Questa seconda parte è dedicata principalmente all'HiFi, diciamo così, tradizionale, senza alcuna intenzione di mettere l'accento sulla "anteprima assoluta" o sulla novità curiosa che "fa notizia".
Come al solito non tutte le salette troveranno spazio su questo reportage, sia per ragioni tecniche sia perchè non abbiamo ritenuto di dover per forza fare un elenco esaustivo di tutto ciò che era presente a Milano.
Nessuno ci paga o ci suggerisce cosa mettere sul reportage, quindi le nostre scelte sono libere ed insindacabili :-)
Ci scusiamo comunque con qualche illustre assente.
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Sembra che le piccole Aziende italiane di HiFi stiano facendo sul serio e la loro presenza massiccia al Top Audio di Milano non può che essere salutata con grande entusiasmo da tutti noi.
Comprare HiFi italiana significa, spesso, risparmiare sui costi di importazione (a volte altissimi e sproporzionati) ed avere un contatto più diretto col produttore in caso di problemi, guasti, ricambi etc.
Avere questi vantaggi non significa tuttavia saperli sfruttare al meglio, purtroppo.
Quindi, se da una parte siamo ben favorevoli ad offrire spazio a tante piccole realtà italiane, nuove e non, dall'altro le vorremmo spronare a fare sempre meglio, magari poche cose (apparecchi, intendo) ma sulle quali si possa contare davvero.
L'HiFi è un piccolo investimento e gli acquirenti vorrebbero poter essere sicuri circa la solidità sia degli apparecchi che degli stessi produttori.
Questo è tuttavia un discorso molto generale che mal si applica ad alcune delle Aziende citate in questo reportage. Nomi come Sonus Faber, Audio Analogue etc non hanno certo bisogno del mio incoraggiamento :-)
Comincio dunque proprio con Sonus Faber che quest'anno ha deciso per una esposizione quasi minimalista, coi nuovi mini Signum, integrato Musica e lettore CD Marantz. Cavi, se non vado errato, Woodside (dettagli in coda all'articolo).
Il salone era, come di consueto, preso letteralmente d'assalto dagli audiofili, molti dei quali stupiti per il suono che due diffusori così piccoli riuscivano a ricreare. In effetti, seppure i Signum si trovino più a loro agio in ambienti di dimensioni più ragionevoli, anche in questa situazione a loro poco favorevole hanno dimostrato di essere in grado di attrarre l'interesse dei visitatori.
Altra novità, il sito, FINALMENTE!, di Sonus Faber (eccolo!), per ora pare solo in inglese, visto che solo il 20% del mercato dell'Azienda è in territorio italiano, il resto è esportazione.
Esposizione di gran classe, grande disponibilità e cortesia, buon gusto, questi in poche parole gli ingredienti della ricetta vincente Sonus Faber.
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Senza dubbio un oggetto costruito col preciso intento di porsi come riferimento per la categoria degli integrati di prezzo sotto i 5 milioni (dovrebbe essere intorno ai 4,5), questo nuovissimo integratone Audio Analogue ha attirato l'attenzione di molti visitatori della saletta Audio Analogue/GM Audio.
Si trattava di una esposizione statica in quanto l'apparecchio non è ancora del tutto definitivo, ma già non si possono non apprezzare le allettanti premesse: costruzione dual mono, alimentazione curatissima, costruzione massiccia e grande attenzione per i particolari.
Il Maestro, accreditato di 100 watts per canale, si presenta con un frontale in alluminio di notevole spessore e con delle terrificanti alettature laterali (un po' taglienti per le mani, in verità) che lo fanno somigliare molto a certi grossi finali di scuola americana.
La sezione pre è attiva, contrariamente al trend attuale che tende a puntare su stadi pre completamente passivi, più economici, più semplici da realizzare ma anche più critici da abbinare a tutti i tipi di sorgente.
Le quattro grosse lattine di Coca Cola (i condensatori di filtro) all'interno testimoniano l'importanza che i progettisti (Rampino & Manunta) hanno dato a questo particolare aspetto del nuovo progetto.
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In poche parole l'integrato Maestro si propone come naturale partner del nuovo lettore CD Maestro presentato qui su TNT-Audio in occasione del factory tour alla Audio Analogue e non certo come rivale della serie entry-level Puccini che tanto successo ha avuto in patria ed all'estero.
Per non correre il rischio che proprio i famosi integrati Puccini perdessero qualche punto nei confronti della sempre più agguerrita concorrenza, ecco che i nuovi progettisti (ma...dormono? :-) ) hanno messo mano sia al Puccini standard che a quello SE, proponendo un nuovo circuito interamente basato su componenti discreti ed implementando una telecomandabilità totale dei due integrati.
La potenza nel Puccini SE (qui in foto) è aumentata fino a 60 watt per canale e si è perciò resa necessaria l'introduzione di un generoso dissipatore di calore (a sinistra nella foto).
Un leggero aumento del prezzo è stato un lieve male necessario, ma potete star certi che i due Puccini daranno ancora tanto filo da torcere ai concorrenti inglesi nei segmenti di mercato più "entry-level", dove si sono guadagnati, nel giro di poco tempo, un'eccellente e meritata fama.
Compagni ideali del lettore CD Paganini, i nuovi Puccini sono così pronti a rinverdire (anzi, rafforzare) i fasti dei loro precedessori. In saletta davano voce ad una coppia di diffusori Triangle, importati dalla stessa GM Audio.
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Se non amate gli integrati ed invece impazzite per i grossi sistemi separati pre + finale di alto livello, non potete fare a meno di includere nella lista dei vostri sogni, oltre ai soliti americani, anche alcuni prodotti italianissimi come gli Audia (sito WWW: www.audia.it).
Nella saletta Miroir de la Musique, magistralmente allestita dall'impeccabile Jair Wahl, potevano infatti essere ammirate (ed ascoltate) le tre creature della ditta di Civitavecchia: il pre a stato solido ed i due finali in classe A, da 50+50 e 100+100 watt per canale. In ascolto era disponibile il piccolo (si fa per dire) 50 + 50 (Flight 50, that is).
La foto dell'interno dovrebbe chiarire di che tipo di oggetti stiamo parlando: grossi finali a stato solido, costruiti in maniera impeccabile e con tutte le carte in regola per far concorrenza spietata ai più blasonati nomi dell'hi-end internazionale, senza la penalizzazione dell'import.
Nella foto ho lasciato volutamente l'intromissione di un piede di un visitatore (ad occhio e croce una "fetta" almeno 42...) per darvi l'idea delle dimensioni del...finalino da 50 watts. Stiamo parlando di un oggettino di 47 x 19 x 44 cm e dal peso di 30 kg, capace di 50 watt in classe A su 8 ohm che raddoppiano al dimezzarsi del carico, il tutto ad un prezzo intorno ai 7 milioncini.
Il fratellone, il Flight 100 è simile, solo che è ben più imponente: 47 x 25 x 54 ed il peso si fa più preoccupante: ben 48 kg!!!
Soluzioni circuitali prive di controreazione, layout curatissimo (cablaggio Van Den Hul) e costruzione a livello delle migliori realizzazioni internazionali che, però, devono pagare lo scotto dell'importazione.
Il Flight 100 dovrebbe aggirarsi intorno ai 12 milioni, poco più di una Panda e poco meno di una Punto: tanti, in assoluto, ma neppure una follia se pensate che i suoi concorrenti statunitensi coi quali va coraggiosamente a misurarsi costano almeno il doppio, qui in Italia, s'intende.
La Panda però non dispone di aria condizionata, il Flight si: la classe A consentirà una permanente "climatizzazione" della vostra sala d'ascolto...certo, d'estate vi serve un Pinguino...credo sia un optional non incluso nel prezzo del finalone italiano...
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Il pre è anch'esso un piccolo capolavoro di assemblaggio e finitura: la foto dovrebbe essere più eloquente di mille parole.
Anche la vista "da sotto" era piuttosto illuminante. Sia il pre che il finale da 50 watts erano "ascoltabili" all'interno di una catena di alto livello composta da diffusori Etalon da pavimento e da una sorgente Mark Levinson.
Questa catena era contrapposta ad una entry level costituita sempre da diffusori Etalon, ma più economici ed elettroniche Atoll (lettore CD, pre e finale). La sproporzione di prezzo veniva fortunatamente evidenziata anche all'ascolto.
Si trattava dunque di una comparazione suicida? È chiaro che passare dalla catena "hi-end" a quella "budget-conscious" poteva causare qualche sconcerto...ma l'esperienza è stata, spero, istruttiva per molti che criticano l'hi-end in quanto spesso vista come un vero e proprio "imbroglio".
Ebbene, la prova a confronto tra un'eccellente catena "entry" ed una "hi-end" ben assemblata, ha dimostrato chiaramente che l'hi-end ha senso di esistere fintanto che le differenze in termini sonori sono così eclatanti...almeno gli audiofili possono capire che l'upgrade è sempre possibile.
Un plauso quindi a Jair Wahl, squisito padrone di casa (insieme alla gentilissima consorte) organizzatore della dimostrazione, per aver intelligentemente assemblato due impianti di ottimo livello all'interno di una saletta piccola e potenzialmente malsuonante.
Grazie alla sua abilità ed esperienza il titolare di Miroir de la Musique (importatore per Atoll, Etalon e G-Flex nonchè negozio in grande stile in quel di Padova) è riuscito a far suonare più che bene anche una saletta così poco adatta agli ascolti critici.
A dimostrazione di questo, cito un fatto curioso che ha piuttosto stupito anche lo stesso Wahl: a distanza di due giorni dai primi ascolti in saletta, e dopo decine di altri ascolti in altre salette, sono ripassato da Miroir de la Musique per provare ancora coi miei dischi.
Alla fine dell'audizione ho chiesto sottovoce a Mr. Wahl che cosa avesse cambiato nell'impianto, perchè il suono non era più quello di due giorni prima.
Ebbene, erano stati spostati i diffusori di appena 10 cm!!! Onore al merito della saletta che mi ha permesso di "beccare" la differenza ed un po' anche alle mie stanche orecchie che non si sono lasciate ingannare tanto facilmente ;-)
Altra novità, seppur non italiana (almeno non completamente), erano le elettroniche Kabale, progetto nel quale lo stesso Wahl ci ha messo lo zampino. Solo in esposizione statica, per ora.
Clima sereno ed amichevole in saletta, grande disponibilità e pazienza sono gli ingredienti per una buona presenza ad una Mostra HiFi. Mi pare evidente che Jair si diverta molto col lavoro che fa, un fatto molto, molto raro di questi tempi.
Presenti anche i due progettisti di Audia, molto disponibili a fornire informazioni sulle loro creature.
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Ancora sangue italiano quello che scorre nei cablaggi delle elettroniche Pathos che stanno riscuotendo un buon successo anche all'estero grazie alle circuitazioni innovative, l'intelligente uso di valvole e stato solido e l'estetica originale ed accattivante.
A dar voce ad una coppia di Klipsch KLF 20 c'erano infatti diversi apparecchi Pathos: i finali InPower, il pre InControl ed il DAC InTransfer.
Le elettroniche Pathos si distinguono dalla concorrenza proprio grazie alle soluzioni estetiche originali ma soprattutto alle circuitazioni ibride che tentano di prendere il meglio dalle valvole e dallo stato solido, senza per forza essere schiave delle mode del momento e degli andazzi un po' "folli" di questo settore.
Il mercato, specie internazionale, sembra aver dato ragione alla filosofia Pathos che ormai si è affermata anche negli Stati Uniti. Sempre più richieste di recensioni di apparecchi di questa Azienda ci pervengono proprio dagli USA. Pathos, se ci sei, batti un colpo!
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Come dimenticare la saletta UKD coi diffusori Opera e le elettroniche valvolari Unison Research? In ascolto le nuove Super Pavarotti, torri ultrasnelle (un po' in contrasto col nome che portano, no?) da pavimento, dotate di tutti i caratteristici tratti somatici e sonici Opera: cabinet in legno massello, buon livello di finitura, alto WAF e riproduzione della gamma bassa di ottimo livello a dispetto delle dimensioni degli altoparlanti.
La Super Pavarotti fa uso di un doppio carico asimmetrico e due woofers da 11 cm contrariamente alla Pavarotti standard che ne utilizza solo uno in un più consueto caricamento bass-reflex. Entrambe sono completamente schermate onde poter essere utilizzate anche in prossimità di monitor televisivi.
Così pure è pronta per l'Home Theater una nuova piccola di casa Opera, la Mini, facente uso dello stesso woofer da 11 cm delle Pavarotti e lo stesso tweeter, il tutto in un mobile di piccole dimensioni, come il nome lascia intuire (26 x 16 x 19).
Lo sbocco reflex anteriore lascia sospettare una più facile collocazione in ambiente anche in prossimità della parete posteriore (comunque da evitare sempre, secondo me).
La saletta, elegantemente allestita, l'ho sempre trovata piuttosto chiassosa (nel senso del pubblico) quindi difficile giudicare il risultato. La sorgente era costituita da un lettore Audio Analogue Paganini, così si resta ancora in Italia, mentre le elettroniche erano le valvolari Unison Research, capaci di colpire il cuore anche dei più nazionalisti audiofili inglesi.
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Nella saletta allestita dalla SAP, ora importatore anche dei giradischi Simon Yorke oltre che delle stimate elettroniche Nagra, si potevano ascoltare l'integrato valvolare Anniversary della SAP che pilotava, via il segnale analogico del giradischi Simon Yorke passato attraverso un pre phono Nagra, una coppia di diffusori SAP facenti uso di due largabanda SAP da 13 cm giustamente coadiuvati da un tweeter a cono caricato con trombetta in legno (tutto SAP) e da un supertweeter piezo a tromba Motorola.
A completare le basse frequenze ci pensavano due grossi sub (woofers Westlake?) che fungevano anche da supporto per i due diffusori.
I cavi erano forniti dall'italiana Woodson di Venezia. Tali conduttori sono costituiti da una lega non meglio definita chiamata Music Alloy (lega metallica a tensione intrinseca nulla, qualunque cosa ciò possa significare).
Il dielettrico, per ogni tipo di cavo in produzione, risulta essere la seta naturale nera, scelta, così si legge nel catalogo, dopo attente sessioni d'ascolto.
Mi chiedo: se la seta produce un suono setoso, il PVC un suono gommoso, l'aria (come dielettrico) un suono arioso...per avere un suono frizzante che ci devo mettere...la Sprite o la Pepsi?
Adesso capisco lo slogan dello spot TV: ascolta la tua...sete (o seta?) :-)
La saletta era molto buia ed il suono era esclusivamente analogico, suono del quale uno dei redattori di Soundstage (Ian White, credo) si è innamorato al primo colpo.
L'Ing. Vincenzo Fratello ed i responsabili della Woodson si sono dimostrati estremamente disponibili e prodighi di informazioni e dettagli sui loro prodotti.
I nuovi prodotti SAP della serie Anniversary, che dovrebbe rappresentare il top della produzione di questa vivace Ditta italiana, non dovrebbero tardare ad arrivare nelle nostre salette d'ascolto per dei test approfonditi.
Per maggiori informazioni potete anche dare un'occhiata all' Intervista all'Ing. Fratello pubblicata qualche tempo fa proprio qui su TNT-Audio.
La seconda parte termina qui, ancora HiFi italiana condita con qualche grosso nome dell'hi-end internazionale, concerti e facce note dell'HiFi internazionale nella terza ed ultima parte di questo lunghissimo reportage 99.
© Copyright 1999 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com
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