Prodotto: Fonorivelatore MC Lyra Dorian Recensito da: Werner Ogiers - TNT
Belgium
Produttore: Lyra - Giappone
Prezzo: € 800
Pubblicato: Ottobre, 2007
Traduzione: Gianfranco Viola
Fin dai tempi della recensione 'Tell Lyra I Love Her' che Ken Kessler pubblicò nel lontano aprile 1991 sulla rivista Hifi News & Record Review covavo il desiderio di provare un prodotto Lyra: Kessler la elogiò a tal punto (*) che, ancor prima di stringerne tra le mani un esemplare, già ne ero innamorato. Naturalmente, a quei tempi, uno studente squattrinato quale io ero (possessore di un disastroso flat earth come il Linn Axis con AT OC9) una testina di lettura da oltre 1500 euro come la Clavis poteva solo sognarsela. Ed infatti me la sognai, lasciando che gli anni temperassero il languore. Anni che mi videro abbandonare senza rimpianto la OC9 per oggetti dal carattere meno gelido (John Michell mi aveva fatto ascoltare la Koetsu, altro desiderio irrealizzabile per un assistente ricercatore): Ortofon MC25FL, Benz Micro MC Scheu, con approdo finale alla Jan Allaerts MC1b. Quest'ultima costa quanto una batteria di modelli Lyra messi insieme: quindi il (più o meno) recente debutto della 'economica' Dorian nel listino Lyra ha riacceso il mio antico interesse.
Azienda affascinante, la Lyra Audio. Con sede in Giappone, ma guidata dal norvegese Stig Bjorge e dall'americano Jonathan Carr, nacque col nome di Scan-Tech per commercializzare hi-fi e costruire fonorivelatori per conto di produttori del calibro di Audioquest, Spectral e Linn. All'inizio degli anni 90 Scan-Tech lanciò una sua linea di testine MC col marchio Lyra e poco più tardi partecipò alla realizzazione e ai successivi sviluppi del leggendario, radicale e ultracostoso pre fono Connoisseur Definitions.
Oggi Lyra Audio è una creatura indipendente giacché le attività di commercializzazione sono state trasferite ad un'altra azienda, la quale realizza fonorivelatori commercializzati con il proprio marchio, ma anche per altri costruttori (il tutto creato dalle mani del maestro artigiano Yoshinori Mishima), produce inoltre la gamma dei pre Connoisseur Definitions in continua evoluzione, nonché la linea di amplificatori e lettori CD Lyra Ampion (dal prezzo abbordabile) riservati al solo mercato giapponese. Stig si occupa della gestione aziendale, mentre Jonathan è responsabile di tutta la progettazione - testine ed elettroniche - il che lo rende una sorta di homo universalis nel mondo dell'audio. Entrambe, per di più, persone simpatiche: con Stig ho passato una mezza giornata a chiacchierare alla mostra di Bristol, mentre Jonathan è facilmente raggiungibile grazie alla sua presenza nei migliori forum di autocostruzione del web: un fulgido esempio di progettista di prim'ordine che non disdegna di condividere le sue conoscenze con la comunità degli hobbisti.
Per conferire al nuovo modello entry-level le qualità dei fonorivelatori di fascia più elevata contenendo il prezzo, Jonathan Carr ha dovuto rompere due tradizioni consolidate in Lyra: diversamente da ogni precedente, la Dorian non è completamente costruita e regolata da Mishima, ma parte del lavoro è svolta da un fornitore specializzato. Inoltre lo stilo non è il solito Ogura, ma un 'Namiki fine line' di produzione industriale, un componente standard impiegato spesso da alcuni dei miei costruttori preferiti, col nome di 'microline' o 'microridge'.
Oltre a queste scelte, Lyra si è inventato un nuovo sistema di assemblaggio sospeso così efficace da poter essere esteso anche ai modelli di fascia più alta come l'Argo i e la Titan i (dove 'i' sta per improved), inaugurando così una nuova generazione dei prodotti del marchio. Forse è un po' insolito che un prodotto entry-level introduca simili innovazioni, ma i precedenti non mancano: la Tsurugi/Lydian fece da battistrada alla Clavis e alla Parnassus, mentre il modello d'attacco della generazione successiva, la Lydian Beta, fu il primo ad esibire la carcassa a monoblocco, destinata a caratterizzare tutti i modelli Lyra successivi. Quindi la Dorian sta solo continuando una tradizione più vecchia della stessa azienda costruttrice!
La Dorian si presenta in una confezione compatta, accompagnata da un buon pennello per la pulizia (simile a quello di Last) e da viti di tre lunghezze differenti. Colore a parte, l'aspetto è identico a quello della più costosa Argo: un impianto essenziale costituito da un corpo unico di alluminio, in grado di conferire rigidità strutturale. La moderna concezione della Dorian, diversamente dalla maggior parte degli avvolgimenti mobili, non prevede espansioni polari: il campo è generato da due magneti discoidali in neodimio, uno posto dietro l'armatura e l'altro di fronte, sospeso nel supporto plastico frontale. Una tale configurazione è quanto di più lontano ci possa essere dalla classica architettura SPU senza uscire dalla cerchia dei fonorivelatori ad avvolgimento mobile! L'armatura è costituita da una placca quadrata in permalloy, sulla quale sono presenti tre strati di avvolgimenti in rame (su altre Lyra ce ne sono solo due) in grado di restituire un'uscita piuttosto elevata: 0,6 mv a 5 cm/s con un'impedenza di 10 Ohm. Questo livello è in grado di assicurare un buon rapporto segnale/rumore sulla maggior parte dei preamplificatori.
Il progetto sembra concepito ponendo attenzione ad ogni dettaglio, non solo riguardo alle prestazioni ma anche all'allineamento (che stabilisce il limite superiore delle performances) e alla maneggevolezza. I fori filettati e la parte superiore di dimensioni ampie rendono le operazioni di montaggio estremamente agevoli, il che costituisce un pregio non indifferente, se comparato con altri disegni 'nudi' come ad esempio la Benz Glider. Accidenti, perfino la mia Allaerts, che è un progetto a scatola assemblata, è più difficile da maneggiare! Gli spinotti rodiati sono lunghi e di forma leggermente affusolata, si inseriscono con facilità anche nei bracci più riluttanti. Da ultimo, il tappo proteggistilo è una meraviglia, a patto che si stia seduti di fronte alla testina quando lo si inserisce. Si può senz'altro affermare che questo è, sotto tutti gli aspetti, un fonorivelatore del ventunesimo secolo; questa è probabilmente la ragione per cui Lyra ne commercializza anche una versione mono. Quest'ultima, la Dorian mono, condivide con la sorella il corpo, il colore e lo stilo, ma sfoggia un diverso avvolgimento che presumibilmente inciderà sul carattere sonico.
|
Sarò breve: questa testina è davvero molto, molto buona. Certo, la risposta accentuata sugli alti si fa sentire, ma non nuoce affatto all'equilibrio timbrico complessivo; al contrario l'effetto è quello di far risplendere di luce riflessa i toni bassi e medi, che dal canto loro risultano eccezionali per chiarezza e pulizia. Gli alti, infatti, non suonano mai aspri o aggressivi e la loro relativa abbondanza ottiene il risultato di rivitalizzare le molte incisioni appannate degli anni ottanta che possiedo, senza d'altronde strafare con i dischi di qualità migliore.
In generale il bilanciamento dei toni è il più brillante tra quelli che abbia mai sentito dopo la prima AT OC-9. D'altra parte i miei gusti mi hanno sempre spinto verso fonorivelatori dal carattere neutrale o tendente al caldo. E comunque, sebbene non si possa definire la Dorian una testina 'calda', il suo bilanciamento tonale mi piace. Il motivo è che il basso è decisamente potente ed agile e le medie frequenze - sebbene non possiedano il corpo e la vivacità con cui vengono restituiti tramite la mia Allaerts - suonano molto solide e sostanziose, e le voci sono riprodotte con eleganza, gradevoli e credibili. Quindi nonostante il suono sia snello, non si può nemmeno dire che è sbiadito né 'anoressico'.
Tutto lo spettro è ben legato: dettagliato, non artificioso, non colorato né forzato. Il suono risulta notevolmente limpido, con un effetto quasi 'digitale'. Voglio dire 'digitale' ben suonato. I climax musicali sono pilotati con grandissima chiarezza, esplosivi e non congestionati. In confronto la mia Benz MC Scheu (stessa fascia di prezzo, ma con quasi sei anni sul groppone!) suona timida e confusa.
Ho già detto dei bassi possenti, estesi e ben definiti, ma in generale tutta la dinamica è eccellente. Si tratta di una testina di grande vitalità, che restituisce musica...., diciamo suonata da persone in carne ed ossa che si stanno divertendo un mondo. A mio avviso questa vitalità costituisce - rispetto alla percezione di chi ascolta - un pregio maggiore rispetto ad un perfetto bilanciamento tonale, quindi è probabilmente il tratto caratterizzante che meglio descrive la Dorian.
L'immagine tridimensionale risulta piuttosto compatta, sia in larghezza che in profondità. Il posizionamento delle sorgenti sonore è eccellente, ed a tratti la Lyra suona davvero bene. Certo la mia JA MC1b suona sempre sontuosamente, ma d'altronde ha un prezzo di listino triplo rispetto alla Dorian...
Il tracciamento non presenta mai problemi: la Dorian segue docilmente il braccio Rega RB-300, lo stilo segue il solco con grande sicurezza. Non c'è mai stata necessità di passare al braccio SME IV. I graffi su dischi più usurati sono stati superati con velocità fulminea, risultando in un acuto ma breve ticchettio e mai in uno sgradevole e aspro gracchiamento.
In generale ho trovato questa testina molto musicale e ammiccante, con un carattere che ben si è sposato col mio sistema. Sono rimasto molto colpito dal suo comportamento lineare in tutte le situazioni. Il rapporto qualità sonora/prezzo è eccellente. Senz'altro migliore di quello relativo alla mia Benz Micro MC Scheu (vecchio modello, 1,6 mV) e altresì dicasi, se la memoria uditiva non m'inganna, della Shelter 501 MkII che provai e gradii un paio d'anni orsono.
|
Di tutte le testine che ho incontrato, questa è una di quelle che mi ha meglio impressionato e non solo per la ragguardevole qualità del suono. I risultati delle misure strumentali sono eccellenti ed indicano una precisione di assemblaggio quasi perfetta, una concezione intelligente del corpo e del proteggistilo che rendono l'allineamento semplice e la maneggiabilità sicura. La Dorian può avere un carattere tumultuoso e di certo non è un oggetto monotono: una splendida testina sotto ogni aspetto.
(* K.K. non è Einstein né Edison, ma di certo è per la stampa specializzata l'equivalente di Ovidio. Vent'anni di esperienza mi hanno insegnato che uno come lui vale tanti e tanti camici bianchi da laboratorio come il sottoscritto.)
|
© Copyright 2007 Werner Ogiers - www.tnt-audio.com