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Prodotto: DAC a valvole Doge 7
Produttore: Doge Electronics - Cina
Prezzo: 1.590 dollari USA - (Convertitore di valuta) - (il prezzo può variare)
Recensore: Roger McCuaig - TNT Canada
Pubblicato: Aprile, 2018
Traduttore: Roberto Felletti
Le persone scelgono i componenti per il proprio impianto audio basandosi su molti criteri, tra loro differenti. Alcuni sono attratti da marchi prestigiosi, da telai dall'aspetto esotico oppure dal diritto di vanto che accompagna cartellini del prezzo a cinque cifre. La Doge non si rivolge a questa categoria di persone. Il modello di business di questa azienda è basato su prodotti che integrano nel progetto un'elevata qualità, una componentistica selezionata e una metodologia costruttiva, il tutto al miglior prezzo possibile. Uno dei fattori chiave per non fare lievitare il prezzo è la vendita diretta, che elimina i costi di distribuzione e il ricarico del negoziante. Naturalmente, questa strategia elimina anche la possibilità, per un potenziale acquirente, di ascoltare il prodotto e di parlare con il negoziante, oltre alla mancanza di un servizio di assistenza locale. Tuttavia, con il passare del tempo ci sono sempre meno negozi di hi-fi e, nel mio caso, ascoltare qualcosa spesso significa andare a Toronto o a Montreal! Non sono sicuro che questo possa più essere definito “locale”. L'esperienza di questo recensore con i negozi di hi-fi non è stata sempre positiva, per cui avere avuto a che fare con un'azienda cinese non è stato un ostacolo. Questo non è di grande aiuto per il commercio al dettaglio canadese, ma del resto questo sito si chiama “La Pura Verità” (The Naked Truth - TNT).
Sono uno da vinile. La stragrande maggioranza del mio tempo e dei miei sforzi audiofili, nel corso degli ultimi 15 anni, è stata focalizzata su come migliorare la mia catena di riproduzione analogica e su come incrementare la mia collezione di dischi in vinile. Conosco poco, e capisco ancora meno, il vasto e sempre più complesso mondo della musica digitale. Ma ciò non mi ha impedito di procurarmi, di recente, il DAC Doge 7, un apparecchio che riproduce pressoché tutti i formati PCM e DSD esistenti. Essendo, da tempo ormai, un soddisfatto possessore del pre-amplificatore Doge 8, di sicuro la strada era aperta per l'acquisto di un altro prodotto Doge. Tuttavia, quando si tratta di apparecchiature superaccessoriate per la riproduzione dell'audio digitale, so veramente di non sapere!
Un po' in ritardo sul previsto, poiché DHL aveva inviato il mio pacco al centro di smistamento sbagliato, alla fine la scatola era arrivata. Alla Doge non hanno risparmiato gli sforzi per essere sicuri che il DAC arrivasse in buone condizioni. L'unità era avvolta in una busta di plastica inserita in una tripla scatola di cartone, a sua volta avvolta nella plastica; il tutto era tenuto fermo da un'intelaiatura in legno. Mi ci era voluto un po' per arrivare al DAC! Ero rimasto sorpreso nello scoprire che non c'erano batterie in dotazione per il telecomando. Dalla Doge mi avevano spiegato che la normativa per le spedizioni non permette l'invio delle batterie. Fortunatamente, ne avevo alcune di scorta.
Il Doge 7 condivide lo stesso stile del cabinet e i pulsanti di controllo del pre-amplificatore Doge 8, solo che questa volta il colore è nero opaco. Il pannello frontale presenta un riquadro per il display digitale, oltre a un jack per cuffie. Anche internamente il 7 è abbastanza simile all'8, con una disposizione ordinata dei componenti e un assemblaggio di qualità. Sempre seguendo le orme del Doge 8, questa unità utilizza valvole 12AX7 e 12AT7; il numero delle valvole dipende dalla presenza o meno dell'uscita bilanciata (XLR). La cosa non è stata verificata con il produttore, ma si è tentati di credere che la sezione analogica di questo DAC copi il progetto circuitale dell'eccellente pre-amplificatore Doge 8. Sul pannello posteriore ci sono 6 ingressi: 1 USB, 2 coassiali, 2 ottici e 1 AES. Devo ammettere che non avevo idea di cosa fosse un ingresso AES prima che mi arrivasse questo DAC e che ne scoprissi di più. Per quei lettori che fossero nella medesima situazione, sono venuto a sapere che un ingresso AES utilizza lo stesso protocollo dell'S/PDIF, però impiegando un connettore di tipo XLR e una tensione differente. Sono presenti due uscite non bilanciate e una bilanciata (l'esemplare in mio possesso ha l'opzione XLR). Tutti i connettori sono di eccellente qualità.
Quando avevo ordinato questo DAC, pensavo davvero che l'installazione sarebbe stata di tipo plug & play. Per certi versi, è stato così. Ad esempio, inviare la musica al DAC attraverso l'ingresso S/PDIF, che fosse coassiale oppure ottico, era stato semplice, e io ero riuscito a inviare musica dalle uscite S/PDIF del lettore CD e del lettore Squeezebox II (massimo 48 kHz) perfettamente, la prima volta e tutte le volte. Non so se è possibile veicolare file PCM e/o DSD, con frequenze di campionamento elevate, con questo tipo di connessione; non sono attrezzato per verificarlo. Inoltre, ho letto che alcune schede audio per PC Windows dispongono di uscite S/PDIF. Comunque, non ho una scheda audio adatta per fare questa prova; preferisco prelevare il segnale dal PC via USB.
Invece, inviare musica al DAC tramite la porta USB del mio PC con Windows 10 era stata un'avventura. Per poter raccontare la mia storia, sono necessarie alcune informazioni tecniche di contorno. Come ho detto prima, tutto questo era nuovo per me, per cui vi prego di perdonare la mia spiegazione alquanto semplicistica. Molti chip DAC non riescono a decodificare il flusso PCM, inviato a pacchetti via USB, quando le frequenze di campionamento sono maggiori di 96 kHz. Per ovviare a ciò, su questo Doge è stato installato, a monte del chip DAC ESS Sabre, un chip chiamato XMOS. La Doge ha spiegato che questo è l'unico modo, oggi commercialmente possibile, per aggirare la limitazione dei 96 kHz. Il chip XMOS converte il flusso di dati USB nel formato S/PDIF, che poi il DAC può elaborare. Considerate che il DAC ESS Sabre è in grado di decodificare il formato DSD in S/PDIF, per cui il chip XMOS serve soltanto per alcuni formati PCM. Affinché l'XMOS possa svolgere il suo compito, nel PC bisogna installare un driver. E qui si era manifestato il primo problema. A causa di una modifica da parte del fornitore del chip XMOS, mi ero ritrovato un driver non aggiornato, per cui, ovviamente, il DAC non comunicava con il PC. Erano stati necessari un paio di giorni, e molta assistenza da parte della Doge, per capire esattamente quale fosse il problema; non appena installato il driver corretto, il problema di comunicazione era sparito all'istante. Immagino che la Doge sia in un certo qual modo seccata con il fornitore del chip XMOS, per questa cosa. Inoltre, la Doge sta rivedendo le sue procedure di test, per evitare, in futuro, il ripetersi di questo tipo di inconvenienti.
E dopo aver superato l'ostacolo numero uno, passiamo al numero due. Se siete utenti Mac potete saltare questo paragrafo, perché riguarda soltanto l'installazione di un dispositivo in ambiente Windows. Avevo deciso di installare Foobar 2000 come lettore multimediale, sul PC. Il motivo di questa scelta è piuttosto semplice: è l'unico lettore gratuito per Windows, che io conosca, in grado di gestire tutti i formati musicali e tutte le frequenze di campionamento che il DAC accetta. Ben presto, avevo scoperto che configurare Foobar per gestire file PCM e DSD con frequenze di campionamento elevate è qualcosa che è meglio lasciare ai programmatori e ai ragazzi nati con il mouse in mano. Ci avevo rinunciato ed ero passato a JRiver, sostanzialmente perché JRiver è l'unico altro lettore Windows compatibile che so essere in grado di svolgere questo compito. Con l'aiuto di Marc, della Doge, l'installazione guidata, tramite menu, di JRiver si era svolta correttamente e, nel giro di poco, avevo iniziato ad ascoltare musica via USB in tutti i formati che avevo a disposizione sul PC. La Doge sta preparando una pagina di supporto, corredata di schermate delle impostazioni di JRiver. Nel mio caso, per configurare JRiver avrei dovuto procedere per tentativi, se non avessi avuto assistenza da parte della Doge, poiché non capivo gran parte delle impostazioni. Quindi, questa nuova pagina di supporto sarà utilissima ai possessori di Doge 7 meno ferrati tecnologicamente. Per completezza, aggiungerei che mi è stato detto che, in un certo senso, è più facile impostare lo streaming audio via USB da un computer Apple. Sembra che il sistema operativo Apple (o come si chiama) integri già qualche lettore multimediale nonché i relativi driver. Non sono in grado di essere più specifico su questo e nemmeno intendo provarci.
E ora passiamo al terzo episodio dell'installazione del Doge 7. Scrivo questo paragrafo con un po' di imbarazzo, perché mi sento un po' stupido. Dopo che il Doge 7 era diventato pienamente operativo, mi ero reso conto che nell'impianto c'era un ronzio significativo. Il livello del ronzio era piuttosto inaccettabile e fastidioso. Utilizzando Audio Tool, un'app per Android, avevo avuto la conferma che il ronzio era, nello specifico, a 60 Hz. Pertanto, avevo iniziato la caccia per trovare il loop di massa. Questa operazione aveva comportato una lunga serie di attacca/stacca componenti, nonché l'installazione di un trasformatore di isolamento in ogni punto e in ogni combinazione di componenti possibile; però il ronzio persisteva. Alla fine, ero riuscito a stabilire che il ronzio era localizzato nel collegamento USB tra il PC e il DAC. A questo punto, avevo pensato: «Adesso devo scucire 260 dollari, più dazi e tasse, per un Intona High Speed USB Isolator solo per eliminare il ronzio dal mio nuovo DAC?» Sì, mi rendo conto che esistono altri prodotti che svolgono la medesima funzione a un prezzo minore, tuttavia essi sono limitati a 24/96! Circa in quel periodo, la Doge mi aveva informato che all'interno del DAC è presente un interruttore con cui si imposta la riduzione del rumore; però, sia nel manuale sia sul sito non si fa menzione di questo interruttore (vedere la terza foto, col cerchio rosso). Ancora adesso non ho idea di come funzioni. Spostando l'interruttore nella posizione Noise Reduction, il ronzio si era ridotto, sebbene di poco. Alla fine, in preda alla frustrazione avevo inserito un adattatore, senza la massa, al cavo di alimentazione del PC e il ronzio era scomparso completamente. A questo punto, ero decisamente confuso! Come poteva funzionare in quel modo, se non funzionava nemmeno il trasformatore di isolamento? Il dilemma mi aveva tormentato fino al giorno seguente, quando avevo esaminato il cablaggio del trasformatore e avevo scoperto che non aveva senso per un trasformatore di isolamento. Il cablaggio era insufficiente! Avevo trovato lo schema del cablaggio del dispositivo su Internet e, “Sorpresa!”, si trattava di un autotrasformatore, un tipo di trasformatore che non offre alcun isolamento. Mi ero semplicemente dimenticato di cosa avevo acquistato così tanti anni prima. Ora so, dopo aver corrisposto con persone che ne sanno un po' più di me in materia, che il ronzio/rumore, con un collegamento USB, è un problema comune. A saperlo! Suppongo che dobbiate sapere dove guardare per reperire informazioni di questo tipo. Una volta inserito l'adattatore, non c'era alcun ronzio o rumore percepibile proveniente dal DAC.
Dalle email scambiate con la Doge, avevo appreso che alle valvole in dotazione viene dato un tempo di riscaldamento molto breve, nella fabbrica di Shuguang. La Doge le fa funzionare per 48 ore prima di spedire l'apparecchiatura; tuttavia, vengono consigliate 150 ore di rodaggio prima che le valvole forniscano il massimo livello di prestazioni. Ricordo bene l'esperienza vissuta con il Doge 8, quando avevo tolto le valvole in dotazione dopo un giorno, perché il suono era molto scadente. Quindi, il primo passo era stato far funzionare il DAC per circa 8 - 10 ore al giorno, per oltre una settimana, prima di effettuare ascolti critici.
In un certo qual modo, il Doge 7 è unico, nel senso che ha due modalità operative. La prima, ovviamente, è come normale DAC, con una tensione nominale di 2,6 Vrms alle uscite non bilanciate (5,2 V a quelle XLR); la seconda è come pre-amplificatore, con il DAC Sabre che controlla il volume prima di inviare il segnale alle uscite. La tensione massima di uscita (per entrambe le modalità) è la medesima (25 Vrms non bilanciati). Alla Doge spiegano che questa caratteristica permette il controllo del volume dal telecomando a chi possiede un pre-amplificatore senza controllo remoto. La funzione è integrata nel chip DAC, per cui hanno deciso di implementarla. Va osservato che il controllo del volume è di tipo digitale, e quindi non c'è alcun componente aggiuntivo lungo il percorso del segnale analogico. Il livello del volume viene visualizzato con valori che vanno da 0 a 127. La Doge mi aveva detto che questo valore si riferisce al guadagno, ed è espresso in dB. La manopola del volume è piuttosto piccola; tuttavia, poiché, probabilmente, in molti casi non verrà utilizzata, questa è sembrata una scelta ragionevole. Un'altra cosa che vale la pena notare è che, nel mio caso, l'uscita del DAC era sufficientemente elevata da avermi permesso il collegamento diretto ai finali Canary CA330, sostanzialmente utilizzando il DAC come stadio linea. Tutto ha funzionato bene. L'impedenza di uscita del DAC Doge 7 e del pre-amplificatore Doge 8 è la medesima (600 Ω), per cui i finali Canary vedevano lo stesso tipo di sorgente. Ascoltando in entrambe le modalità, i risultati sono stati eccellenti, per cui nel prosieguo della recensione non si terrà conto della modalità operativa. Per i curiosi, la modalità pre-amplificatore era più trasparente, con una maggiore presenza, logicamente perché in questo caso il segnale salta del tutto lo stadio di pre-amplificazione e, oltretutto, non fa uso di un controllo del volume a resistenza.
Come ho detto, il Doge 7 può riprodurre molti formati audio:
Sebbene il mio interesse principale, e il mio investimento, sia nei dischi in vinile, nel corso degli anni ho collezionato una considerevole quantità di musica digitale, per la maggior parte in formato Red Book (CD). Molti CD che possiedo risalgono a prima del mio risveglio analogico, oppure sono acquisti fatti nei mercatini. Tutti i CD della mia collezione sono stati “rippati” su un hard disk, che ora si trova nel PC, di fresca installazione, adibito a music server (il vecchio PC di mia moglie). La mia collezione comprende anche qualche album in PCM 24/96 e 24/192, oltre ad alcuni album, acquistati recentemente, e alcuni campioni in DSD64 e DSD128. Prima dell'arrivo del Doge 7, la mia catena digitale consisteva di un lettore Arcam CD73, collegato via S/PDIF a un Musical Fidelity X-DAC-V3 / X-PSU-V3, e di uno Squeezebox II, anch'esso collegato via S/PDIF al DAC MF. Durante la recensione del Doge 7, avevo scoperto che lo Squeezebox II ha l'uscita limitata a 48 kHz! Quando riproducevo file audio 24/96 con il Logitech Media Server, esso indicava 24/96, ma se il segnale passava dal Doge 7, il display indicava 48! E chi lo sapeva! Tutti questi anni... Non mi meraviglio di avere avuto difficoltà a distinguere le differenze tra Red Book, 24/96 e 24/192! Grazie, Doge, per aver visualizzato quell'informazione sul display.
Nel corso del periodo di ascolti, sono stati riprodotti i seguenti formati audio:
La stragrande maggioranza del tempo era stata dedicata all'ascolto di JRiver su PC, con collegamento USB. Il componente chiave della parte digitale di questo DAC è, naturalmente, il chip DAC a 32 bit ESS Sabre ES9018, di progettazione canadese. La ESS è un'azienda con sede in California; tuttavia, la divisione Ricerca & Sviluppo, per quanto riguarda i DAC, si trova a Kelowna (Columbia Britannica). Prima dell'arrivo, nel 2016, dell'ES9028PRO (da parte della medesima azienda), l'ES9018 era considerato uno dei migliori DAC esistenti. Dato il pedigree di questo famoso chip DAC, è lecito aspettarsi grandi cose dalla parte digitale del Doge 7. La parte analogica del Doge 7 è, sostanzialmente, uno stadio linea 100% valvolare che utilizza valvole 12AX7 e 12AT7. Visto il travolgente successo della Doge e le lodi che hanno ricoperto il pre-amplificatore Doge 8, che utilizza la medesima combinazione di valvole, se ne può dedurre che, sicuramente, almeno alcune delle qualità analogiche del Doge 8 siano state trasferite al Doge 7.
Più il mio impianto è migliorato nel corso degli ultimi anni, più il suono dei CD è sembrato un passo indietro. I miei componenti per la riproduzione digitale non riuscivano a tenere il passo. Il Doge 7 sarebbe riuscito a spostare l'ago nella direzione giusta? Il Doge 7 offre prestazioni high-end, in tutti i sensi. Era bastato ascoltare un brano per rendersi conto che c'era una differenza significativa tra il Doge 7 e il mio X-DAC-V3. Il Doge è più raffinato, ha un maggiore dettaglio, è più armonioso e naturale. Il Doge 7 ha un basso generoso, esteso, e un medio-basso allo stesso tempo saldo e controllato. Una simile prestazione in gamma bassa era qualcosa di completamente inatteso, e mi aveva sinceramente sorpreso. E questa è stata la seconda volta che un prodotto Doge mi ha sorpreso; in passato, la dinamica del pre-amplificatore Doge 8 mi aveva suscitato la medesima reazione. La gamma media, critica di per sé, dove risiede il cuore della musica, veniva riprodotta in maniera naturale, equilibrata e dettagliata. L'estremo in gamma alta può mettere in mostra i punti deboli di un DAC, ma in questo caso non c'era nulla da dichiarare. Le frequenze più elevate suonavano naturali come il resto, senza tracce di spigolosità digitale. Il risultato complessivo era dettagliato, con buona dinamica, e tuttavia era armonioso e naturale.
Il Chet Baker Test: sono un trombettista dilettante, di conseguenza possiedo molta musica per tromba (classica, big band, jazz) che apprezzo tutta. Uno dei miei trombettisti preferiti è Chet Baker, non perché ci siano chissà quali virtuosismi nel suo modo di suonare, bensì per il feeling, per quella carica emotiva che dà alla musica. Uno degli ingredienti chiave che gli permette questo è il suo tono. Le sue note sono sempre morbide come la seta. Qualsiasi trombettista può riconoscere quanto difficile sia ottenere una tonalità simile. Il Doge 7 riproduceva con coerenza il tono pieno e arrotondato di Chet Baker, senza freddezza né asprezza. Non è certo un compito facile per un componente digitale. Però quel tono caratteristico comunque c'era, e io mi ero goduto Chet fino in fondo. Quando ripenso al periodo degli ascolti, mi tornano in mente le solite parole: pieno, esteso, arioso e naturale; le voci e gli strumenti non tradivano mai la loro origine digitale.
In varie occasioni ho ascoltato il Doge 7 per parecchie ore di seguito, senza mai provare fatica d'ascolto digitale o il temuto mal di testa digitale. Non intendo dire che il Doge 7 riesca a eguagliare la trasparenza e la presenza della testina Zyx Universe montata sul braccio Dynavector DV507MKII del Lenco L75 da 36 kg, interamente ricostruito, collegato a un trasformatore step-up Coincident Statement e all'eccezionale stadio phono a valvole del Doge 8. Sto dicendo che è abbastanza buono da farmi apprezzare davvero la mia musica digitale per tutto il giorno. La mia catena digitale ha finalmente compiuto un passo da gigante nell'impresa di arrivare al livello di quella analogica. Il Doge 7 è davvero un significativo e, forse, un singolare exploit per un prodotto del suo prezzo!
Il DAC a valvole Doge 7 è una novità. L'esemplare che ho ricevuto proviene dal primo lotto di produzione destinato alla vendita al dettaglio. Come capita per il lancio di un qualunque prodotto, gli inconvenienti da me sperimentati non dovrebbero succedere ai futuri acquirenti.
I produttori realizzano lettori CD e DAC le cui specifiche sono decisamente migliori di quelle di pressoché tutti i dispositivi analogici, ma le sole specifiche non bastano; il suono deve essere realistico. La morale della favola è che il Doge 7 è frutto dell'unione di un chip DAC high-end con uno stadio linea valvolare di razza, un'unione che fa dimenticare in fretta le sue origini digitali e permette di godersi la musica. Sostanzialmente, non è questo l'aspetto più importante che si può chiedere a un impianto per la riproduzione di musica digitale?
Ricordo di aver letto un paio di autori che dicevano che quando si deve scegliere tra cavo coassiale oppure ottico per un collegamento S/PDIF, è meglio scegliere il coassiale, perché, con la conversione in ottico, l'S/PDIF crea del jitter; contrariamente, il coassiale non richiede conversioni, e quindi niente jitter. Ho deciso di provare. Il mio lettore CD ha sia l'uscita coassiale sia quella ottica; il Doge 7 ha due ingressi coassiali e due ottici. Quindi, entrambe le uscite del lettore CD sono state collegate al DAC; ho ascoltato CD di vario genere mentre commutavo gli ingressi del DAC con il telecomando. Non sono stato in grado di riscontrare alcuna differenza. Ci sono varie conclusioni possibili:
Nel corso dei mesi scorsi ho letto molto sull'argomento e sull'interminabile dibattito riguardante l'esistenza o meno di differenze udibili tra una normale registrazione su CD (Red Book), i file PCM ad elevato bitrate e il formato DSD. Ho trovato alcuni articoli molto validi, ben scritti, tecnicamente argomentati, di persone molto istruite (ad esempio, un professore di Harvard) che spiegano che non c'è alcuna differenza percepibile. Ho trovato anche i medesimi che difendono l'altro lato della questione. Devo dire che le argomentazioni usate dai sostenitori del “pro” sembrano spesso un po' più difficili da seguire. Allora, la mia esperienza di ascolto con il Doge 7 cosa ha rivelato?
Non credo, a questo punto, di aver ascoltato sufficientemente a lungo per trarre conclusioni certe sulle differenze, se ce ne sono, tra i vari formati. Penso che servano ascolti molto più attenti e confronti diretti per essere in grado di formulare un'opinione. A tutt'oggi, non posso dire di avere riscontrato differenze coerenti tra un file PCM 24/96, 24/192 o DSD64. Possiedo solo un file DSD128, per cui non mi pronuncio su questo formato. In alcuni casi, non tutti, credo che i file PCM ad elevato bitrate e i file DSD siano caratterizzati da una migliorata pienezza o ariosità del suono nel suo complesso, se si confronta la registrazione con l'equivalente in formato Red Book. Se siete orgogliosi possessori di un Doge 7, dovrete decidere se valga la pena spendere soldi in più per i formati in alta risoluzione.
La Doge offre all'acquirente la possibilità di aggiungere un'uscita bilanciata (XLR) al DAC. La versione con uscite RCA e XLR ha sei valvole 12AX7 e due valvole 12AT7, mentre la versione solo RCA ha quattro valvole 12AX7 e due valvole 12AT7. L'unico motivo per cui lo dico in questa sede è che se qualcuno decide di sostituire le valvole e usa solo l'uscita RCA, nella versione RCA/XLR dovrà cambiare solo sei valvole anziché otto. Le valvole da sostituire sono le sei poste sul lato destro guardando il DAC dal pannello frontale. Va fatto notare che le valvole fornite dalla Doge suonavano significativamente meglio di quelle del Doge 8, sei anni fa; quindi, la sostituzione delle valvole è più una scelta che una necessità.
Quello che segue è un elenco parziale della musica ascoltata, con qualche commento.
Le specifiche complete sono disponibili sul sito Doge, al link pubblicato sopra.
Formati audio: tutti i formati esistenti.
Bitrate:
Valvole:
Specifiche:
Diffusori: Coincident Total Victory I migliorati al modello Total Victory II da Isreal Blume (il progettista), migliorati ulteriormente con piedini più ampi e modificati da me per la bi-amplificazione (modifica recente).
Amplificatori: monoblocchi Canary CA330 con valvole rettificatrici e di pilotaggio NOS e triodi di potenza Genalex Gold Lion PX300B.
Pre-amplificatori: Doge 8 con 4 valvole NOS 1960 Siemens 12AT7 e 4 valvole NOS EI 12AX7 del periodo pre-bellico. Nota: questo componente è stato sostituito da un Doge 8 Clarity.
Sorgenti digitali: lettore Arcam CD72 (usato solo come meccanica) - Logitech Squeezebox Music Streamer + alimentatore esterno lineare Powerwave HA-5. Entrambi i dispositivi sono collegati a un Musical Fidelity X-DAC V3 con alimentatore dedicato X-PSU V3.
Sorgenti analogiche: Lenco L75 #1 (principale) interamente ricostruito, base da 34 kg, braccio Dynavector DV507 MKII, testina Zyx Universe, trasformatore step-up Coincident Statement MC. Lenco L75 #2 (secondaria) parzialmente ricostruito, braccio originale Lenco, testina Denon DL160, Project Phono Box SE II.
Cavi: tutti i cavi sono progetti fai-da-te ideati e realizzati dall'autore, tranne il cavo di uscita del trasformatore step-up MC, che è un Tara Labs RSC Vector 1, e il cavo del Dynavector, fornito con il braccio.
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