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La Garrard Labs era
un'Azienda inglese che dagli anni '60 agli anni '80 costruì
una serie di giradischi alcuni dei quali hanno lasciato un segno
indelebile nella storia dell'HiFi.
Due esempi su tutti sono il 301
ed il 401, due giradischi professionali oggi riportati ai vecchi
fasti grazie alla Slate Audio che costruisce dei bellissimi cabinet
in marmo per i suddetti. Una foto di un 301 la potete vedere qui
sotto.
Ma non sono qui per
parlarvi di oggetti oggi difficili da trovare (soprattutto qui in
Italia) ma piuttosto di un giradischi Garrard che negli anni '70 ha
conosciuto un certo successo di vendite grazie alla buona
reperibilità ed al basso costo. Si tratta del Garrard Zero
100 SB, un giradischi con varie soluzioni molto particolari che
cercherò di illustrarvi in questo articolo.
Il Garrard Zero
100 SB, introdotto in Italia nel 1971, presentava all'epoca delle
particolarità estremamente interessanti.
Intanto si tratta
di un giradischi con trazione a cinghia e controtelaio sospeso su 4
molle che lavorano in compressione. Le molle sono smorzate tramite
dei tamponi interni in gommapiuma. Il motore è un sincrono
Syncro-Lab sempre di produzione Garrard, molto silenzioso e
robustissimo.
Piatto e contropiatto sono solidali, il perno è
fissato al controtelaio e si infila nel piatto che quindi include la
sede del perno (smontabile!!!).
Lo Zero 100 SB può
funzionare in modalità automatica (con un ingegnosissimo
sistema meccanico di leve, rimandi e molle, peraltro molto
silenzioso) oppure in modalità audiophile, cioè
completamente manuale. Il cambio della velocità avviene
tramite un interruttore che sposta meccanicamente la cinghia su una
diversa posizione dell'albero motore (sprovvisto di puleggia).
Le
vibrazioni causate dal motore sono smorzate tramite tre rondelle in
gomma.
Il controtelaio è in acciaio, delle 4 molle 2 sono
regolabili dall'alto tramite un semplice cacciavite a
taglio.
L'insieme è molto robusto e pesante e la
costruzione meccanica di buon livello, trattandosi di un prodotto non
eccessivamente costoso.
Per capirci, nel 1975 lo Zero 100 SB
costava in Italia circa 180.000, mentre, per fare un paragone con dei
giradischi ancora oggi sul mercato, un Thorens TD 166 costava 120.000
ed un TD 145 circa 155.000.
Il tappetino di serie è, come
di norma per quei tempi, in gomma pesante.
Ma il vero interesse
dello Zero 100 SB deriva da nome. Zero sta infatti ad indicare
una geometria del braccio di lettura ad errore di tracking NULLO. Si,
avete letto bene, errore di tracciamento NULLO e non stiamo parlando
di un braccio tangenziale ma di un normale imperniato.
Come sia
possibile tutto ciò è presto detto: il braccio dello
Zero 100 SB è composto di due canne parallele e snodate, una
sorta di pantografo: in pratica come il braccio si sposta lungo il
disco, la testina si mantiene tangenziale rispetto ai solchi perchè
libera di ruotare imperniata alle due canne.
La foto dovrebbe
essere molto più chiarificatrice di ogni spiegazione a parole.
Ad essere onesti occorre ricordare che questa ingegnosa idea non è merito dei tecnici Garrard quanto piuttosto della Burne-Jones & Co. LTD., una Ditta inglese che negli anni '50 progettò e costruì il famoso braccio B.J. Parallel Tracking Arm (braccio a tracciamento parallelo) del quale potete ammirare qui una stampa originale dell'epoca (cliccare per la foto grande).
Vi chiederete: perchè
un'idea così ingegnosa, un braccio imperniato ad errore nullo,
non ha avuto seguito? La ragioni sono molteplici: intanto il sistema
era complicato, con vari snodi che contribuivano ad aumentare
l'attrito orizzontale del braccio in movimento. Per minimizzare gli
attriti si doveva ricorrere ad articolazioni piuttosto *lasche* che
quindi diminuivano di fatto la rigidità strutturale del
braccio. In alternativa si sarebbe dovuto ricorrere a cuscinetti di
altissima percisione che ne' Burne-Jones ne' i Garrard Labs si
potevano permettere a quei tempi senza far lievitare eccessivamente i
costi.
Oggi questa tecnologia sarebbe implementabile a costi più
bassi e con risultati migliori ma, ovviamente, in un mondo digitale,
non avrebbe più senso.
Le particolarità del braccio
Zero 100 non finiscono qui. L'antiskating, differenziato per puntine
ellittiche e coniche, era di tipo addirittura magnetico, quando molta
concorrenza utilizzava ancora i fili ed i pesetti. L'alzabraccio era
idraulico e regolabile in altezza.
Il blocca-braccio è un
altro pezzo forte: un blocchetto in alluminio che aggancia il braccio
da sotto e lo blocca senza possibilità di errore. Il
contrappeso è smorzato ed isolato dalla canna per mezzo di una
struttura in gomma mentre il peso si imposta tramite un pesetto a
slitta che scorre al di sotto del braccio lungo una scala graduata.
Il particolare dello snodo del braccio è visibile in foto
(cliccarci sopra per l'immagine a piena risoluzione).
Questo braccio,
piuttosto raffinato anche guardandolo con gli occhi più
smaliziati di oggi, è secondo me un piccolo capolavoro di
ingegno, un ottimo connubio tra un'idea teoricamente perfetta ed
un'ottimizzazione dei costi per un prodotto destinato al mercato di
massa.
L'aspetto più criticabile è il portatestina,
a slitta sfilabile che, se da un lato permette di sostituire con
facilità la testina, dall'altra non offre un appoggio solido e
rigido al pick-up.
Viceversa, nonostante la notevole complessità
meccanica di snodi ed articolazioni, l'attrito orizzontale e
verticale del braccio sono ridottissimi, non al livello di un
semplice e moderno imperniato, ma comunque sorprendentemente
contenuti.
Il Garrard Zero 100 SB
è stato venduto in un gran numero di esemplari e la sua scarsa
attitudine all'utilizzo pro in discoteche e sale da ballo (avvio
lento, braccio particolare etc.) lo ha preservato -normalmente- da un
uso esasperato.
Un esemplare in ottime condizioni lo si può
pagare anche 150.000 lire ma non ritengo lecito andare oltre. Il mio
esemplare è stato salvato da un destino crudele: era finito in
una cantina, con tracce di ruggine, cavi strappati e mobile in legno
semidistrutto. Quando lo acquistai, per 20.000 lire (o erano 30?
Boh!), non ero neppure sicuro che funzionasse, visto che coi cavi
strappati non era collegabile neppure alla rete elettrica.
Dopo
uno smontaggio COMPLETO ed un paio di sere di lavoro sono riuscito a
riportarlo in condizioni pari al nuovo, sverniciando, eliminando le
tracce del tempo, e riverniciando come da originale. Mia moglie che
ha assistito al *rilevamento* (e mi chiese perchè stavo
acquistando roba da bidone della spazzatura) ed al successivo
restauro, ora ammette che è uno dei pezzi più belli
della mia collezione personale.
Il lavoro non è da tutti e
bisogna avere una buona padronanza del fai da te e sapere dove e come
metter mano ad un giradischi. Basta un piccolo errore per fare danni
irreparabili.
Tuttavia questa era una situazione limite. Nella
maggior parte dei casi il vostro Zero 100 SB sarà funzionante
ed in buone condizioni estetiche.
Le solite piccole attenzioni per
l'installazione e la manutenzione del giradischi le trovate su due
articoli di questa stessa sezione.
I
particolari ai quali fare attenzione sono:
Le articolazioni e gli snodi del braccio. Fate attenzione che non abbiano un gioco eccessivo.
Le molle del controtelaio. Controllate il loro stato. Verificate anche se sono ancora presenti i tamponi smorzatori in gommapiuma interni alle molle stesse.
Lo stato del perno. Controllate che sia dritto e non rigato. Basta far girare a mano il piatto per accorgersi se si mantiene perfettamente in piano senza oscillare. Se oscilla il giradischi è da buttare. Occhio a non confondere l'oscillazione del piatto con quella del controtelaio.
Il motore. La parte più robusta ma anche la più difficile da trovare usata. Controllate che l'alberino giri senza oscillare e senza fare troppo rumore.
La cinghia. Controllatene lo stato d'uso ma non fatene una questione di vita o di morte. Una cinghia usata simile si trova facilmente o la si può persino autocostruire.
Chiedete di poterlo ascoltare: è un modo per capire se i cavi sottilissimi che portano il segnale dalla testina fino ai connettori RCA d'uscita (solidali al braccio, moooolto comodi) non siano strappati, cosa che potrebbe richiedere una riparazione faticosa e per mani esperte.
Concludo così
la prima puntata dedicata al Garrard Zero 100 SB. La Prova
d'ascolto la potete leggere in un articolo separato. In un terzo
articolo potrete scoprire varie modifiche che si possono effettuare
sul Garrard per riportarlo a condizioni *sonore* attuali, modifiche
che possono essere riciclate per altri giradischi analoghi.
Niente di stravolgente, tutto resta nel perfetto rispetto
dell'originalità del progetto e senza modifiche estetiche
visibili.
Il Garrard Zero 100 SB è così bello che
sarebbe un delitto modificarne l'estetica.
Copyright © 1998 Lucio Cadeddu
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