e che avrei tenuto volentieri con me più di qualche mese:
uno suonava male, un altro era brutto, un altro ancora aveva una qualità
costruttiva quantomeno mediocre, oppure non poteva gestire
un sub o carichi difficili. Volevamo avere un progetto che
andasse oltre questi limiti e, se volevamo essere un marchio forte
ed avere un buon rapporto con i clienti, dovevamo costruirlo
in maniera perfetta, sovra-alimentarlo e fornirlo di una connessione
per il subwoofer.
NW >
5)
Come mai hai deciso di usare quella forma così piccola? Questo ha
introdotto dei limiti?
SK >
5) In realtà no: volevamo costruire un amplificatore "grande" in
termini di prestazioni e sinceramente non abbiamo neanche tentato
di farlo così piccolo, è solo venuto fuori così.
Tuttavia sapevamo che molto probabilmente
l'alimentatore sarebbe stato esterno e non siamo partiti dall'assunto
che avrebbe dovuto avere la forma necessaria per essere fissato su
un rack metallico, mentre eravamo certi che sarebbe stato accettato
meglio se fossimo riusciti a farlo grande solo quanto bastava.
Da un punto di vista puramente progettuale tutto parte da due ipotesi: riuscire ad alloggiare 4 Propeller Post® e un modulo IcePower® che nei test precedenti avevano dato dei risultati molto incoraggianti. I Propeller® hanno un diametro di circa 33 mm e se cercate di sistemarli sul posteriore con due ingressi, l'alimentazione e l'uscita del subwoofer non è che andrete molto lontani da quello che abbiamo ottenuto noi.
Se poi andate a vedere il primo modellino in plastica, noterete il pannello posteriore più indietro, solo leggermente modificato rispetto al progetto finale. Questa era la realizzazione di un altro criterio progettuale, cioè nascondere il più possibile i connettori RCA.
Avevamo anche previsto di avere buone vendite attraverso un negozio all'ingrosso per cui il poter cambiare alcune parti non avrebbe dovuto essere un problema. Per questo abbiamo deciso di rendere l'unità estremamente modificabile. La struttura interna è fatta di due parti, con tonalità diverse, entrambi in alluminio che funziona oltre che da dissipatore di calore anche da gabbia di Faraday. La parte esterna può essere rimossa e cambiata (fra qualche mese saremo in grado di venderle separatamente) essendo fissata con quattro bulloni a brugola.
NW >
6) Perché proprio la tecnologia Tripath? Certamente eravate a conoscenza
che la Tripath non sarebbe durata ancora molto a lungo.
SK >
6) Mentre progettavamo la struttura esterna stavamo lavorando anche
a diverse tecnologie di amplificazione: Tripath,
Hypex, ICEpower®, Philips, Cirrus Logic, circuiti analogici e valvolari,
e altri ancora. Hypex era molto molto buona ma troppo costosa, mentre
le valvole erano la soluzione ideale ma anche solo per riuscire ad alloggiare
una sola valvola - tenendo comunque la parte estetica al minimo - l'unità sarebbe
risultata troppo grande, pesante e costosa.
Ci piaceva molto il modulo ICEpower® e se fossero riusciti a mettere sul mercato i loro prodotti un anno prima, l'avremmo scelta. Eppure c'era qualcosa che la Tripath poteva offrirci e che la ICEpower® non avrebbe mai avuto: i suoi fan. Molti potenziali acquirenti semplicemente amano i Tripath, con il suo livello di dettaglio e calore che lo rendono unico. Il nostro ingegnere capo lo definisce un "realismo coinvolgente" mentre Michael Mardis lo chiama "quel suono Tripath".
Anche se non esistono due amplificatori Tripath identici, molti sono molto buoni. Red Wine, Chord, Sonos, Winsome Labs, 41Hz, Bel Canto, Audio Research, e gli altri hanno tutti realizzato le potenzialità di questa piattaforma. Per questi motivi a un certo punto a metà del 2006 ho fatto qualcosa di veramente folle: esisteva la possibilità concreta che dopo la bancarotta l'intero deposito della Tripath venisse distrutto, per cui ho "investito" i miei risparmi di una vita in alcune decina di migliaia di chip Tripath che ora sono nel limbo in Malesia. La mia famiglia ancora non mi ha perdonato!
NW >
7)
Quanto ci avete messo ad arrivare alle versioni definitive del V1/V2?
SK >
7)
Tanto, troppo tempo: ci sono voluti due anni e mezzo affinché questo piccolo
amplificatore iniziasse a cantare. Abbiamo scoperto a nostre spese che usare
questa tecnologia ha una grossa componente di magia e che il risultato dipende
molto da tutti i componenti usati. Quando Roger Sheker dell'Audience ha
iniziato a prendere parte in questo progetto, la prima cosa che ha fatto è stata
una dettagliata analisi, letteralmente pezzo-per-pezzo e con poche eccezioni
li ha migliorati tutti compreso anche il loro posizionamento e molto altro. Molti
di questi componenti non erano disponibili presso i nostri normali fornitori e
molti pezzi importanti, per esempio alcune induttanze e condensatori,
sono stati appositamente progettati e realizzati per noi. In tutto questo DHL, il
corriere espresso, ha sicuramente tratto il maggior beneficio e sospetto
che stiano riducendo solo la sezione di spedizioni domestiche perché abbiamo
tenuto quella internazionale molto in attivo.
NW >
8)
Quanto di tutto questo è un'attività commerciale e quanto un hobby?
SK >
8)
Gran parte di quello che oggi chiamiamo "high-end" è un
hobby. Nulla
è prodotto realmente in serie e tutto si vende in molti
casi a prezzi onesti ma cari. Il costruttore campa alla giornata prigioniero
di un sogno e sotto questo punto di vista noi non siamo diversi: nessuno
di noi riesce a ricavare il necessario per vivere dalla Virtue®. Tutti
noi abbiamo altre sorgenti di denaro che ci permettono di arrivare
alla fine del mese e Virtue® rimane un hobby, un atto d'amore.
Il confronto con le altre società finisce qui: Virtue® è differente perché un piccolo volume di vendite non può essere un'opzione a nostra disposizione. Ci sono molti che offrono prodotti fantastici a prezzi astronomici e per metterla giù chiaramente questo non è un modello che mi interessa. La sfida più grande è di portare l'esperienza sensoriale dell'audio high-end alle masse: questo è un "virtuoso" obiettivo, o no?
Per cui se si abbracciano alta qualità, bassi prezzi e progetti d'avanguardia, non c'è modo di avere successo con piccole vendite: sotto questo aspetto siamo una società seria ben al di là dell'hobby.
NW >
9)Perché avete deciso di costruire i vostri prodotti invece
di rivendere quelli di altri?
SK >
9) Nick, così mi torturi: sarebbe stato così facile rivendere prodotti altrui.
Ma sinceramente se vuoi innalzare il livello di esperienza del compratore
insieme alla qualità costruttiva, progettuale e, al tempo stesso, abbassare il prezzo, devi
essere un costruttore. La nostra strategia porta a grosse perdite nel breve
periodo ma crediamo che nel lungo periodo sia il miglior approccio.
C'è un altro punto da chiarire anche se non voglio essere troppo diretto perché penso che la diversità in qualsiasi mercato sia importante. Parte della mia disaffezione nel comprare componenti audio di alta qualità è che lo stesso acquisto può generare grande confusione. Comprare un amplificatore da un grosso rivenditore può essere altrettanto snervante che comprare uno spuntino salato in un qualsiasi negozio di alimentari: ci sono troppe troppe scelte molte delle quali non necessarie. Per questo anche se fossi un rivenditore, sceglierei di vendere un solo modello, l'amplificatore Virtue®. Perché dovrei avere in magazzino altri 10 prodotti che non suonano altrettanto bene, sono sovradimensionati o non abbastanza potenti e spesso anche più costosi?
NW >
10) Siete stati soddisfatti dalla risposta al vostro primo
prodotto, l'amplificatore V1?
SK >
10) La risposta del mercato è stata quantomeno
sorprendente. Dopo che lo scorso anno hai scritto la tua recensione siamo
apparsi anche su molte altre pubblicazioni online e ancora dobbiamo incontrare
un singolo recensore che giudichi il nostro prodotto mediocre (e spero che
questo non sia preso come un invito...). Decisamente più importante è che il
feedback ricevuto dai nostri clienti è incredibile. Ti suggerirei di
controllare spesso il nostro sito web per vedere quanto felice sia chi ha
comprato i nostri amplificatori.
Fammi aggiungere ancora una cosa, di cui però non possiamo dare credito se non alla fortuna: solo nell'era di Internet una compagnia sconosciuta può avere un successo così grande con una spesa pubblicitaria pressoché nulla. L'entusiasmante risposta che abbiamo ricevuto prova il principio basilare del piccolo libro di Seth Godin, Purple Cow.
Il marketing al giorno d'oggi è dominato dal passaparola e dalla produzione di prodotti interessanti più che dal grosso battage pubblicitario. Si dice che la Toyota abbia impiegato circa 10 anni per perfezionare la Lexus LS400 prima di metterla sul mercato nel 1990. Sono certo che molte persone hanno pensato che la Toyota era pazza a cercare quel livello di perfezione; molto più semplice sarebbe stato realizzare un prodotto mediocre e pubblicizzarne tutti i vantaggi trascurando i difetti. Molte persone mi hanno suggerito di fare la stessa cosa: ogni piccolo problema tecnico che abbiamo incontrato ci ha spinto a fare ulteriore lavoro che ha solo aumentato il nostro deficit di bilancio e devo ammettere che i primi modelli usciti dalle linee di produzione avevano alcuni difetti fino a che non siamo giunti al punto di dover posporre il Sensation. Ma il prodotto finale non ha bisogno di essere coperto dal battage pubblicitario: questo in fondo è il nuovo paradigma; abbiamo speso ogni singolo centesimo per produrre qualcosa di cui valesse la pena parlare e sono immensamente felice quando questo avviene!
NW >
11) Cosa farete ora? Quali altri prodotti avete nel cassetto?
SK >
11) Abbiamo degli ingegneri molto talentuosi e pieni di grandi idee: la nostra
visione è quella di produrre un sistema audio completo ed economico e spero che
un giorno ce la faremo. Per il momento ci stiamo focalizzando su quello che
sappiamo fare meglio, amplificatori. Sinceramente, vorremmo più che altro
essere di complemento, non in competizione, a tutte quelle compagnie che
costruiscono diffusori che ben si accoppiano con i nostri amplificatori.
Sai già che c'è un nuovo amplificatore, il Sensation, che prosegue lungo il sentiero tracciato con il Virtue® ONE/TWO: il Sensation è una versione maggiorata dei piccoli amplificatori che avrà maggiore potenza, tre ingressi e un telecomando. Inoltre per quelli che amano il look del Sensation prepareremo anche un lettore CD con le stesse linee.
Stiamo preparando anche dei cavi bianchi: nel nostro team c'è anche un nuovo membro che si occuperà di preparare cavi su richiesta. I nostri cavi sono molto belli e siamo molto eccitati di poterli offrire perché questo è un settore di nicchia dove è difficile trovare valori oggettivi.
NW >
12) Siete preoccupati del corrente clima economico?
SK >
12) Questi sono certamente tempi duri e nessuno è immune dalla crisi
economica: in questi tempi turbolenti ci saranno certamente dei vincitori e dei
vinti. Penso che quando la musica si fermerà rimarranno poche sedie nella stanza
e speriamo di essere seduti su una di esse.
Pensiamo anche che i consumatori, a corto di soldi, saranno più critici e in fondo più sofisticati: sempre più spesso sono disposti a comprare da società con una buona reputazione che faccia delle buone offerte senza aver ascoltato il prodotto in qualche negozio. Questi cambiamenti giocano a nostro favore poiché offriamo un alto ritorno qualitativo, un suono eccellente ed una impeccabile cura del cliente.
NW >
13) Rifaresti tutto da capo, sapendo quante risorse sono state necessarie?
SK >
13) Come spesso ripeto ai miei amici e familiari, puoi rimpiazzare i soldi ma non il
tempo. Far partire una compagnia come la nostra è un'opportunita che capita una
sola volta nella vita a una persona come me. Come altre realtà simili la
Virtue® ha avuto bisogno di un ottimismo quasi cieco, poiché esiste pur
sempre un limite a quello che è possibile fare di fronte ai problemi finanziari e
produttivi. Tuttavia, la nostra storia non è nuova: l'audio "high-end" è molto
più simile a un'arte che a una scienza e in quanto artisti ci dobbiamo
spingere oltre il limite per portare la bellezza in questo mondo.
Qualche mese fa, al T.H.E. Show in Las Vegas, un ingegnere di una fabbrica di valvole high-end è rimasto seduto per due ore catturato dal Virtue® TWO. Gli ho chiesto se gli piaceva quello che stava ascoltando e mi ha risposto "fantastico..." e ha continuato "questo è il prodotto più onesto presente a questo show." Sono questi commenti che ti spingono a continuare.
NW >
Grazie tante Seth per averci concesso tanto tempo e per il tuo affascinante punto di
vista sul mondo dell'hi-fi.
NW >
1) Che cosa ti ha spinto ad entrare in una nuova società
pressoché sconosciuta?
RS >
1)
A quel tempo avevo un po' di tempo libero e avevo ottenuto dei buoni risultati
modificando un T-Amp originale. Era chiaro che Seth stava ponendo le basi per una
piattaforma molto promettente ed ero curioso riguardo ai meriti sonori dei due
set di chip. Inoltre ero molto intrigato dall'idea di "donare la musica alle
masse". Lavorare per gli scorsi 10 anni per la Audience è stato un privilegio
e un onore ma quello che ho fatto per loro sarà sempre al di là delle
possibilità del consumatore medio.
NW >
2)
Trai maggiori stimoli dal dover lavorare ad un progetto con un budget limitato?
RS >
2) Stimoli? Certo, ce ne sono stati molti. Non penso che staremmo facendo
quest'intervista se avessimo valutato il Virtue® ONE sei o settecento
dollari: pietra angolare della Virtue® è di produrre oggetti dall'assoluto
valore al giusto prezzo. Noi siamo fatti così.
NW >
3) Che tipo di compromessi si devono accettare per produrre
un amplificatore con un budget limitato?
RS >
3)
Abbiamo cominciato con i chip Tripath e con la possibilità di usare
condensatori ed induttanze Audience. A parte questo siamo dovuti rimanere ben
lontani da tutti quegli upgrade che hanno ricevuto molti riconoscimenti. Alcuni
dei componenti che sono usati negli amplificatori Tripath high-end sarebbero
stati utili ma sono eccessivamente costosi. Malgrado tutto, il risultato è
stato ben al di là di qualsiasi ragionevole aspettativa!
NW >
4) Quali sono stati i principali obiettivi nel progettare il V1 e il V2?
RS >
4)
Il loro valore complessivo! Questo non era un progetto a costo zero ma senza
aspettative; volevamo che l'amplificatore suonasse esattamente come fa!
NW >
5)
Quali sono gli aspetti a cui bisogna fare più attenzione nel progettare un
amplificatore digitale?
RS >
5)
Ci sono una serie di fattori da tenere in conto nella progettazione e nella
disposizione di tutti gli amplificatori analogici. Il Tripath usa alcuni
trucchetti di feedback digitale ma essenzialmente rimane un amplificatore
analogico in classe D. Alcune aree problematiche sono la scelta dei componenti,
la loro disposizione e i soliti problemi con le interferenze sia elettromagnetiche
che a radiofrequenza.
NW >
6)
Quale contributo hai dato all'estetica del V1 e V2 e quali sono stati gli effetti
delle scelte sull'estetica sulla parte elettronica?
RS >
6)
Io ho scelto il colore e la luminosità del LED. Tutti gli aspetti estetici erano
stati decisi prima che io entrassi nella squadra.
Alcuni aspetti del posizionamento hanno reso la fabbricazione più difficile ma non sono stati di alcun peso per gli aspetti sonori.
Probabilmente uno degli aspetti progettuali più complessi è stato estrarre il calore prodotto dai chip. Seth ha avuto l'idea del tubo di calore (heat pipe) e non solo si è rilevata la soluzione migliore ma è anche stata dentro i limiti del budget assegnato.
NW >
7)
Il Tripath ha raggiunto il suo limite nel V1/V2?
RS >
7)
Le qualità sonore di questi piccoli amplificatori saranno difficili da seguire.
Le cose che faremo in futuro per migliorare le prestazioni degli amplificatori
Virtue® sono tenute gelosamente segrete: posso solo dire che ovviamente
molti compratori vogliono usare questi amplificatori su sistemi da scrivania
in connessione con un PC per cui un ingresso universale USB non sarebbe male.
Stiamo certamente considerando di dotare i nostri amplificatori di tale ingresso.
NW >
8)
A posteriori, ci sarebbe qualcosa che vorresti cambiare nei V1/V2?
RS >
8)
Certo. Per il momento il nostro problema più grande è produrre questi amplificatori.
Cambiamenti futuri dovrebbero renderli più facili da costruire ma certamente
ci saranno altre modifiche soprattutto riguardo le interferenze, le qualità sonore
e la gestione della potenza.
NW >
9)
Non progetti solo amplificatori. Qual'è il componente hi-fi cui preferisci dedicarti?
RS >
9)
Solitamente i miei gusti evolvono nel tempo, ma in questo momento sono molto
eccitato dai nuovi diffusori che sto progettando per la Audience. Il nostro
nuovo altoparlante A3 è migliore di quello che mi sarei ragionevolmente
aspettato.
NW >
10)
Lavorare così dentro il mondo dell'hi-fi riduce il piacere dell'ascolto?
RS >
10)
Personalmente il maggiore piacere proviene dall'ascolto di un evento musicale
dal vivo. Quando invece ascolto un sistema, non posso non pensare a tutti
i problemi che presenta. Ultimamente ho avuto i problemi maggiori con
la qualità delle registrazioni, il tipo di microfoni usati, il missaggio e il suono
corrotto da echi o compressione; questo è lo svantaggio di avere un sistema
audio di alta risoluzione, ma con buone registrazioni può fare magie.
NW >
Grazie Roger. Mi ha fatto piacere tentare di capire i processi mentali necessari
nella progettazione di componenti hi-fi. Sono certo che tutti coloro che hanno
comprato i vostri amplificatori troveranno le tue risposte particolarmente interessanti.
Trovate la recensione di questi amplificatori per TNT qui.
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