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Prodotto: Convertitore
digitale e pre Lehmann Audio DAC+
Costruttore: Lehmann
Audio
Prezzo approssimativo: 980 euro
Reperibilità:
acquistabile direttamente via Internet
TNT-Audio ha già
avuto modo di provare un prodotto della tedesca Lehmann Audio,
l'ormai famoso (forse non Italia ma sicuramente lo è
all'estero) pre phono Black Cube
quindi per informazioni sull'Azienda vi rimando a quell'articolo o
direttamente al loro nuovo sito
web.
Il DAC+ è un prodotto molto, molto particolare,
oserei dire UNICO nel suo genere per caratteristiche e flessibilità
d'impiego. E' un convertitore? Si, ma non solo! E' anche un pre
attivo di alta qualità, con due ingressi. Può, in
sostanza, essere il cuore minimalista di un impianto con due sole
sorgenti: il lettore CD (la meccanica, in realtà) ed un
giradischi, dotato di pre phono. In sostanza, tutto ciò che
serve e niente di più. No, non ci sono uscite TAPE per il
registratore, non c'è balance, non ci sono toni. Il passaggio
da un ingresso (la meccanica CD) all'altro avviene tramite un
pulsante a sfioramento che aziona un relais a contatti
dorati.
Tuttavia, quando è selezionato il secondo ingresso,
quello analogico, la sezione digitale continua a funzionare
indipendentemente, fornendo il segnale (digitale) ad una delle tre
uscite digitali.
Lo stadio di
preamplificazione è dotato di un bellissimo potenziometro
Noble blindato, di condensatori d'uscita WIMA MKS (escludibili) ed
operazionali Analog Devices mentre la conversione è affidata
ad un DAC della Crystal a 20 bit (CS4329) nella vecchia versione
(quella che trovate recensita su Soundstage, ad esempio) e a 24 bit
nel più recente upgrade. Il bel trasformatore toroidale e la
sezione d'alimentazione ben figurerebbero in un buon integrato di
media potenza.
Le particolarità di questo oggetto non
finiscono qui: pensate che tutto è selezionabile, tramite
appositi jumpers, direttamente dall'utente. Si può bypassare
il potenziometro del volume, regolare il guadagno dello stadio di
preamplificazione (4V di default, può essere diminuito di 6
dB) ed escludere, come detto sopra, i condensatori d'uscita, per il
collegamento a finali che prevedano già i condensatori in
ingresso.
Qui sotto potete osservare l'ottima realizzazione
interna.
A completare questa
grande ed inconsueta flessibilità d'impiego contribuiscono i 4
ingressi digitali: ottico Toslink, bilanciato XLR con connettore
Neutrik a contatti dorati e ben due coassiali (dorati anch'essi),
tutto, ovviamente di eccellente qualità. Ancora, sono
disponibili 3 uscite digitali: ottica, bilanciata XLR e coassiale.
Il
tutto è racchiuso dentro un cabinet spartano ma elegante e
robusto (43 x 21.5 x 5 cm, 5 kg di peso), dotato di quattro piedini
in gomma tenera dalle ottime qualità isolanti. Il tasto
d'accensione è posto sul retro, a fianco della vaschetta IEC
del cavo d'alimentazione.
E' anche disponibile
una versione più essenziale, senza stadio di
preamplificazione, denominato semplicemente DAC, per 200 marchi
(circa 200 mila lire) in meno.
Il DAC+ in prova, dotato del nuovo
chip a 24 bit (Crystal CS4390), l'ho provato in varie configurazioni,
sia come convertitore puro che come pre.
Ho avuto modo di testare il DAC+ sia nella vecchia versione, col DAC a 20 bit, che nell'ultimo upgrade a 24 bit. A dire la verità il progettista non era ancora del tutto sicuro di utilizzare il nuovo chip e me l'ha spedito per sentire un mio parere. Dirò brevemente che la differenza tra i due chip è notevole, in termini di pulizia della gamma medio-alta, di aria tra gli strumenti ed, in generale, per naturalezza d'emissione. Ad esser sincero non mi aspettavo una tale differenza. Le note d'ascolto si riferiscono dunque alla versione a 24 bit.
Il DAC+ è un
apparecchio a stato solido, come il parente Black Cube, ma qui
l'anima dei transistors si fa preponderante. E' un suono muscoloso,
netto, plastico ed estesissimo agli estremi banda, di grande impatto.
La cosa che colpisce subito a primo ascolto è la gamma bassa,
di una potenza persino esuberante, tesa fino allo spasimo,
rotondissima e che scende senza problemi ai confini dell'udibile con
un controllo esemplare. Avete presente la gamma bassa di un grosso
finale a stato solido di elevata qualità? Ecco, questo è
il basso del DAC+: qualcosa in grado di tirar fuori ogni Hz dai
vostri diffusori.
Dopo aver scritto questa recensione, sono andato
a curiosare in quella pubblicata da Sounstage, così, per
verificare se io ed il loro recensore avevamo avuto le stesse
sensazioni. Il recensore della rivista statunitense arriva a dire che
i suoi diffusori, grazie al DAC+, hanno guadagnato mezza ottava di
estensione in basso!
Non mi sbilancio così tanto, però
certo è che se nell'incisione ci sono basse frequenze, il DAC+
ve le farà sentire, prima con le orecchie e poi col
corpo.
Passando al reparto più critico, ovvero alla gamma
medio-alta, il DAC+, col nuovo chip a 24 bit, sfodera un suono lucido
e dalla grana finissima, nitido e trasparente, senza eufonie o troppe
concessioni a certe morbidezze che fanno tanto "valvolare".
Buona
introspezione e coesione con la gamma alta, estesissima e rifinita,
ma non pungente, caratteristica che, col vecchio chip e con alcune
incisioni "difficili" ogni tanto veniva fuori. Molto belli
gli strumenti a corda, le chitarre acustiche in particolare, rifinite
e giustamente "percussive", ricchissime di armonici. Ecco,
questa è un'altra caratteristica peculiare del DAC+: il suono
ha una ricchezza armonica molto naturale che rende l'ascolto davvero
realistico. Le voci vengono riprodotte complete di tutte le sfumature
di intonazione del caso, mai particolarmente eufoniche ma sempre
molto nitide.
Usato come pre, il DAC+ conserva il suo carattere
stato-solidista, perdendo qualcosa in termini di musicalità
assoluta a confronto con preamplificatori di prezzo, però, ben
più elevato. Per quel che costa, la pulizia ed in controllo
del DAC+ come pre, hanno, a mio avviso, qualcosa di sorprendente.
Stato solido ai
massimi livelli: punch, impatto fisico e velocità di livello
ben superiori alla sua categoria di appartenenza. Un mio amico, da
sempre innamorato della dinamica del mio front-end analogico (Linn),
per la prima volta ha detto che il CD gli si avvicina. E devo dargli
ragione: col DAC+ la dinamica è pari a quella di un buon
analogico, violenta ma senza forzature. Il suono è grande ma
non gonfio, gli attacchi ed i rilasci sono repentini ma senza accenno
di alcuna fretta "digitale".
Tenete d'occhio i woofers
con delle buone incisioni di contrabbasso perchè la violenza
della gamma bassa potrebbe metterli facilmente in crisi (finali
permettendo). Valutato come stadio pre il DAC+ ha, da questo punto di
vista, poco da invidiare a realizzazioni più costose, cedendo
decisamente il passo soltanto davanti a mostri come il Thor
Audio TA 1000 che però costa quasi dieci volte il
DAC+.
Ascoltatelo con un assolo di batteria ed alzate il
volume...non è una batteria dal vivo...ma ci manca davvero
poco.
La precisione del DAC+
rende possibile una ricostruzione scenica ampia e molto plastica,
ricca di particolari, dotata di una più che buona
focalizzazione. Non siamo al livello di preamplificatori da 8/10
milioni ma la differenza è così piccola da trarre
spesso in inganno sul reale costo di questo oggetto.
In sostanza,
la sezione di conversione ha potenzialità più elevate
dello stadio pre, visto che la scena si amplia e si focalizza meglio
quando il DAC+ funziona da solo convertitore (sezione pre
esclusa).
Il punto su cui meditare è: a questo prezzo, cosa
si può acquistare che possa rivaleggiare col DAC+...e già,
perchè di fatto occorrerebbe un convertitore, poi un
preamplificatore separato e per 2 milioni scarsi è
praticamente impossibile trovare alternative.
Lo stadio pre, pur
limitando di poco le performances prospettiche dello stadio di
conversione, è capace di una scena molto grande e ben
illuminata: per avere di più davvero bisogna andare a cercarsi
preamplificatori di prezzo almeno triplo (senza tener conto che il
DAC+ è innanzitutto un convertitore...la sezione pre è
un optional incluso nel prezzo!).
Il tasto d'accensione
posto sul retro suggerisce di lasciare sempre acceso il DAC+, ne
guadagna in precisione e vitalità, un po' come tutti i
convertitori.
Grazie ai suoi piedini è abbastanza
insensibile alla superficie d'appoggio e questo è segno di una
struttura meccanica molto robusta ed refrattaria alle
vibrazioni.
Infine, dato che il cavo d'alimentazione è
staccabile conviene utilizzarne uno di buona qualità, tipo il
nostro Merlino o il TTS, dato che quello fornito di serie è il
solito cavo elettrico da 500 lire.
Il progettista si è
tuttavia rivelato molto attento ai problemi dell'alimentazione, tanto
che ha letto con molto interesse il nostro articolo sul cavo
autocostruito Merlino.
Tenuto conto dei tempi
che corrono mi sarebbe piaciuto che il DAC+ avesse potuto convertire
anche il nuovo formato 24/96 kHz del DVD Audio o magari, che fosse
previsto un upgrade futuro. Questo, tra l'altro, non è affatto
da escludersi, vista la grande flessibilità operativa
dell'apparecchio.
Lamento, come al solito, la mancanza di un
cordone d'alimentazione di qualità ma, per fortuna, questo è
staccabile tramite la comoda vaschetta IEC.
Scomoda anche
l'indicazione del selettore ingressi, perchè costringe a
ricordarsi a che numero corrisponde ognuno di essi. Questo, tenendo
conto che gli ingressi coassiali sono pure 2, può causare il
dover guardare sul retro che numero corrisponde all'ingresso
desiderato. Sarebbe stato meglio riportare sul frontale l'indicazione
Optical, Coax 1, Coax 2 e XLR.
Dal punto di vista sonoro c'è
ben poco da dire per un oggetto che al prezzo di un apparecchio di
medio livello ve ne offre due (convertitore + pre minimale).
Meno di due milioni
per un convertitore a 4 ingressi e 3 uscite (tra i quali anche quello
bilanciato!) più un preampli minimale che vi permette di
collegare un giradischi analogico, purchè disponiate di un pre
fono, non mi sembrano in assoluto una grande cifra: provate a trovare
un'alternativa acquistando due apparecchi separati! L'ulteriore
vantaggio, non trascurabile, di questa soluzione, è che il
convertitore è direttamente connesso al pre, senza alcun
bisogno di cavi di segnale.
Quando poi si ascolta il DAC+ si
capisce che le alternative a pezzi separati hanno vita difficile,
molto difficile.
Infatti alcune delle sue caratteristiche soniche
lo collocano in competizione con convertitori di ben altro impegno
economico (e mi riferisco in particolare alla gamma bassa ed alla
dinamica).
Se disponete già di un pre di alto livello
potete pensare alla versione DAC priva di stadio pre, risparmiate
200.000 lire ma...dovete esser certi che il vostro pre sia DAVVERO di
qualità superiore! E' vero che sono solo 200.000 lire ma non
fatevi trarre in inganno: si tratta di un costo permesso dall'estrema
semplicità della sezione pre (in pratica solo due ingressi e
nessuna uscita tape o altro), non certo da risparmi sulla qualità
dei componenti.
Norbert Lehmann si dimostra ancora una volta
capace di proporre un oggetto magari non bellissimo a vedersi (così
come anche il Black Cube), ma dall'incredibile rapporto
qualità/prezzo e, ripeto anche in questo caso, è questa
l'HiFi che mi piace di più: altissime prestazioni sonore a
prezzi abbordabili.
Un grande ringraziamento a Norbert Lehmann per aver messo a mia disposizione il DAC+ e per fiducia riposta nei miei giudizi d'ascolto, sottoponendomi la scelta tra un chip di conversione a 20 bit a quello nuovo (definitivo, ora, nei nuovi DAC+) a 24 bit.
© Copyright 1998 Lucio Cadeddu http://www.tnt-audio.com
Lucio,
grazie per
la brillante recensione del DAC+, hai dimostrato ancora una volta che
la tua rivista *amatoriale* in realtà è professionale
in termini di qualità del servizio che offri agli
audiofili.
Un grande ringraziamento ti è infatti dovuto per
aver aspettato a recensire l'apparecchio col nuovo chip a 24 bit.
Non
posso che sottolineare ogni parola che hai scritto sul nostro DAC+.
Per quanto riguarda le tue lamentele invece ho alcune osservazioni da
fare. La prima è che si, sto lavorando ad una versione del
DAC+ che possa convertire anche il nuovo standrd 24/96 del DVD-Audio
prossimo venturo. Non appena ci sarà qualche novità,
TNT-Audio avrà la possibilità di testare in anteprima
il nostro prodotto.
Ritengo tuttavia che ci siano ancora molti
lettori CD che possono essere upgradati col nostro DAC+ e questo è
abbastanza per una piccola Azienda come la nostra.
Tanta gente ha
investito molto nei propri CD players secondo me non passerà
al DVD o a qualunque altro standard molto facilmente.
Ho appena
ricevuto un articolo dalla rivista Fi che racconta di tutte le
dispute intorno al nuovo formato per l'audio digitale (DVD, SACD
etc.).
Per quanto riguarda invece i pulsanti per selezionare gli
ingressi, questi sono stati ordinati in modo tale che al n.1
corrisponda l'ingresso migliore (il bilanciato XLR) e di seguito
quelli qulitativamente peggiori (2 e 3 per il coassiale e 4 per il
Toslink, giudicato il peggiore). Magari ci vuole un po' di tempo per
abituarsi però alla fine non dovrebbe essere difficile
identificarli ;-)
Relativamente alla possibilià di
*customizzare* il proprio DAC+ faccio osservare che solo personale
qualificato può effettuare le modifiche, per evitare seri
danni al componente.
Infine, secondo me, il DAC+ è bello a
vedersi (contrariamente a quanto scrivi tu) e faccio notare che il
pannello frontale è in alluminio pieno, dotato di viti
nascoste per esaltare la linea semplice ed elegante. Il DAC+ è
nato con l'intento di armonizzarsi al meglio in un impianto con
diversi apparecchi dai design i più svariati.
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