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Reporter: Carlo Iaccarino
La mostra si è svolta dal 9 al 12 maggio 2024 presso il M.O.C., centro fieristico di Monaco di Baviera, in Germania
Scritto: Maggio, 2024
Sito web ricco di informazioni: High End Society
Me ne sono reso conto riordinando i miei file: la mia "prima volta" a Monaco è stata nel 2014. E a me pare, non dico ieri, ma davvero poco fa. Vabbe' questo è solo un usuale sintomo di senescenza :-).
Posso dire che questa mostra resta, a mio avviso, imprescindibile per ogni appassionato che voglia rendersi conto dello stato globale di questa industria, nel bene e nel male, e comunque assai consigliabile almeno una volta per fare un giro nel Paese audiofilo dei balocchi. Io, forse per un problema ancora non diagnosticato, mi diverto comunque sempre a queste mostre, e quella di Monaco per me è l'appuntamento che aspetto tutto l'anno...sì, lo so, devo farmi vedere da uno bravo :-)
Riavvolgendo il nastro velocemente e con l'inevitabile approssimazione mnemonica che ciò comporta, questa prolungata frequentazione mi ha permesso di cogliere un cambiamento: rispetto al mio primo accesso, la H.E.S. ha decisamente cambiato la sua comunicazione, che mi è sembrata progressivamente abbandonare il passato formalismo aziendale, per virare verso un approccio più informale - rimanendo professionali - e diretto a suscitare diversi interessi. Mi pare, in altri termini, che gli organizzatori abbiano abbandonato la vocazione originaria di questa manifestazione, tendenzialmente B2B, per rivolgersi maggiormente al pubblico, all'utente finale, al consumatore pagante. Di qui la contrazione dei seminari tecnici per i nerd (ricordo ancora con piacere le lecture di Rob Watts e Andreas Koch, ma anche l'iniziale presentazione del fu MQA di Bob Stuart; e la sala per dimostrare il broadcasting di audio DSD anche multicanale organizzata dalla Radio Bavarese...), a favore di iniziative che intercettano maggiormente gusto ed interessi dei NON addetti i lavori.
Quest'anno, infatti, ci sono stati molti e diversificati seminari, purtroppo per me, tutti in tedesco, tranne due, ai quali, però non ho avuto tempo di assistere. Ma c'è stato anche un settore totalmente dedicato all'ascolto in cuffia, di dimensioni molto maggiori rispetto al passato; e hanno inaugurato anche un angolo dedicato ai videogiochi (io ricordo solo UNA cosa simile, organizzata da Monster Cable ad uno Show di Stereophile a NYC una ventina d'anni fa, molto più ridotta e con i limiti tecnologici dell'epoca...).
Tutto bene, dunque? Beh, ovviamente no.
Innanzitutto, c'è stata una netta contrazione delle proposte Soundsclever, soluzioni per l'ascolto di buona qualità di prezzo inferiore ad Eur 5.000; e non è stata ripetuta quella bellissima sala coi quattro impianti economici su ogni lato e le sedute d'ascolto al centro, affidata in gestione alle riviste. E, a quanto mi è parso di avere capito, ciò non è dipeso da una mancata richiesta in tal senso.
Inoltre, ho notato alcune defezioni di costruttori "piccoli"; per alcuni di essi, i titolari erano comunque in giro (ho visto circolare, per esempio, il su ricordato Koch, ma anche John DeVore), segno che la mostra svolge ancora un ruolo essenziale per il settore business. Per converso, ho visto marchi nuovi o, almeno, a me ignoti, che, comunque, puntavano tutti al segmento commerciale di livello elevato: segno che è oramai quello l'obiettivo delle aziende di settore, spesso di dimensioni tali da non poter trovare redditività in prodotti, non dico economici, ma almeno non inaccessibili. Il discorso è complesso, perché non può prescindere dalla relativizzazione rispetto alla salute economica e alla capacità di spesa dei mercati di riferimento, oramai pacificamente spostati verso oriente. A questa tendenza parrebbe cominciare a sottrarsi autarchicamente il mercato USA, almeno questo mi sembra di avere capito dai vari report della appena conclusa AXPONA, che è cresciuta davvero tanto e, in molti commenti, viene indicata come l'attuale successore di quello che un tempo era il CES di Las Vegas (non parliamo di quello di Chicago, troppo giurassico...).
Infine, ho notato anche una netta contrazione nella pubblicità dell'evento: solo un grosso cartellone agli arrivi in aeroporto e assai saltuarie e brevissime apparizioni fra gli spot in metropolitana; nessun manifesto appeso e, mi hanno detto, neppure cartelloni lungo le vie di accesso o alle fermate dei mezzi pubblici. Ma ignoro se vi siano state altre forme di pubblicità, magari informatica o radiotelevisiva.
In ogni caso, anche quest'anno. i numeri dati dalla H.E.S. sono stati ragguardevoli, a testimonianza dell'immutato interesse e successo della mostra:
22.000 visitatori totali, dei quali circa 8.000 (provenienti da 80 Paesi) accreditati come operatori, e, fra questi, 513 espositori (per poco meno di 1.000 Marchi) e 570 giornalisti (provenienti da 43 Paesi). A proposito dei media, anche quest'anno c'è stata ampia affluenza di redattori delle principali riviste: ho intravisto Serinus e Mullins di Stereophile (ma penso ci fossero anche Micaleff ed il direttore Austin), ovviamente Bode di Stereo, il duo di HiFi Pig, Lavorgna di Twittering Machines, Harley e Martin di The Absolute Sound, Fremer (pure di T.A.S. e) di The Tracking Angle; e, fra i Nostri, la squadra completa di Audioreview, i redattori di Suono, di ReMusic, mi pare di avere anche intravisto Bassanelli di Fedeltà del Suono, Giancarlo Valletta. Per me è stato un gran piacere reincontrare due vecchi amici, pure in passato transitati per questi lidi: Daniele Sabiu e Roberto Rocchi, con i quali abbiamo condiviso anche "qualche" birra :-)
Ma, secondo me, il colpo migliore fra i media lo ha fatto John Darko.
Già l'anno scorso la H.E.S. aveva utilizzato una sua definizione, la Future-Fi, per l'usuale seminario di prospettive del settore; e anche quest'anno più di un espositore ha allestito la sua esibizione anche utilizzando mobiletti tipo Ikea, per mostrare la quotidianeità dell'Hi-Fi, in contrapposizione agli anacronistici impianti ancora da man cave, anche qui aderendo ad un altro cliché inventato da Darko, la Kallax-Fi. Ma quest'anno Darko.audio compariva addirittura sui braccialetti identificativi che quotidianamente venivano cinti al polso di OGNI visitatore della mostra, così da rendersi noto anche a chi non ne avesse mai sentito parlare. A me piace molto l'approccio di Darko, sia nei pezzi scritti che, soprattutto, negli interventi sul suo canale di Youtube e, anzi, ne approfitto biecamente per invitarvi a guardare il suo ottimo video sulla mostra, che illustra molto bene e con dovizia di informazioni alcune cosette molto interessanti che non ho avuto il tempo di approfondire per potervele illustrare come meritano.
Tutto questo pistolotto, per giustificare la mia scarsa efficienza nel report di quest'anno :-)
In realtà, ho preso sotto gamba la solita dichiarazione data in conferenza stampa sull'aumentato numero di espositori e, pensando che, come gli altri anni, sarei comunque riuscito a vedere quasi tutto, mi sono lasciato tentare molto di più dai rapporti umani, "perdendo tempo" a parlottare con costruttori e giornalisti con i quali si è creata una (anche minima) conoscenza. Poi mi sono dedicato alle "demo" che più mi interessavano, ed anche questo ha consumato il mio tempo. Con ciò non sono riuscito a visitare molte delle sale che pure mi ero diligentemente appuntato: la via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni :-)
Una demo che non mi sono lasciato sfuggire è stata quella denominata Get immersed with Steven Wilson, di cui vi propongo l'accattivante insegna pubblicitaria, che ho scaricato dal sito della H.E.S.
Si è trattato di una dimostrazione della resa dei remix in Dolby Atmos di dischi pop e rock ben noti. Per farlo, la H.E.S. e la PMC avevano allestito un mostruoso impianto Atmos, ingaggiando Steven Wilson - già brand ambassador della mostra - per illustrare al pubblico i remix che lui stesso - oramai la figura di riferimento per queste operazioni - aveva elaborato, indicando quali risultati voleva ottenere, quali difficoltà ha incontrato e a quali particolari avremmo dovuto prestare attenzione.
Io non sono affatto interessato al multicanale, e penso che un impianto Dolby Atmos sia totalmente impraticabile in un normale soggiorno di un normale appartamento in un normale condominio, sia per la pletora di diffusori necessari alla corretta ricreazione del campo sonoro che DEVE avvolgere l'ascoltatore, sia per le pressioni sonore che - siamo seri - un sistema del genere DEVE produrre per garantire quel maggiore coinvolgimento al quale punta. Ma non ci ho pensato su due volte ad approfittare dell'opportunità di assistere alla dimostrazione del sistema nelle migliori condizioni idealmente possibili: stanza (vera, non con le pareti di cartone degli stand della fiera...) dedicata, sistema allo stato dell'arte (replica di quello installato in uno degli studi di registrazione dedicati alle riedizioni in Atmos), demo condotta dal massimo esperto attuale di produzioni audio immersive.
Diciamolo subito: il sistema funziona, è efficace, e realmente ti piazza più nella musica rispetto ad un normale stereo. Poi, secondo me, diventa una questione di gusti personali. A me, per dirne una, non mi è particolarmente piaciuto nessuno dei brani riproposti: in tutti avevo l'impressione che il messaggio principale (col rock, la voce solista o le svisate di chitarra...) provenisse innaturalmente "dall'alto", come se il cantante si stesse chinando su di me. Vista la ripetizione del fenomeno con tutti i brani, sono certo si tratti di un effetto voluto; non sono sicuro che tanto dipendesse dalla mia posizione rispetto agli altoparlanti, anche se sono entrato fra i primi in sala e ho puntato ai posti più al centro, non completamente sotto uno dei diffusori dedicati alla "altezza" e, naturalmente, non troppo "a fianco" di nessuno dei diffusori di contorno. Ho anche trovato che con alcuni pezzi l'elaborazione Atmos forniva risultati davvero apprezzabili. Ad esempio con i Tears for Fears, ma, sopratutto, con Baba o'Riley: essere immersi nell'arpeggio che ti svolazza intorno ci sta davvero bene, non snatura il messaggio al quale siamo abituati. Anzi, per me lo migliora: era solo l'arpeggio a svolazzare, mentre l'attacco con gli accordi pieni esplodeva bello dritto in faccia con code che riempivano la sala; mi è proprio piaciuto, e mi ha mostrato con chiarezza che ci vuole qualcuno con un'ottima sensibilità musicale al timone di queste operazioni, e Wilson ha tutte le carte in regola, perché è prima di tutto un artista, un compositore. Se avessero chiamato me o un tecnico parimenti incompetente, ci sarebbero state altissime probabilità che il risultato sarebbe stato, al più, un bello scherzo da circo, senza valorizzazione dell'intento dell'artista "processato".
Prima di partire, Lucio mi aveva esortato a non indulgere negli apparecchi da nababbi e a evidenziare apparecchi di costo terreno e di più largo interesse. Ovviamente, gli ho dato retta a metà :-)
Iniziamo con due novità che ho visto nel settore dedicato alle startup.
Il Prof. Dott. Francesco P. Volpe è il CEO e proprietario della VOLPE, un'azienda che produce una meccanica di lettura per CD, il modello CDProV, fatta apposta per essere un rimpiazzo plug and play per le famose meccaniche di Philips, oramai da tempo fuori produzione, che equipaggiano moltissimi fra i lettori CD più blasonati del settore.
Eccolo con le sue due creature :-)
Già questa mi pare una notizia estremamente interessante, perché permette di "recuperare" molte macchine che, pur avendo qualche lustro alle spalle, possono tranquillamente suonare bene, ma, magari, sono ferme in attesa di impossibili riparazioni alla meccanica, che è notoriamente la parte più soggetta ad usura.
Ma questa è a tutti gli effetti una meccanica di lettura fatta oggi, con le conoscenze odierne, con materiali migliori (la scocca è realizzata da un singolo pezzo di alluminio) e con altri miglioramenti: un migliorato sistema di correzione degli errori, tanto da fare a meno della sospensione su molle; un buffer RAM per assorbire meglio urti e scossoni; un'uscita non solo S/PDIF, ma anche I2S con master clock; un'uscita analogica (il DAC utilizzato sarà della ESS).
Insomma, sia un rimpiazzo, sia una nuova meccanica per chi volesse costruire oggi un lettore CD: e, infatti, mentre parlavamo, si è avvicinato un altro espositore, interessato perché aveva provato a produrre un lettore CD, ma poi aveva abbandonato proprio per la difficoltà di reperire meccaniche di qualità dedicate solo al CD (no DVD).
Il Prof. Volpe NON fornirà la sua meccanica direttamente ai privati, ma ai laboratori di assistenza tecnica ai quali questi si rivolgeranno; i prezzi non sono, com'era facile immaginarsi, popolari, vista la ridotta platea di possibili interessati, e dipendono, ovviamente, dalle quantità richieste. Nel caso che più ci può interessare, di una singola persona che vuole far resuscitare il proprio lettore, il laboratorio di assistenza potrà richiedere la spedizione di una sola meccanica, al prezzo di Eur 1.450; spesa elevata, ma forse proporzionata se dobbiamo fare tornare operativo il nostro lettore AudioResearch (per esempio...). Ovviamente, se il laboratorio vuole diventare il riferimento per le riparazioni di questo tipo e ne ordina un centinaio, i prezzi saranno diversi. Infine, la Volpe Audio può fornire anche singoli ricambi dei pezzi della meccanica Philips (il laser, l'alberino rotore, le guarnizioni, le sospensioni, ecc.).
Insomma, non siamo partiti con una segnalazione economica, ma, mi pare, neppure da nababbi e, anzi, penso che si tratti di una soluzione inattesa che, evitando l'obsolescenza di vecchie glorie, consenta persino un risparmio, al confronto degli esborsi oramai richiesti per quei pochi lettori di CD ancora reperibili di alto livello: certo, non penso si rivolga ad un pubblico giovane, ma a chi goda già di una cospicua collezione di CD costruita nel tempo, e quindi giustifica un investimento importante per continuare a goderne. Ve l'ho detto, ho seguito le consegne solo a metà :-)
Ah, il Prof.Volpe si rammarica di deludere chi, come me, istigato dal nome, gli vorrà parlare in Italiano: potrà anche capirvi, e con difficoltà, ma si tratta di un'azienda tedesca. Però comunicano anche in Inglese.
Una seconda novità è software, non hardware, ed è presentata non da un costruttore, ma da una rivista tedesca online, Low Beats, in associazione con una società di PR specializzata in compagnie Audio e video, la RTFM. C'è dell'humour nella scelta del nome, perché si tratta di un acronimo famoso fra i nerd dell'informatica: Read The Fucking Manual, leggi quel c@##o di manuale d'istruzioni (prima di rompermi le scatole chiedendomi come fare funzionare l'apparecchio).
A quanto sono riuscito a capire, la rivista ha effettuato una ripresa binaurale della risposta all'impulso, nella loro sala, di diversi modelli di diffusori che hanno provato; a partire da tale dato, hanno elaborato dei filtri matematici da caricare nei player che lo consentono (ho capito che HQ Player è uno di questi), così da elaborare qualsiasi segnale audio applicando questa "firma sonora" del diffusore: in tal modo, l'utente potrà caricare il filtro corrispondente alla cassa scelta, e ascoltare in cuffia la musica come se venisse riprodotta da quel diffusore nella stanza della rivista, così avvicinando il redattore al lettore, perché entrambi sentirebbero la stessa cosa, e il lettore può meglio associare la descrizione della recensione al suono effettivo. Non solo: il lettore interessato potrà anche sentire la sua musica, diversa da quella usata dal redattore, sempre virtualmente seduto nella sala della redazione, grazie alla convoluzione del segnale operata dal player.
Per ora, hanno solo preparato singoli filtri per alcuni dei modelli di diffusore provati, che saranno resi disponibili a breve nel sito della rivista; il piano è di ampliare progressivamente la disponibilità di filtri. Mettendo il tutto a disposizione gratuita di ogni lettore, con un occhio a collaborare con i negozianti, per allestire un tale sistema anche per le loro salette e per gli apparecchi in vendita, anche non provati dalla rivista (immagino che questo non sarà gratuito).
Come anticipato, quest'anno gli impianti economici, cioè sotto Eur 5.000, c'erano, seppure in numero minore rispetto al passato.
Iniziamo con un'interessante proposta nata dalla collaborazione fra Audio Physics e Electrocompaniet, che esponevano nella stessa sala.
L'impianto proposto è composto dal RENA SA2, un apparecchio che, per Eur 1.249, unisce in un unico, piccolo chassis, un amplificatore a commutazione da 2 x 75 w, un DAC (fino a PCM 192/24 e DSD 128) con DSP e uno streamer capace di supportare i più diffusi servizi, è Roon Ready e può suonare anche i flussi provenienti dalle radio internet e dai file salvati in locale: il rappresentante della Electrocompaniet era molto orgoglioso di precisare che si tratta di una piattaforma software interamente sviluppata dalla casa, senza ricorrere a terze parti, come fanno molti altri; e, se non ho capito male, lo stesso va detto per l'architettura del DAC. Inoltre, ha connettività WiFi, nonché, qualità non comune, WISA, per pilotare diffusori wireless che soddisfano il medesimo standard. Si controlla con un telecomandino o, meglio, con l'app, anch'essa orgogliosamente proprietaria.
Questo apparecchio era proposto in abbinata ai diffusori Audio Physics Classic 3, un piccolo diffusore da piedistallo a due vie con tweeter a cupola e mediobasso con cono in fibra di vetro, da Eur 1.590.
Il tutto suonava piacevolmente, anche se, ovviamente, l'installazione non era delle migliori, in quanto il "vero" impianto in dimostrazione era ben sistemato nell'altra metà della sala, con le sedute di fronte, ecc.
Però con un po' meno di Eur 3.000 già si ha un bell'impianto, completo ed aggiornato, votato al digitale, capace di suonare tutta la musica immateriale, ma anche da supporto fisico, collegando il lettore CD all'ingresso SPDIF del Runa, e, magari il TV ad uno dei suoi due ingressi ottici; e, con le capacità di pilotaggio del Runa, il responsabile della Audio Physics sosteneva si potessero utilizzare modelli anche maggiori di quello scelto in funzione del contenimento del prezzo. Inoltre, Electrocompaniet, nella stessa linea del Runa, propone anche un piccolo subwoofer amplificato (Audio Physics ne ha in catalogo uno ben più grande e potente), il modello Sira L1, che è anche Wisa, così si può espandere il sistema evitando la contrattazione domestica sul passaggio di altri cavi.
Sia l'elettronica che i diffusori sono, a mio avviso, esteticamente molto gradevoli, e facili da inserire in ambiente. Purtroppo le mie foto sono venute malissimo, ma ritengo sia bene che li vediate, quindi vi rimando alle pagine web dei due prodotti: qui il link per il Classic 3 e qui quello al Rena SA2.
Un'altra proposta SoundsClever interessante è nata dalla collaborazione fra Eversolo ed Epos.
Il primo è un marchio cinese (proprietà di Zidoo, se non ho capito male) di recente molto popolare su riviste, forum, canali youtube che si occupano di streaming, musica liquida, ecc; il secondo, per noi vecchietti, è uno storico marchio di diffusori, recentemente rilevato e riportato a vecchi fasti da Karl-Heinz Fink, uno dei maggiori progettisti di diffusori al mondo, che produce anche modelli di diffusori di livello più elevato e costo più impegnativo sotto il marchio Fink Team (forse ricorderete, da un mio passato report i suoi minacciosi diffusori da pavimento Borg...).
La proposta SoundsClever era esibita nella saletta di Eversolo, allestita con quel richiamo alla Kallax-Fi di Darko, di cui vi parlavo all'inizio, per dimostrare che l'HiFi è roba che rientra fra tutto il resto che la gente normale si mette normalmente in casa.
Nella foto, questo impianto è formato da tutti i componenti che stanno disposti sulla stessa riga: il piccolo diffusore a due vie (davvero "da libreria") EPOS ES-7N, da Eur 2.000, l'amplificatore finale stereo a commutazione EVERSOLO AMP-F2, da Eur 800, il lettore di file musicali/DAC/streamer EVERSOLO DMP-A6 Master Edition, da Eur 1.300; termina la squadra il diffusore ES-7N di sinistra.
Naturalmente, l'ascolto lasciava un po' il tempo che trovava, ma, comunque, il "manico" del progettista si sentiva, perché il suono non era affatto squilibrato verso le alte frequenze, come mi aspettavo, mosso dagli atavici pregiudizi audiofili. Anzi, ascoltando un pezzo fusion che ben conoscevo, degli Acoustic Alchemy, quello che sentivo mi piaceva non poco. Certo, una libreria raramente verrà posta in mezzo alla stanza, anziché addossata alla parete (e probabilmente per questo lo sbocco del reflex si trova sul pannello frontale), e le vibrazioni trasmesse dal diffusore allo scaffale potranno sporcarne l'emissione ma, trattandosi di sottigliezze audiofile, se tanto avveniva, era molto mascherato dal rumore di fondo della mostra.
Ecco un particolare dell'Eversolo DMP-A6 Master Edition.
Legge praticamente ogni tipo di file audio, con tutti i principali servizi di streaming (non Apple music), è Roon Ready, la sezione DAC (fino a DSD 512 e PCM 764/32, anche MQA) utilizza 2 chip della ESS 9038Q2M. Inoltre nella sezione di clock monta due oscillatori con regolarità dell'ordine dei femtosecondi e nello stadio di conversione corrente-tensione a valle dei chip DAC monta gli operazionali integrati OPA1612 della Texas Instrument che godono di fama audiofila; se non ci tenete a queste ultime due caratteristiche, vi potete "accontentare" della versione "liscia", il modello DMP-A6, spendendo solo Eur 860. Entrambi i modelli si gestiscono o toccando il bello ed ampio schermo, o con un tradizionale telecomando opzionale, o tramite il tablet/cellulare con la immancabile "apposita app", ed è con quest'ultima modalità che la demo era condotta.
Qui un meritato primo piano del diffusore Epos ES-7N.
L'attenzione del progettista si rivela da particolari che non appaiono alla vista. Sul retro c'è un interruttore per selezionare due diverse risposte in funzione del piazzamento del diffusore, se con aria dietro o in una libreria addossata alla parete; e il condotto interno reflex è piegato ed anche bucherellato: sul sito del costruttore si illustrano le giustificazioni tecniche di queste scelte, per chi fosse interessato. La serietà del costruttore mi pare si veda anche da questo: poche chiacchiere e scelte pratiche e motivate.
Naturalmente, la saletta era della Eversolo, quindi era mostrato anche l'attesissimo DMP-A8, il loro lettore di file musicali/DAC/streamer di punta, il cui prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai Eur 2.000. La particolarità di questo modello è nella componentistica interna: il DAC è di AKM (la fenice Asahi-Kasei, letteralmente risorta dalle sue ceneri), "sdoppiato" se non ho capito male, fra due chip, AK4499EX e AK4191EQ, per il trattamento separato del filtraggio/upsampling e della conversione (sempre se non ho capito male, eh...); e troviamo anche qui il doppio oscillatore al femtosecondo. In più, e non è poca cosa, è un apparecchio che può fungere da completo preamplificatore con velleità high end: ha anche un ingresso analogico, ha una circuitazione analogica completamente bilanciata (infatti ha ingressi e uscite anche in formato XLR) e, aspetto pure molto enfatizzato, ha il controllo di volume analogico a discreti (cosiddetta circuitazione R2R). Un'altra funzione atipica è l'uscita digitale (anche per il flusso DSD) in standard I2S su connettore HDMI con piedinatura programmabile. Insomma, una vera "flagship", ritratta qui sotto insieme ai due amplificatori che pilotava, i due scatolotti neri sulla riga dei libri, che altro non sono che due finali Eversolo AMP-F2 messi a ponte.
Ciascuno dei finali pilotava i diffusori da piedistallo EPOS ES-14N, presentati l'anno scorso, qui ritratti insieme ai fratellini piccoli ES-7N, con i quali condividono il tweeter. Ovviamente, il suono era migliore, più esteso in basso e, all'apparenza, più raffinato... ma io preferivo l'impianto SoundsClever. Evidentemente, si tratta di apparecchi da ascoltare in condizioni molto più serene e controllate.
Già che ci siamo, rimaniamo in casa Epos, che aveva anche una sua autonoma sala, dove esibiva il nuovo arrivato della serie, il diffusore da pavimento ES-28N, da Eur 4.000, pilotato da elettroniche Canor.
Il suono emesso da quest'altro impianto era molto diverso, e comunque molto piacevole, pur nella confusione generale: anche in questo caso suggerisco un ascolto in condizioni più calme. Le torri Epos, comunque, mi sembravano di bell'aspetto e, anche queste, di forme non imponenti o difficili da inserire in un normale salotto.
Altra soluzione SoundsClever era proposta da Lindemann.
Questo costruttore tedesco proponeva in ascolto un sistema composto dai minidiffusori Move Mini, da Eur 2.180, ed un amplificatore integrato con funzionalità anche DAC e streamer Woodnote Combo, da Eur 1.980, tutto sistemato su una console (nella foto, è quella sotto il cartello identificativo della soluzione SoundsClever); sulla medesima console compare anche il Pre/Streamer/DAC della superiore linea Musicbook, il modello Source II, e davanti, ci sono i diffusori Move, ciascuna con il suo subwoofer amplificato dedicato Groove con funzioni anche di supporto, che, in realtà costituiva l'impianto principale in dimostrazione.
Qui un "ritratto di famiglia" della serie Woodnote, a destra la versione Combo, amplificata (quella in uso), e a sinistra quella Solo con uscita solo linea.
Qui un dettaglio dei piccoli diffusori Move Mini.
Come i fratelli maggiori Move sembrano dei normali due vie, ma, in realtà montano un altoparlante a gamma intera supportato da un supertweeter. Come al solito, l'ascolto in mostra può essere solo orientativo, ma, per quanto mi riguarda, l'impianto grosso (si fa per dire, visti i ridotti ingombri) suonava molto più equilibrato di quello piccolo, anche se c'è da dire che i Move Mini sono una recentissima novità mentre molta enfasi era stata data in precedenti notizie all'abbinata Move/Groove, qui ripresa in primo piano.
Qui un dettaglio del parco connessioni del Woodnote Combo, esemplificativa della tendenza ormai generalizzata di fornire apparecchi tuttinuno con la massima flessibilità di connettività possibile.
Anche quest'anno un impianto Soundsclever era proposto da Sonoro.
Anche per questo impianto si prevede un'elettronica tuttinuno, l'amplificatore integrato/streamer/DAC/lettore MAESTRO Quantum, da Eur 2.000,
posto fra un giradischi, il modello PLATINUM, da Eur 600
e i diffusori a torre GRAND ORCHESTRA con tweeter di tipo AMT, da Eur 2.400.
Non so dirvi come suonasse, perché era esposto in un posto molto sacrificato e non ho neppure chiesto che me lo accendessero; questo costruttore puntava moltissimo su altri apparecchi, decisamente meno tradizionali e più votati alla praticità d'uso, come dei diffusori wireless con all'interno uno streamer ed un amplificatore per sistemazioni all'aperto. Vi suggerisco un giretto sul loro sito, perché le proposte sono variegate, e potreste trovare soluzioni a problemi che non pensavate neppure di avere :-)
Anche gli spagnoli di Xtonebox tornavano a proporre un impianto Soundsclever
con la loro tipica impronta vintage: piatto 121ST con l'orrido cambiadischi, da Eur 925, amplificatore integrato Silver 6011, da Eur 1.550,
e casse S-10C, da Eur 2.000.
Questo costruttore Galiziano nasce come centro di assistenza specializzato in riparazioni di apparecchi vintage, specialmente di piatti Dual (la vecchia Dual), ma propone anche propri apparecchi, sia pure progettati sempre con un occhio rivolto al passato.
In mostra presentavano il prototipo di un giradischi con trazione a puleggia, che prevedono di rendere disponibile per settembre o ottobre, ad un prezzo orientativo di Eur 2.000, che potrà variare a seconda del braccio che monteranno.
Mostravano, inoltre, il pre-phono a valvole già visto l'anno scorso, quest'anno esposto senza veli
e, come novità, il loro step-up 60 SUT, sostanzialmente uno chassis che ospita due trasformatori di elevazione per il segnale delle testine MC; il prezzo sfiora i Eur 1.000 perché pare siano costosissimi i trasformatori utilizzati, della rinomata Lundahl.
Infine, Elac riproponeva l'impianto SoundsClever dell'anno scorso.
Tutto ruota attorno ai diffusori attivi Debut Connex DCB 41, da Eur 529 l'uno,
ai quali era connesso sia un giradischi Miracord 5a, da Eur 500
,
sia un subwoofer amplificato S 10.2, da Eur 389.
Per ora mi fermo qui: come prima parte direi che può bastare ;-)
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