[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]
Prodotto:
MHDT Lab Havana NOS DAC
Fabbricante: Mhdt
Lab - Taiwan
Costo: 872 US$ (circa 620 € (3% di sconto in
caso di acquisto diretto al di fuori di eBay) + spese di
spedizione.
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Data recensione: Novembre 2009
Traduzione:
Marco Fiorani
Di questi tempi siamo viziati quando si tratta di scegliere un DAC (e tutto l'hi-fi in genere). Sembra che ce ne siano talmente tanti disponibili che sceglierne uno diventa un compito alquanto difficile. Molti di essi arrivano dall'Estremo Oriente, spesso sono disponibili direttamente dal produttore o tramite negozi eBay. Uno di questi fornitori è MHDT Laboratory Audio Devices, la cui base è in Cina e che ci ha fornito l'oggetto di questa recensione: il loro top di gamma Havana DAC. Avevo già sentito parlare di Mhdt Lab in precedenza dato che è abbastanza facile leggere i commenti dei suoi clienti su vari forum in rete. Giudicando da questi commenti sembrerebbe che gli altri DAC prodotti da Mhdt, il Paradisea e il Constantine +, abbiano avuto una ottima accoglienza da parte di coloro che li hanno acquistati.
Quando mi è stato offerto di scegliere uno dei DAC prodotti da Mhdt per questa recensione, ho deciso per l'Havana soprattutto perché non utilizza nessuno dei due chip 1543 e 1545. Non che abbia qualcosa in contrario riguardo questi chip, ma ho già ascoltato molti DAC che li utilizzano. Ciò che mi rendeva interessante l'Havana era il fatto che utilizza un chip meno conosciuto, il Burr Brown PCM56P, o meglio due di questi chip in modalità dual mono. Il PCM56P non è un integrato nuovo, in realtà è uno dei più datati, quindi per quale motivo qualcuno dovrebbe prendersi la briga di sviluppare un DAC proprio basandosi su di esso? Ebbene mi possono venire in mente due ragioni possibili: o che siano maledettamente a buon mercato, oppure che il progettista ne sia entusiasta. Ritengo che nel caso dell'Havana la seconda ragione sia la più probabile, soprattutto nel caso in cui si tratti di disegnare il DAC top di gamma! E non c'è niente di sbagliato nell'utilizzare un "vecchio" chip come potranno dirvi i fan del TDA 1541. Per quanto mi riguarda adoro il TDA 1543 che non è più in produzione.
I PCM56P sono accoppiati ad un chip ricevitore CS8414 in modalità non oversampling. Questo limita l'operatività 96 Khz e preclude l'utilizzo con un HDCD, ma in ogni caso la maggior parte dei NOS DAC hanno specifiche tecniche molto simili sotto questo aspetto. Lo stadio di uscita viene fornito di serie con una valvola GE5670 ma se si è in vena di sperimentare valvole di altro tipo, si possono usare anche le 2C51, le 396A, le 6385, le 6CC42, le 6854, le 6N3, le 6854, le CV2575, le CV4013, le CV5894, le CV8247 e le CV2381 come alternative. Sono previsti ingressi di tipo SPDIF coassiale, Toslink e USB. Sono rimasto leggermente perplesso che in un DAC di questo livello di prezzo non sia stata prevista una connessione BNC. La tensione di alimentazione è selezionabile dall'utente fra 115 e 230 volt.
L'Havana è alloggiato in un contenitore attraente, un mix di alluminio satinato con un pannello di acrilico fumé per il frontale. Trovo che la giustificazione per un contenitore metallico, ovvero la schermatura contro le radiofrequenze sia una piccola bizzarria. Con un pannello frontale in acrilico, la schermatura è in effetti compromessa sebbene ciò non sembri avere praticamente alcun effetto negativo sul suono. Il frontale in acrilico fumé dona un aspetto elegante e consente la piena visibilità ai vari led senza farli spuntare attraverso dei fori nel pannello frontale stesso. L'interruttore di accensione e spegnimento è situato sul davanti, leggermente decentrato a sinistra. La valvola è visibile attraverso un'apertura ritagliata sul pannello superiore del contenitore (e in maniera minore dal pannello frontale). Nella parte posteriore del contenitore si trovano le uscite analogiche RCA, quella ottica Toslink, le entrate digitali RCA e la porta USB. E, naturalmente, una vaschetta di alimentazione IEC. In più c'è un commutatore che consente di selezionare gli ingressi fra Toslink e coassiale. Nel complesso l'Havana ha un aspetto attraente ed è convenientemente compatto tenendo conto che include un buffer a valvole. Le dimensioni sono: 28 cm (L) x 15 cm (P), 7.5 cm (A); il peso è di 1,83 Kg.
L'esemplare oggetto del test è arrivato molto ben imballato senza alcun segno di danneggiamenti dovuti al trasporto. Dopo averlo disimballato l'ho inserito nel mio secondo sistema di riferimento per alcuni giorni di rodaggio e solo in un secondo momento mi sono messo ad ascoltarlo. Il sistema comprendeva un Logitech SB3 modificato che alimentava l'Havana che a sua volta era collegato direttamente con un amplificatore in classe T, Virtue Audio TWO, visto che quest'ultimo possiede già uno stadio di buffer. Gli altoparlanti erano i miei Mordaunt-Short Pageant II leggermente modificati. La prima cosa che ho fatto è stato alzare il volume (al massimo) senza suonare musica e verificare se c'era un qualsiasi rumore indesiderato. Non ce ne era alcuno anche utilizzando dei diffusori ad alta efficienza e, per essere un DAC con uno stadio a valvole, l'Havana è decisamente silenzioso.
Dal punto di vista sonoro l'Havana impressiona! Una grande e robusta presentazione che spara fuori dettagli a palate! Si tratta di uno di quei componenti hi-fi che vi incoraggia a dargli in pasto il materiale più difficile e che poi vi stupisce per quanto bene lo controlla. Suonando alcuni brani di Patricia Barber sono stato estremamente colpito dalla tensione del basso acustico e dalla resa della batteria a grandezza naturale. Tutto iniziava e finiva con immediatezza tale da rendere la presentazione molto emozionante. L'immagine sonora è forte ed il palcoscenico è largo e profondo. Il bilanciamento tonale è uniforme su tutto lo spettro delle frequenze. L'Havana si presenta molto musicale.
Inizialmente trovavo che le voci maschili erano in qualche caso un po' chiuse. Non in tutte, ma solo in alcune registrazioni, le voci suonavano leggermente differenti da come ero abituato ad ascoltarle con qualcosa come il mio solito Scott Nixon DacKit. Per quanto riguarda il DacKit (il mio è pesantemente modificato), ritenevo fosse migliore dell'Havana in termini di emozione che riusciva a trasmette alla musica. Questo non vuol dire che l'Havana non trasmettesse emozione, ma solamente che il DacKit lo faceva meglio a giudicare dalle mie orecchie. Ora sono convinto che la "chiusura" era dovuta al rodaggio non completo dell'Havana e non ne ho più ritrovato traccia nel seguito delle mie prove. Oltre a questo non ho potuto cogliere ulteriormente in fallo l'Havana, ma ad essere proprio onesti non l'ho trovato abbastanza coinvolgente da ascoltarlo molto a lungo, così l'ho ho spostato nel mio sistema principale per vedere come si comportava lì.
Dopo aver inserito l'Havana nel mio sistema principale composto da Logitech SB3, Behringer DEQ2496, Havana, Gainclone a quattro canali e Hawthorne Duets (con crossover attivo e amplificatori a transistor separati per i woofer) non ho trovato molto di più da dire in proposito. L'ho trovato molto impressionante dal punto di vista hi-fi ma senza quel qualcosa che mi avrebbe realmente trattenuto incollato alla sedia. Mi chiedevo perché qualcosa che suonava così bene non riusciva ad intrigarmi maggiormente ed ho impiegato del tempo cercando di capire esattamente cosa c'era che non andava. Non sono riuscito ad arrivare ad una conclusione definitiva se non che non mi rendeva completamente soddisfatto ascoltarlo anche se mi impressionava. Quindi ho avuto un'idea. Mi ero reso conto dell'importanza dei sistemi di supporto per componenti hi-fi sin dalla recensione dei VertexAQ. Così ho preso uno dei loro sistemi di accoppiamento e l'ho posizionato fra l'Havana e la base di granito del mio impianto. E nel giro di pochi minuti mi ero completamente innamorato dell'Havana! Sapevo che i supporti della Vertex lavorano bene sotto qualsiasi cosa io li piazzi, ma non avevo ancora avuto esperienza di una trasformazione di questa portata! Tutto era migliorato ma quello che era più importante era che ora l'Havana tirava fuori emozioni a palate dalla musica! Il basso già profondo e teso era divenuto addirittura più veloce ed espressivo. Con i supporti al loro posto l'Havana letteralmente canta!
Il passo successivo era di collegare l'Havana ad un PC tranite la porta USB (al posto dell'SB3). Ho utilizzato la mia combinazione abituale costituita da un Pentium 3 con sistema operativo Ubuntu ed Exhaile come programma per riprodurre musica. Non è stato possibile eseguire una comparazione esatta con l'SB3 in quanto con quest'ultimo utilizzo il Behringer DEQ2496 per equalizzare i bassi, ma quello che posso dire è che utilizzando la connessione USB l'Havana si comporta altrettanto bene che con l'SB3. In realtà, la connessione USB è leggermente più trasparente rispetto alla connessione con l'SB3 ma, perdendo il vantaggio dell'utilizzo del DEQ2496 il basso non è più così teso ed il palcoscenico sonoro non è più altrettanto chiaramente definito. Queste considerazioni si applicano a tutti i DAC USB che possono essere collegati sia tramite porte USB che SPDIF e non sono sono una critica alle prestazioni dell'Havana. In effetti, le prestazioni dell'Havana sono state forse le migliori che abbia potuto riscontrare con una connessione USB e mi è spiaciuto di aver già restituito il KingRex UD-01 per cui non era possibile effettuare un confronto diretto fra i due.
Con entrambe le sorgenti l'Havana mi è veramente piaciuto. In particolare ho apprezzato qualsiasi brano contenesse degli archi. I violini erano resi con un tono ricco e vellutato che ricordava un buon bicchiere di Guinness. Le chitarre acustiche avevano una chiarezza che sorpassava qualsiasi cosa avessi mai ascoltato con altri DAC, e che tono meraviglioso! E un basso così teso non l'avevo ancora ascoltato con nient'altro! L'Havana riesce a conciliare una presentazione forte (potente) con una delicatezza tale da consentire che i dettagli più fini siano percepiti e non soverchiati. La semplice quantità di micro-dettagli assicura che qualsiasi atmosfera sia resa in maniera molto evidente. Per esempio, nell'album "Toward The Within" dei "Dead Can Dance", la traccia 6, "The Wind that Shakes the Barley" ha rivelato delle sonorità di sottofondo di cui non mi ero mai accorto prima. Si riconosceva anche il suono dei respiri dei coristi, come pure quello prodotto dallo scivolare delle dita sulla chitarra o dalla loro pressione sui tasti del sassofono. Non sono riuscito a trovare nulla che l'Havana non abbia suonato bene. E per alcune ragioni che ancora non so spiegarmi, ha fatto un lavoro particolarmente buono riproducendo registrazioni più anziane, quelle che normalmente suonano meno travolgenti. L'Havana sembrava fornire a queste registrazioni un po' di verve facendole suonare più fresche. E' un vecchio luogo comune nell'alta fedeltà, ma l'Havana mi ha realmente avvicinato alla musica!
Se si eccettua la
mancanza di una connessione BNC, l'unica cosa che posso criticare
dell'Havana è la necessità di una modalità migliore per quanto
riguarda l'accoppiamento con il supporto base del sistema, cioè
qualcosa che prosciughi le microfonicità. Si sente inoltre un
leggero rumore quando si inserisce il relé del ritardo di
smorzamento ma questo è sempre meglio che ascoltare il rumore dello
stadio a valvole mentre si scalda! Per quanto riguarda questo
argomento conviene anche menzionare il fatto che l'Havana suona
meglio dopo che si è scaldato per circa un'ora, pertanto è una
buona idea accenderlo con buon anticipo rispetto a quando si vuole
iniziare ad ascoltarlo.
Detto questo, bisogna precisare che non suona mai male durante questa prima ora! Ma ricordatevi anche i miei
commenti relativi al posizionamento sul supporto. Non canterà veramente finché questa problematica non sarà risolta. Sono ancora un po' sorpreso di quanto miglioramento sia stato introdotto dall'utilizzo di un sistema di accoppiamento con il supporto, ma forse la risposta ha qualcosa a che vedere più con lo stadio a valvole che con la sezione DAC; le valvole sono molto più microfoniche! Quindi vi consiglio vivamente i supporti VertexAQ
e una buona base in granito, ma ciascuno di voi può avere il proprio
metodo preferito per posizionare in maniera ottimale le
apparecchiature.
In conclusione l'Havana vale il prezzo richiesto? Posso senza dubbio rispondere sì, se non altro per il suo livello di prestazioni. Il fatto che abbia inoltre uno stadio a valvole è un'ulteriore giustificazione. In realtà non dovremmo sottostimare la qualità dello stadio a valvole nel giudicare le prestazioni dell'Havana. Il costo di un buffer separato o di un preamplificatore decenti (che siano all'altezza della qualità sonora dell'Havana) e di un ulteriore serie di cavi di interconnessione dovrebbe essere completamente controbilanciato dal prezzo dell'Havana. Allora quest'ultimo appare ancora più competitivo in termini di costi!
Quindi si può aggiungere questa recensione a quelle del fan club di Mhdt Lab! Quando si tratta di produrre un DAC che suoni in maniera decente, sembra proprio che sappiano il fatto loro. L'Havana ottiene una raccomandazione di cuore. Ho iniziato questa recensione disquisendo su come molte (se non la maggior parte delle) apparecchiature hi-fi siano vendute in questi giorni: cioè direttamente dall'Estremo Oriente. Il vantaggio in tutto ciò è che in mancanza di un distributore locale non c'è il relativo ricarico. Lo svantaggio è che diventa molto più difficile (se non addirittura impossibile) ascoltare le apparecchiature prima di acquistarle. Ritengo che a questo punto si inserisca il lavoro di noi recensori, e in questo caso spero non solo di aver portato l'Havana alla vostra attenzione ma anche di avervi rassicurato del fatto che esso merita realmente un posto in qualsiasi sistema high-end.
© Copyright 2009 Nick Whetstone - www.tnt-audio.com
[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]