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La mostra: HiFi Wigwam
Sede: Hotel Scalford, LE14 4UB
Reportage di: Mark Wheeler - TNT UK
Data della visita: Marzo 2015
Traduttore: Roberto Felletti
In occasione del fine settimana di Wigwam 2016, vi voglio raccontare qualcosa sull'edizione 2015, allo scopo di convincere gli indecisi a montare in sella e partire.
HiFi Wigwam è un rinomato forum di audiofili con le solite discussioni e sparate supponenti, ma con meno diverbi del solito. Questo sembra strano, poiché ci aspettiamo che i partecipanti siedano in cerchio intorno a un fuoco (“wigwam” è la tenda dei nativi americani, detta anche “teepee”, raffigurata nel logo del forum - NdT). Uno degli aspetti che differenzia Wigwam dalla maggior parte degli altri forum è che i membri spendono soldi (positivo nella capitale del pasticcio di maiale del Regno Unito) riunendosi annualmente per darsi, a vicenda, dimostrazioni dei propri impianti. Pertanto, la mostra HiFi Wigwam è differente da qualsiasi altra mostra, così come il loro forum è differente da qualsiasi altro forum. Non ci sono espositori commerciali, a meno che siano dei Wammers (nome con cui vengono definiti i partecipanti all'evento), e non ci sono pressioni da parte di nessuno ad acquistare nulla di più significativo di un biglietto della lotteria.
La manifestazione si svolge da sei anni in una struttura ubicata in posizione centrale, vicino all'autostrada M1, a metà strada (in su o in giù, secondo il punto di partenza) da quella dorsale del sistema viario inglese che ha sostituito la Great North Road, la quale, a sua volta, aveva sostituito la romana Ermine Street come dorsale della rete viaria inglese (la Britannia romana terminava al Vallo Antonino e a nord del Vallo di Adriano c'era il popolo dei Pitti).
Lo stesso forum Wigwam, naturalmente, è finanziato dalla pubblicità, scelta che lo contraddistingue dalla linea anarco-sindacalista di TNT-Audio. A dire il vero, essi sono rimasti scioccati nel sapere che noi di TNT-Audio scriviamo gratis; questo è sia un complimento per la nostra professionalità sia un'offesa alla nostra immagine, che ci fa sembrare artisti indigenti che vivono in soffitta.
L'evento si svolge presso lo Scalford Hall Hotel, non lontano da Melton Mowbray, nel Leicestershire, che si autodefinisce la capitale rurale inglese del cibo. Melton Mowbray è famosa per i suoi Walker's Crisps (pubblicizzati dall'ex calciatore Gary Linneker), per il pasticcio di maiale (una torta a base di carne caratterizzata dalla presenza di spezie e di gustosa gelatina), per il formaggio Stilton (che, in realtà, non viene prodotto a Stilton) e per i quotidiani quattro milioni di articoli di cibo per animali.
Melton Mowbray ha prosperato grazie alla sua vicinanza con la Fosse Way, la principale strada romana, e ora è nelle vicinanze dell'autostrada M1. Il fatto che il luogo in cui si svolge la mostra si trovi in posizione centrale, e nei pressi di locali in cui mangiare e bere, chiaramente motiva fortemente i Wammers, oltre a una modesta tariffa di ingresso pari a 14 sterline (18 euro), come testimoniato dal notevole afflusso di partecipanti. Melton Mowbray ha dato origine all'espressione “colorare la città di rosso” (fare baldoria o bisboccia - NdT), riferita a un episodio in cui un gruppo di cacciatori ubriachi imbrattò i muri e le porte degli edifici della via principale con abbondanti quantità di vernice rossa. Per chi non conosce bene la geografia inglese, il Leicestershire è una contea situata approssimativamente a metà strada tra le centrali elettriche industriali dell'Inghilterra settentrionale e la zona centrale delle contee circostanti l'hinterland di Londra. Questa ubicazione è un grosso vantaggio, perché il luogo è facilmente raggiungibile da buona parte dell'Inghilterra e del Galles (per i visitatori scozzesi il viaggio è un po' più impegnativo) e si trova tra la principale arteria britannica, l'autostrada M1, e la principale vena, la A1 Great North Road. Arrivarci in treno sarebbe ridicolo; d'altronde, chi porterebbe il proprio Goldmund Reference su un vagone ferroviario? All'arrivo, il vostro Vecchio Scriba si era domandato cosa mai stesse succedendo in quel luogo; le auto, parcheggiate per un chilometro in entrambe le direzioni, davano l'idea che si stesse celebrando un matrimonio importante, come minimo. Gli addetti all'ingresso del vialetto di accesso mi avevano consigliato di parcheggiare ai bordi della strada di campagna, come avevano già fatto con dozzine di altre auto, prima. Dopo aver scaricato l'attrezzatura fotografica sul vialetto, era parso subito evidente che esso era già al completo. Avvicinandomi al luogo della mostra, avevo notato che anche i parcheggi interni erano al completo. Sicuramente doveva esserci uno strabiliante numero di visitatori, alla faccia di tutti quelli che danno per spacciato l'hobby dell'audio domestico, e quella folta presenza di pubblico suggeriva anche che l'ubicazione centrale della struttura era stata un fattore chiave nell'attrarre visitatori da tutto il forum.
Il vostro Vecchio Scriba non ha partecipato a discussioni audiofile sui forum, né le ha lette con regolarità da quando è diventato recensore e redattore per TNT-Audio. Tuttavia, un'eccezione che merita uno sguardo è Hi-Fi Wigwam; qui, i diverbi e le ostilità che infestano altri blog vengono presto smorzati da altri Wammers e le battute per “addetti ai lavori”, grazie al cielo, sono poche e poco frequenti. HiFi Wigwam cerca di creare una sorta di comunità, promuovendo l'adesione di tutti anziché l'esclusione di chi non accetta ciecamente i dogmi. L'inevitabile conseguenza della radice “esclu” di “esclusione” è che qualcuno resta fuori. Un altro forum, ugualmente gradito, Pink Fish Media, descrive i Wammers come «persone spregevoli, che litigano e si insultano». Il vostro Vecchio Scriba ha conosciuto persone piacevoli, che parlano entusiasticamente degli impianti altrui; chiaramente, c'è un'amichevole rivalità tra questi due rinomati forum inglesi.
La sala Lenco ospitava un insieme abbordabile, volto a dimostrare che è possibile infrangere le regole e comunque godersi la musica senza rumore. C'erano tre giradischi le cui basi poggiavano su un tavolino, non proprio in piano, il cui centro era incurvato verso il basso a causa del peso di tutto quell'inutile metallo. Il fatto che le apparecchiature non fossero a livello sembrava non impensierire nessuno e il quarto giradischi non aveva base, ma era sospeso su un pezzo grezzo di MDF, incurvato, da 12 mm. Il vostro Vecchio Scriba ha condiviso le sue opinioni sull'MDF e ne è nata un'animata discussione.
“Animata discussione?”, obietta la plebe, a sinistra del palco. “Il Vecchio Scriba farebbe camminare chiunque usi l'MDF su una passerella in MDF, se ne avesse modo!”
“Comunque, il multistrato di betulla (o anche il truciolato) dimostrerebbe di essere economicamente equivalente e suonerebbe persino meglio!”, replica il Vecchio Scriba.
Colin aveva un Lenco GL70 (spesso rimarchiato Goldring nel Regno Unito) provvisto di un classico braccio Audio-Technica (quei bracci giapponesi vintage sono comunque un affare rispetto ai vintage SME, ecc.). C'era un Lenco GL75, con la sua base originale, corredato del primo braccio a sospensione cardanica Decca FFSS che il vostro Vecchio Scriba abbia mai visto di persona, contrapposto al più comune braccio Decca International unipivot smorzato. La testina montata (col porta-testina) era un'originale Decca FFSS (Full Frequency Stereo Sound) e i resti di un Watts Dust Bug costituivano la base della colonna. Questa combinazione era la versione originale della testina Decca. Le successive testine Decca, ½" dal centro, venivano montate su sottili staffe in plastica per permettere di scambiare rapidamente le testine per LP e 78 giri. Il blocco integrato testina-portatestina Decca FFSS ha maggiore, come dire... integrità.
Mike stava facendo funzionare un Lenco GL88 dotato di braccio Connoisseur SUA2 che montava una testina Audio Technica AT110E, un affare che rappresenta un modesto passo in avanti rispetto all'onnipresente punto di partenza, la testina Audio Technica AT95E. Il braccio Connoisseur era unico, nel senso che usava cuscinetti orientati diagonalmente anziché i più comuni cuscinetti disposti orizzontalmente e verticalmente. L'orientamento diagonale disponeva i cuscinetti sugli assi delle pareti del solco e faceva sì che la compensazione del bias venisse effettuata da una barra pesata che, semplicemente, salisse con l'alloggiamento del cuscinetto quando il braccio si spostava lungo il disco. Questo sistema eliminava tutta una serie di componenti potenzialmente in grado di indurre risonanze o attriti, in confronto a soluzioni più comuni. Tutti i Wammers presenti nella sala Lenco usavano i propri regolatori di tensione step-down o circuiti di controllo del motore. Questi riducono il rumore del motore stesso sui giradischi con trazione a puleggia, come i classici Lenco e i Garrard 301/401; in un caso, fornivano un controllo fine della velocità anziché fare affidamento sull'affusolata puleggia Lenco. Tutti utilizzavano un amplificatore Gainclone e altoparlanti largabanda Jordan J92 inseriti in cabinet in multistrato Jimmy Chang con giunzioni a biscotto. Si tratta della migliore soluzione costruttiva per un cabinet e il suono in sala era eccellente.
Jerry e Matt condividevano una sala per dimostrare il rispettivo amore per le apparecchiature vintage degli anni '70 e per i diffusori progettati e costruiti in casa. Le sorgenti di Jerry comprendevano un lettore di prima generazione Technics SLP1200CD. Come molti auto-costruttori, Matt non era riuscito a trovare esattamente l'insieme di caratteristiche che cercava in un unico diffusore, per cui aveva progettato e costruito un modello tutto suo. Il suono di qualità che usciva dai suoi Vifa 8, i cui woofer erano accoppiati a tweeter Monacor tramite guide d'onda Monacor, non sembrava il risultato di chi progetta e costruisce da soli tre anni. Le massicce bobine dei suoi crossover passivi sono la testimonianza di quanto sia difficile ottenere un suono soddisfacente senza adottare componenti attivi. Non c'era la compressione dinamica che solitamente si ascolta quando le bobine sono piccole, ma egli avrebbe potuto acquistare un secondo amplificatore stereo, e un crossover elettronico, spendendo meno; e noi abbiamo avuto modo di avere una piacevole conversazione su tutto quello che concerne il suono da “diffusori”.
Diffusori altrettanto raffinati erano quelli di Des, costituiti da altoparlanti Robert Bastani inseriti in cabinet in multistrato di betulla (capito cosa voglio dire?). Non c'era la benché minima coloritura da parte di questi cabinet in multistrato di betulla da 25 mm e 30 mm; essi fornivano agli altoparlanti un caricamento a tromba posteriore a profilo esponenziale con semplici crossover del primo ordine (6 dB/ottava). L'unico modo per migliorarli sarebbe utilizzare la bi-amplificazione, interponendo dei crossover passivi a singolo componente tra il pre-amplificatore e il finale; in alternativa, si potrebbero sostituire i condensatori di accoppiamento, tra lo stadio di ingresso e quello di pilotaggio, con altri il cui valore sia tale da creare una sorta di filtro passa-alto per la sezione di amplificazione in gamma alta.
“Ci risiamo.”, sentenzia la plebe, a sinistra del palco, “Ecco che ce l'ha di nuovo con i crossover passivi.”
Non posso fare a meno di dire che i cloni ATC di Dan suonavano bene! Essi erano pilotati da moduli Hypex, a dimostrazione che non è il circuito che fa la differenza, bensì il modo in cui esso viene utilizzato.
Precedentemente, il vostro Vecchio Scriba non aveva mai sentito i moduli Hypex suonare quantomeno decentemente, e non è mai riuscito a capire perché piacciono così tanto. Essi beneficiavano di una buona alimentazione e stupendi cabinet, i quali sono prodotti da Adam, tramite lavorazione a macchina, partendo da un blocco di semilavorato; egli è disposto a realizzarli anche per voi, a patto che gli portiate una sufficiente quantità di argento. Contrariamente, l'impianto sperimentale costituito da una “batteria” di quattro Quad ESL57, collegati in serie e pilotati da amplificatori NCore, non dava il meglio di sé nell'attico dal soffitto basso che avevo visitato. Il sapiente uso di cilindri di cartone come “diffusori” ambientali (spesso usati anche dal vostro Vecchio Scriba come elemento di correzione ambientale) non serviva a migliorare alcuni problemi di spazialità “confinata” che affliggevano questi “radiatori” (in tutti i sensi) a dipolo.
Da apprezzare era la loro scrupolosa attenzione per il cablaggio di alimentazione, che doveva essere costato loro alcune migliaia (di punti-regalo). Gli Impulse H2 di Rick suonavano davvero bene e, per un attimo, sembrava avessero il raro modello, a doppio magnete, del tweeter a cupola inversa Focal TC120 in fibra di vetro, ma Rick mi aveva assicurato che il tweeter era quello standard, il TC120 a singolo magnete, in fibra di vetro. A quanto pare, Impulse cambiava le specifiche a ogni lotto, in passato; ognuno aveva i propri punti di forza, ma la trasparenza è sempre stata uno di essi.
In un'altra sala c'erano il giradischi Garrard 301 di Paul con un braccio SME312 in argento che montava un porta-testina Audio Tekne in fibra di vetro su cui era montata una testina Ortofon SPUGTE mono. Questa era una di quelle sale ricche e autorevoli che cercano di essere della vecchia scuola e, al contempo, dinamiche e dolci. Bob aveva un altro Garrard 301, questa volta provvisto di un braccio SME312 tubolare, in alluminio, il quale, secondo molti, suona più naturale e fluido rispetto ai bracci in magnesio. Inoltre, egli esponeva esemplari di giradischi SPJ, eccellenti predecessori degli altrettanto eccellenti bestioni Teres, con i loro piatti da 30 kg su alberi da 19 mm per i cuscinetti. I giradischi SPJ meritano di essere menzionati non solo perché sono dei tour de force ingegneristici, ma anche perché sono delle icone progettuali e sono stati ideati da una donna. Si vedono poche donne alle mostre hi-fi, e quelle poche sono trascinate sul campo dai loro audio-ossessionati mariti; ma da Wigwam la presenza femminile era leggermente più numerosa e leggermente meno riluttante. Bob utilizzava finali a triodo single-ended con valvole di uscita 211 che consentivano ai diffusori Mission di sfoggiare un basso sorprendentemente saldo.
Un Garrard 401 su base Apollo Slab Tech faceva bella mostra di sé nella sala di Steven. L'Apollo in questione non è quello dei mobili porta-elettroniche, bensì il marchio di piani di lavoro per cucine, largamente disponibile presso fornitori per costruttori. Egli mi aveva detto che il suo amico Nick Longford, anch'egli Wammer, collauda materiali e aveva stabilito che questo denso composto è superiore alle alternative a base di segatura e colla. L'Apollo Slab Tech è ottenuto da resine in poliacrilato/poliestere mineralizzate (come i cabinet di alcuni diffusori a sei cifre) che suonano diversamente dall'MDF come l'MDF suona diversamente da una tavola.
Parlando di materiali, Steven dava dimostrazione di una coppia di diffusori attivi, a tre vie e mezza, davvero belli. Essi erano talmente belli che sua figlia aveva creato una brochure per l'occasione, mettendola nella scatola di nascosto affinché il padre, disimballando i diffusori per la mostra, la trovasse. Steven utilizzava crossover controllati da un software che girava sul suo computer, riuscendo a ottenere uno dei suoni migliori che si siano mai sentiti in stanze piccole. Paul corteggiava l'unico giradischi Lux, correttamente funzionante, con piatto dotato di pompa di aspirazione (vacuum) che il vostro Vecchio Scriba abbia sentito negli ultimi vent'anni; suonava anche bene come allora. Malgrado non fosse il famoso Paul Messenger di HiFi News, HiFi Choice e HiFi Critic, Paul usava diffusori Rehdeko, curiosi, ingegneristicamente eccentrici, né due vie né altoparlanti ellittici largabanda inseriti in cabinet chiusi, che suonavano dinamici e decisi come la sovraccarica memoria uditiva del vostro Vecchio Scriba ricorda.
In un'altra sala, i Seagull Omnis non erano messi in condizione di esprimersi al meglio, con un vecchio sintonizzatore Yamaha un po' curioso, un tavolo e stand inadatti che aggiungevano riflessioni primarie a quelle già presenti nell'ambiente, male ottimizzato nonostante la sala fosse affollata. Altrettanto curiosi erano i diagrammi disegnati a mano, che sembravano Outsider Art, e che non fornivano informazioni utili né dimostravano qualcosa a sostegno delle idee degli espositori. Era stata un'occasione sprecata per chi aveva speso tempo e fatica nel progetto, che mi auguro venga ripresentato l'anno prossimo per poter offrire una dimostrazione migliore.
I ragazzi, del posto, di Chevron Audio esponevano diffusori attivi che utilizzavano crossover, anch'essi attivi, e amplificatori modulari per aiutare chiunque a “diventare attivo”. Inoltre, essi disponevano della modifica Linn più semplice, la Spoke, ideata per migliorare i problemi più comuni dei giradischi con sotto-telaio su molle, che anni di ossessive messe a punto hanno cercato di risolvere. Il secondo Audio Note (giapponese) Ongaku del giorno era affiancato da trombe largabanda Lowther di ottima fattura, integrate da eccezionali subwoofer a linea di trasmissione pilotati da vecchi e superbi altoparlanti Kef B139. Questi classici coni in solido polistirene, progettati da Malcolm Jones negli anni '60, sono stati i preferiti dai progettisti dei condotti accordati a quarto d'onda (TQWP) e a linea di trasmissione da quando Bailey & Radford, per primi, proposero di utilizzarli, nelle pagine di Wireless World (1965), come progetto commerciale; nel 1972 Bailey li riutilizzò nel suo progetto a linea triangolare.
Il vostro Vecchio Scriba aveva concluso la giornata in una sala in cui c'era il maggior contrasto tra musica e apparecchiature dell'intera mostra. Un altro impianto interamente Audio Note (giapponese) stava inaspettatamente suonando musica rock per chiudere la giornata campagnola del vostro Vecchio Scriba, con Steve che, ironicamente, indossava una maglietta Linn mentre giocava a fare il dj con un classico Technics. Questo episodio riassume un po' l'atteggiamento irriverente, e spesso davvero ironico, di questo gruppo di appassionati che si diverte.
Il Wigwam Show è più un divertimento che una mostra commerciale e si svolge nel cuore dell'Inghilterra, se non delle Isole Britanniche; quindi, perché non andarci? Ci sarebbero tanti esperimenti da raccontare, dai troppo iconoclasti a quelli semplicemente fantasiosi, ma in realtà è meglio vederli di persona. Nell'attico c'era il Quad Laboratory, con tutta l'attenzione rivolta alle controversie sui cavi. C'erano i diffusori Impulse e Rehdeko, visti di rado negli ultimi dieci anni, e anche i modelli nuovi, progettualmente, richiamano quelli passati. Parlando di cimeli del passato, Bagpuss[1] sembra un dispositivo per il controllo delle vibrazioni e c'erano altrettanti vecchi reperti della BBC, anch'essi visti raramente, quali splendidi monitor LS5/8 e magnifici registratori a nastro. Eccovi alcune fotografie.
[1] Bagpuss è un gatto, visibile in una delle fotografie, protagonista di una serie tv inglese per bambini, andata in onda negli anni '70; in Italia era intitolata “Le magiche storie di Gatto Teodoro” - NdT
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