L'appuntamento con la più importante mostra italiana di HiFi e Home Cinema quest'anno è tornato a Settembre, come di consueto. Anzi, pure leggermente in anticipo rispetto al solito, visto che ha avuto luogo dall'8 al 13 Settembre.
Dopo un'ora d'aereo varcavo l'ingresso del Top Audio & Video 99, presentandomi alla reception per il consueto cartellino PRESS da applicare sulla giacca e cominciare a "navigare" tra le numerose salette della Mostra milanese.
La sensazione immediata è stata che quest'anno la presenza dell'Home Theater sia ancora più "pesante" degli anni scorsi, con numerose salette adibite allo scopo e rumori vari provenienti dalle stesse.
A mio parere le salette audio "dinamiche" - ovvero quelle con una dimostrazione VERA degli impianti - erano in numero decisamente minore e la mancanza di molti piccoli nomi è stata subito evidente.
La politica degli organizzatori (APAF) quest'anno ha voluto privilegiare l'esposizione di Aziende di dimensioni medio-grandi, lasciando fuori QUASI tutte le piccole realtà italiane che cercano a fatica di farsi strada in questo tormentato settore.
L'argomento è di quelli che scottano e prometto che dedicherò uno dei prossimi editoriali all'argomento, quando le acque si saranno un po' calmate e gli echi delle polemiche "a caldo" si saranno attenuati.
Come dico sempre, il Top Audio è un po' la cartina tornasole del mercato italiano e visitarlo può fornire spunti per capire meglio che direzioni stia prendendo il settore HiFi in Italia.
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Ed infatti, nella dimostrazione DVD 24/96 (DVD-Video, eh!) contro CD 16/44 allestita con cura dalla rivista musicale Audiophile Sound, la superiorità del nuovo supporto rispetto al vecchio ha suscitato in me (ed anche in altri audiofili/critici presenti) più di una perplessità. Io confesso che in alcuni casi ho preferito (eresia!) il suono del CD a quello del DVD-Video...aggiungo che il confronto si è svolto ascoltando un CD letto da una macchina DVD economica contro un DVD-Video letto dalla stessa macchina.
Aggiungo anche che l'ambiente ed i diffusori largabanda utilizzati (delle gigantesche trombe Bè Yamamura visibili nella foto sotto, almeno parzialmente...) non facilitavano il compito di un ascolto critico ed attento.
Per problemi tecnici il SACD non era disponibile in saletta, contrariamente a quanto preannunciato, tuttavia si poteva gustare un bellissimo giradischi analogico VYGER Indian, il fratellone minore del gigantesco Atlantis di cui abbiamo avuto occasione di parlare l'anno scorso e dal quale ha ripreso la sospensione in aria del perno e del piatto.
La platea ha tributato persino applausi alla performance del buon vecchio LP nonostante il confronto, in termini di costi, non fosse proponibile (l'Indian senza braccio costa circa 12 milioni, il lettore DVD meno di 1 milione).
Ancora in saletta erano disponibili un paio di sistemi audio della Linn e dei nuovi diffusori monovia con cabinet in sughero (by Massimo Piantini, talvolta speaker delle dimostrazioni) di varie dimensioni: Minimum, qui ritratti davanti all'enorme tromba Yamamura, Medium (un TQWT) e Maximum (una tromba di 5.4 metri), utilizzanti largabanda Fostex modificati da Piantini stesso.
La dimostrazione dei vari formati, a cura del gentilissimo ed impeccabile Pierre Bolduc (Audiophile Sound), si è così conclusa con tanti dubbi in più.
Il mio consiglio personalissimo è quello di dormire sonni tranquilli e godersi ancora per un po' il suono dei propri LP o CD, in attesa che il mercato (non certo gli audiofili!) decida di quale morte dovremo morire :-)
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DVD-Audio o SACD...si vedrà. Una cosa è però certa: i nuovi supporti costeranno di più degli attuali CD (si parla già di un buon 20%), come se non fossero già esageratamente costosi. Business as usual.
Quel che più mi fa arrabbiare di tutta questa situazione sono quegli audiofili che a tutti i costi vogliono "decidere" ORA quale sia il supporto migliore e correre ad acquistare già macchine che, ripeto ancora, NON ESISTONO sul mercato (e parlo sia del SACD che del DVD-Audio 24/192).
Questa fame di "nuovo" a tutti i costi è semplicemente ridicola, quando magari in casa si posseggono diffusori vecchi di 15 anni con tassi di distorsione del 5% o amplificatori con 85 dB di rapporto segnale/rumore e nonostante ciò si va a cercare la sfumatura in più che un formato ad alta risoluzione può fornire.
Pazzesco. La differenza, quando c'è, è mascherata in massima parte dalle non linearità e dalle distorsione degli apparecchi a valle...talvolta bastano dei diffusori di classe superiore per far sentire una differenza in qualità di molti ordini di grandezza superiore rispetto a quella tra CD ed alta risoluzione. Meditateci un po' su.
Quindi aspettiamo, comunque non saranno le nostre rimostranze o preferenze a far pendere la decisione verso un supporto o l'altro. Non dicevamo forse tutti che l'LP suonava meglio del CD??? Ci hanno forse ascoltato? :-) Non dimentichiamo mai che le riviste HiFi hanno un seguito limitatissimo, in Italia ognuna delle cartacee fa fatica a raggiungere le 10.000 copie e forse solo Audioreview arriva a 20.000. Possiamo fare da opinion-leaders per la nostra nicchia, ma il vero mercato è un altro.
Passando alle altre novità, sempre in campo digitale, segnalo la possibilità di poter ascoltare l'upsampler ed il convertitore a 24/192 della DCS. Cosa sia un upsampler è presto detto: un aggeggio che ricampiona il segnale digitale di un CD o di un DAT portandolo a 24 bit e 192 kHz di frequenza di campionamento. Vantaggi? Si dice che dovrebbe ridurre il rumore di quantizzazone e quindi la distorsione.
In pratica dovrebbe migliorare l'ascolto degli attuali CD 16/44. Nella saletta allestita per l'occasione (meccanica Muse, convertitore ed upsampler DCS, finale McCormack, diffusori Magneplanar 3.6) non m'è parso si potesse fare un ascolto comparativo con e senza upsampling per cui è difficile dire quanto questa nuova tecnologia possa dare in più ai vetusti :-) Compact Discs. Per ora è molto costosa, almeno quella proposta dalla DCS.
L'italiana North Star avrebbe messo a punto un aggeggio simile a 24/96, il Model 4, ad un costo intorno al milione di lire.
Sempre sull'argomento c'è stata una illuminante mini-conferenza tenuta proprio dall'Ing. Marco Manunta (North Star e ora Audio Analogue) e Marco Lincetto (etichetta Velut Luna) nella saletta di FdS/CHF. Il dibattito che è seguito ha chiarito agli astanti un certo numero di aspetti tecnici sulle nuove frontiere dei supporti digitali prossimi venturi.
È opinione di Marco Lincetto che con l'alta risoluzione ci sia avvicinati moltissimo al limite massimo della qualità possibile in registrazione e che, quindi, il collo di bottiglia sia oggi rappresentato dagli altri componenti dell'impianto, ampli e diffusori in primis.
L'Ing. Manunta ha a questo proposito sottolineato la necessità di apparecchi preamplificatori con un altissimo rapporto segnale/rumore, cosa che, sempre secondo Manunta, taglierebbe fuori gli apparecchi con tecnologia valvolare.
Chi vivrà, vedrà, come al solito.
In conclusione, chi si aspettava una parola definitiva su quale sarà il supporto musicale del prossimo decennio (meglio non sbilanciarsi troppo di questi tempi) è rimasto deluso: i due contendenti, entrambi con le carte in regola dal punto di vista tecnico, devono prima imporsi commercialmente, lato grandi Major discografiche. Per questo motivo il parere degli audiofili hardcore conta ben poco, è la legge dei grandi numeri :-)
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Io non ho dubbi: l'oggetto più incredibile del Top Audio & Video di quest'anno era il nuovo diffusore-canoa della Italiana Pearl Audio technology di Trento. Potete ammirare la stranissima Eliptica nella foto qui a lato: un concentrato di innovazione e di wild design che non può lasciare indifferenti: altezza 2,3 metri, larghezza 80 cm e profondità 1,7 metri (!!!), peso 130 kg il cadauno.
Altoparlanti piani per woofer e subwoofer (32 cm!!!) più due tweeters e due midranges in configurazione d'Appolito invertita (woofers al centro, vie superiori verso il basso e verso l'alto), indipendentemente regolabile con un sistema di puntamento laser per poter sistemare il fuoco virtuale di emissione ad una distanza variabile tra i 2,5 ed i 10 metri. La base della canoa (o gondola, se preferite) sostiene il tutto tramite dei disaccoppiatori idraulici e tutto questo tripudio di tecnologia e legno massello costa, senza ne' remi ne' timone, la bellezza di 150 milioni la coppia circa.
Ovviamente vorrete anche sapere come suonava. Beh, la saletta molto piccola si è dimostrata del tutto inadatta ad ospitare simili bestioni che evidentemente si trovano più a loro agio in ambienti molto grandi.
La cosa più curiosa - ed il commento più frequente in saletta - era l'immagine stereofonica, coi cantanti appesi al soffitto come lampadari o plafoniere :-)
In una parola absolutely wild, come direbbero gli americani...
Fortunatamente la Pearl esponeva anche diffusori dalle dimensioni ed il costo più umani, quali ad esempio i nuovi Preludio, interessanti bookshelf compatti da circa 1.600.000 lire la coppia, visibili qui alla destra delle gigantesche Eliptica, ed anche un canale centrale per uso HT denominato Central. Quello che si intravede in basso a destra poggiato al pavimento, simile ad una lampada da comodino, è in realtà un subwoofer, detto Conebass, da abbinare ai piccoli bookshelf Celesta posti a sinistra della Eliptica. Il tutto era pilotato da raffinate nostrane elettroniche valvolari New Audio Frontiers.
Da lodare l'estetica di tutti i diffusori Pearl, veramente originalissima, davvero qualcosa di nuovo nel panorama dei diffusori acustici di scuola italiana. Può piacere o meno ma certamente non sono oggetti che passano inosservati.
Stessa cosa si può dire per i diffusori in KIT che potevano essere ascoltati nella saletta di Suono. Il buon Nicoletti ha colpito ancora, proponendo un diffusore piuttosto inconsueto, basato su un singolo largabanda Fostex (FE 83) da 8 cm di diametro montato su un mobile altissimo in TQWT e risuonatori interni che, a conti fatti, dovrebbe costare 400.000 lire la coppia.
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Dal punto di vista del suono è senza dubbio l'oggetto che ha causato più stupore, visto il gran numero di persone che non riuscivano a capacitarsi che un altoparlantino di 8 cm potesse generare basse frequenze così profonde ed una gamma media pulita e non colorata.
Per me, che conoscevo l'altoparlante-miracolo in questione da circa 10 anni, la sorpresa di fatto non c'è stata. È altresì chiaro che non bisogna pretendere la Luna e chiedere a tale diffusore di digerire grandi quantità di watts. Sembra banale ma alcuni audiofili non hanno ancora imparato a vedere ed ascoltare nella "giusta prospettiva". Così è capitato anche qualcuno che, dopo averli ascoltati, ha sentenziato che non li avrebbe mai cambiati coi suoi B&W 801!!!! Come dire: ho una BMW 750, vogliono convincermi ad acquistare una Panda...l'ho anche provata, ma secondo me va meglio il BMW :-0
Molto sopreso invece era l'editore di Soundstage, rivista HiFi statunitense in visita al Top Audio insieme all'amico Steven Rochlin, che ha avuto grandi parole di elogio per il progetto Suono Limes (questo il nome del KIT).
Per maggiori informazioni potevi rivolgervi direttamente al progettista, Giuliano Nicoletti che, incidentalmente, progetta i
kit di diffusori per TNT-Audio (Trentino, Decino, Munis, Lilliput ed in arrivo Nues e Skene').
A sinistra della Limes è visibile un piccolo diffusore pensato esplicitamente per il multimediale o l'Home Theater, che ha la particolarità di essere attivo (ha un piccolo amplificatore, di qualità) e di utilizzare un curioso altoparlante coassiale (woofer + tweeter) di derivazione car stereo. Costo ed ingombri ridotti, praticità spinta ai massimi livelli.
Ancora nella saletta di Suono, un interessante giradischi Garrard 401 forniva il piatto ed il braccio per la riproduzione di enormi 33 giri di Ella Fitzgerald, rarità ormai introvabili e dall'altissimo valore musicale/collezionistico. A dar energia al tutto un integrato 10 watt a stato solido della NVA oppure alcune elettroniche Audio Note di livello Zero (le più economiche, per intenderci).
Ancora tra le curiosità interessanti, la dimostrazione "pilotaggio in corrente/pilotaggio in tensione" effettuata dalla Ultrasound nella sua saletta. Un amplificatore "doppio" costituito da una unità tradizionale (in tensione) e l'altra facente uso della innovativa tecnologia del pilotaggio "in corrente" forniva energia ad una coppia di diffusori Ultrasound Stratos da pavimento. In alternativa erano disponibili delle KEF LS3/5A, note per il carico abbastanza "particolare" che venivano utilizzate per mettere ancor più in risalto da differenza tra i due tipi di "pilotaggio".
La sorgente era un lettore Pioneer PDS-qualcosa modificato da Ultrasound e dipinto di bianco e verde smeraldo. Anch'esso...pretty weird.
A causa della saletta dall'acustica non proprio felice (presenti fastidiose risonanze in gamma bassa e medio-bassa ed irritanti riflessioni in gamma medio-alta) le differenze potevano certamente essere sentite ma quanto al miglioramento apportato dalla nuova tecnica rispetto a quella tradizionale...beh, ammetto che ho (abbiamo) nutrito seri dubbi.
Non si possono tuttavia trarre conclusioni affrettate e solo una prova d'ascolto seria in ambiente controllato potrà dire qualcosa di più in proposito.
Voglio però cogliere l'occasione per sottolineare un fatto abbastanza curioso: l'Ing. Creazzo (Ultrasound) ha criticato pesantemente la sala d'ascolto di un nostro redattore che recensì le Ultrasound Alias Light qualche tempo fa su TNT-Audio.
La sala, ovviamente, era sconosciuta all'Ing. Creazzo che solo con la sua esperienza riuscì a capire che tale saletta non poteva suonare bene, osservando una semplice piantina.
Nel sito della Ultrasound, inoltre, apprendiamo che l'Azienda fornisce il suo supporto per migliorare l'acustica degli ambienti destinati all'ascolto della Musica. Ciò farebbe supporre un'attenzione tutta particolare per l'ottimizzazione dell'ascolto in ambiente. Mi aspettavo dunque una saletta al Top Audio curata nei minimi particolari. Ebbene, la saletta Ultrasound tutto era tranne che ben ottimizzata, per ammissione stessa dell'Ing. Creazzo.
Aggiungo che ho sentito salette identiche per dimensioni e forma suonare pulite, sgombre da risonanze ed assorbenti quanto basta per consentire un ascolto anche critico (Miroir de la Musique o Audio Reference/Clearaudio, ad esempio).
Signori, qui qualcosa mi sfugge...:-)
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Restando in tema di stranezze che mi hanno colpito ecco a voi i diffusori A Capella, presso la saletta HiFi Center, dotati di tweeter a ioni e diverse altre particolarità. Le dimensioni le potete arguire dalla foto, dove una gentilissima (e bellissima) ragazza dello stand ha accettato di posare come metro e ottanta di (splendido) paragone.
Colgo l'occasione per ringraziarla pubblicamente per la inusitata gentilezza e disponibilità e per scusarmi perchè la foto, comunque, non le rende assolutamente giustizia :-)
A parziale scusante posso dire che il reportage fotografico l'ho dovuto fare per due volte (e la seconda volta in tutta fretta) perchè il primo rullino è misteriosamente scomparso. Con lui, ahimè, è pure scomparsa la foto di gruppo che avevo scattato con numerosi lettori di TNT-Audio all'ingresso della Mostra...mi scuso anche con voi...la prossima volta starò più attento :-(
La saletta HiFi-Center dove tali stranissimi diffusori albergavano, programmava delle sessioni d'ascolto su prenotazione piuttosto distanziate nel tempo...quindi non tutti sono riusciti a godere del suono di questi inusuali (e costosi) diffusori.
La tromba ricorda molto da vicino quella degli incredibili diffusori Avantgarde che avrete sicuramente avuto occasione di ammirare nelle passate edizioni del Top Audio nella saletta Audio Note Italia.
Quella che vedete qui sotto non è una lampada moderna. Anzi, una lo è (quella a destra) l'altra no. Si tratta di una "impilatura" di ben cinque nuovi finali Klimax della Linn.... uno sull'altro pronti per rivoluzionare il concetto di installazione domestica di un impianto HiFi.
La tecnologia segue di pari passo l'innovazione estetica e questi finali fanno uso di nuove tipologie circuitali (la cosidetta Silent Power) ad alto rendimento recentemente sviluppate dalla Linn per offrire alta potenza in spazi ridotti.
Il costo, tuttavia, non è affatto ridotto :-)
In dimostrazione nella saletta Linn sia il sistema solo audio che quello Home Theater, volume sostenuto (anche troppo...) e moltissimi visitatori, alcuni interessati alle elettroniche scozzesi, altri alla ragazza-immagine che stazionava sulla soglia della porta.
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Ancora da Linn un aggiornamento dell'ormai noto sistema integrato Classik, ora persino disponibile in diversi colori per meglio adattarsi alle diverse esigenze d'arredamento e completato con una sezione sinto.
È chiaro che la tradizionale Casa scozzese sta lavorando su due fronti: quello della massima innovazione tecnologica per i sistemi più hi-end (si pensi al CD-12) e quello della massima semplicità d'uso per far entrare la Musica ed il marchio Linn anche in case di "consumatori" non necessariamente audiofili.
Simpaticissimo e molto disponibile, come al solito, Sir Antonio Trebbi della Linn Italia.
L'elenco delle "cose particolari" potrebbe finire qui, certamente sto dimenticando qualcosa e me ne scuso con gli assenti ma preferisco dedicare la seconda parte di questo reportage a prodotti che non ambiscono ad essere citati come l'ultima novità assoluta o l'originale a tutti i costi, ma che meritano tanta, tanta attenzione da parte nostra.
La seconda parte è dunque meno "sensazionale" (nel senso del "fare sensazione") ma, secondo me, decisamente più interessante.
A fare sensazione, in realtà, contribuivano le bellissime ragazze degli stands, aumentate rispetto all'anno scorso (con alcune gradite conferme :-) ), alle quali va tutta la mia stima e comprensione per aver affrontato (quasi) sempre col sorriso sulle labbra una segregazione crudele durata 5 lunghi noiosissimi giorni all'interno di corridoi tristi e bui, martellate da bombardamenti Home Theater (sempre gli stessi films!) e sguardi lascivi di uomini in libera uscita.
Secondo me, loro meritano davvero una menzione d'onore!
Proseguite il viaggio all'interno del Top Audio & Video 99 nella seconda parte!!!
© Copyright 1999 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com
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