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Visitatore: Carlo Iaccarino
La mostra si è svolta dal 9 al 12 maggio 2024 presso il M.O.C., centro fieristico di Monaco di Baviera, in Germania
Scritto: Maggio, 2024
Sito web ricco di informazioni: High End Society
Ci eravamo lasciati (Parte I) con la lista delle proposte Soundsclever, dal prezzo massimo di Eur 5.000.
Ma queste non esauriscono le segnalazioni degli apparecchi che ho trovato interessanti e dal prezzo non inaccessibile. Quindi continuo a rispettare le consegne "a metà" e vi segnalo qualche altra soluzione che ha attirato la mia attenzione.
Iniziamo con EMOTIVA.
Si tratta di un costruttore USA diventato famoso per offrire prodotti di qualità a prezzi che per il mercato USA sono sempre stati molto accessibili. Nessun segreto, ma una ricetta comune anche ad altri marchi: progetto ed assemblaggio in USA, realizzazione dei pezzi (a quanto ho capito) decentrata in Cina e vendita diretta.
Ritengo, però che il successo di imprese come questa dipenda molto anche da un fattore esterno all'azienda. Il modello di vendita diretta non può prescindere dalla possibilità di reso incondizionato dopo un periodo di prova. Quindi, intanto il giochetto funziona, in quanto esiste un'infrastruttura logistica che consente e garantisce il trasporto della merce da e per il cliente finale a costi bassi: è evidente che se c'è un oceano di mezzo la cosa diventa improponibile.
Ma, ora, Emotiva ha allestito in Olanda un centro di magazzino e ricambi, ed è quindi pronta a servire anche i clienti europei con la medesima politica di reso incondizionato dopo un periodo di prova di 30 giorni.
Veniamo, allora, alle proposte di questo costruttore.
Ecco un esempio di impianto stereo:
- un DAC/pre XDA-3, con circuitazione bilanciata, capace di convertire segnali PCM fino a 768/32 e DSD 512 (il chip è il ESS ES9038Q2M), con vari ingressi digitali (fra cui uno HDMI-ARC) e un ingresso analogico (il cui segnale resta analogico fino all'uscita, senza essere mai convertito in digitale), e controllo di volume analogico a commutazione di resistenze (c.d. resistor ladder); ha anche un uscita cuffia e costa poco meno di Eur 1.000,
- un finale stereo XPA-DR2 dato per 500 W/canale/8 Ohm, completamente bilanciato e a costruzione modulare (può aggiungersi un terzo canale), da circa Eur. 2.500,
- diffusori a torre a tre vie con tweeter AMT Airmotiv XT3, da circa Eur 2.800.
Qui un dettaglio del parco connessioni delle elettroniche.
E qui un primo piano dei diffusori.
Poi, visto che nella prima parte si era parlato di Dolby Atmos, ecco una coppia formata dal pre/processore multicanale 13.2 capace di decodificare anche questo standard BASX MC1 e dal finale da 11 canali BASX A11, per un totale che non arriva a Eur 3.500. Se vi chiedete perché al finale manchino 4 dei 15 i canali che il processore fornisce in uscita, la risposta è semplice: perché si propone come "aggiunta" al vostro impianto stereo, e prevede che, come spesso accade nelle installazioni A/V, il (i 2) subwoofer (i canali ".2") siano attivi...
Il pannello posteriore era così ricco di connessioni che ho dovuto fare 3 foto in sequenza per assicurarmi di riprenderle tutte; ve le risparmio, mostrandovi solo la chicca della doppia uscita per i subwoofer, anche bilanciata, immagino pensando alle lunghe connessioni che attraversano le ampie sale da cinema in casa dei clienti statunitensi. Vicino si vedono anche i 4 ingressi linea analogici, gli ingressi digitali SP/DIF coassiali ed ottici e parte delle tante uscite analogiche per i vari canali.
Come dite? Volete mettere su solo un semplice impiantino stereo? Emotiva ha varie soluzioni: ve ne segnalo due, i modelli BASX TA1, da circa Eur 700, e BASX TA2, da circa Eur 1.200. Differiscono per numero di ingressi e capacità di gestione delle uscite, ma, fondamentalmente, sono la versione moderna del vecchio sintoamplificatore, cuore di tanti "primi impianti" della nostra giovinezza.
Mi perdonerete se ho dedicato tanta enfasi a questo marchio, che aveva già tentato un'uscita all'High End del 2019, ma da tempo l'avevo adocchiato, e sono contento che ora sia disponibile per noi alle stesse modalità del mercato USA, perché credo offra una nutrita serie di apparecchi per ogni esigenza e mi pare che tutta la sua produzione risponda a criteri di concretezza, senza inutili eccessi; non per nulla il motto aziendale è: "rethinking high end". Penso anche che siano i primi a volere evitare compromessi che pregiudicherebbero la reputazione del marchio: non penso vogliano rischiare di farsi accomunare ai tanti altri produttori orientali di apparecchi economici, contro i quali mai potrebbero vincere una gara basata solo sul prezzo.
Insomma, penso che convenga a tutti che un'azienda simile riscuota successo commerciale; e questo pensiero certamente si allinea alle consegne ricevute da Lucio :-)
E veniamo a tre proposte di diffusori che pure mi hanno incuriosito per la qualità dell'ascolto ed il prezzo richiesto.
Sia chiaro, prezzi "bassi" sempre in riferimento all'High End tradizionalmente intesa e come ampiamente esibita alla mostra: NON siamo nell'ordine di grandezza delle centinaia di Euro, come ci ha abituato il Diretúr. Ma siamo sempre in una fascia che, a mio avviso, riesce ancora ad essere abbordabile per quelli di noi appartenenti alla oramai defunta classe media e che stanno pensando ad un miglioramento dell'impianto o alla sua sostituzione con qualcosa di più aggiornato rispetto ai pezzi faticosamente acquistati trenta o quaranta anni fa ed ancora fieramente custoditi.
Iniziamo coi cugini transalpini di ATOHM, azienda creata da Thierry Comte, ex-progettista di Triangle e che da tempo gode di meritata, autonoma fama.
Atohm produce una completa serie di altoparlanti e diffusori, ed ora anche elettroniche, fra cui un amplificatore dotato di varie particolarità circuitali. C'è un elaborazione DSP, ma anche un circuito - dedicato all'accoppiamento con i diffusori Atohm della serie GT - che permette di controllare le sovraoscillazioni dell'altoparlante o il suo surriscaldamento anche quando l'ampli fornisce una potenza elevata, per evitare di danneggiarlo: non si tratta di una banale compressione del segnale, ma di un circuito proprietario che agisce solo alterando i parametri elettrici del "sistema" generatore-carico.
L'impianto assemblato per la mostra prevedeva, in linea con le passate esibizioni, una buona panoramica di tutta la linea di apparecchi. Di seguito una foto d'insieme: noterete il tocco Gallico dell'allestimento :-)
Tutto sempre ben suonante. Ma ciò che mi ha davvero interessato è stato il nuovo minidiffusore a due vie da supporto SCIROCCO 1.24, da Eur 1.500 circa.
Nonostante le ridotte dimensioni, il suono riempiva la non piccola sala e, soprattutto, era equilibrato, divertente da ascoltare, lontano dalle "scatole di scarpe" britanniche, e lontano anche da certe sonorità puntigliose che un tempo si associavano ai diffusori Francesi. Non so quanto del buon risultato dipendesse dalle "magie" dell'elaborazione a bordo dell'amplificatore,
ma non posso non segnalarvi l'ottimo risultato finale.
Chiudo con una foto d'insieme dei modelli esposti, che spero evidenzi anche la curata estetica di questi prodotti: sia chiaro, con gli altri, maggiori, diffusori, il suono acquistava pienezza, completezza, ecc. ecc.; ma non mi ha dato la stessa piacevole sorpresa dell'ascolto del piccoletto, sia pure nelle critiche - e criticate - condizioni della mostra.
Ritorniamo ad ELAC, che avevamo già incontrato nelle proposte Soundsclever.
Questo costruttore esibiva, nella sala dedicata all'ascolto, il "solito" impianto con le sottili elettroniche della serie Alchemy, progettate da Peter Madnick (appunto, ex progettista di Audio Alchemy) che dava voce alle nuove "torri" Concentro S 507.2, che un visitatore aveva deciso di ascoltare in near field :-)
Le foto lo fanno sembrare più grosso di quanto in realtà non apparisse dal vivo grazie alla sagomatura dei bordi, ma si tratta comunque di un diffusore impegnativo, anche nel prezzo, di Euro 12.000.
Ma, a mio avviso, lo stesso impianto aveva una resa molto più sorprendente con i nuovi diffusori a due vie da piedistallo della popolare serie Debut, che dovrebbe scontare prezzi molto accessibili.
Fedele alle impostazioni della linea Debut, si tratta di un diffusore dalle dimensioni ridotte che, però suonava forte, pieno e completo e, soprattutto, anche a volume elevato, mi sembrava che il suono fosse sempre pulito e non affaticante. Probabilmente, molto del carattere di questo diffusore si deve al tweeter a cupola, che dicevano sviluppato ex novo proprio per questa nuova serie di diffusori, che prevede anche modelli da pavimento e un canale centrale per l'A/V.
E veniamo ad una vecchia gloria dell'audio domestico: HARBETH.
Al timone di questo caposaldo della scuola Britannica (e quindi, mondiale) dell'Hi-Fi c'è ancora l'inossidabile Alan Shaw che, a dispetto dell'età, ha portato alla mostra una novità assolutamente lontana dalla rassicurante e tradizionale immagine di questo costruttore: il diffusore NLE-1, da Eur 3.500 circa.
Entrato in sala, ad un primo sguardo ho pensato di trovarmi al cospetto dell'ennesimo minidiffusore britannico piccolo, a due vie e tutto incentrato sulla qualità della riproduzione delle medie frequenze. Ma poi ho visto l'enfasi sull'acronimo New Listening Experience, una programmatica nuova esperienza d'ascolto e la grafica fantascientifica, ed ho indagato meglio.
Si tratta, sì di un diffusore bookshelf a due vie di piccola taglia,
ma la sua particolarità si capisce dal lato B
.
Vi arrivano, infatti, due cavi, nessuno dei quali di potenza: da sinistra, il primo è quello che porta la corrente continua per l'alimentazione (l'alimentatore è esterno) ed il secondo è quello che porta il segnale analogico, che viene internamente convertito in digitale e affidato ad un DSP per crossover e pilotaggio degli altoparlanti. Il DSP permette anche di aggiustare la risposta sia inserendo una specie di loudness per ascolti a basso volume, sia per adattarsi al piazzamento ed all'effetto acustico che si intende ricreare: una prestazione che potrà cozzare con l'impostazione audiofila, ma va considerato che questo diffusore nasce dedicato ai banchi di regia e ai sistemi immersive, dove la manipolazione del segnale si dà per scontata. Viene prodotto in due versioni, una Pro, e l'altra Domestic: quest'ultima, in più ha anche connettività Bluetooth e capacità di streaming.
Inutile dire che il suono dell'impianto era gradevole, sicuramente lontano dagli stilemi della compassata scatola di scarpe britannica, quindi a molti potrà non piacere; gli astanti, però hanno mostrato di apprezzare il suono prodotto da questi piccolini, anche in questo caso con la voce molto più grossa di quanto le dimensioni lascerebbero supporre. Il prezzo è alto, ma si ridimensiona considerando che con i diffusori vi danno anche gli amplificatori (ovviamente, a commutazione) ed un processore sonoro (il modello da casa può addirittura costituire un intero impianto).
In effetti, scovare roba "accessibile" alla mostra è stato impegnativo.
Come sappiamo, il grosso degli apparecchi esposti mira al settore commerciale alto, a prezzi elevati. Come spesso ripeto, la mostra si intitola "High End"...
Però non è neppure vero che sia popolata da apparecchi solo per oligarchi o sceicchi.
Vi vorrei segnalare una sala che mi ha colpito sia per l'originalità dei prodotti, sia per il piacevole suono che vi ho ascoltato.
Si tratta di due esibitori Francesi: KORA e DIPTYQUE.
Kora produce elettroniche: i suoi amplificatori si caratterizzano per una circuitazione particolare, brevettata col nome di Square Tube. A quanto mi hanno spiegato, si tratta di un circuito che usa quattro valvole (di qui il nome...) per l'amplificazione del segnale in tensione ed un circuito con transistor per la corrente che - non chiedetemi come - non fa parte dell'amplificazione del segnale. Come impostazione, mi ricorda un po' quella dell'Alieno del nostro partenopeissimo Ing. Chiappetta, ma la mia ignoranza tecnica mi impedisce di andare oltre nel paragone.
Diptyque produce diffusori magnetoplanari ad emissione dipolare, contenuti in una struttura, a mio avviso, molto elegante e che meglio si armonizza con l'arredamento rispetto ai paraventi tradizionali, stile Maggies.
Qui un primo piano dei due diffusori che si alternavano in funzione: i grandi DP 160 MkII, da Eur 22.000, ed i meno grandi DP 115, da Eur 9.200. Qui li vedete nella livrea standard bianca o nera, ma sono ordinabili in versione personalizzata, scegliendo fra 160 colori RAL.
E qui una foto di gruppo delle elettroniche Kora, dall'estetica, se vogliamo, più anonima degli eleganti pannelli. La casa produce un pre-phono, un lettore CD, un DAC, degli amplificatori integrati, un preamplificatore e due finali. Al pilotaggio dei diffusori più piccoli bastavano senza sforzo i soli 70 W/ch dell'amplificatore integrato TB 140, da Eur 4.700 circa. Si intravedono, a terra, i due finali mono usati per pilotare i diffusori più grandi: quello scoperchiato mostra le bancate di piccoli condensatori di alimentazione, opzione che mi hanno detto di avere scelto per garantirsi una superiore velocità nel processo di scarica e ricarica. Il piatto è un solido TransRotor.
Sono tornato più volte in questa sala, perché il suono mi ha molto interessato. Certo, non hanno mai suonato brani ad altissimo volume o con organo e timpani che scendevano fino agli inferi; ma con un repertorio vario e normale, anche a livelli non esattamente condominiali, ed anche con il modello piccolo non ho mai avvertito la mancanza di qualcosa agli estremi banda.
Altra proposta che mi ha colpito è stata quella di SVS.
Si tratta di un costruttore USA, specializzato in Home Theater e, in particolare, di subwoofer, amplificati e non, come da seguente foto esplicativa, che mostra apparecchi il cui prezzo varia dai 750 ai 4.000 Euro
Anche quest'anno avevano allestito la usuale demo di un sistema multicanale per home video, riproducendo spezzoni di film, ma anche di concerti dal vivo. La particolarità dell'impianto stava nell'utilizzo della loro nuova serie di diffusori, la Ultra Evolution, dichiaratamente studiata pensando maggiormente alla resa in un impianto solo audio. Hanno molto enfatizzato il lavoro di R&D che ha condotto a questi diffusori sia in termini di altoparlanti, sia in termini di geometria del mobile.
Hanno anche candidamente ammesso di non essere stati i primi a ideare lo sviluppo degli altoparlanti simmetrico rispetto al tweeter e disposti idealmente lungo un arco, anziché tutti sullo stesso pannello dritto... :-)
I prezzi, anche in questo caso, non sono certamente da livello d'ingresso; ma questo costruttore è sempre stato molto concreto, proponendo sempre prezzi mai esagerati. Infatti per le tre torri abbiamo le Ultra Evolution Tower ad Euro 3.600, le Ultra Evolution Titan ad Euro 5.000 e le Ultra Evolution Pinnacle ad Euro 6.000; i diffusori Ultra Evolution Bookshelf, invece, vengono Euro 1.500.
Sull'ascolto poco posso diri, perché come detto, avevano allestito un impianto multicanale, con il quale, come da tradizione della casa, lo spettacolo era garantito. Ma devo dire che anche con i filmati musicali la resa non era affatto malvagia; sarebbe interessante un ascolto più tranquillo in un sistema solo audio.
Proseguo con un altro costruttore della cui esibizione parlo bene ogni anno: TOTEM.
A capo di questo costruttore Canadese di diffusori c'è sempre il vulcanico Vince(nzo) Bruzzese, di non celate origini Italiane. Mi rammarico molto che i suoi mille impegni non mi hanno consentito di assistere, quest'anno, ad una delle sue coinvolgenti dimostrazioni; ciononostante, ciò che mi è stato mostrato mi ha interessato molto.
Nonostante Totem produca diffusori per il segmento alto del mercato (ma non altissimo...), dotati di speciali altoparlanti fatti in casa e - prendendo a prestito un'espressione Matarazziana - con mezzo crossover dentro, la novità di quest'anno era un più tradizionale piccolo diffusore da scaffale a due vie in bass reflex con sbocco posteriore, il Loon Monitor, Da Eur 1.700, qui ritratto con su un Beak, il tradizionale accessorio Totem che promette di ridurre i disturbi causati dalle diffrazioni/riflessioni delle alte frequenze sul mobile.
La sua dimostrazione era condotta pilotandolo con un amplificatore integrato Kin Amp, da Eur 900 circa, che a sua volta riceveva da un cellulare via Bluetooth i file presi da un servizio di streaming. Certo, una demo senza pretesa di ascetismo audiofilo, ma molto efficace quanto a semplicità d'uso e gradevolezza di ascolto (anche qui, sfatando vari miei preconcetti...).
Totem mostrava anche il resto della sua produzione. Qui vediamo il Loon Monitor vicino agli altri piccoli diffusori da scaffale, il Kin Play, amplificato, da Euro 1.400 ed il Bison Monitor, da Euro 2.700.
E qui vediamo l'impianto da dimostrazione vero e proprio, con le due torri, le Element Metal V2, da Euro 20.000 circa, e le Bison Twin Tower, da Eur 5.000 circa.
Ultima segnalazione la riservo per i Tedeschi di T+A.
Quest'anno ho avuto l'onore che ad illustrarmi la produzione fosse David Nauber, ora CEO della direzione nordamericana di T+A, che molti ricorderanno per avere già presieduto la Canadese CLASSE'.
T+A ha diversificato molto la sua produzione, che ora spazia da prodotti lifestyle a prodotti più dedicati all'audio duro e puro.
Iniziamo dai cubotti Caruso, che riuniscono in un solo chassis lettore di CD, streamer (anche da risorse di rete locali), sintonizzatore e amplificatore.
Quello più piccolo è il Caruso-R e costa Euro 3.200.
Quello più grande è il Caruso e basta, e contiene anche degli altoparlanti (un po' come il Mu-So di Naim, per intenderci), e costa Euro 3.300.
Nauber mi ha indirizzato anche verso il DAC 200, da Euro 6.200.
Monta 4 DAC chip Burr-Brown per la decodifica di segnali PCM, ai quali applica filtri sviluppati da T+A; per la decodifica a 1-bit (DSD) usano un convertitore pure sviluppato internamente. Come pure proprietario è il software con cui pilotano il chip di interfaccia USB. Inoltre, Nauber ha enfatizzato la presenza di un ingresso analogico e, soprattutto, di un controllo di volume analogico a discreti. Il che qualifica l'apparecchio anche come preamplificatore di alto livello. Di seguito una foto degli interni di questo apparecchio: sulla destra si riconosce la colonna di resistente e relais per il controllo di volume e, alla sua sinistra il blocco con i DAC chip.
Il DAC 200 si inserisce in un impianto fra il lettore di CD e streamer MP 200, da poco meno di Euro 5.000,
e il finale A 200, il cui prezzo ho dimenticato di appuntare: me ne perdonerete :-)
Molta enfasi è stata data anche all'introduzione di una nuova interfaccia utente, detta Navigator che, più di una semplice GUI, si propone come un completo modo di comandare tutti i moderni apparecchi di T+A e, in sostanza, di gestire i file musicali come meglio si desidera; infatti questo progetto non nasce come prodotto chiuso, ma prevedono di adattarlo continuamente alle richieste dei clienti, che T+A sollecita ad inviare.
Per ora chiudo qui la mia seconda parte, rimandando ad una terza parte le mie ulteriori segnalazioni, che preannunzio più "visive" che "chiacchierate" :-)
QUI il link alla prima parte.
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